Riccardo Riande Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Mon, 08 Apr 2019 11:03:45 +0000 it-IT hourly 1 Timeless: i volti senza tempo di Riccardo Riande https://www.fabriqueducinema.it/magazine/arts/timeless-i-volti-senza-tempo-di-riccardo-riande/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/arts/timeless-i-volti-senza-tempo-di-riccardo-riande/#respond Mon, 08 Apr 2019 11:03:45 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=12850 Fotografo molto attivo nel mondo dello spettacolo, ma anche videomaker di videoclip musicali, fashion video e cortometraggi, Riccardo Riande presenta in anteprima esclusiva a Fabrique il suo nuovo progetto fotografico, ovvero una serie di ritratti Timeless – riprendendo il titolo – ispirati a celebri dipinti della storia dell’arte che sono stati riprodotti grazie ai volti di […]

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Fotografo molto attivo nel mondo dello spettacolo, ma anche videomaker di videoclip musicali, fashion video e cortometraggi, Riccardo Riande presenta in anteprima esclusiva a Fabrique il suo nuovo progetto fotografico, ovvero una serie di ritratti Timeless – riprendendo il titolo – ispirati a celebri dipinti della storia dell’arte che sono stati riprodotti grazie ai volti di giovani attori del panorama italiano come ad esempio Katia Greco, Leonardo Santini, Gaia Messerklinger, Marco Tabasco e Blu Yoshimi.

[questionIcon] Come nasce il progetto?

[answerIcon] Timeless nasce da una sperimentazione improvvisata durante uno shooting con Ludovica Quercioli, ovvero colei che nella serie presta il volto a La ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer. Realizzata per puro divertimento, la fotografia ha ottenuto un ottimo riscontro su Instagram, così io e la truccatrice Giulia Neri abbiamo deciso di realizzare altri scatti, chiamando ad aiutarci altri giovani attori italiani. Del resto, chi meglio di loro? Generalmente ho scelto prima il dipinto e poi il modello in base alla somiglianza, ma ci sono state anche alcune eccezioni e sostituzioni.

[questionIcon] Qual è il tuo rapporto con il mondo della pittura e con gli artisti che hai riprodotto?

[answerIcon] Io sono laureato al Dams, quindi gli studi artistici sono parte integrante della mia formazione. Se dovessi scegliere, tra i miei pittori preferiti citerei sicuramente Egon Schiele e Gustav Klimt, entrambi presenti in Timeless. Ad ogni modo, in passato ho lavorato a diversi progetti, tanto in Italia quanto a Londra, e il confronto con la pittura è stato comunque costante, anche se meno esplicito. Quando ho iniziato, tanti fotografi mi hanno consigliato di guardare proprio gli artisti del passato per imparare da loro come gestire la luce.

[questionIcon] E in Timeless come hai intrecciato due realtà simili ma differenti come pittura e fotografia?

[answerIcon] Ho ragionato ponendomi anzitutto una domanda: quando la fotografia è arte e quando è mera copia dell’arte? Con Timeless, ho cercato di creare un mix tra questi due aspetti, realizzando un prodotto che si ispirasse a un dipinto ma che non ne fosse esattamente una copia. Non volevo compiere solo un esercizio di riproduzione sterile, quindi ho eliminato gli sfondi delle opere originali e ho portato il mio contributo fin dal set, in quanto secondo me la fotografia è un esercizio di stile durante lo scatto e non solo in fase di editing.

Ecco Timeless, in anteprima esclusiva per Fabrique, nella nostra gallery.

Laura Adriani – Anne Marie Zilberman, Lacrime di Freyja
Alessandro Arcodia – Annibale Carracci, Ritratto di giovane (1590)
Eleonora Belcamino – Frida Khalo, Autoritratto con corona di spine (1940)
Giulia Bertinelli – Marie-Guillemine Benoist, Ritratto di donna nera (1800)
Amedeo Bianchimano – Caravaggio, Bacchino malato (1593)
Giacomo Bottoni – John Singer Sargent, Autoritratto (1892)
Giordana Faggiano – Gustav Klimt, Ritratto di Johanna Staude (1918)
Martina Gatti – Eugene Delacroix, Orfanella in un cimitero (1823)
Katia Greco – William-Adolphe Bouguereau, Giovane pastorella (1885)
Roberto Luigi Mauri – Antoon van Dyck, Paride (1628)
Giuseppe Menzo – Vincent Van Gogh, Autoritratto (1889)
Gaia Messerklinger – Botticelli, Simonetta Vespucci (1480)
Ludovica Quercioli – Jan Vermeer, Ragazza con orecchino di perla (1665)
Greta Ragusa – Elisabeth Le Brun, La bagnante (1792)
Nathalie Rapti Gomez – Giambattista Tiepolo, Madonna con mantello blu
Leonardo Santini – Eugène Delacroix, Ritratto di Leon Riesener (1835)
Niccolò Senni – Giuseppe Molteni, Massimo D’Azeglio (1832)
Marco Tabasco – Egon Schiele, Autoritratto con mani sul petto (1910)
Margherita Tiesi – Egon Schiele, Donna seduto con ginocchio alzato (1917)
Claudia Vismara – Philip de Laszlo, Contessa Anna de Noailles (1913)
Blu Yoshimi – Guido Reni, Ritratto di Beatrice Cenci (1599)

Photo: Riccardo Riande
Make-up: Giulia Neri
Hair Styling: Erika Costa
Costumi: Laura Chiusolo
Assistants: Thanat Pagnati, Giacomo Sisca

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Gli angeli ci osservano “Dall’alto” https://www.fabriqueducinema.it/magazine/arts/gli-angeli-ci-osservano-dallalto/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/arts/gli-angeli-ci-osservano-dallalto/#respond Thu, 02 Nov 2017 08:04:45 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=9534 Quanto vale un’eternità senza emozioni? se lo chiedono le protagoniste del fashion movie del fotografo Riccardo Riande Dall’alto. A 25 anni esatti di distanza da Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders e a quasi 20 dal  remake City of Angels, opera di Brad Silberling, due angeli con i volti di Eleonora Belcamino e Martina Querini, […]

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Quanto vale un’eternità senza emozioni? se lo chiedono le protagoniste del fashion movie del fotografo Riccardo Riande Dall’alto.

una scena del film Dall'alto

A 25 anni esatti di distanza da Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders e a quasi 20 dal  remake City of Angels, opera di Brad Silberling, due angeli con i volti di Eleonora Belcamino e Martina Querini, dall’alto di un tetto della periferia romana si interrogano sul senso di un’eternità spesa a dare conforto agli uomini nei momenti di difficoltà, senza però rimanere emotivamente coinvolti. La scelta di “cadere” e diventare mortali, provando tutte le sensazioni degli essere umani, sembra quasi un’esigenza.

Stilisticamente affine ai due film precedenti – laddove il richiamo a Wenders è nella scelta del b/n e quello a Silberling nella colonna sonora – in Dall’alto gli angeli diventano donne e i consueti, lunghi cappotti neri sono rivisti in una chiave più glamour.

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