Vinicio Marchioni Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Fri, 27 Oct 2023 12:07:35 +0000 it-IT hourly 1 Siccità, la Roma più arida di sempre è targata Paolo Virzì https://www.fabriqueducinema.it/festival/siccita-la-roma-piu-arida-di-sempre-e-targata-paolo-virzi/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/siccita-la-roma-piu-arida-di-sempre-e-targata-paolo-virzi/#respond Fri, 09 Sep 2022 07:24:25 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=17625 Tanti, troppi film sono ambientati a Roma, non è una novità. Ma quando un autore ne fa una distopia decidendo di prosciugarla per una crisi idrica, ovviamente giusto con effetti visivi, la cosa si fa più interessante. Mettiamoci pure un bel cast numeroso messo in scena con bilanciata coralità aggiunto alla firma di Paolo Virzì […]

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Tanti, troppi film sono ambientati a Roma, non è una novità. Ma quando un autore ne fa una distopia decidendo di prosciugarla per una crisi idrica, ovviamente giusto con effetti visivi, la cosa si fa più interessante. Mettiamoci pure un bel cast numeroso messo in scena con bilanciata coralità aggiunto alla firma di Paolo Virzì e il gioco è fatto. Almeno per le prime aspettative che si erano già viste dal trailer. Il regista livornese sbarca al Lido ufficialmente fuori concorso, inoltrandosi nelle spire del drammatico, non sempre generose con lui, ma lo spettacolare azzardo per Siccità ci conduce quasi dalle parti del disaster movie. E anche per la situazione di surreale stasi apocalittica nel cuore della nostra Italietta di sfruttatori e di sfruttati, nonché per il generoso parterre di attori, ricorda vagamente L’ingorgo di Luigi Comencini.

In questa Roma anche sui pavimenti delle case borghesi vivono di nascosto gli scarafaggi, Virzì ci tiene sempre a farci notare quanto la sete e la sporcizia diventino generali e trasversali in questa Roma in caduta libera. L’acqua è razionata e i vigili urbani inseguono i trasgressori che utilizzano l’acqua per lavare l’auto. Cosa vietatissima. Intanto l’estate torrida ha seccato il Tevere mostrandocelo vuoto come una specie di giallastra discarica abusiva.

Dai quartieri bene l’influencer Tommaso Ragno dispensa saggezze fioccanti di like e commenti col suo smartphone; l’autista Valerio Mastandrea attraversa invece la città e le manifestazioni violente alle prese con allucinazioni dal suo passato sedute sul suo sedile posteriore; Elena Lietti spreca acqua annaffiando di nascosto una piantina mentre messaggia febbrilmente; Silvio Orlando fa un carcerato di Rebibbia, sorridente pure se di lungo corso; e Gabriel Montesi è un borgataro che ricomincia a lavorare dopo un difficile periodo di stop.

Ma ci sono pure Vinicio Marchioni, Sara Serraiocco, Monica Bellucci, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Claudia Pandolfi e Diego Ribon (gustosissimo il suo serioso climatologo veneto salito agli onori delle cronache). Tutti personaggi necessari i loro, ognun col proprio peso narrativo, e perfettamente stilizzati. Pregio di una scrittura orizzontale che tesse una rete abilmente snodata dall’inizio alla fine lasciandoci esplorare i meandri di un mondo-Roma inedito e stupefacente. E, nella loro tragicità, prendendo vita dal calamaio di un commediografo, non mancano neanche di farci sorridere amaramente.

Giunge alla sua opera più matura Virzì, complice anche la pandemia Covid. Siamo di fronte a un affresco distopico e di costume perché racconta non proprio un futuro, ma un oggi diverso, possibile e speriamo non probabile, fatto di anime che sono tra noi. Forse è questo lo spirito del tempo colto da un regista come lui. Per questo Siccità è accostabile alla sua pièce teatrale Se non ci sono altre domande, ma pure al suo più celebre Ferie d’agosto. Entrambi corali, totali, e guarda caso, con Silvio Orlando.

Impressionano il dramma ambientale e sociale, il senso di sconforto e disorientamento di fronte alla privazione di acqua. H2O come elemento fondamentale della vita, dell’equilibrio e della sanità. Toglierla a un paese e alla sua capitale fa venire quasi le traveggole, come una visione di pre-Natività in mezzo al letto seccato del Tevere, quando uno dei protagonisti guarderà attonito un uomo simile a un San Giuseppe immigrato, in cammino a condurre con sé un asinello sul quale siede una ragazzina incinta. Insomma, Siccità vi potrebbe seriamente scoppiare dentro al cuore quando uscirà al cinema. Non all’improvviso, ma il 29 settembre.

 

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RomaFF13, i volti del cinema italiano fotografati in esclusiva da Fabrique! https://www.fabriqueducinema.it/focus/romaff13-i-volti-del-cinema-italiano-fotografati-in-esclusiva-da-fabrique/ https://www.fabriqueducinema.it/focus/romaff13-i-volti-del-cinema-italiano-fotografati-in-esclusiva-da-fabrique/#respond Fri, 02 Nov 2018 08:35:19 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=11728 La Festa del Cinema di Roma ha da sempre dedicato grande spazio al cinema nazionale, invitando ogni anno numerosi attori e registi italiani. Anche questa tredicesima edizione non è stata da meno, tanto che Fabrique du Cinéma non poteva mancare. Scopri Gabriele Muccino, Claudia Gerini, Alessio Boni e tutti gli altri protagonisti di RomaFF13 nel nostro […]

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La Festa del Cinema di Roma ha da sempre dedicato grande spazio al cinema nazionale, invitando ogni anno numerosi attori e registi italiani. Anche questa tredicesima edizione non è stata da meno, tanto che Fabrique du Cinéma non poteva mancare. Scopri Gabriele Muccino, Claudia Gerini, Alessio Boni e tutti gli altri protagonisti di RomaFF13 nel nostro esclusivo servizio fotografico!

Ph. Riccardo Riande
Ph. assistant Alessandra Sforza

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Drive Me Home: in esclusiva la prima clip in anteprima https://www.fabriqueducinema.it/cinema/news/drive-me-home-in-esclusiva-la-prima-clip/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/news/drive-me-home-in-esclusiva-la-prima-clip/#respond Fri, 31 Aug 2018 08:47:23 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=11189 In esclusiva assoluta per «Fabrique du Cinéma» la prima delle tre clip che anticipano Drive Me Home, il film d’esordio di Simone Catania interpretato da Vinicio Marchioni e un sorprendente Marco D’Amore, in sala a fine 2018. Il trentottenne Simone Catania, fondatore della casa di produzione indipendente Indyca (Ibrahimovic – Diventare leggenda e Happy Winter, presentato fuori concorso a […]

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In esclusiva assoluta per «Fabrique du Cinéma» la prima delle tre clip che anticipano Drive Me Home, il film d’esordio di Simone Catania interpretato da Vinicio Marchioni e un sorprendente Marco D’Amore, in sala a fine 2018.

Il trentottenne Simone Catania, fondatore della casa di produzione indipendente Indyca (Ibrahimovic – Diventare leggenda e Happy Winter, presentato fuori concorso a Venezia nel 2017), ha scritto il suo primo film con Fabio Natale, un on the road girato fra Nord Europa e Sicilia.

Le clip, che contengono scene inedite e costituiscono una sorta di prequel del film, sviluppano l’idea avviata con il cliccatissimo videoclip della canzone Così sbagliato, presente nella colonna del film e interpretata da Le Vibrazioni.

«Con le clip in qualche modo il film inizia sul web e il pubblico può già capire il mood della pellicola, che comunque è autonoma sul piano narrativo» spiega Catania.

Drive Me Home parla di due uomini, in passato amici molto stretti, che non si vedono da quindici anni poiché qualcosa ha portato alla rottura del loro rapporto e inizia con uno dei due, Antonio (Marchioni), che ritrova l’altro, Agostino (D’Amore), camionista dall’anima inquieta, alla guida di un fiammante truck che percorre l’Europa da nord a sud.

Trovate l’intervista completa a Simone Catania e Francesco Sarcina de Le Vibrazioni sul nuovo numero di Fabrique, distribuito in esclusiva alla 75 Mostra del Cinema di Venezia e poi nelle sale di Roma, Milano, Torino, Bergamo, Bologna, Firenze, Pisa.

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Al via la nuova edizione dei Fabrique Awards! https://www.fabriqueducinema.it/focus/al-via-la-nuova-edizione-dei-fabrique-awards/ https://www.fabriqueducinema.it/focus/al-via-la-nuova-edizione-dei-fabrique-awards/#respond Mon, 16 Jul 2018 08:15:48 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=10957 Dopo il grande successo della prima edizione, con oltre 1.300 lavori inviati da 70 paesi, si aprono oggi le iscrizioni per l’edizione 2018 dei Fabrique International Awards, il premio che Fabrique du Cinéma promuove come riconoscimento alla creatività e alla sperimentazione, aperto alle produzioni di tutto il mondo. Un respiro internazionale che allarga l’orizzonte della rivista del […]

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Dopo il grande successo della prima edizione, con oltre 1.300 lavori inviati da 70 paesi, si aprono oggi le iscrizioni per l’edizione 2018 dei Fabrique International Awards, il premio che Fabrique du Cinéma promuove come riconoscimento alla creatività e alla sperimentazione, aperto alle produzioni di tutto il mondo.

Un respiro internazionale che allarga l’orizzonte della rivista del nuovo cinema italiano senza tradirne lo spirito: promuovere l’innovazione e la ricerca formale e contenutistica con un’attenzione particolare – ma non esclusiva – per i giovani autori e le opere prime.

LA GIURIA

A conferma della vocazione al superamento dei confini nazionali, anche la composizione della giuria, che nelle passate edizioni si è avvalsa di personalità del calibro di Alessandro Borghi, Valentina Lodovini, Federico Zampaglione, Ivan Carlei, Piero Messina.

Fabrique Awards Vinicio Marchioni

Nell’edizione 2017 a presiedere la commissione è stato Willem Dafoe, straordinario interprete di tante pellicole di culto, da Platoon di Oliver Stone a Spider-Man di Sam Raimi, passando per L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese, Antichrist e Nymphomaniac di Lars Von Trier. Gli altri giurati, tutti noti professionisti ed esperti del cinema italiano e internazionale, erano Vinicio Marchioni (attore, Romanzo criminale – la serie, Il contagio) Fabio Guaglione e Fabio Resinaro (registi di Mine e autori di Ride, nelle sale a settembre), Valentina Lodovini (attrice, Montalbano, Benvenuti al Sud), Christian Halsey Solomon (produttore American Psycho, Padri e figlie), Alessandro Usai (Ceo Colorado Film),  Jacopo Chessa (direttore del Centro Nazionale del Cortometraggio).

I PREMI

Sono cinque le sezioni dei Fabrique International Awards – Miglior lungometraggio, Miglior cortometraggio, Miglior webserie, Miglior documentario e Miglior sceneggiatura – che si aggiungono alle categorie tradizionali dedicate al cinema italiano: Opera prima, Opera innovativa e sperimentale, Attore rivelazione, Attrice rivelazione e Tema musicale.

Fabrique Awards Actual

I VINCITORI DELLA PRIMA EDIZIONE

Nella cerimonia che si è tenuta a Spazio 900 il 15 dicembre 2017 a Roma sono stati premiati fra gli altri Gatta Cenerentola di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone (Opera innovativa e sperimentale), Easy di Andrea Magnani (Opera prima), Bikini Blue di Jarek Marszewski (Lungometraggio internazionale), Mama di Eduardo Vieitez (Cortometraggio internazionale), Valentina Bellè (attrice rivelazione) e Simone Liberati (attore rivelazione).

La cerimonia di premiazione della nuova edizione si svolgerà il 14 dicembre 2018 sempre nella splendida location di Spazio 900.

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Vinicio Marchioni è Zio Vanja nell’Italia di oggi https://www.fabriqueducinema.it/magazine/teatro/marchioni-zio-vanja-nellitalia-oggi/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/teatro/marchioni-zio-vanja-nellitalia-oggi/#respond Mon, 19 Feb 2018 08:05:39 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=9905 Lunghe strade desolate, pagliai seccati dal sole, casolari isolati, crepuscoli lenti. Un temporale e un’alba fredda, scossa dall’abbaiare di un cane. È la provincia russa di fine Ottocento dove prendono vita le opere di Anton Čechov e dove nasce Djadja Vanja (Zio Vanja). Vinicio Marchioni riprende il testo del drammaturgo russo, lo dirige e lo […]

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Lunghe strade desolate, pagliai seccati dal sole, casolari isolati, crepuscoli lenti. Un temporale e un’alba fredda, scossa dall’abbaiare di un cane. È la provincia russa di fine Ottocento dove prendono vita le opere di Anton Čechov e dove nasce Djadja Vanja (Zio Vanja).

Vinicio Marchioni riprende il testo del drammaturgo russo, lo dirige e lo interpreta insieme a Francesco Montanari creando Uno Zio Vanja, in scena al Teatro Ambra Jovinelli di Roma fino al 25 febbraio.

Zio Vanja Marchioni TorresiNell’adattamento scritto da Letizia Russo, l’azione drammaturgia cechoviana è spostata ai nostri giorni, in Italia.  La vecchia piantagione piena di debiti amministrata da Ivan Petrovic Voiniskij, chiamato da tutti, zio Vanja (Vinicio Marchioni) e dalla nipote Sonja (Nina Torresi), diventa un teatro di provincia nelle zone colpite dal terremoto. Il restauro drammaturgico trasforma lo spettacolo in una sorta di specchio dove possiamo vedere riflesso il nostro paese.

Inalterata rimane una delle costanti di Čechov, il nulla. Non succede niente nel teatro di Vanja, semidistrutto dal terremoto, dove da dietro un muro squarciato spunta l’albero di un giardino desolato, forse una fievole speranza. Sogno, annichilito dall’inerzia del fallito Telegin (Andrea Caimmi), reciso dalla monotonia materna di Marija (Alessandra Costanzo) e offuscato dalle nenie della balia Marina (Nina Raia). L’unica novità sono due ospiti, il Professor Serebrjakov (Lorenzo Gioielli) e la sua giovane moglie Elena (Milena Mancini). La loro presenza smuove il torpore, cambia le monotone abitudini, scuote il Dottor Astrov (Francesco Montanari), ma poi tutto torna come prima. Due colpi di pistola a vuoto e il nulla riprende il suo posto da protagonista.

È uno zio Vanja tenero e clownesco quello interpretato da Marchioni, entra in scena in ciabatte e tuta acetata, simile a un attore di un vaudeville, comico come Čechov l’ha scritto, triste e arreso alla sua esistenza di fallito, come la modernità l’ha voluto. Al suo fianco c’è Astrov, a cui Montanari riesce a dare un’energia triviale, che sottolinea i lati più oscuri di questo personaggio, spesso rappresentato in maniera troppo elegante. Non è il dandy sofisticato e affascinante, ma il medico stanco di sfidare la morte, che la monotonia della provincia ha reso sboccato e burbero, tanto da arrivare a molestare Elena. Si ubriacano di grappa e non di vodka, Astrov e Vanja, cantano Cuore matto, riflettono sulle loro vite vuote, sulle loro menti intelligenti offuscate dal tedio e dalla noia.

Zio Vanja MontanariSono due comici di un teatro vuoto inchiodati a un punto di non ritorno, come un paese terremotato abbandonato per sempre. Astrov pretende risposte da un’Italia assente, occupata solamente a distruggere e inquinare le sue montagne, le sue città (chiari i riferimenti all’ILVA di Taranto, alla TAV, alla Terra dei Fuochi, alla superficialità con cui si costruisce nel nostro paese), s’indigna, urla, sbraita sentenze e poi il nulla ritorna. Fanno lo stesso Sonja ed Elena, vorrebbero tanto suonare di notte, desiderano la musica più di ogni altra cosa al mondo, eppure non osano: il vecchio professore riposa e non si può disturbare. Allo stesso modo non potranno mai osare di desiderare un amore vero.

A scuotere il tedio e l’inerzia dei personaggi di Čechov venne la rivoluzione russa, quel “si deve fare” tanto agognato alla fine arrivò. L’urlo di Munch travolse tutto, il mondo e l’arte andarono incontro a cambiamenti radicali. Il nulla venne sconfitto. Uno Zio Vanja mostra allo spettatore come ai giorni nostri quest’inerzia, questa incapacità di agire, sia tornata.

Il nostro è un paese immobile, quasi inagibile come il teatro di Vanja e i suoi artisti, i suoi intellettuali annaspano verso un futuro incerto alle prese con politici arrivisti e tronfi. Forse non resta che aspettare un cambiamento con la stessa inerte fiducia nel futuro di Sonja, e sperare che il nostro Urlo arrivi presto.

 

 

 

 

 

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Chiuse con grande successo le iscrizioni ai “Fabrique Awards” https://www.fabriqueducinema.it/festival/chiuse-grande-successo-le-iscrizioni-ai-fabrique-awards/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/chiuse-grande-successo-le-iscrizioni-ai-fabrique-awards/#respond Wed, 25 Oct 2017 12:28:20 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=9511 1.300 le iscrizioni da 70 nazionalità di Paesi diversi per 5 categorie! Con questi numeri si chiudono le iscrizioni del premio internazionale di Fabrique du Cinéma Awards e parte il conto alla rovescia per la serata conclusiva del 15 dicembre, che si terrà presso lo Spazio 900 a Roma. Il festival internazionale si propone di […]

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1.300 le iscrizioni da 70 nazionalità di Paesi diversi per 5 categorie!

Con questi numeri si chiudono le iscrizioni del premio internazionale di Fabrique du Cinéma Awards e parte il conto alla rovescia per la serata conclusiva del 15 dicembre, che si terrà presso lo Spazio 900 a Roma.

Il festival internazionale si propone di far emergere i talenti italiani e stranieri nelle diverse categorie presentate: cortometraggi, lungometraggi, sceneggiature /soggetti, documentari e serie web.

Le iscrizioni giunte tramite il sito e attraverso le piattaforme Filmfreeway e Withoutabox ci restituiscono grandi numeri: dagli Stati Uniti alla Cina, dal Mozambico alla Lituania, dall’Egitto all’Indonesia, in ogni angolo del mondo i filmmaker hanno dato il loro contributo ed espresso attraverso le immagini (o la scrittura) il loro modo di fare e di intendere il cinema.  Il successo del premio risiede proprio nell’aver dato ampia creatività e libertà espressiva ai talenti di tutto il mondo.

Per questi motivi, il lavoro di selezione si presenta arduo. È compito della giuria decretare il “migliore” e consegnare i premi in palio.

La giuria è composta da nomi illustri del cinema ed esponenti del settore, e grande attesa c’è per il Presidente di giuria, ovvero l’attore Willem Dafoe che concluderà con soddisfazione il suo anno con tanti film realizzati e altri in uscita nel 2018.

Gli altri componenti di giuria sono l’attrice di cinema, teatro e televisione Valentina Lodovini; i registi e sceneggiatori pluripremiati di Mine Fabio Guaglione e Fabio Resinaro; l’attore presente nelle sale con Il contagio e The Place Vinicio Marchioni; l’amministratore delegato di Colorado Film Alessandro Usai, produttore dell’opera prima di Donato Carrisi La ragazza nella nebbia, in uscita giovedì 26 ottobre; il direttore del Centro Nazionale del Cortometraggio Jacopo Chessa; e il produttore americano di tanti film di successo Christian Halsey Solomon.

la giuria dei fabrique awards

I premi da assegnare sono tanti:

Miglior Film Straniero

Miglior Film Italiano

Miglior Opera Prima Italiana

Miglior Attrice Italiana

Miglior Attore Italiano

Miglior Colonna Sonora Italiana

Miglior Cortometraggio Straniero

Miglior Cortometraggio Italiano

Miglior Regista di Cortometraggio Internazionale

Miglior serie Web Internazionale

Questi invece i premi “speciali”. La società di distribuzione Under the Milky Way premierà il Miglior Documentario Internazionale con una diffusione sulle piattaforme iTunes, Amazon e Google Play.  La società Premiere Film, invece, sceglierà la Migliore Sceneggiatura, con un contratto di realizzazione e produzione del film. Mentre i 5 progetti finalisti, sempre per la categoria sceneggiatura/soggetti, vinceranno automaticamente il Premio iPitch.tv, con un anno di abbonamento gratuito alla piattaforma.

Spazio 900 fabrique awards
Lo Spazio 900 a Roma

Scopriremo i vincitori e molto altro il 15 dicembre e tutti sono invitati a questa grande festa del cinema!

La prima edizione internazionale di Fabrique Awards vuole offrire visibilità e promozione e diventare un punto di riferimento per tanti cineasti che vogliono emergere.

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Pepsy Romanoff: Vasco Rossi? Lo odiavo https://www.fabriqueducinema.it/magazine/musica/vasco-rossi-lo-odiavo/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/musica/vasco-rossi-lo-odiavo/#respond Fri, 14 Jul 2017 09:23:37 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=8946 La sua ultima fatica è stata la regia del mega-concerto di Vasco a Modena Park. Giuseppe Romano, in arte Pepsy Romanoff, è un artista eclettico e poliedrico, sempre alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi e votato a fare della creatività un must non solo per il suo percorso di vita, ma anche al servizio dei […]

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La sua ultima fatica è stata la regia del mega-concerto di Vasco a Modena Park. Giuseppe Romano, in arte Pepsy Romanoff, è un artista eclettico e poliedrico, sempre alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi e votato a fare della creatività un must non solo per il suo percorso di vita, ma anche al servizio dei giovani talenti.

Un viaggio da iniziare, qualcosa o qualcuno da raggiungere in quella parte di mondo migliore che tutti sognano di trovare. Questo è il racconto d’immagini scritto da Pepsy Romanoff per il video della canzone di Vasco Rossi Un mondo migliore, premiato come videoclip dell’anno alla 14esima edizione del Premio Nazionale Roma Videoclip.

fotogramma dal videoclip di vasco rossi un mondo migliore con vinicio marchioniDi strade Giuseppe Romano ne ha attraversate parecchie prima di diventare uno dei registi di videoclip più premiati e ricercati d’Italia. Nato a Camerota nel 1977, inizia proprio dalle immagini, dalla grafica pubblicitaria, per poi scoprire la fotografia e infine approdare nel mondo dei videoclip in un’evoluzione continua caratterizzata da differenti linguaggi creativi ed espressivi. Tutto nasce quasi per scherzo nel 2009, quando Alioscia, leader dei Casino Royale, presenta Giuseppe a Pharrell Williams.

Il rapper americano è a Milano con i N.E.R.D per un concerto e cerca un bravo regista: Peppe sembra perfetto ma, secondo Alioscia, ha bisogno di un nome più internazionale, così nasce Pepsy Romanoff. Nessuno può dire che questo nome d’arte non gli abbia portato fortuna, considerando i nomi con cui Pepsy ha lavorato negli ultimi anni: Club Dogo, Gué Pequeno, Clementino, Pino Daniele, Verdena, Samuele Bersani, Tiziano Ferro e la lista potrebbe continuare fino ad arrivare al più grande, Vasco Rossi.

pharrell williams

«Odiavo Vasco prima di conoscerlo. Colpa d’Alfredo, Liberi liberi, Fegato spappolato… era musica che non capivo. Ci siamo incontrati grazie a Sky Arte per una serie, Ogni volta Vasco: siamo solo noi. Mi ero documentato su di lui, ma non sapevo tutto e forse anche grazie a questo è nata un’alchimia speciale tra di noi e ho capito perché le persone non possono fare a meno di seguirlo: ha un’aura particolare, un carisma dal quale non puoi scappare, oltre a essere un grande professionista». Un incontro che ha favorito la crescita della sua carriera, portandolo a curare la regia del concerto-evento di Vasco Rossi dell’1 luglio al Modena Park.

Per Pepsy tutto parte proprio dall’artista, dalla sua estetica e dal suo modo di sentire la musica: da qui inizia a scrivere i videoclip. «Per me è importante capire cosa pensa l’artista, quale idea ha seguito quando ha scritto la canzone per proporre immagini che non siano didascaliche, ma rappresentino la sua visione, il suo mondo». Un artigiano del suono e delle immagini, così Pepsy ama definire se stesso e il suo lavoro, e con questa stessa idea ha dato vita a una casa di produzione, la Except,  fondata nel 2007 insieme a Maurizio Vassallo, che è una fucina di creatività e linguaggi artistici.

Del concerto di Modena dice: «L’ambizione era quella di raccontare quarant’anni di musica, mostrare quello che le canzoni di Vasco hanno rappresentato». Un progetto importante, che ha visto Pepsy Romanoff come art director affiancato da un altro nome importante, quello di Giorgio Testi (Blur, Oasis, Rolling Stones), «un punto d’arrivo, un misto tra teatro, musica, cinema e spettacolo».

il regista pepsy romanoff Fondamentale il team di professionisti con il quale si confronta ogni giorno. «Il rapporto che ho con la mia squadra è simile a quello di due amanti: si discute, si trovano punti in comune. Nel live siamo tutti registi: per il concerto di Vasco c’erano 26 camere, 26 regie diverse, 26 punti di vista differenti».

Lo sguardo di Pepsy non si ferma solamente dietro la macchina da presa, guarda al futuro e soprattutto ai giovani. Per loro ha creato Nativa, una scuola di formazione per il mondo dell’audiovisivo. «È un progetto vincente e di nicchia perché ci consideriamo artigiani professionisti. I giovani di oggi non hanno voglia di studiare e di sacrificarsi: pensano che per fare questo mestiere basti un diploma. Invece non è così: bisogna partire dal basso, vivere il set. Il percorso va disegnato, costruito giorno per giorno: solo così si arriva in alto. Sicuramente oggi i ragazzi di vent’anni hanno una capacità d’apprendimento maggiore di quella della mia generazione, quello che manca è il saper fare e spesso il rapportarsi con le persone con cui si lavora. Compito del regista credo sia proprio creare un’empatia con gli altri». Dalla “bottega” di Nativa sono usciti alcuni professionisti che hanno lavorato con Pepsy e la sua squadra, per poi continuare la propria carriera.

vasco rossi in concerto

In tutto ciò, Pepsy Romanoff ha trovato anche il modo di creare uno spazio dedicato esclusivamente alla creazione: Avantguardia. Un progetto innovativo, composto da un  collettivo di produttori italiani che, attraverso musica e immagini, vuole trovare la massima libertà espressiva. Una sorta di archetipo artistico che racchiude l’essenza della videoarte: il valore delle immagini unito alla musica. Un contenitore cosmopolita dove esprimersi senza limiti.

Tecnica, passione e creatività: Pepsy Romanoff è riuscito a unire queste tre caratteristiche nel suo lavoro dando vita a una carriera professionale intensa e apprezzata. Nonostante questo la sua evoluzione continua: per il suo futuro ha altri progetti: un lavoro tra cinema e teatro con l’attore Vinicio Marchioni (già protagonista del videoclip di Un mondo migliore) e una serie TV. Nuovi stimoli e nuove sfide da affrontare per arrivare di nuovo a quel particolare momento: «Quando spingo il tasto REC è come se anche io facessi un live vero e proprio, come se la telecamera fosse uno strumento musicale nelle mie mani».

Ringraziamo per la collaborazione Francesca Piggianelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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