Stefano Incerti Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Sat, 04 Jul 2020 08:16:25 +0000 it-IT hourly 1 Il regno: una commedia garbata sulla modernità https://www.fabriqueducinema.it/magazine/opera-prima/il-regno/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/opera-prima/il-regno/#respond Sat, 27 Jun 2020 13:57:23 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=14186 [themoneytizer id=”65029-1″] Il regno è l’opera prima di Francesco Fanuele che ha trasformato in lungometraggio il suo corto di diploma del Centro Sperimentale di Cinematografia. “È una commedia nostalgica che si prende sul serio, non è un ridere tanto per ridere – spiega il regista – È una commedia che rispecchia un po’ quelle di […]

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Il regno è l’opera prima di Francesco Fanuele che ha trasformato in lungometraggio il suo corto di diploma del Centro Sperimentale di Cinematografia. “È una commedia nostalgica che si prende sul serio, non è un ridere tanto per ridere – spiega il regista – È una commedia che rispecchia un po’ quelle di Age & Scarpelli, Benvenuti, De Bernardi, il primo Carlo Verdone, con temi forti, personaggi ben strutturati ma anche con grandi incidenti scatenanti”.

Giacomo (Stefano Fresi), un autista di autobus, scopre che il padre che lo ha rinnegato trent’anni prima, nel momento della morte, gli ha lasciato in eredità il trono di un regno medievale. Così quando Giacomo torna al casale di famiglia per il funerale del padre incontra il vecchio ed eccentrico avvocato, Bartolomeo Sanna, che lo accoglie in carrozza. Il funerale si tiene all’interno della tenuta, con un prete che parla solo in latino e una folla di contadini vestiti di nero, “amici di papà”, spiega Sanna. Quel che a Giacomo sembra inizialmente uno scherzo si rivelerà subito realtà e il nuovo re si ritroverà a capo di una comunità di persone che ha scelto di tornare indietro nel tempo, a una vita più umile, modesta, lontana dal mondo contemporaneo.

Non capita tutti i giorni di ereditare dei sudditi pronti a darti cieca obbedienza, una nuova sorella (Fotinì Peluso), prosperose ancelle ben disposte a insaponarti la schiena e soprattutto il potere di legiferare a proprio piacimento. Giacomo però non è affatto come il padre, che fu un prepotente autocrate tutto d’un pezzo. Lui con i sudditi ci vuole parlare, ci vuole fare amicizia. Ma nessuno vuole un monarca compagnone. Riuscirà dunque il re più strampalato della storia a farsi rispettare e diventare l’uomo che non è mai riuscito ad essere?

Ispirato a un fatto di cronaca su un signore che aveva creato una comunità indipendente dallo Stato italiano ai confini di Roma, Il regno, prodotto da Fandango, è un viaggio in un passato utopico al riparo dai disagi della modernità alle porte della capitale. In una società immaginaria dove si cerca di creare un mondo perfetto, chiuso in se stesso e a tutto ciò che possa arrivare dall’esterno, si assiste al percorso psicologico di una persona senza coraggio e autostima che si ritrova improvvisamente un modello da seguire. Stefano Fresi, nel ruolo del re all’improvviso, inscena con Max Tortora, avvocato e ciambellano del re, degli scambi di battute di magistrale comicità.

La commedia ci conduce, dunque, in un fantastico mondo medievale, ricreato in una tenuta agricola alla periferia di Roma, per far riflettere con ironia sui problemi del mondo contemporaneo: gli assilli della tecnologia, la paura dello straniero, la frustrazione per il sistema di tasse e pensioni, lo scherno dell’omosessualità. La commistione di tempi, spazi e registri linguistici produce, dunque, un inevitabile effetto comico che, con leggerezza, lascia emergere i problemi atavici dell’uomo di tutti i tempi.

In attesa di vederlo al cinema, Il regno è disponibile sulle principali piattaforme streaming: ITUNEs, Google Play, Chilyi Sky prima fila, Rakuten, CGHV, Huawei, Infinity, TIMVISION e#iorestoinSALA.

 

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Con “La parrucchiera” Stefano Incerti porta al cinema il volto femminile di Napoli https://www.fabriqueducinema.it/cinema/recensioni/con-la-parrucchiera-stefano-incerti-porta-al-cinema-il-volto-femminile-di-napoli/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/recensioni/con-la-parrucchiera-stefano-incerti-porta-al-cinema-il-volto-femminile-di-napoli/#respond Wed, 05 Apr 2017 11:06:53 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=4439 Napoli e la sua popolazione dai mille volti hanno sempre esercitato un fascino particolare nei confronti della narrazione cinematografica. Forse perché non esiste palcoscenico più naturale di quello offerto dalla città sovrastata dal Vesuvio e abitata da sonorità e personaggi di diversa origine. Per questo motivo, dunque, per poter raccontare nel migliore dei modi questo […]

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Napoli e la sua popolazione dai mille volti hanno sempre esercitato un fascino particolare nei confronti della narrazione cinematografica. Forse perché non esiste palcoscenico più naturale di quello offerto dalla città sovrastata dal Vesuvio e abitata da sonorità e personaggi di diversa origine. Per questo motivo, dunque, per poter raccontare nel migliore dei modi questo luogo così particolare è opportuno dover scegliere una sola delle sue molteplici anime.

Questo è stato proprio il primo passo svolto da Stefano Incerti che, appartenendo a Napoli per nascita e frequentazione, ha deciso, con il suo ultimo film La parrucchiera, di regalarle un’ode composta esclusivamente per voci femminili.

Perciò, al centro di una vicenda quotidiana ambientata nel cuore dei quartieri spagnoli, il regista pone tre donne particolari come la bella ragazza madre Rosa (Pina Turco), la passionale e un po’ attempata Micaela (Lucianna De Falco), e infine Carla (Stefania Zambrano), transessuale dalle spiccate doti materne.

Grazie alle loro vicende e al sogno di aprire il salone di bellezza Testa e Tempesta, Incerti riesce a offrire un’immagine diversa della città senza edulcorare e abbellire l’insieme. Le difficoltà del vivere quotidiano affrontate dalla povera gente rimangono ma, sostituendo le pistole di “gomorroide” all’ambientazione con i phon e le spazzole di un salone di bellezza dalle tinte accese in perfetto stile Technicolor, La parrucchiera offre finalmente spazio a uno spaccato sociale che, nonostante imprevisti esplosivi, sembra avere una propensione naturale per il fare e non per il distruggere.

Non è un caso, dunque, che tanto spirito vitale, espresso anche attraverso tonalità calde e accese messe in contrapposizione con altre più fredde, sia rappresentato dal volto femminile di Napoli, mettendo così in scena una commedia interamente matriarcale dove l’uomo veste il ruolo di comparsa dalle caratteristiche morali non sempre edificanti.

Così, scegliendo di non cavalcare il degrado sociale e cittadino spesso evidenziato dalla cronaca, Incerti ha l’opportunità di concentrarsi sulle umane debolezze cercando di sondare in profondità la forza e la fragilità di chi, con fatica, decide di vivere diversamente. Perché Napoli non è solo criminalità, povertà e furbizia ma, puntando la luce dei riflettori su dei personaggi meno scontati, può trasformarsi anche nella protagonista di un’opera pop, raccontata attraverso un ritmo sincopato che, in alcuni momenti, potrebbe apparire brusco e poco accondiscente nei confronti della partecipazione emotiva.

Ad assicurare il naturale andamento al film, però, è soprattutto una colonna sonora che, rispettando il melting pot culturale di Napoli, riesce ad armonizzare insieme i brani del gruppo folk rock Foja, le canzoni di Tony Tammaro, di Emilia Cantone e di Rakele per terminare con l’armonia più antica e tradizionale rappresentata proprio dal dialetto napoletano. Questa “lingua” così musicale e misteriosa, infatti, è utilizzata dai protagonisti per l’intera durata del film senza timore alcuno per l’impiego dei sottotitoli, costante in tutto il film. In fin dei conti l’anima di Napoli non si afferra certo attraverso il “comprendere”, ma con il “sentire” e il “provare”.

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