Roberto De Feo Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Thu, 02 Sep 2021 13:22:47 +0000 it-IT hourly 1 A Classic Horror Story rimescola le regole del genere https://www.fabriqueducinema.it/cinema/nuove-uscite/classic-horror-story/ Tue, 20 Jul 2021 13:55:05 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=15881 Una rielaborazione del termine classico nei confini del genere horror, un’azzeccatissima scelta glocal e una riflessione su quel concetto di «spettacolarizzazione della morte» che riecheggia in maniera molto forte nella nostra vita quotidiana. A Classic Horror Story (in streaming su Netflix), diretto da Roberto De Feo e Paolo Strippoli – che con questo film hanno […]

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Una rielaborazione del termine classico nei confini del genere horror, un’azzeccatissima scelta glocal e una riflessione su quel concetto di «spettacolarizzazione della morte» che riecheggia in maniera molto forte nella nostra vita quotidiana. A Classic Horror Story (in streaming su Netflix), diretto da Roberto De Feo e Paolo Strippoli – che con questo film hanno vinto il premio per la miglior regia al Taormina film festival – guida lo spettatore nelle tortuose vie del complesso meccanismo horror, ponendolo su un piano tutto italiano e gustosamente metanarrativo.

Sud Italia, un camper, cinque persone accomunate dal desiderio di raggiungere la stessa destinazione. Purtroppo per loro, Elisa (Matilda Lutz), Fabrizio (Francesco Russo), Riccardo (Peppino Mazzotta), Mark (Will Merrick) e Sofia (Yuliia Sobol) si scontrano immediatamente con il destino; a seguito di un brutto incidente, la loro vettura rimane fuori uso e si trovano catapultati in un bosco gigantesco il cui unico rifugio è rappresentato da una piccola casa di legno.

Il lungometraggio di De Feo e Strippoli è un film visivamente ricco, i cui punti di forza risiedono nella composizione elegante e nella bella fotografia curata da Emanuele Pasquet. Boscaglie, abitazioni diroccate, culti ctonii, tutti elementi paradigmatici del genere horror classico per eccellenza che servono però come trampolino di lancio per un discorso articolato e personale.

Come ci ha raccontato il co-regista Robeo De Feo: «I riferimenti cinematografici sono stati sicuramente La casa di Sam Raimi, Non aprite quella porta e, in particolar modo per la parte finale del film, Le colline hanno gli occhi e la saga di Scream». Quello che fa la differenza in A Classic Horror Story è la capacità di legare fondamenti archetipici del genere con l’articolato processo di «creazione della tradizione» riferito, in questo caso specifico, alla leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, padri putativi delle mafie.

Per questo motivo, se nella prima parte del film ci si sofferma maggiormente sugli elementi tradizionali, cinematografici e culturali, di una narrazione gotica/horror, la seconda è dedicata allo spettatore, facendo in modo che questo possa diventare parte integrante del plot. Il meta-dialogo è in grado di rendere il pubblico quasi «il vero vilain di tutto il film», come ricordato dallo stesso De Feo, costringendolo a riflettere e a mettere in discussione le consolidate modalità di visione e fruizione rispetto al genere horror.

Tutto questo rende quindi possibile quel gioco di scatole cinesi che conduce il concetto di classico direttamente nelle mani di chi guarda e di coloro, in special modo, che sono chiamati a “giudicare” il film. Il messaggio di A Classic Horror Story è forte e chiaro: “la morte” – intesa come incapacità di saper apprezzare qualcosa di nuovo – scorre negli occhi di chi guarda e non nel sangue versato tra le assi di una fiabesca casetta di legno in mezzo al bosco. Perciò, il film ci lascia con una speranza: che si stia aprendo una nuova era e una rinnovata consapevolezza per il genere horror di stampo italiano?

 

 

 

 

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Fabrique Awards: svelati tutti i finalisti https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/fabrique-awards-svelati-tutti-finalisti/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/fabrique-awards-svelati-tutti-finalisti/#respond Thu, 07 Dec 2017 14:26:06 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=9731 Questi i finalisti delle 12 categorie dei Fabrique International Awards svelati oggi alla conferenza stampa presso il cinema Quattro Fontane, alla presenza di Valentina Ludovini, giurata, Laura Adriani, presentatrice della serata del 15, Elena Mazzocchi, direttrice editoriale Fabrique du Cinéma, Tommaso Agnese, strategic manager Fabrique du Cinéma, Roberto De Feo, Prem1ere Film – coproduttore Fabrique […]

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Questi i finalisti delle 12 categorie dei Fabrique International Awards svelati oggi alla conferenza stampa presso il cinema Quattro Fontane, alla presenza di Valentina Ludovini, giurata, Laura Adriani, presentatrice della serata del 15, Elena Mazzocchi, direttrice editoriale Fabrique du Cinéma, Tommaso Agnese, strategic manager Fabrique du Cinéma, Roberto De Feo, Prem1ere Film – coproduttore Fabrique Awards, Save The Children, partner Fabrique Awards.

I vincitori saranno proclamati la sera del 15 dicembre al grande evento a Spazio Novecento.

MIGLIOR SOGGETTO E SCENEGGIATURA (cinquina)

SuperMarg (Elena Nappi e Fabrizio Eftekhari / Italia)

Fine del gioco (Giovanni Dota/ Italia)

Indimenticabile (Gianluca Santoni e Michela Straniero / Italia)

L’interprete (Hleb Papou / Italia)

Puppets (Domenico Modafferi / Italia)

MIGLIOR DOCUMENTARIO INTERNAZIONALE

– The Iconoclast (King Adz / Inghilterra)

The Road to Nickelsville (Derek Mcneill / USA)

The Writer with No Hands (William Westaway / Inghilterra)

Escaping the Temple (Patrick Carr / Cina)

MIGLIOR WEB SERIE

This is Desmondo Ray! (Steve Baker / Australia)

Perverts Anonymous (Tim Hamilton / Canada)

Super Italian Family (Daniele Esposito e Gabriele Galli / Italia)

Life sucks! (Nicola Piovesan / Italia)

MIGLIOR CORTO INTERNAZIONALE

The Simon’s way (Edgar Baghdasaryan – Armenia)

Mama (Eduardo Vieitez / Turchia)

Le Plombier (Xavier Seron et Méryl Fortunat-Rossi / Belgio)

Black Ring (Hasan Can Dağlı / Turchia)

MIGLIOR REGISTA DI CORTO INTERNAZIONALE

– Aldo Iuliano per Penalty

– Sonia Giannetto per Episodio

– Eduardo Vieitez per Mama

– Kassim Yassin Saleh per Idris

MIGLIOR CORTO ITALIANO

Confino (Nico Bonomolo / Italia)

Freddo dentro (Valerio Burli / Italia)

A Christmas Carol (Luca Vecchi / Italia)

Sensazioni d’amore (Adriano Pantaleo / Italia)

MIGLIOR TEMA MUSICALE ITALIANO

Vito Lo Re – La ragazza nella nebbia

Diego Buongiorno – Monolith

The Sweet Life Society – Brutti e cattivi

Stefano Lentini – Taranta on the road

MIGLIOR ATTORE RIVELAZIONE

Giacomo Ferrara – Guarda in alto di Fulvio Risuleo

Josafat Vagni – Dove cadono le ombre di Valentina Pedicini

Fabio Balsamo – Addio fottuti musi verdi di Francesco Capalbo

Simone Liberati – Cuori puri di Roberto De Paolis

MIGLIOR ATTRICE RIVELAZIONE

Silvia D’Amico – The Place di Paolo Genovese

Selene Caramazza – Cuori puri di Roberto De Paolis

Valentina Bellè – Una questione privata di Paolo e Vittorio Taviani

Valentina Vannino – L’intrusa di Leonardo di Costanzo

MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO INTERNAZIONALE

House of Norway (Jan Vardøen / Norvegia)

The Song of Sway Lake (Ari Gold / USA)

Bikini Blue (Jarek Marszewski / Polonia)

Dim The Fluorescents (Daniel Warth / Canada)

MIGLIOR OPERA PRIMA ITALIANA

I figli della notte (Andrea De Sica / Italia)

Guarda in alto (Fulvio Risuleo / Italia)

I peggiori (Vincenzo Alfieri / Italia)

Easy (Andrea Magnani / Italia)

MIGLIOR OPERA INNOVATIVA e SPERIMENTALE ITALIANA

Sicilian Ghost Story (Fabio Grassadonia e Antonio Piazza / Italia)

A Ciambra (Jonas Carpignano/ Italia – Francia – Germania)

Gatta Cenerentola (Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone / Italia)

Orecchie (Alessandro Aronadio/Italia)

 

 

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Festival: i premi aiutano i giovani https://www.fabriqueducinema.it/education/tavole-rotonde/festival-premi-aiutano-giovani/ https://www.fabriqueducinema.it/education/tavole-rotonde/festival-premi-aiutano-giovani/#respond Fri, 15 Sep 2017 12:36:20 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=9266 La location – lo spazio della Regione Veneto che dal 1932 ospita il festiva cinematografico più antico del mondo – è quella della cultura: qui, nell’ultima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, si è svolta la tavola rotonda promossa da Fabrique che si è interrogata proprio sull’utilità e l’opportunità di festival e manifestazioni […]

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La location – lo spazio della Regione Veneto che dal 1932 ospita il festiva cinematografico più antico del mondo – è quella della cultura: qui, nell’ultima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, si è svolta la tavola rotonda promossa da Fabrique che si è interrogata proprio sull’utilità e l’opportunità di festival e manifestazioni cinematografiche in generale.

A ciascuno il suo premio: festival e territorio tra indotto, identità ed empowerment locale il titolo dell’incontro, animato da un parterre di livello, con i direttori di alcune tra le manifestazioni più importanti: Giorgio Gosetti, membro del direttivo dell’AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema), Boris Sollazzo, Codirettore dell’Ischia Film Festival, Pedro Armocida, Direttore della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, Roberto De Feo, Distributore cinematografico Prem1ere Film e coproduttore dei Fabrique Awards, Daniele Urciuolo, produttore cinematografico e direttore, tra gli altri, del Catania Film Fest e Valerio Carocci, Presidente dell’Associazione Piccolo America. Assieme a loro Elena Mazzocchi, qui nella duplice veste di Direttore Editoriale della nostra rivista e Responsabile dei Fabrique Awards, il premio dedicato alla creatività e alla sperimentazione in ambito filmico nato con lo scopo di dare il giusto riconoscimento a quanti nel cinema si impegnano con ogni mezzo a dar vita a progetti originali sia nelle forme che nei contenuti. Ha moderato il dibattito Ilaria Ravarino, giornalista e Direttore Responsabile di Fabrique.

Proprio Elena Mazzocchi ha aperto il dibattito, presentando insieme a Roberto De Feo le novità di quest’anno, con un premio – Fabrique Awards, che si celebrerà a Roma il 15 dicembre – che per la prima volta apre alle cinematografie internazionali, aggiungendo alle cinque categorie in concorso delle passate edizioni del Premio Fabrique (Miglior opera prima, Miglior opera innovativa e sperimentale, Attore rivelazione, Attrice rivelazione e Miglior tema musicale) ulteriori sezioni: Miglior film, Miglior cortometraggio, Miglior sceneggiatura, Migliore webserie e Miglior documentario.

Il dibattito subito si anima, con Boris Sollazzo, codirettore di Ischia, «un festival di locations, che vive proprio grazie al suo legame col territorio», che sottolinea quanto fondamentale e gratificante sia la risposta del pubblico a questo tipo di manifestazioni: «Vedere John Turturro applaudito da una platea entusiasta non meno di lui di essere in un luogo magico come Ischia» è uno dei segnali che dicono come un progetto culturale a cui si lavora con passione e competenza sia prezioso e riconosciuto dal pubblico. Ma, si chiede anche il giovane direttore, con una punta di provocazione, non sono forse troppi i premi cinematografici in circolazione in Italia?

 

«Al contrario, i premi servono – risponde Elena Mazzocchi – soprattutto ai giovani autori. L’idea che sottende i Fabrique Awards è proprio quella di evidenziare quanto ci sia di innovativo e creativo nel panorama italiano, e che spesso, ma non necessariamente, si sposa anche con criteri anagrafici». «Un festival – aggiunge Giorgio Gosetti – deve rispondere a due precise caratteristiche, identità e necessità, due delle parole chiave dello statuto dell’AFIC, che sono ancora oggi i due valori in cui crediamo di più. L’identità è data da un vero progetto culturale, mentre cosa sia la necessità ce lo dice il pubblico: un festival vuoto non è mai un festival necessario. Un festival, se non lo si costruisce per lo spettatore, non ha senso farlo».

la tavola rotonda sui festival di Fabrique a Venezia 74Di spettatori ha parlato anche Daniele Urciuolo, raccontando la sua esperienza a Catania, «una splendida piazza, che tra centro città e comuni della provincia conta 600.000 abitanti e potenziali utenti». E proprio il suo festival è tra quelli più radicati sul territorio, «riuscendo a portare sul palco ospiti spesso legati alla Sicilia, dagli attori (Stella Egitto e Katia Greco su tutti) a tecnici, direttori della fotografia, operatori, montatori».

Ugualmente fruttuosa rispetto al rapporto con il territorio è l’esperienza di Pedro Armocida, direttore di un festival dalla spiccata connotazione culturale. «Pesaro nasce nel 1975, fondato da Lino Micciché e Bruno Torri. Fin dagli inizi è stato uno principali festival internazionali, e ha ospitato intellettuali come Pier Paolo Pasolini, Roland Barthes, Umberto Eco, Roberto Rossellini. Il nostro impegno è quello di mantenere quell’ispirazione, anche dando vita a momenti unici che avvengono solo durante il festival. Ad esempio ci stiamo specializzando sulla pellicola, che a torto si penserebbe superata, e abbiamo una sala interamente dedicata a questo tipo di proiezioni, con i cineasti che commentano con il pubblico il loro lavoro. E qualche volta il pubblico ci sorprende, come quando ha riempito la sala del film supertintellettuale con i sottotitoli, snobbando quella che proiettava il blockbuster americano».

la tavola rotonda sui festival di Fabrique a Venezia 74

Con Valerio Carocci si è passati infine ad analizzare un fenomeno forse più marginale ma di grande impatto, come l’esperienza dell’arena del Festival Trastevere Rione di Cinema, «nato come un atto politico per ottenere la riapertura della storica sala del Cinema America». Muovere dalla politica alla cultura è stato un passo necessario, ottenuto – puntualizza Valerio Carocci – anche «imparando da quanti, come i direttori qui presenti, hanno un’esperienza di peso alle spalle. Quello che forse a Roma manca è un festival che dialoghi davvero con la città, che abbia la città come sua perla principale. Trastevere è il rione del cinema, quello con più sale chiuse e aperte, quello con il maggior numero di set attivi, e volevamo raccontare questa esperienza, questo rapporto tra cinema e territorio». E conclude: «la nostra presenza ha anche apportato una serie di vantaggi a tutto l’indotto: si pensi ad esempio al mercato rionale che era sempre solo aperto al mattino e che quest’anno abbiamo portato ad aprire anche di notte».

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Per la prima volta una società italiana distribuisce un corto vincitore dell’Oscar https://www.fabriqueducinema.it/festival/dal-mondo-festival/per-la-prima-volta-una-societa-italiana-distribuisce-un-corto-vincitore-delloscar/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/dal-mondo-festival/per-la-prima-volta-una-societa-italiana-distribuisce-un-corto-vincitore-delloscar/#respond Wed, 15 Mar 2017 09:25:57 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=4339 Sarà Prem1ere Film il distributore italiano di “Sing”, Miglior Cortometraggio agli Oscar 2017, nella sezione Best Live Action Short Film. Il film ungherese di 25 minuti, diretto da Kristof Deák e prodotto da Meteor Film, è ispirato ad una storia vera, ambientata nella Budapest anni ’90. La protagonista è Zsofi, una bambina, che desidera entrare a […]

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Sarà Prem1ere Film il distributore italiano di “Sing”, Miglior Cortometraggio agli Oscar 2017, nella sezione Best Live Action Short Film. Il film ungherese di 25 minuti, diretto da Kristof Deák e prodotto da Meteor Film, è ispirato ad una storia vera, ambientata nella Budapest anni ’90. La protagonista è Zsofi, una bambina, che desidera entrare a far parte del prestigioso coro della scuola per realizzare il suo sogno: cantare. Ben presto scoprirà l’oscuro segreto che si cela dietro la fama del coro.

La casa di produzione di Sing ha affidato la distribuzione festivaliera del cortometraggio alla società barese di Mariapia Autorino e Roberto De Feo, da anni impegnata nella realizzazione e promozione di cortometraggi di qualità, decretando così la prima volta in cui una realtà cinematografica italiana viene incaricata della diffusione di un corto vincitore del premio Oscar.

La distribuzione di Sing è l’ultimo riconoscimento per Prem1ere Film, già scelta, lo scorso anno, da Euro Connection, il pitch forum di coproduzione europea organizzato dal Festival International du Court Métrage di Clermont-Ferrand, tra le migliori dodici società emergenti nel panorama cinematografico europeo. Le soddisfazioni per la Società, però, non finiscono qui. Grazie a un finanziamento della Regione Puglia, entro al fine del 2017 partirà Wrapville, progetto rivoluzionario di distribuzione internazionale di film.  «Produrre film è ormai alla portata di tutti. Al contrario non lo è distribuirli»  ha dichiarato Roberto De Feo «ma sono molti i soggetti pubblici e privati, che, sia in Italia che all’estero, hanno dimostrato grande interesse per le nostre idee». «Nessuno in Italia prima di Prem1ere ha creduto così tanto nelle opportunità offerte dall’industria del cortometraggio» ha commentato Mariapia Autorino, amministratrice della Società. «Fino a qualche anno fa eravamo gli unici presenti nei mercati internazionali, ora si sono aggiunte realtà come il Centro Nazionale del Cortometraggio ed altre società italiane. Questo, a dimostrazione del fatto che esiste un mercato che può essere sfruttato».

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Roberto De Feo https://www.fabriqueducinema.it/magazine/futures/roberto-de-feo/ Thu, 11 Feb 2016 15:10:31 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=2664 Una sala cinematografica, proiezione in corso, sullo schermo scorrono le immagini di un corto. A un certo punto però qualcosa va storto. Si accendono le luci in sala, gli spettatori sono abbagliati dall’imprevista interruzione. Cos’è successo? Nel corridoio del cinema c’è una persona a terra. E un uomo la sta trascinando via, tenendola per i […]

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Una sala cinematografica, proiezione in corso, sullo schermo scorrono le immagini di un corto. A un certo punto però qualcosa va storto. Si accendono le luci in sala, gli spettatori sono abbagliati dall’imprevista interruzione. Cos’è successo? Nel corridoio del cinema c’è una persona a terra. E un uomo la sta trascinando via, tenendola per i piedi.

Sembra una scena da thriller ma è successo davvero, a Milano, durante la proiezione del corto “splatter” Ice Scream di Roberto De Feo. Classe ’81, sei corti, un paio di lungometraggi in predicato, un’esperienza a Hollywood e la sua biografia già su Wikipedia, per comprendere il personaggio De Feo bisogna ripartire da quella scena. Perché l’uomo in piedi in mezzo alla sala, scoperto nell’attimo in cui sta occultando il corpo di uno spettatore svenuto, è proprio lui. E se scivolava via nel buio, in silenzio come un ladro, era solo per un motivo: evitare di interrompere la sacralità della proiezione del suo film.

In una decina d’anni di lavoro sui set, fino alla consacrazione internazionale proprio con Ice Scream (per la cronaca: unico cortometraggio italiano da cui sia mai stato tratto un lungometraggio hollywoodiano) De Feo si è imposto tanto per il talento quanto per il carattere passionale e determinato (ma la sintesi la offre lui: «rompiballe»). Da Bari se n’è andato a Hollywood, e dopo un anno e mezzo è tornato. Con un corto sulla via dell’Oscar, una foto con John Carpenter in tasca e una causa aperta con i produttori americani di Ice Scream Remake.

Ci racconti come hai cominciato?

Mi sono imbattuto per caso ai primi del 2000 in una scuola di cinema di Genova, la Scuola d’Arte Cinematografica, che mi ha convinto per due motivi: tutti i professori erano già inseriti nell’ambito lavorativo e c’era la possibilità di fare esperienza sui set in città. L’ho frequentata per quattro mesi, mi ha dato le basi.

Nel 2007 è arrivato H5N1, il corto apocalittico sull’aviaria: un piccolo caso…

Avevo girato il mio primo corto, Vlora 1991, qualche anno prima. Era un piccolo film sullo sbarco degli albanesi sulle coste italiane. Con H5N1 sono andato in un’altra direzione. Il tema ha creato subito interesse e ha fruttato un budget importante, 100.000 euro. Abbiamo vinto la sezione sci-fi del festival di Rhode Island, ma… sono critico. Oggettivamente in quel corto ci sono parecchi errori. Però quel successo ha permesso a me e al co-regista Vito Palumbo di tentare l’avventura di Ice Scream.

photoIce Scream è arrivato fino a Hollywood. Doveva diventare un lungo: cosa è successo?

Il lungo non credo che uscirà più. Io stesso remo contro.

Perché?

Il film era finito un anno e mezzo fa, pronto per essere distribuito. Solo che all’improvviso la produzione ha deciso che avremmo dovuto rimetterci le mani. La prima parte del film era stata costruita con una serie di video presi da YouTube, sui ragazzi vittime di bullismo. Peccato che nessuno si fosse premurato di chiederne i diritti. Cioè: vai in America a girare un film con gli stessi che hanno fatto American Psycho e pensi che queste siano le ultime cose di cui devi preoccuparti. E invece… non solo abbiamo perso un anno di lavoro, ma piano piano hanno cominciato a farci pressioni per fare altri cambiamenti. Il film è diventato un’altra cosa. Sono andato fuori di testa. Ho abbandonato tutto minacciando una causa alla produzione.

Cos’hai imparato da questa esperienza?

Per quanto tu possa credere di vivere in un sogno, prima o poi ti devi scontrare con la realtà. Avevamo una produzione che ha messo in mano il film alle persone sbagliate. Gente che ha fatto errori di valutazione incredibili, e poco conta che fra di loro ci fosse il produttore esecutivo di Killer Joe. Non si manda in final mix un film senza avere le garanzie sul primo blocco del girato. Fa rabbia pensare che siano stati sbagli dettati da un presuntuoso “siamo americani, lo possiamo fare”.

Lavoreresti ancora negli Stati Uniti?

Con le persone giuste sì… certo, vallo a capire prima.

Come si conoscono le “persone giuste”?

Attraverso i festival. L’importante è riconoscere il festival capace di darti credito agli occhi dei produttori, di farti curriculum. Negli Stati Uniti ci sono tanti festival del circuito degli Oscar che vale la pena provare. Lì arrivano migliaia di corti ogni anno, e se vieni preso vuol dire che una possibilità di fare il regista ce l’hai. Tutto sta poi nel sapersi vendere dopo che un festival ti ha selezionato.

Un consiglio pratico per questo vago “sapersi vendere”?

Posso dire quel che ho fatto io. Ho scelto il tema di Ice Scream dopo aver fatto a tavolino un ragionamento strategico, quasi da psicopatico. Ho pensato: come posso fare qualcosa che faccia parlare di me, che non sono nessuno? Nei festival italiani per tanti anni ho visto sempre le stesse storie. Mancava uno splatter, un film diverso, dall’impatto emotivo violento. E allora mi sono detto: ci provo. Nel giro dei festival hanno cominciato a invitarci perché volevano il corto “estremo”. E dopo che un ragazzo è svenuto al cinema, a Milano, si è scatenato l’inferno: ottanta festival l’hanno preso senza nemmeno vederlo…

Da fan del pulp: hai mai cercato di contattare Tarantino?

Figuriamoci: Ice Scream si apriva con un’introduzione animata in cui Tarantino uccide Nanni Moretti. L’ho mandato a Nanni Moretti e…

… e come l’ha presa?

Malissimo. Si è offeso, pare.

child k stills (3)Non sarebbe stato più strategico mandarlo a Tarantino?

Tarantino l’ho incontrato a Venezia quando era presidente di giuria. L’ho incrociato fuori da una delle sale, era in ciabatte: un mito. Disse di lasciargli il film nella sua cassetta personale nell’hotel in cui alloggiava. L’ho fatto, ma quella cassetta era già gonfia di DVD. Dubito che l’abbia mai visto.

La diplomazia non è il tuo forte, ma con i colleghi della tua generazione come ti trovi?

Mi piacerebbe fare gruppo, anche se caratterialmente sono un solitario. Il sistema cinematografico italiano purtoppo non invita a unire le forze: quando il rapporto è di due produttori per dieci registi…

Il tuo corto Child K è in preselezione agli Oscar. Da dove arriva l’idea?

L’idea è stata di Vito. Ha visto in tv un monologo di Paolini sulla storia di un contadino che scrive a Hitler per autorizzare l’uccisione del figlio disabile, e mi ha subito chiamato. Il soggetto è stato sviluppato da Colorado Film e finanziato anche da due case di produzione pugliesi. Circa 70.000 euro, tutti investiti nel progetto. Il produttore di Schindler’s List ci ha notati, chiamati al festival di Zagabria e sostenuti nell’uscita in sala a Los Angeles.

Altri lunghi in cantiere?

Colorado ha opzionato alcune mie storie. Avremmo dovuto girare il primo film questa estate, ma le riprese sono state rimandate. Ora ho appena finito l’esperienza con Biennale College, che mi ha selezionato insieme ad altri undici registi da tutto il mondo, e sto aspettando che scelgano i progetti da sviluppare. Il mio, Ngujuar, è un film da girare in Albania: parla di gente che vive segregata in casa per il timore di essere uccisa per vendetta. È la legge medievale del Kanun a stabilirlo: lo stesso testo cui si è ispirata Laura Bispuri per il suo Vergine giurata.

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Shorts for Features, un concorso per nuovi autori https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/shorts-for-features-un-concorso-per-nuovi-autori/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/shorts-for-features-un-concorso-per-nuovi-autori/#respond Sun, 18 Oct 2015 17:09:33 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=2098 Il regista Brando De Sica e l’attrice Elisabetta Pellini presentano “Shorts for Feature”, concorso rivolto a sceneggiature inedite per cortometraggi e corti già realizzati, italiani e stranieri. L’evento, aperto anche al pubblico, si terrà martedì 20 ottobre a Roma – nell’ambito della decima edizione della Festa del Cinema (16-24 ottobre 2015) – all’Auditorium Parco della Musica , in viale Pietro de Coubertin, nello Spazio Roma Lazio Film Commission, dalle 10.30 alle 12.30. Le società di […]

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Il regista Brando De Sica e l’attrice Elisabetta Pellini presentano “Shorts for Feature”, concorso rivolto a sceneggiature inedite per cortometraggi e corti già realizzati, italiani e stranieri.

L’evento, aperto anche al pubblico, si terrà martedì 20 ottobre a Roma – nell’ambito della decima edizione della Festa del Cinema (16-24 ottobre 2015) – all’Auditorium Parco della Musica , in viale Pietro de Coubertin, nello Spazio Roma Lazio Film Commission, dalle 10.30 alle 12.30.

Le società di produzione e distribuzione cinematografiche, “Prem1ere Film” ed “AncheCinema”, sono promotrici del progetto internazionale, che prevede la realizzazione di un lungometraggio a episodi, composto da cinque cortometraggi. Durante la conferenza stampa sarà comunicato il nome della prima sceneggiatura breve vincitrice del concorso, che sarà prodotta e distribuita dalle due società.

Nel corso dell’iniziativa sarà, inoltre, consegnato a Brando De Sica – in procinto di girare il suo primo lungometraggio – il premio speciale “Younger’s In.Movie”, progetto nato per la promozione dei giovani talenti, che realizzano cinema di qualità. A consegnare il premio, Daniele Urciuolo, già produttore esecutivo di “Alfiere Productions” e ideatore del “Formia Film Festival”, nonché direttore artistico del format. Elisabetta Pellini presenterà il cortometraggio, da lei scritto e interpretato, “Anatomia di un amore”, per la regia di Manuela Tempesta.

Interverranno: Roberto De Feo ed Andrea Costantino fondatori rispettivamente di “Prem1ere Film” e di “AncheCinema”; Jacopo Chessa, direttore del “Centro Nazionale del Cortometraggio”, partner del concorso; Giovanni Bufalini, direttore della sezione cinema della “Scuola Romana di Fotografia e Cinema”, che, con la “Scuola Nazionale di Cinema Indipendente” di Firenze,”, l’“Accademia di Cinema e Televisione Griffith” di Roma e la “Scuola di Cinema Méliès” di Castellammare di Stabia (NA), ha aderito al sostegno morale del progetto.

Porterà il suo contributo anche Elena Mazzocchi, direttrice editoriale della rivista cinematografica Fabrique du Cinéma, media partner del concorso; sarà presente Mariapia Autorino, co-fondatrice ed amministratore unico di “Prem1ere Film”.

A moderare l’incontro, Angela Iantosca, giornalista e scrittrice; già inviata de “L’Aria che tira” (La7) e de “La vita in Diretta” (RaiUno) ed autrice, tra gli altri, dei libri “Onora la madre – storie di ‘ndrangheta al femminile” (Rubbettino Editore) e “Bambini a metà. I figli della ’ndrangheta” (Giulio Perrone Editore).

Il progetto “Shorts for Feature” è stato già presentato alla 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, durante la tavola rotonda sulle realtà competitive italiane della società statunitense Netflix, organizzata da Fabrique du Cinéma all’Hotel Excelsior, lo scorso 5 settembre.

Ciascuna sceneggiatura vincitrice del concorso “Shorts for Feature”, riceverà un premio in denaro di € 2,000, condizionato alla sottoscrizione di un contratto di opzione con “Prem1ere Film” ed “AncheCinema” su soggetto e sceneggiatura stessa, oltre all’inserimento nel progetto del lungometraggio.

Il premio per i cortometraggi selezionati, invece, prevede o la possibilità di sottoscrivere un contratto con “Prem1ere” ed “AncheCinema” per l’inserimento dell’opera all’interno del lungometraggio oppure, in un numero che va da un minimo di 1 a un massimo di 10 corti, di sottoscrivere un contratto di distribuzione con le due società. Tale contratto prevede anche la pubblicazione sull’App AncheCinema, la prima in Italia, per la distribuzione di corti di qualità, che ha ricevuto il patrocinio dell’Accademia Cinema Italiano – Premi David di Donatello.

giurati del concorso sono: lo sceneggiatore e produttore David Bellini, fondatore e presidente di Elsewhere Works, società con sede a Los Angeles che si occupa di produzione e distribuzione cinematografica, nonché portavoce della Writers Guild Italia a Los Angeles e membro dell’International Academy of Television Arts & Sciences, ovvero degli Emmy Awards; lo sceneggiatore, vincitore del Premio Solinas Storie per il cinema 2013, Lucio Besana, che ha appena firmato la sceneggiatura di un lungometraggio per  Colorado Film. E ancora i registi: Fabio Guaglione, in uscita con “Mine”, suo film d’esordio hollywoodiano di cui è protagonista Armie Hammer; Roberto De Feo, il cui ultimo corto “Child K”, prodotto da Colorado Film in collaborazione con Dinamo Film ed Eido Lab, ha ottenuto nel 2015 il riconoscimento di interesse culturale nazionale dal Mibact e ha vinto il Premio speciale del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani ai Nastri d’Argento; e Andrea Costantino, che nel 2010, dopo aver partecipato alla 67. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e ai Nastri D’argento con il cortometraggio di fiction “Sposerò Nichi Vendola”, ha messo in pratica con successo il primo caso distributivo editoriale di un cortometraggio nel circuito La Feltrinelli, nonché lo sviluppo della innovativa App per smartphone a tablet “AncheCinema” e la riapertura del Cinema Teatro Royal di Bari, prevista per dicembre 2015.

Il bando di “Shorts for Feature” scade il 1 dicembre 2015.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale del concorso www.shortsforfeature.com

CONCORSO INTERNAZIONALE “SHORTS FOR FEATURE”
Auditorium Parco della Musica – Spazio Roma Lazio Film Commission
Ore 10.30 – 12.30

 

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