Fabrique du Cinéma ha deciso di allargare i propri orizzonti offrendo sempre nuove proposte culturali. La fabbrica dell’attore è stata la nostra ultima idea: uno stage, un’avventura introspettiva ed emozionante di due giorni. Un corso intensivo di recitazione per un totale di 16 ore, suddiviso in due giornate di 8 ore ciascuna, organizzato il 3 e il 4 dicembre 2016 presso lo studio fotografico B49 al Pigneto.
L’obiettivo era quello di dare contenuti efficaci e insegnamenti pratici ai partecipanti. Attori emergenti e non che spesso, nella loro vita, si sono trovati nella difficile situazione di dover scegliere quale corso seguire per la propria formazione. Rischiando di tuffarsi in un mare di proposte di scarsa qualità, sia per quanto riguarda i contenuti che gli insegnanti. Per questo, Fabrique si è affidata a dei professionisti del settore, che conoscono bene il mestiere della recitazione: Luigi di Fiore e Tullia Alborghetti, due persone con grandi capacità d’insegnamento pratico e teorico, entrambi formatisi nella Bottega dell’Attore di Vittorio Gassman e con una carriera alle spalle in teatro, cinema e TV.
Luigi di Fiore ha aperto le attività di entrambi i giorni in programmazione, esplorando gli aspetti legati alla percezione e alla consapevolezza del corpo in movimento e soffermandosi sull’importanza del bagaglio emotivo e razionale cui l’attore deve necessariamente imparare ad attingere. Tullia Alborghetti ha mostrato, nelle due sessioni pomeridiane, il significato e le potenzialità espressive del suono, anche attraverso esercitazioni pratiche. A loro si è aggiunto il regista e drammaturgo Angelo Longoni che, con la sua esperienza, ha dato una visione alternativa alle più famose teorie di recitazione. L’insegnamento partiva da alcuni monologhi tratti da Memorie del sottosuolo di Fedor Dostoevskij, per arrivare alla lettura di Dante e degli altri grandi della poesia e letteratura italiana, reinterpretandoli in chiave teatrale e cinematografica.
Obiettivo di un lavoro faticoso, ma anche estremamente appagante: imparare il senso della posizione, la corretta modulazione e intensità della voce, saper creare e gestire le giuste emozioni. I ragazzi che hanno partecipato al corso, capeggiati da Marco Rossetti e da Nina Torrisi, hanno messo in gioco loro stessi e le proprie sensazioni per avvicinarsi il più possibile ai personaggi da interpretare.
La fabbrica dell’attore è stato un esperimento riuscito, che riproporremo a breve. Perché la recitazione è un vero mestiere e molti lo hanno dimenticato. Un mestiere che si muove fra tradizione e innovazione, ma che ha delle solide fondamenta, regole e teorie che oggigiorno sono spesso ignorate.
Recitare non è per nulla semplice, è anzi faticoso e può scoraggiare chi non dimostra spirito di sacrificio, umiltà e disponibilità. Non basta essere fotogenici, conoscere le battute a memoria o saper piangere a comando. Serve molto di più. La consapevolezza, prima di tutto, del proprio corpo e delle proprie capacità. La concentrazione e l’ascolto.
Per noi di Fabrique, la recitazione è tutto questo. La nostra missione è quella di dar voce ai giovani, ma anche di aiutarli nel loro cammino, di consigliarli. È per questo che abbiamo cercato, con La fabbrica dell’attore, di comunicare queste sensazioni ai partecipanti, di far assaggiare loro un briciolo di tradizione e innovazione, di fatica, sacrificio, ma anche di emozioni e sorprese inaspettate. Abbiamo lavorato tutti insieme, abbiamo pianto e ci siamo commossi.