Orange is the New Black Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Sat, 26 Mar 2022 09:04:07 +0000 it-IT hourly 1 Spoiler! Serie tv e antropologia da divano https://www.fabriqueducinema.it/serie/spoiler-serie-tv-e-antropologia-da-divano/ https://www.fabriqueducinema.it/serie/spoiler-serie-tv-e-antropologia-da-divano/#respond Thu, 10 Mar 2022 09:54:33 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=16898 Le serie hanno ormai un ruolo importante nella nostra esperienza di spettatori. Abbiamo visto tutti almeno una serie, e molti di noi si sono trovati a finire una stagione tutta d’un fiato per sapere come va a finire, quasi in preda a una specie di dipendenza. Possono, però, le serie farci riflettere e discutere su […]

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Le serie hanno ormai un ruolo importante nella nostra esperienza di spettatori. Abbiamo visto tutti almeno una serie, e molti di noi si sono trovati a finire una stagione tutta d’un fiato per sapere come va a finire, quasi in preda a una specie di dipendenza. Possono, però, le serie farci riflettere e discutere su temi sociali importanti? Sono o non sono uno specchio della nostra contemporaneità?

Lo abbiamo chiesto a Elena Garbarino e Mara Surace, due brillanti scrittrici genovesi, che nel loro libro Spoiler! Serie TV e giustizia sociale appena uscito da Meltemi, portano lo sguardo antropologico su molte celebri serie internazionali. Un pretesto per analizzare alcuni tra gli argomenti più urgenti e attuali del nostro tempo, tra cui la costruzione dell’identità, la rappresentazione della diversità e lo spaesamento dell’individuo postmoderno. Orange is the new black, Derry Girls, Sex Education e Vida sono solo alcuni dei titoli citati nel loro libro.

Come nasce l’idea di applicare l’antropologia contemporanea alle serie?

Elena: In realtà è nato un po’ per caso, ci capitava spesso di confrontarci sulle serie e fare dei raffronti con quello di cui avevamo parlato a lezione. Ci siamo dette che sarebbe stato figo usarle come spunto per parlare di questioni che possono essere ricondotte all’antropologia. Le serie sono utili perché le vedono tutti, chiunque dopo la fine di una stagione ne parla e discute con amici e parenti. Per questo motivo abbiamo voluto aggiungerle alla cassetta degli attrezzi dell’antropologo.  Sono utili per tutti coloro che cercano una rappresentazione che non è nei media tradizionali, uno sguardo su altre culture.

Quali serie possono essere dei buoni spunti di riflessione su tematiche sociali importanti?

Elena: Per quanto riguarda l’importanza della rappresentazione, sicuramente Pose. Nell’ultimo episodio, Blanca, Elektra, Angel e Lulu si incontrano per pranzo e parlano dei successi che sono riuscite ad ottenere. La ballroom ha avuto un ruolo fondamentale nella loro crescita, poiché lì sono finalmente riuscite a esprimere loro stesse senza limitazioni e imposizioni per poi ottenere risultati nel mondo “reale”. Emerge quindi l’importanza di avere un luogo, fisico o narrativo, dove potersi autorappresentare senza subire continuamente la narrazione altrui. Se invece parliamo di temi come l’ambiente e la sua protezione, è interessante notare come spesso vengano percepiti, nella quotidianità, come distanti e slegati dalle dinamiche di potere, sia nelle loro cause che nelle loro conseguenze. The Mosquito Coast mostra invece come la narrazione del progresso, industriale e tecnologico, sia una costruzione del capitalismo, che si autoalimenta nella sua necessità di consumo. In Snowpiercer, poi, la medesima narrazione portata al suo estremo causa l’annientamento della vita umana come la conosciamo, ma non delle sue sovrastrutture, come le classi sociali e i privilegi.

Mara: Sex Education, invece, è stata un ottimo spunto per analizzare una società patriarcale e androcentrica. Analisi che abbiamo sviluppato attraverso studi e opere come Il dominio maschile di Bourdieu, La città femminista di Kern e le opere di Françoise Vergès.

serie The Mosquito Coast
The Mosquito Coast.

Perché proprio le serie tv? Quanto ci rappresentano?

Elena: Può sembrare un argomento leggero, ma in realtà sono lo specchio di quello che viviamo. E poi ci sono temi più sentiti in certe parti del mondo: ad esempio il razzismo o la realizzazione individuale negli Stati Uniti o al tema ambientale nel Nord Europa. Sicuramente in questo momento le esigenze del pubblico spingono le produzioni delle piattaforme a proporre uno sguardo più aperto, a progredire nelle loro proposte di rappresentazione e a dare agli spettatori quello che cercano.

Mara: Il cinema o le serie, però, sono legate al mercato. A volte mi chiedo se il fatto di aprire la rappresentazione della società in modo più equo sia spinto dalla volontà di ampliare e rendere più giusta la narrazione, o se invece sia semplicemente la necessità di attirare un preciso target di persone. A quel punto si finirebbe con lo sfruttare chi è già sfruttato. Vedersi finalmente rappresentati sullo schermo, per tutti coloro che fino a ora non lo sono mai stati, è potente. Può essere una forma di accettazione e liberazione personale, ma spesso questo bisogno viene sfruttato per fare soldi. Una rappresentazione sbagliata, inoltre, può essere dannosa. Se penso a serie italiane mi viene in mente Zero, la prima serie nazionale con tutti i protagonisti afro-discendenti, in cui però la stereotipizzazione è imbarazzante. Non sono stati creati personaggi tridimensionali, reali, sono semplicemente stati sostituiti i personaggi bianchi con dei personaggi neri.  

Qual è stato il vostro intento scrivendo questo libro? A chi vi rivolgete?

Mara: Speriamo che Spoiler! possa dare spunti per approfondire le questioni sociali affrontate. Non ci piace ciò che è scritto in maniera complicata, per questo abbiamo cercato di rendere in modo semplice cose complesse. Se siamo riuscite a catturare la sua attenzione, chi legge avrà magari voglia di cercare più informazioni e documentarsi. Ad esempio, parliamo dell’abolizione delle carceri facendo riferimenti anche a Orange is the new black. Ecco, mi piacerebbe che possa essere uno spunto per poi approfondire il tema con i libri di Angela Davis.

 

 

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NETFLIX

È una delle indiscusse punte di diamante della vastissima produzione di Netflix, che torna con la sua sesta stagione. Il giorno in cui la statunitense Piper Kerman è stata condannata a trascorrere un anno in prigione a causa del suo coinvolgimento in un giro di riciclaggio e spaccio, sarebbe stato difficile prevedere che quello sciagurato fatto sarebbe stata la miccia di un libro prima e di una serie poi che sarebbe diventata fra le più seguite dal pubblico di tutto il mondo. Orange is the New Black infatti si basa sulla vera storia di Piper, sulla sua esperienza nel carcere e sugli incontri che ha fatto dietro le sbarre – chiaramente come base di partenza, che poi la creatrice della serie Jenji Kohan ha magistralmente provveduto a sviluppare. Le ragioni principali del successo di questo show sono generalmente riconosciute nel realismo e nell’onestà del racconto e nella profondità dei personaggi, che permettono di connettersi fortemente con le prigioniere senza però assolverle dalle loro colpe. Dopo una escalation di successo, a dire il vero la quinta stagione è sembrata più stanca e complessivamente meno riuscita. Per questo c’è molta attesa per la sesta, che permetterà di capire se gli autori saranno riusciti a dare nuova verve alle avventure di Piper (Taylor Schilling, Argo), la sua amica Alex (Laura Prepon, La Ragazza del Treno) e il resto della compagnia di detenute. Dal 27 luglio tutti gli episodi sono stati rilasciati contemporaneamente. Niente di meglio per un bel binge watching estivo.

Sempre venerdì 27 luglio, è uscita su Netflix anche la seconda stagione della serie/documentario di ambientazione storica Roman Empire: Reign of Blood, dedicata alle vicende della Roma imperiale. Se la prima serie, uscita nel 2016, era dedicata all’inizio del declino della dinastia imperiale, a partire dall’Imperatore Commodo, questa sembra essere focalizzata sulle figure più importanti della storia imperiale di Roma nel suo complesso. Unendo ricostruzione storica a immagini originali girate per l’occasione, la serie promette di essere molto spettacolare, anche se per chi fosse più interessato alla veridicità dei fatti ci sentiamo di consigliare pur sempre il buon vecchio Gibbon.

roman empire

AMAZON PRIME VIDEO

Il 27 luglio debutterà, in esclusiva su Amazon Prime Video, la docu-serie Eat, Race, Win: una Chef al Tour de France. Come potete immaginare dal titolo, la serie unisce la passione per la cucina a quella per il mondo delle due ruote senza motore. Quante volte avrete sentito parlare della maniacale cura per l’alimentazione a cui si sottopongono gli atleti di livello agonistico assoluto, e magari vi sarete chiesti in che cosa consiste per davvero? Ora avete la possibilità di scoprirlo. Eat, Race, Win ci porta a scoprire la sinergia profonda che si crea fra i migliori atleti, gli chef e i nutrizionisti che lavorano a stretto contatto per offrire la dieta più adatta alle loro esigenze. Nello specifico, ci addentreremo tra i ciclisti del Tour de France (probabilmente la competizione ciclistica più importante del mondo) attraverso gli occhi di Hannah Grant, una chef danese che si occupa espressamente di cucinare manicaretti per gli atleti. L’idea della serie nasce dalla sua esperienza diretta: Hannah infatti nei primi anni Duemila ha seguito un team per ben quattro Tour de France. A seguito della sua esperienza, ha scritto un libro dedicato ad aspiranti atleti con un piano alimentare sano e ricette semplici da preparare. Amazon ha poi deciso di finanziare uno show basato su questi presupposti, e così nel 2017 Hannah è tornata al Tour seguendo il team australiano Orica-Scott, questa volta con le telecamere al suo seguito. Un dietro le quinte inedito per molti versi, che ci sentiamo di segnalare come sicuramente interessante. Oltre ai bellissimi paesaggi, sarà anche un’occasione per intraprendere un tour nel panorama gastronomico transalpino.

GLI APPUNTAMENTI DI AGOSTO

Durante il mese di Agosto anche noi andremo in vacanza, vi segnaliamo però con anticipo alcune delle uscite più interessanti del mese, per rilassarvi sotto l’ombrellone.

Netfilix – 17 Agosto, Disenchantment: la nuova serie animata di Matt Groening, creatore dei Simpson e Futurama

Amazon Prime Video – 17 Agosto, All or Nothing: Manchester City: chi ci segue ricorda che abbiamo parlato delle serie Amazon dedicate al dietro le quinte del mondo dello sport: questa volta tocca agli Sky Blues di Pep Guardiola

Netflix – 25 Agosto, The Innocents: un thriller psicologico con Guy Pearce, che narra di una ragazza presa di mira da gruppo di rapitori

Amazon Prime Video – 31 Agosto, Tom Clancy’s Jack Ryan: serie tv basata sulla saga letteraria di Tom Clancy, da cui anche il celebre videogioco

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