produzione Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Wed, 13 Feb 2019 21:29:48 +0000 it-IT hourly 1 Vuoi lavorare in una produzione? https://www.fabriqueducinema.it/cinema/news/vuoi-lavorare-in-una-produzione/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/news/vuoi-lavorare-in-una-produzione/#respond Thu, 03 May 2018 07:24:22 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=10184 MAESTRO PRODUCTION, con sede all’EUR in via Alessandro Allori 9, è alla ricerca di personale di produzione per videoclip e serie TV. Per candidarsi inviare curriculum e proposte a [email protected] Tutte le info su: www.maestroproduction.it

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MAESTRO PRODUCTION, con sede all’EUR in via Alessandro Allori 9, è alla ricerca di personale di produzione per videoclip e serie TV.

Per candidarsi inviare curriculum e proposte a [email protected]

Tutte le info su: www.maestroproduction.it

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Successo a Torino per il primo mercato del cortometraggio https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/successo-a-torino-per-il-primo-mercato-dedicato-al-corto/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/successo-a-torino-per-il-primo-mercato-dedicato-al-corto/#respond Thu, 24 Nov 2016 17:06:03 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3815 Si è chiuso domenica 20 il primo Torino Short Film Market, l’unico mercato internazionale del corto in Italia organizzato dal Centro Nazionale del Cortometraggio in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e il Torino Film Festival e con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte. Il bilancio è straordinariamente positivo. Sono circa 300 i […]

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Si è chiuso domenica 20 il primo Torino Short Film Market, l’unico mercato internazionale del corto in Italia organizzato dal Centro Nazionale del Cortometraggio in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e il Torino Film Festival e con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte.

Il bilancio è straordinariamente positivo. Sono circa 300 i professionisti che si occupano di formato breve – dai produttori ai distributori, dai registi ai buyers – che hanno affollato gli spazi del che il Centro di Produzione RAI di Torino ha gentilmente messa a disposizione per l’occasione. 60 gli ospiti internazionali che il TSFM ha invitato. I due pitch – “Oltrecorto” e “Distributors meet buyers” – hanno registrato il tutto esaurito, così come il panel “Supporting Short Films”; la proiezione di corti “All you need is short”, curata dal TSFM all’interno del programma del TFF, ha avuto, anch’essa, un grande riscontro di pubblico.

Il successo di una manifestazione, a cui Fabrique era presente con la distribuzione di copie, come questa conferma la necessità di uno spazio di incontri professionali dedicato al cortometraggio anche nel nostro Paese. In fondo, basta poco perché l’Italia diventi un Paese normale.

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Il giovane volto della produzione italiana https://www.fabriqueducinema.it/cinema/interviste/il-giovane-volto-della-produzione-italiana/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/interviste/il-giovane-volto-della-produzione-italiana/#respond Tue, 01 Dec 2015 08:18:15 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=2236 Dopo essersi formata negli USA, Manuela Cacciamani è tornata in Italia per dimostrare che anche qui è possibile produrre il giovane cinema di genere. A dimostrarlo il thriller In fondo al bosco, co prodotto con Sky e in questi giorni nelle sale. La produttrice Manuela Cacciamani si è prefissata un obiettivo ambizioso, ossia dimostrare che […]

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Dopo essersi formata negli USA, Manuela Cacciamani è tornata in Italia per dimostrare che anche qui è possibile produrre il giovane cinema di genere. A dimostrarlo il thriller In fondo al bosco, co prodotto con Sky e in questi giorni nelle sale.

La produttrice Manuela Cacciamani si è prefissata un obiettivo ambizioso, ossia dimostrare che la qualità cinematografica non dipende solo dal budget e che la cosiddetta digital disruption, ossia la ricerca di novità digitali per anticipare i bisogni e facilitare la vita, può essere applicata anche al cinema. Con questo scopo nel 2006 è nata la One More Pictures, casa di produzione incentrata sulla realizzazione di film di genere, che è riuscita a ottenere grande interesse internazionale, soprattutto negli Stati Uniti, con Fairytale aka Haunting of Helena  e Neverlake.

In occasione della presentazione di In fondo al bosco, secondo lungometraggio di Stefano Lodovichi prodotto dalla One More Pictures insieme a Sky e in sala con Notorious con 110 copie, Manuela ci ha spiegato come è possibile realizzare quello che a volte può sembrare impossibile. Ossia lanciarsi nella produzione di horror, thriller, sci-fi e family movie e vivere artisticamente felici. Merito, probabilmente, anche di una lunga preparazione e di una versatilità professionale che la vede impegnata anche in campagne pubblicitarie e video musicali.

Quali caratteristiche deve avere oggi un produttore in Italia, coraggio, incoscienza o passione?

Io volevo fare questo lavoro fin da ragazzina e non ricordo nemmeno il perché. Ho studiato per farlo e si tratta di un fattore importante che non deve essere assolutamente sottovalutato. Penso che per rivestire questo ruolo bisogna seguire l’istinto, saper individuare una storia che abbia sani elementi di marketing, intercettare i talenti giusti per quella storia e infine convincere altri finanziatori a investire insieme a te su di loro. Sono caratteristiche da cui non si può prescindere se si rischia in prima persona. E poi c’è soprattutto la passione e la mia è una passione vera e, in venticinque anni che sono in questo settore, non ho mai desiderato fare altro.

L’elemento fondamentale, dunque, sembra essere l’accettazione del rischio.

Per iniziare ho scelto di sostenere molti rischi producendo con budget molto bassi storie assolutamente visionarie e sempre di genere. I miei primi due film sono nati grazie alla volontà di RAI Cinema di produrre dei prodotti per il web in Italia, ma poi sono stati venduti in molti paesi e sono usciti in sale internazionali, in USA, Turchia e Messico per citarne alcuni. Neverlake, ad esempio, è per due anni in esclusiva negli Stati Uniti su Netflix. Il tutto ottenuto anche grazie alla forza di volontà degli autori e delle maestranze, che volevano a tutti i costi fare un certo tipo di film seppur con micro budget. Un risultato che devo anche al mio lavoro con le produzioni internazionali. Io sono nata e cresciuta negli stabilimenti di Cinecittà, dove mio padre ha lavorato per cinquant’anni come responsabile della vigilanza: grazie a lui ho avuto la fortuna di conoscere professionisti come Laura Fattori. A 21 anni ero già a New York, ma quando sono tornata in Italia ho pensato che si potesse applicare lo stesso modello produttivo, anche se tutti dicevano esattamente il contrario. A quel punto ho continuato a seguire la mia visione e mi sono rimessa a studiare immergendomi nel mondo dei VFX e dell’animazione. Oggi sono azionista e CEO della Direct2Brain.

La tua attenzione va soprattutto verso il cinema di genere. Gioie e dolori di questa scelta produttiva?

È pericoloso perché basta pochissimo per sbagliare quando molto si basa sulle atmosfere: i rischi della produzione sono sempre dietro l’angolo, ma quello vale indipendentemente dal genere. Io continuo a lavorare nei video musicali, come ad esempio il prossimo di Fedez e Mika, Beautiful Disaster, e negli spot pubblicitari televisivi perché mi permettono di sperimentare: qui si deve investire in poco tempo su dei risultati dal forte impatto visivo. Questo mi dà la possibilità di non implodere nella mia visione e avere un confronto costante con l’esterno, di osservare i nuovi talenti e seguirne la tendenza. Il dover dialogare anche con la post produzione di una pubblicità, di un video o di un film (ad esempio abbiamo appena finito di occuparci del prossimo film di Natale di De Laurentiis Natale con il boss), obbliga me e i miei ragazzi  al confronto con sguardi diversi dal proprio.

Lo chiamavano Jeeg Robot, presentato all’ultima edizione della Festa di Roma, sembra dimostrare come il cinema di genere italiano stia guadagnando in spazio e qualità. Qual è la tua opinione?

Si tratta di un’evoluzione naturale. I giovani autori vengono e ti propongono cose di questo genere. Sono cresciuti tutti tra gli anni Ottanta e Novanta, quindi i loro progetti nascono sotto l’influenza di queste spinte culturali. Le nuove piattaforme digitali, inoltre, aiutano i film di genere rendendoli accessibili al pubblico giusto. In questo modo a una diversificazione del mezzo di distribuzione risponde anche quella del prodotto che deve essere offerto. E in questo movimento il genere può trovare lo spazio adatto.

Ma è possibile produrre un buon fantasy europeo? 

Assolutamente sì. Sul fantasy c’è la convinzione che per fare un buon film ci vogliono molti soldi. Ed è anche vero, molto però dipende con chi ti metti in competizione. Se il tuo scopo è concorrere con le majors perdi in partenza. Bisogna mettere in campo la tradizione italiana e il nostro genio artistico. Il che vuol dire ingegnarci a trovare le storie, dove è possibile coniugare la natura fantasy con un budget europeo. In Italia siamo pieni di leggende e potremmo partire proprio da queste. Ad esempio, il prossimo film che stiamo portando avanti con RAI Cinema e BLS, sarà basato sulla storia di una mummia per dar vita a un family movie. Ovviamente si dovrà fare un gran lavoro in CGI, ma troveremo un modo per farlo. C’è sempre una soluzione per tutto. È la costanza nel volerla trovare che fa la differenza.

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