Zerocalcare Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Wed, 19 Jul 2023 13:07:51 +0000 it-IT hourly 1 Questo mondo non mi renderà cattivo. Ma ci regala Zerocalcare https://www.fabriqueducinema.it/serie/questo-mondo-non-mi-rendera-cattivo-ma-ci-regala-zerocalcare/ https://www.fabriqueducinema.it/serie/questo-mondo-non-mi-rendera-cattivo-ma-ci-regala-zerocalcare/#respond Thu, 08 Jun 2023 14:10:28 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=18500 S’intitola Questo mondo non mi renderà cattivo la nuova serie Netflix creata da Zerocalcare. Perché dovrebbe renderci cattivi questo mondo? Perché le ingiustizie si nascondono dietro ogni vicissitudine del nostro eroe Zero. Lui oramai è uno scrittore affermato anche se non ha mai dimenticato le sue origini, lottando o resistendo ogni giorno per i propri […]

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S’intitola Questo mondo non mi renderà cattivo la nuova serie Netflix creata da Zerocalcare. Perché dovrebbe renderci cattivi questo mondo? Perché le ingiustizie si nascondono dietro ogni vicissitudine del nostro eroe Zero. Lui oramai è uno scrittore affermato anche se non ha mai dimenticato le sue origini, lottando o resistendo ogni giorno per i propri ideali. Ma più che altro cerca di non svenderli asfaltandoli come intorno accade a troppi. L’ultimo lavoro di Michele Rech guarda proprio al modo in cui si è cambiati crescendo, ma stavolta nel quartiere Rebibbia il passato ritorna indossando la tuta e la faccia da schiaffi di un vecchio amico bullo. Tornano anche gli amici di sempre come Sara e l’inossidabile Secco, ma soprattutto l’Armadillo impersonato da Valerio Mastandrea.

Il mondo di Rebibbia rappresenta un microcosmo italiano capace d’incamerare, rappresentandole, tutte le beghe e le pecche del Paese a partire da un’effettiva imparità di genere che aspira sempre alla parità. Questa volta i temi scottano più del solito, c’è la preoccupazione per termini inquietanti come “sostituzione etnica” intorno a un centro d’accoglienza che rischia la chiusura. Si parla in maniera tragicomica di un’Italia che bolle di rabbia, ma senza perdere mai leggerezza, comicità e poesia l’autore ci porta proprio vicino al fuoco scatenante spiegandocene le dinamiche. La periferia di Zerocalcare trascende dall’esistenzialismo metropolitano assurgendo a commedia di vita e raggiungendo sempre catarsi su amare prese di coscienza.

Se Strappare lungo i bordi si poneva come un coming of age, un diario di rivelazione, accettazione di sé stessi e crescita dei vari personaggi, nel 2023 si fanno i conti con le aspettative tradite dal proprio operato e con certe scelte adulte che potrebbero minare quanto messo insieme finora. Cosa si cela dietro lo sconforto per la sconfitta? E perché nella vita si continua a perdere? Viene da chiedersi di fronte ai personaggi vinti. “A me non me se bevono! Io ho fatto ‘na serie co’ Netflix, ormai faccio come cazzo me pare!” Si lascia sfuggire Zero sfogandosi al telefono con la mamma Chioccia. La sua posizione rispetto allo scenario che ha intorno è ultra-pasoliniana. Nel senso che se quest’ultimo raccontò la periferia vivendola in prima persona ma da estraneo che sceglieva di essere lì, Zero è la mosca bianca che gioca in casa e sceglie di restare per vivere e raccontare il suo habitat sociale dall’interno. L’imbarazzo del successo e la lotta per restare coerenti emergono chiaramente da questa nuova serie.

Poi non manca il carrozzone di battute destinate a diventare tormentoni dei millenial e situazioni paradossali di pura comicità keatoniana. Buster Keaton era il comico triste, che non rideva mai. In un certo modo anche il personaggio fumettistico Zero è così, riuscendo a ottenere sempre il sorriso del suo pubblico. La risata qui però non è l’obiettivo, ma il mezzo, uno dei tanti, quello più facilmente intercettabile in superficie per catapultarci in un mare di contraddizioni sociali, mancanze politiche e insoddisfazioni popolari che ritrae a perfezione il sottobosco emotivo dell’Italia di oggi.

Così Mastandrea col suo Armadillo dispensa consigli per laurearsi all’Università della Strada mentre i “falliti rancorosi” vengono contrapposti dall’amara riflessione di Calcare a “quelli magnati dar senso de colpa, gli esecrabili, quelli che hanno svoltato da soli”. Svoltare da soli lasciando indietro gli altri, il gruppo. E tra questi Cesare, l’amico bullo, ritornerà da un inferno ancora fumante. Alla fine sono gli amici quelli che contano nella vita di Zero. E il rispetto degli altri, il vero bug, ostacolo, che questo mondo dimentica cercando di renderci cattivi.

Prodotto di punta per la lungimirante Netflix che si è accaparrata il genio di Rech, debutterà dal 9 giugno con tutte le sue sei puntate da circa mezz’ora l’una. La serie di Rech fa bella mostra di un’animazione già iconica e di una regia sempre sua piena di raffinatezze e rimandi stilistici a tanto cinema cult spaziando da Robocop a Guy Ritchie, non evitando mai frecciatine a prodotti della nostra industria culturale, sonnolenti come i Don Matteo o adrenalinici come Breaking Bad, resi parodia di sé stessi nelle locandine che spesso appaiono sullo sfondo. E forse i più gustosi easter egg di questa serie.

 

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The winner is: tutti i vincitori dei Fabrique Awards 2021 https://www.fabriqueducinema.it/festival/the-winner-is-tutti-i-vincitori-dei-fabrique-awards-2021/ Thu, 23 Dec 2021 10:17:08 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=16528 Il 22 dicembre, alla Sala Umberto, scintillante e affollatissima serata di premiazione dei Fabrique du Cinéma Awards 2021: guidati da Riccardo Festa e Francesca Inaudi, sul palco si sono avvicendati i nominati più hot del giovane cinema italiano e ospiti come Michela Giraud, Alex Britti, Francesco Montanari, Beppe Fiorello, Zerocalcare, gli SlimDogs e la giovanissima […]

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Il 22 dicembre, alla Sala Umberto, scintillante e affollatissima serata di premiazione dei Fabrique du Cinéma Awards 2021: guidati da Riccardo Festa e Francesca Inaudi, sul palco si sono avvicendati i nominati più hot del giovane cinema italiano e ospiti come Michela Giraud, Alex Britti, Francesco Montanari, Beppe Fiorello, Zerocalcare, gli SlimDogs e la giovanissima Cristina Magnotti (Fortuna, L’amica geniale) che ha recitato un monologo sulla Siria per Save the Children, partner della serata. Colonna sonora le note di Stefano di Battista, che con il suo sassofono ha reso un omaggio intenso e personalissimo a Ennio Morricone. 

Qui la Fotogallery (ph: Matteo Quartarone)

Ecco tutti i premiati nelle 12 categorie dei Fabrique du Cinéma Awards:

Miglior Sceneggiatura di cortometraggio internazionale (Best Short Film Screenplay)

In buone mani di Mirco Roncoroni

Miglior Concept di Serie TV (Best TV Series Concept)

Mirella di Gregory Fields

Miglior Cortometraggio Internazionale (Best International Short Film)

Hair Tie, Egg, Homework Books di Runxiao Luo

Miglior Documentario internazionale (Best International Documentary)

Her Stories di Abd Al-Kader Habak 

Miglior Cortometraggio Italiano (Best Italian Short Film) 

Il Moro di Daphne Di Cinto

Miglior Colonna sonora (Best Italian Soundtrack)

Federico Bisozzi e Davide Tomat per il film Mondocane

Miglior attore (Best Italian Actor)

Giancarlo Commare per Maschile singolare

Miglior attrice (Best Italian Actress)

Irene Vetere per La tana

Miglior Serie TV (Best TV Series)

Strappare lungo i bordi di Zerocalcare

Miglior film internazionale (Best International Feature Film)

Botox ​​di Kaveh Mazaheri (Iran)

Miglior opera prima italiana (Best Italian Debut Feature Film)

L’afide e la formica di Mario Vitale

Miglior opera italiana innovativa e sperimentale (Best Italian Innovative and Experimental Feature Film)

Re Granchio di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis

 

Sono partner dei Fabrique du Cinéma Awards:

DG Cinema e Audiovisivo – Ministero della Cultura, Teatro Sala Umberto, Save the Children, BCC, RaiMovie, DeSisti, D-Vision – Movie People, Agenti Spettacolo Associati, Kosmos VFX, Aurora, SlimDogs, Harumi, IDL Makeup, Cattive Produzioni

 

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Strappare lungo i bordi, parla il produttore: “All’estero non ci credevano capaci di fare una serie così” https://www.fabriqueducinema.it/serie/strappare-lungo-i-bordi-parla-il-produttore-allestero-non-ci-credevano-capaci-di-fare-una-serie-cosi/ Thu, 25 Nov 2021 09:50:47 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=16435 Da quando il 17 novembre è approdata su Netflix, Strappare lungo i bordi, la serie d’animazione scritta da Zerocalcare, continua la scalata verso il successo. Un punto di svolta per il noto fumettista che, ritrovandosi tra nel catalogo della piattaforma di streaming più famosa al mondo, ha avuto l’occasione di allargare ulteriormente il proprio pubblico. […]

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Da quando il 17 novembre è approdata su Netflix, Strappare lungo i bordi, la serie d’animazione scritta da Zerocalcare, continua la scalata verso il successo. Un punto di svolta per il noto fumettista che, ritrovandosi tra nel catalogo della piattaforma di streaming più famosa al mondo, ha avuto l’occasione di allargare ulteriormente il proprio pubblico. Ma si tratta di una tappa importante anche per l’animazione italiana tutta. Dietro alla serie c’è Movimenti Production, una realtà indipendente e lungimirante che ha saputo puntare sul prodotto giusto al momento giusto, quello che potrebbe cambiare le carte in tavola per l’intero settore. In attesa di vedere se ciò accadrà davvero, abbiamo parlato con Giorgio Scorza, che della serie originale Netflix più di tendenza del momento è il produttore.

Quando e perché nasce Movimenti Production?

Nasce nel 2004 da me e Davide Rosio. Ci siamo conosciuti che ero ancora uno studente, abbiamo iniziato a fare dei corti insieme, ma dopo un paio di videoclip ci siamo resi conto che con la partita iva non andavamo da nessuna parte e abbiamo quindi deciso di aprire una società. La nostra idea era quella di fare il più possibile cose firmate da noi, anche se sono stati fondamentali all’inizio i lavori di advertising per altre agenzie. Ma Movimenti Production è nata perché volevamo fare il nostro lavoro senza essere ridotti alle offerte che ci arrivavano dagli altri.

Cosa significa occuparsi di animazione in Italia?

Significa sicuramente avere tanta buona volontà. Il nostro paese adesso è molto più alfabetizzato al linguaggio dell’animazione, grazie a internet e alle piattaforme, ma fino a qualche anno fa non era così. Fare animazione significa quindi formare da zero diverse figure, andare a studiare anche all’estero senza però tradire l’unicità italiana. Di certo non è facile. Negli ultimi anni però sono stati inseriti il tax credit e altri supporti, fondamentali per recuperare terreno ad esempio rispetto al cinema, che riceveva invece sovvenzioni statali a noi negate. Quindi è complicato fare animazione in Italia, ma fortunatamente lo è sempre meno.

strappare lungo i bordi

Parlando invece di Strappare lungo i bordi, da dove deriva l’idea di produrre una serie di Zerocalcare?

Noi da sempre abbiamo cercato di spingere sull’animazione adult animation e non per bambini. L’abbiamo fatto con i videoclip e con delle serie da noi scritte. Senza Zerocalcare però fare un prodotto d’animazione adult in Italia e in così poco tempo non sarebbe stato possibile, perché c’era bisogno della garanzia di un nome forte. Quando Michele [Michele Rech, il vero nome di Zerocalcare], dopo l’esperienza di Rebibbia Quarantine, voleva imparare ad animare meglio e con un software più evoluto, si è appoggiato al nostro studio grazie al consiglio di un amico. Il suo intento iniziale era quindi quello di imparare. Noi non abbiamo mai forzato la mano per fare qualcosa insieme. Quando ha avuto l’idea giusta, passando per altre cose che non lo convincevano, collaborare è stato scontato.

A livello pratico quale è stato il processo di lavorazione di Strappare lungo i bordi e quanto è durato?

Il processo in totale è durato circa nove mesi parlando di produzione stretta, undici se si considerano tutti i passaggi, dallo script alla consegna del master: sono tempi follemente brevi per l’animazione, anche se non tutti lo sanno. Michele ha scritto le sceneggiature, ce le ha passate e a quel punto abbiamo cominciato a prendere le prime decisioni registiche, scegliendo il ritmo sostenuto che caratterizza la serie. Tant’è vero che le sceneggiature erano di trenta pagine, ma noi promettevamo a Netflix di ricavarne puntate di diciotto minuti. Michele ha poi cominciato a registrare i dialoghi su degli sketch che montava e ci mandava per dirci come si era immaginato le varie scene. Noi quindi facevamo lo storyboard, lavorando sulle inquadrature, sulla messinscena e sul respiro del racconto. Parallelamente sviluppavamo i personaggi, cercando di ricreare l’universo di Zerocalcare in una versione che fosse animabile, che avesse continuità con il suo lavoro ma al tempo stesso qualcosa di diverso. La sfida è stata mantenere la sua unicità, ma inserire delle differenze che lo rendessero un prodotto vivo e non semplicemente “un fumetto in movimento”. Abbiamo poi registrato le voci definitive di Michele e Valerio Mastandrea e sulle voci montato i primi effetti sonori per dare atmosfera, per poi mandare tutto in animazione. Quando ci arrivavano le scene facevamo dei test di compositing, per capire come tenere insieme i vari momenti delle puntate, che sono tanti e diversi tra loro. Bisognava trovare un modo per incastrate tutto quanto perfettamente. Michele in tutto ciò è stato davvero un professionista perché ci ha permesso di fare tranquillamente ciò che serviva per far funzionare la serie.

Come è stato quindi lavorare con un autore il cui tratto e la cui identità sono così riconoscibili?

Chi fa animazione è davvero un artigiano certosino e Michele anche, quindi ci siamo trovati subito. C’era una precisione maniacale che portava tutti a non essere soddisfatti finché non si raggiungeva il risultato desiderato. Michele poi è una persona molto collaborativa, nonostante abbia sempre lavorato da solo. All’inizio infatti era terrorizzato, ma una volta ricevute le prime tavole quella paura si è dissolta e ha lasciato spazio all’eccitazione. Certo, c’è stato chi ha dovuto studiarsi il suo stile grafico nel dettaglio, ma come sottolineavo prima, in parte lo abbiamo variato. Il contributo di Michele è stato ovviamente necessario, ad esempio molte scene sono ambientate in casa sua e lui ci ha mandato foto e piantine, ma poi ci ha lasciato espandere il suo universo. Siamo stati meticolosi e filologici, ma anche propositivi. Sembra banale, ma dal momento che i suoi fumetti sono in bianco e nero per lui un grande cambiamento è stato l’inserimento del colore. Abbiamo ragionato tanto su che colori usare e su come usarli, ci siamo inventati ad esempio delle campiture a pennellate secche che dessero profondità e unicità stilistica alla serie, cercando anche di restituire l’effetto analogico della carta.

Strappare lungo i bordi

E invece doversi confrontare con un colosso dello streaming come Netflix ha cambiato qualcosa del vostro normale processo di lavorazione?

Sicuramente Netflix è una major internazionale, ma per noi non era un’esperienza del tutto nuova avendo lavorato con Disney. Eravamo quindi a conoscenza dei meccanismi, della regolamentazione e della gerarchizzazione che vige in ambienti simili. L’approccio è sicuramente molto americano, ma dato che noi siamo particolarmente meticolosi quel tipo di controllo non è stato un ostacolo. Non c’è stato neanche alcun problema editoriale, grazie allo scudo protettivo che rappresenta in Italia il nome di Zerocalcare. Devo dire che siamo stati sempre rispettati in quanto professionisti e artisti, persino il dipartimento adult animation londinese è rimasto stupito da quanto stava succedendo in quello che secondo loro era un paese senza una tradizione forte di animazione alle spalle.

Avete altri progetti in cantiere e pensi cambierà qualcosa per Movimenti Production dopo Strappare lungo i bordi?

Sì, abbiamo altri progetti che erano pronti prima della collaborazione con Michele, ma che sicuramente ne gioveranno soprattutto per quanto riguarda il rapporto con gli editori: se prima potevano essere titubanti sul fatto che stessimo in Italia e che determinate cose potessero non funzionare ora non c’è più questa preoccupazione. Quindi sì, stiamo andando avanti e stiamo lavorando molto con Stati Uniti e Inghilterra, cosa che per il nostro settore è davvero importante. Poi c’è anche tutta la parte dedicata ai bambini la quale a sua volta sta procedendo spedita, sia con delle serie che con un lungometraggio. Siamo molto carichi insomma, perché se prima qualcuno non sapeva che fossimo sulla mappa adesso non può fare a meno di saperlo.

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Strappare lungo i bordi: Zerocalcare alle prese con il senso (ironico) della vita https://www.fabriqueducinema.it/serie/strappare-lungo-i-bordi-zerocalcare-alle-prese-con-il-senso-ironico-della-vita/ Mon, 15 Nov 2021 08:32:03 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=16383 E se le persone fossero costituite da un insieme di fogli impilati, di quei fogli di quando si stava alle elementari e si doveva ritagliare seguendo lungo la linea, lungo i bordi, senza sbagliare, perché poi non si poteva rimediare allo strappo? Se tutti gli altri riuscissero a seguire bene quelle istruzioni, mentre noi invece […]

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E se le persone fossero costituite da un insieme di fogli impilati, di quei fogli di quando si stava alle elementari e si doveva ritagliare seguendo lungo la linea, lungo i bordi, senza sbagliare, perché poi non si poteva rimediare allo strappo? Se tutti gli altri riuscissero a seguire bene quelle istruzioni, mentre noi invece vagassimo senza sapere cosa vogliamo nella vita? Ragionandoci, ci rendiamo conto che alla fine «è dal tempo degli antichi Greci che l’uomo se domanda se è meglio conoscere l’ignoto col rischio che sia un accollo o rimane’ nell’ignoranza, dove però nessuno te caga il cazzo».

Questa è la premessa della nuova miniserie disponibile dal 17 novembre su Netflix: Strappare lungo i bordi, ideata da Michele Rech, alias Zerocalcare (qui, a pag 10, una nostra intervista agli esordi). Prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing, questa miniserie italiana (dalla forte risonanza internazionale) nasce dopo il successo raggiunto dall’artista romano durante i lockdown con i suoi corti trasmessi a Propaganda Live Rebibbia Quarantine. Così, collaborando nuovamente con Valerio Mastandrea (come in La profezia dell’armadillo, presentato nella sezione Orizzonti alla 75esima Mostra internazionale d’arte cinematografica del cinema di Venezia), Zerocalcare ha incorporato lo stile delle pillole (ogni puntata dura tra i 15 e i 20 minuti) in una struttura più compatta, costruendo un mosaico ricco e complesso al di fuori delle Mura romane.

Se infatti le opere di Michele Rech hanno da sempre avuto come sfondo la cultura capitolina (basti anche pensare al suo minicorto su Instagram, sul perché il carciofo fosse il male, o al suo accento che non nasconde le flessioni del romanaccio), i temi che decide di trattare e il modo in cui lo fa non possono non ritrovare un riscontro emotivo su un pubblico molto più ampio, com’è ancora più evidente nella miniserie.

Strappare lungo i bordi
Un’immagine da “Strappare lungo i bordi”.

In un racconto costellato di flashback e aneddoti che spaziano dalla sua infanzia, a lezioni di storia e filosofia, fino ai problemi di tutti i giorni, Zerocalcare tratteggia un percorso fatto di pochissime certezze, ma che proprio grazie a questo lascia un forte impatto nello spettatore. Lo stile è sempre quello, il suo marchio di fabbrica, la sua capacità di costruire un pensiero acuto e profondo, per poi catarticamente ironizzare su ciò che ha appena detto, decostruendolo con citazioni di ogni tipo.

Seguendo la caratteristica voce a macchinetta del fumettista, in ogni puntata lo spettatore viene catapultato in un pastiche di eventi, ricordi e considerazioni, che, oltre a non marcare nettamente la distinzione tra personale e universale (come lo spezzone sulla spinosa questione del “visualizzato” o dell’”online” su Whatsapp), si incastrano, come dei tasselli, con elementi della cultura mondiale.

Si parte da citazioni più implicite, come le strade di Roma di notte che ricordano La notte stellata di Van Gogh (non a caso la scena successiva, ambientata in un museo con L’urlo di Munch, illustra in décadrage proprio il dipinto del pittore olandese), o Le follie dell’Imperatore, quando Zerocalcare manda avanti e indietro l’episodio, per spiegare le parole del suo amico Secco al pubblico, o Tim Burton, di cui riprende lo stile anche visivo nell’illustrare il suo primo fumetto; per arrivare a quelle più esplicite, dalla Seconda Guerra Mondiale, all’abisso di Nietzsche (citazione mainstream sui social), ad Achille e la tartaruga che, tra black humor e dura consapevolezza, servono ad abbozzare il discorso della linea tratteggiata che dà nome e sostanza all’intera miniserie.

Strappare lungo i bordi è questo che dona: tantissimi momenti di distrazione e battute (come la legge del maschio contemporaneo, che con il femminismo non può più neanche lamentarsi del Vietnam a cui è costretto quando deve andare in un bagno pubblico), a cui seguono repentine strette al cuore. E tu, spettatore, vieni immerso in una tempesta, in un turbinio di ironia e consapevolezza in cui sembra che il fumettista romano stia parlando proprio di te e inizi a osservare meglio quel foglio strappato male, cadendo nel nero.

Numerosi sono i “neri” presenti nelle pillole di questa miniserie. Neri metaforici e neri visivi. In uno di questi ultimi echeggiano le parole della canzone Non abbiam bisogno di parole di Ron: «Non abbiam bisogno di parole per spiegare quello che è nascosto in fondo al nostro cuore». E insomma, alla fine, se bisogna descrivere l’esperienza (perché parlare di visione è troppo limitato per un prodotto del genere) di Strappare lungo i bordi basterebbe ciò, basterebbe sapere che è quel qualcosa che ci permette di spiegare quell’area buia dentro di noi. La miniserie di Zerocalcare è sicuramente qualcosa da non perdere, capace di farti ridere, riflettere e, infine, farti sentire meno solo e incasinato, dandoti risposte senza accennarne nemmeno una.

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Venezia 75: La profezia dell’armadillo, dal fumetto al film https://www.fabriqueducinema.it/festival/venezia-75-la-profezia-dellarmadillo-dal-fumetto-al-film/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/venezia-75-la-profezia-dellarmadillo-dal-fumetto-al-film/#respond Mon, 03 Sep 2018 13:00:40 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=11220 Fenomeno editoriale degli ultimi anni, Michele Rech, al secolo, anzi sui fumetti Zerocalcare, sbarca al cinema. O meglio a Venezia 2018. In Concorso per la sezione Orizzonti, La profezia dell’armadillo, il primo dei libri disegnati dall’autore di Rebibbia è diventato l’omonimo film da lui stesso sceneggiato insieme a Oscar Glioti, Valerio Mastandrea e Johnny Palomba. […]

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Fenomeno editoriale degli ultimi anni, Michele Rech, al secolo, anzi sui fumetti Zerocalcare, sbarca al cinema. O meglio a Venezia 2018. In Concorso per la sezione Orizzonti, La profezia dell’armadillo, il primo dei libri disegnati dall’autore di Rebibbia è diventato l’omonimo film da lui stesso sceneggiato insieme a Oscar Glioti, Valerio Mastandrea e Johnny Palomba. Si riprendono le microstorie di Zero e dello stralunato amico Secco, in carne e ossa impersonati da Simone Liberati e Pietro Castellitto. La madre di Zero ha il volto di Laura Morante, mentre l’armadillo, vera punta di diamante del film, imbraca con muso e armatura Valerio Aprea.

Vivere il nuovo millennio nella periferia est di Roma non è cosa facile. Tra una blanda disoccupazione interrotta da lezioncine di francese impartite a un giovincello di Roma Nord e gli scambi metropolitani col Secco, la notizia della morte di una vecchia amica francese può diventare un terremoto emotivo. Ma la vita deve continuare, così i consigli del coscienzioso armadillo chissà, potrebbero tornare utili un giorno.

la profezia

La ritmica del racconto è inquadrata più sul linguaggio del fumetto che in quello cinematografico, che spesso risolve tante inquadrature in maniere piuttosto banali o prevedibili. In tema di fumetti italiani riformulati in cinema sembra di assistere al cuginetto di Paz! il film di Renato De Maria sui personaggi di Andrea Pazienza. Forse i fumetti di Zerocalcare godono di una popolarità simile a quelli di Paz negli anni Ottanta, ma la soluzione cinematografica, diretta da Emanuele Scaringi per La profezia poteva essere un po’ più ispirata, almeno visivamente. Avrebbe avuto bisogno di una regia più sbarazzina e una macchina da presa con più inventiva.

La direzione degli attori è senza infamia e senza lodi. Prova ne è che un attore giovane di spiccato talento come Liberati, esplosivo in Cuori puri lo scorso anno, per dirne una, qui fa giusto il suo. Ma senza picchi degni di nota. Capita ai giovani quando diretti da un regista esordiente ancora un po’ acerbo. Respira meglio il personaggio di Castellitto. In senso lato e non, visto che il suo sport preferito è pippare spray al peperoncino. Ma nel suo caso l’esagerazione del carattere aiuta la resa comica.

la profezia

La vera novità è l’armadillo. Aprea mette su un personaggio da annali. Conoscevamo già la saggezza sardonica del quadrupede parlante, chicche e battute che da sei anni popolano la fantasia dei lettori, ma voce e tremolii laconici, quasi dagli echi fantozziani di Aprea gli regalano non solo la terza dimensione, ma il movimento in un mondo e soprattutto in un costume entrambi veri. Nessun effetto speciale o lavorazione di postproduzione, l’artefice di questo costume-armatura è la costumista Francesca Casciello. Deo gratias, c’è ancora qualcuno che lavora artigianalmente le proprie creature fantastiche. E adesso sappiamo pure come trovarle fuori dalla carta.

I contenuti su una generazione indolente e solitaria, sospesa tra reminiscenze di cultura pop anni Ottanta in periferie mai rammendate, stallo più o meno perenne nell’insicurezza economica, familiare e sociale da una parte e mondo vorticoso accelerato dalle tecnologie e dalla crescita sono le pinze che stringono i nostri personaggi. In questo, pur visivamente manchevole, la fedeltà concettuale al fumetto rimane molto solida. Il film di Scaringi è pieno di grandi battute e pensieri lampanti, ma pur sempre sbilanciato nella resa registica. Dopo la Mostra del Cinema di Venezia sarà nelle sale dal 13 settembre. Soltanto questo libro di Zerocalcare ha venduto oltre 100mila copie. Riusciranno Zero e Secco a fare gli stessi numeri anche al cinema?

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Storie, segni e disegni al festival ARF! https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/valentina-festeggia-da-arf-festival-di-storie-segni-e-disegni/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/valentina-festeggia-da-arf-festival-di-storie-segni-e-disegni/#respond Mon, 18 May 2015 13:54:50 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=1452 Dal 22 al 24 maggio, all’Auditorium del Massimo di Roma, sbarca la prima edizione di ARF! festival dedicato alla narrazione per immagini: fumetto, illustrazione e graphic novel. La rassegna è stata ideata e organizzata da Daniele Bonomo, Paolo Campana, Stefano Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi – disegnatori, sceneggiatori e designer – per riportare nella capitale […]

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Dal 22 al 24 maggio, all’Auditorium del Massimo di Roma, sbarca la prima edizione di ARF! festival dedicato alla narrazione per immagini: fumetto, illustrazione e graphic novel.

La rassegna è stata ideata e organizzata da Daniele Bonomo, Paolo Campana, Stefano Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi – disegnatori, sceneggiatori e designer – per riportare nella capitale un modello di festival che renda nuovamente protagonisti gli autori, gli editori e i lettori. Presidente del Festival è Luca Raffaelli, giornalista, saggista, scrittore, sceneggiatore, considerato uno dei massimi esperti italiani di fumetto e animazione.

Tre giorni di attività, dalle 10 alle 20, con più di settanta tra i migliori fumettisti italiani. Quattro grandi mostre in esclusiva con Gipi, che ha realizzato il manifesto ufficiale del Festival, con le tavole inedite del prossimo libro, Zerocalcare – neo candidato al Premio Strega con Dimentica il mio nome. Una retrospettiva sarà completamente dedicata a Valentina, l’immortale personaggio di Guido Crepax, che quest’anno festeggia il 50° anniversario dalla sua prima pubblicazione: in mostra quindici tavole estratte da una delle sue opere più belle, Valentina e la Lanterna Magica (pubblicata per la prima volta nel 1978), e ancora una vasta panoramica sulle tavole, le illustrazioni e gli storyboard che da anni Davide De Cubellis realizza per fumetti, cinema e tv con una particolare attenzione a Il Racconto dei Racconti, il kolossal fantasy di Matteo Garrone in concorso al Festival di Cannes 2015. E Garrone, produttore, sceneggiatore e regista del film, prendendosi una fugace pausa da Cannes, parteciperà in qualità di ospite speciale dell’ARF! nella giornata di venerdì.

In programma numerosi incontri, workshop e uno spazio collettivo di sketch e dediche. Stefano Caselli disegnerà per tutti i fan italiani dell’americana Marvel Comics e dei suoi AvengersGiacomo Bevilacqua, autore del celebre A Panda Piace, presenterà Roma città morta, un romanzo scritto in forma di diario illustrato su testi di Luca Marengo, mentre Giorgio Santucci e Leomacs ci dimostreranno, coi loro lavori per Orfani, Dylan Dog, Magico Vento e Tex, quanto il confine tra fumetto d’autore e fumetto popolare sia ormai indistinguibile.

Tra gli ospiti del Festival anche lo sceneggiatore Marco Martani (in questi giorni al cinema con Se Dio vuole) per una lezione su “Sceneggiatura, cinema e fumetto” e il regista-scrittore Fausto Brizzi.

Grande spazio alle autrici con Sara Pichelli (Spiderman, X-Men e i Guardiani della Galassia), Mirka Andolfo, (Sacro & Profano, da vero e proprio cult del web a fenomeno su carta), Silvia Califano (Sergio Bonelli Editore), Elisabetta Melaranci (Disney), Angela Vianello (Aeon, Shockdom) e Lorenza Di Sepio (Simple & Madama, Magic Press), tutte brillantemente moderate da Martina Cestrilli in un incontro pubblico «tra supereroi, vampiri, principesse, umorismo, erotismo e manga».

Tra gli espositori librerie specializzate, scuole di comics e alcune delle più importanti case editrici italiane di fumetto che, grazie a JOB ARF! l’area del Festival dedicata alle opportunità professionali, selezioneranno i migliori talenti e nuovi progetti proposti.

Inoltre, un’attenzione particolare sarà dedicata ai bambini grazie all’AREA KIDS, con tanti laboratori a ingresso gratuito fino a 12 anni.

EMERGENCY & ARF! : Gipi, Zerocalcare, Giacomo Bevilacqua e Sio firmano quattro t-shirt esclusive per EMERGENCY: una «limited edition – summer 2015» che sarà in vendita nello shop online di EMERGENCY dal prossimo 25 maggio e che, da venerdi 22 maggio, verrà presentata in anteprima nazionale all’ARF!

e che sarà possibile acquistarle in esclusiva allo stand che EMERGENCY allestirà nel piazzale dell’Auditorium del Massimo.

Alle 18,30 di sabato EMERGENCY presenterà ufficialmente le quattro nuove magliette e illustrerà il Programma Italia, un progetto mirato alla creazione di una rete di poliambulatori fissi (a Palermo, Marghera, Polistena e Castel Volturno), poliambulatori mobili (due Polibus, due Minivan e un Politruck), sportelli di orientamento socio-sanitario (a Sassari) e assistenza medica per i migranti (a Siracusa), complementare al servizio sanitario nazionale con prestazioni completamente gratuite.

All’incontro saranno presenti Zerocalcare, Giacomo Bevilacqua, Luca Raffaelli, con la partecipazione speciale di Cecilia Strada, Presidente dell’Associazione.

Sabato 23 maggio, dalle 10 alle 19,30, nove grandi autori del fumetto italiano si avvicenderanno uno dopo l’altro per una straordinaria performance dal vivo, esibendosi davanti al pubblico per un unico, grande disegno che, al termine della manifestazione, sarà messo all’asta.

Una vera e propria “maratona” con Giacomo Bevilacqua + Mirka Andolfo + Stefano Caselli + Corrado Mastantuono + Sara Pichelli + Zerocalcare + Davide De Cubellis + Emiliano Mammucari + Leomacs, che sarà interamente documentata grazie alla partnership con la Scuola Romana di Fotografia e Cinema.

E proprio al Programma Italia saranno destinati tutti i ricavati delle t-shirt e del grande disegno messo all’asta.

EATALY & ARF! :Un’anticipazione del festival da non perdere avverrà presso gli spazi di EATALY (dall’8 al 22 maggio) con“Cibology: fenomenologia dell’abbuffata”, una mostra/percorso che ripercorre il percorso artistico e il mondo creativo di Gianluca Biscalchin (autore, giornalista e illustratore gastronomico che usa penna e matita per raccontare il mondo del cibo) tra ritratti di Chef stellati, pattern di cibo, animali fantastici e tanta fantasia.

 

22-23-24 maggio 2015 @ Auditorium del Massimo (zona Eur) Roma

Via Massimiliano Massimo, 1

Attività dalle ore 10:00 alle 20:00

 INGRESSO: 

giornaliero 6 €

tre giorni 12 €

bambini fino a 12 anni GRATIS 

Prevendite su www.arfestiv.al/biglietti-arf-2/

www.arfestiv.al

Info: [email protected]

Facebook: www.facebook.com/arfestival

Twitter: @arfestival

Instagram: @arfestival

#ARF15

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