Saremo giovani e bellissimi Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Mon, 21 Jun 2021 17:03:28 +0000 it-IT hourly 1 Letizia Lamartire, saremo per sempre giovani e bellissimi https://www.fabriqueducinema.it/magazine/opera-prima/letizia-lamartire-saremo-per-sempre-giovani-e-bellissimi/ Mon, 29 Apr 2019 06:50:25 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=12959 Letizia Lamartire, classe 1987 è una giovane regista pugliese dal talento brillante. Laureata al Conservatorio e diplomata al Centro Sperimentale, dopo l’apprezzato corto Piccole italiane ha esordito nel lungometraggio con Saremo giovani e bellissimi (qui la nostra recensione). Un film musicale curatissimo fin nei minimi dettagli, con una colonna sonora tutta da ascoltare su Spotify e una […]

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Letizia Lamartire, classe 1987 è una giovane regista pugliese dal talento brillante. Laureata al Conservatorio e diplomata al Centro Sperimentale, dopo l’apprezzato corto Piccole italiane ha esordito nel lungometraggio con Saremo giovani e bellissimi (qui la nostra recensione). Un film musicale curatissimo fin nei minimi dettagli, con una colonna sonora tutta da ascoltare su Spotify e una bravissima Barbora Bobulova come protagonista. Scritto con Marco Borromei e Anna Zagaglia, il film è prodotto dalla CSC Production con RAI Cinema, con il supporto dell’Emilia-Romagna Film Commission. Dopo essere stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, è sbarcato nelle sale italiane il 20 settembre 2018 ed è stato recentemente proiettato al Bari International Film Festival.

saremo giovani e bellissimi

La musica è il punto di forza del film, alla Mostra del Cinema di Venezia ha anche conquistato un premio, il Soundtrack Award. Hai lavorato con Matteo Buzzaca, Barbora Bobulova sapeva già cantare, ma hai dato lezioni di chitarra ad Alessandro Piavani. Come hai scelto i tuoi attori e come è stato lavorare con loro sul fronte musicale?

Per quanto riguarda Barbora c’è un capitolo a parte, perché è lei che doveva scegliere me. Un’attrice con molti anni di esperienza alle spalle. Io volevo lei per un motivo: ritenevo che la sua eleganza, in contrasto con la passionalità di Isabella, potesse essere davvero interessante e così è stato. Mentre Alessandro aveva il physique du rôle per Bruno: è un bravissimo attore con una voce stupenda e ho ritenuto opportuno insegnargli personalmente a suonare la chitarra. Anche io avevo bisogno di studiare i brani: era necessario un lavoro sull’armonia, perché in qualche modo la musica andava inquadrata e montata, ed era quindi fondamentale per me conoscere gli arrangiamenti e gli accordi. Le lezioni di chitarra sono state anche uno studio del personaggio, quindi è stato un lavoro prezioso.

La scrittrice francese Marie de Hennezel diceva sul tempo che scorre: «Si tratta di accettare di invecchiare senza diventare vecchi». Mi ha ricordato molto Isabella. Cosa ti ha spinto a scegliere questa storia per il tuo esordio?

Ho amato da subito Isabella, questo personaggio intrappolato nei suoi diciassette anni. Lo spettatore capisce prima di lei che non è per il figlio che non ha raggiunto il successo, ma perché forse non aveva le caratteristiche per affrontare la professione. Molto spesso non si tratta solo di bellezza o talento, ma anche di predisposizione e affidabilità. Questo è il racconto che mi interessava, quello di un personaggio che di scuse se ne è raccontate tante.

Qual è la tua scena preferita del film?

Le scene che più amo del film sono tre: la prima è quella con Isabella che suona il pianoforte mentre Bruno sta componendo e rimodula la composizione secondo l’armonia della madre. Sono poi molto affezionata al momento della cena a quattro. E amo l’interpretazione di Barbora nello scontro tra Isabella e sua madre, perché lì credo che abbia toccato dei livelli veramente altissimi di interpretazione.

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Sul set c’erano molti giovani professionisti alla prima esperienza. Hai qualche aneddoto da raccontarci?

L’intera esperienza del set è stata meravigliosa. Ci siamo fatti forza l’un l’altro cercando di fare il meglio per il film. Di aneddoti ce ne sono tantissimi. Ne ricordo un paio riguardo la scenografa, la cazzutissima Laura Inglese: ad esempio, quando è arrivato il pullman e non le piaceva l’interno perché c’erano delle scritte, allora è volata a prenderne un altro lasciandoci a terra e rischiando di non trovarlo. Oppure, dato che era Natale, la vedevi togliere tutti i Babbi Natale dalle finestre, arrampicandosi sui balconi per levarli e poi rimetterli. Questo per dire quanto lavoro e amore e cura c’è dietro tutti i dettagli.

Sei di Bari, vivi a Roma ma ti sei innamorata di Ferrara, perché hai deciso di girare lì il tuo primo film?

Questo era un film dove le parti più dolorose e significative si svolgono negli interni, avevo bisogno di una cornice gentile che entrasse in punta di piedi nella storia. E Ferrara mi ha dato subito quella sensazione di gentilezza ideale per la storia.

Il prossimo passo?

Mi sto prendendo del tempo per assimilare i consigli che ho ricevuto, ho bisogno di far sedimentare questa mia prima esperienza di regia sulla misura lunga. Di base, io sono una che cerca di fare le cose più diverse possibili: non credo di aver ancora una linea e non so se mai l’avrò, perché mi innamoro delle storie e su di esse cerco di accordare la mia regia. Mi innamorerò di una storia, un’altra volta, ancora più forte.

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Venezia 75: Saremo giovani e bellissimi, il film musicale di Letizia Lamartire https://www.fabriqueducinema.it/festival/venezia-75-saremo-giovani-e-bellissimi-il-film-musicale-di-letizia-lamartire/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/venezia-75-saremo-giovani-e-bellissimi-il-film-musicale-di-letizia-lamartire/#respond Mon, 03 Sep 2018 08:28:29 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=11232 La Mostra del Cinema di Venezia quest’anno è stata travolta dalla musica e sono le donne a guidare la tendenza: da Lady Gaga, attrice protagonista in A Star Is Born di Bradley Cooper, a Natalie Portman che si fa pop star in Vox Lux diretto da Brady Corbet, senza dimenticare la vicenda incredibile raccontata nel […]

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La Mostra del Cinema di Venezia quest’anno è stata travolta dalla musica e sono le donne a guidare la tendenza: da Lady Gaga, attrice protagonista in A Star Is Born di Bradley Cooper, a Natalie Portman che si fa pop star in Vox Lux diretto da Brady Corbet, senza dimenticare la vicenda incredibile raccontata nel documentario Arrivederci Saigon di Wilma Labate. Se è nata una star forse è però proprio Letizia Lamartire con Saremo giovani e bellissimi, unico film italiano in concorso alla Settimana Internazionale della Critica. Gli affezionati ricorderanno la giovane regista dalla proiezione dell’anno scorso, con l’indimenticabile corto Piccole Italiane.

L’opera prima di Letizia Lamartire è un film musicale che racconta la storia di Isabella: una star degli anni Novanta, con un unico singolo di successo, che ormai quarantenne si ritrova a suonare vecchie canzoni nei pianobar con Bruno, il figlio ventenne.

Saremo giovani e bellissimi, sullo sfondo di un’incantevole Ferrara, è soprattutto la storia di un rapporto speciale e fuori dagli schemi, quello tra una madre e un figlio che usano la musica per capirsi. Canzoni e dialoghi, anche grazie a un buon montaggio di Fabrizio Franzini, portano avanti una narrazione ritmata, con pochi rallentamenti. La bellissima Barbora Bobulova, brava anche a cantare, interpreta con naturalezza Isabella e Alessandro Piavani trova una dimensione credibile nel lasciarsi vivere di Bruno, che scrive la sua musica di nascosto – quei testi in inglese dal sound indie-rock, così distanti dalla musica della madre.

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I due vivono incastrati in una relazione ambigua e morbosa. Isabella fa parte di quella generazione di genitori che hanno usato i figli per perpetrare i propri sogni infranti, mentre Bruno sembra nato per adorarla, occuparsi di lei e accompagnarla alla chitarra nei live al Big Star. Ricopre però più la figura dell’amante che quella del figlio: gelosie, nevrosi, ripicche, baci a fine concerto e un memorabile litigio durante una cena a quattro. Bruno le perdona tutto, è affascinato e forse è anche un po’ innamorato di questa donna sexy, immatura e fragile, senza maschere.

Intorno a Isabella gravitano altri personaggi, la madre che era stata troppo severa con lei in gioventù, l’ex fiamma e Umberto (Massimiliano Gallo), il nuovo interesse romantico, alla quale vengono affidate quasi tutte le gag del film. Personaggi che restano comunque un contorno: la relazione madre-figlio catalizza tutta l’attenzione e anche la trama non lascia troppo spazio alle storyline secondarie.

Curioso come le relazioni sembrino svilupparsi tutte in triangoli sentimentale: tra Isabella, Bruno e la musica, tra Bruno, la madre e Arianna e tra Isabella, Umberto e Bruno. Tutto cambia proprio con l’arrivo di Arianna (Federica Sabatini), la giovane leader di un gruppo rock-underground. Bruno ne è subito attratto e, da questo punto in poi, la promessa anticonvenzionale del film viene un po’ infranta; si inizia a giocare su terreni già battuti. Tutti maturano, comprendono i propri sbagli e crescono. Isabella si ravvede, come se fosse necessario, ed è un peccato. Il coraggio iniziale di dare spazio alla narrazione di una donna differente e lontana dal senso di colpa e dagli stereotipi, si va via via affievolendo e il film abbandona le premesse perturbanti.

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Il lato musicale resta un punto centrale e decisamente riuscito, la musica di Matteo Buzzanca guida tutto: i tre generi suonati dai personaggi sono visibilmente il punto zero della loro creazione, il loro aspetto, i costumi e ogni più piccolo dettaglio. Dopotutto, il film unisce le due più grandi passioni di Letizia Lamartire, musica e immagine, la giovane regista condensa con competenza e autenticità gli anni di studio in conservatorio e le notti passate a suonare nei pub baresi.

L’altro punto di forza di questo film sono i personaggi, soprattutto Isabella. Letizia Lamartire riesce a ritrarre una donna che non vuole crescere, contraddittoria, simpatica e insopportabile insieme. Una quarantenne intrappolata nel passato, non ancora pronta a guardare in faccia la realtà e abbandonare l’illusione del successo. Lo spettatore forse lo capisce ancora prima della protagonista stessa, che non è la gravidanza inaspettata ad averle stroncato la carriera. Ammettere di non essere mai stata brava abbastanza è difficile, non per orgoglio ma per una questione d’identità. Isabella a quel punto avrebbe dovuto domandarsi: se non sono una star, se non sono la mia musica, cosa sono? Ed è quello il nodo che bisognava sciogliere e approfondire, il grumo pulsante della vicenda.

L’opera prima di Letizia Lamartire è nel complesso un film piacevole, con una regia composta che cerca a tratti di osare, con ottimi risultati. La sceneggiatura ha i suoi difetti, ma ha dato vita a dei personaggi affascinanti, nonostante un’evidente – ma comprensibile, per un’esordiente – paura di rischiare. Se Isabella è stata una meteora, ci auguriamo che il talento di Letizia Lamartire brilli ancora nel panorama del nuovo cinema italiano. C’è bisogno di registe, personaggi femminili tridimensionali e sogni impossibili che solo il cinema può realizzare, come quello di rimanere per sempre giovani e bellissimi, ingannando il tempo.

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