Movieday Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Thu, 11 May 2017 16:50:15 +0000 it-IT hourly 1 “Our War”, la guerra in Siria e la distribuzione 3.0 https://www.fabriqueducinema.it/magazine/documentario/our-war-e-la-distribuzione-3-0/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/documentario/our-war-e-la-distribuzione-3-0/#respond Wed, 25 Jan 2017 15:13:47 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=4042 È in sala in questi giorni un documentario semi-indipendente (Rai Cinema è tra i coproduttori) dal carattere inusuale e anomalo: Our War di Benedetta Argentieri, Bruno Chiaravalloti e Claudio Jampaglia racconta di tre foreign fighters atipici, che hanno abbandonato il benessere della loro vita occidentale per arruolarsi come volontari nelle Unità di Protezione Popolare (YPG) in Rojava, […]

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È in sala in questi giorni un documentario semi-indipendente (Rai Cinema è tra i coproduttori) dal carattere inusuale e anomalo: Our War di Benedetta Argentieri, Bruno Chiaravalloti e Claudio Jampaglia racconta di tre foreign fighters atipici, che hanno abbandonato il benessere della loro vita occidentale per arruolarsi come volontari nelle Unità di Protezione Popolare (YPG) in Rojava, la regione controllata dai curdi nel Nord della Siria. I tre hanno combattuto in prima linea contro l’autoproclamato Stato Islamico.

Karim viene dall’Italia, ha fatto studi classici ed è appassionato di scacchi. Ha iniziato a occuparsi delle carovane di aiuti per i rifugiati della guerra civile siriana, e lì ha maturato l’idea di entrare nel conflitto come volontario a Kobane. Per quattro mesi ha seguito l’avanzata YPG fino all’Eufrate, prima come assaltatore e poi come tiratore scelto.

Ex-marine originario del Nord Carolina e con due missioni all’attivo – Iraq e Afghanistan -, Joshua  è stato uno dei primi foreign fighters a unirsi ai curdi. Negli undici mesi di guerra con i curdi ha gestito un’armeria, costruito bombe, guidato carri armati e difeso villaggi in prima linea.

Rafael è nato in Svezia da genitori curdo-iracheni. Ha deciso di andare a combattere in Siria, nel novembre 2014, dopo aver visto un video di propaganda di Isis. È stato tra i primi volontari occidentali in Rojava, diventando comandante di un tabur (unità di combattenti) formato in prevalenza da combattenti stranieri. Al suo quinto viaggio in Siria è stato arrestato dai peshmerga curdo-iracheni insieme ad alcuni compagni e trattenuto per tre settimane in prigione. Oggi lavora come guardia del corpo per persone sotto grave minaccia – in particolare donne vittime di stalker -, ha un figlio ed è soddisfatto della sua vita.

Le immagini del teatro di guerra più difficile e significativo degli ultimi decenni si intrecciano quindi con la loro vita quotidiana e con domande che toccano tutti noi: perché combattono? Per chi combattono?

Il documentario, lungi dal fornire delle risposte, restituisce allo spettatore tutte le contraddizioni che una scelta del genere porta inevitabilmente con sé.

Ma la vera anomalia del film consiste, soprattutto, nella scelta distributiva: passato fuori concorso alle ultime edizioni della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dello Stockholm International Film Festival, e del  FilmMaker Festival, Our War si è appoggiato a MovieDay, la startup social dedicata agli amanti del cinema: si tratta infatti di una piattaforma di distribuzione dal basso che consente al pubblico di scegliere la città, la sala e la data in cui vedere il film (nel caso di Our War le date sono anche segnalate sulla pagina facebook del film).

Un fenomeno che si sta espandendo rapidamente: si veda il caso di Unlearning, il film autoprodotto di Lucio Basadonne, Anna Pollio e Gaia Basadonne che racconta il viaggio degli autori attraverso ecovillaggi, comunità, famiglie itineranti per conoscere chi ha fatto scelte di vita controtendenti. Il doc ha ottenuto 93 proiezioni in giro per l’Italia, 12.000 biglietti venduti e circa € 65.000 di incassi al botteghino. O anche The Perfect Circle di Claudia Tosi girato in un hospice dei colli emiliani: grazie a Movieday il film, che è tuttora in promozione, ha ottenuto 11 proiezioni nel primo mese, arrivando a 1100 spettatori.

Film come questi  difficilmente sarebbero approdati in sala: Movieday li segue sin dalla fase di pre-produzione offrendo consulenza per la costruzione di una campagna auto-distributiva efficace, dalla creazione di una fan base alla promozione e al marketing. L’augurio è che il fenomeno si espanda, e di trovare in sala film che, diversamente, resterebbero soltanto appannaggio del pubblico dei festival.

OUR WAR

Di | Benedetta Argentieri | Bruno Chiaravalloti | Claudio Jampaglia
Con | Joshua Bell | Karim Franceschi | Rafael Kardari
Prodotto da | PossibileFilm | RaiCInema | Lorenzo Gangarossa
in associazione con | Start
Musiche di | Vittorio Cosma

la canzone Our War di Cosma-Finardi è cantata da Eugenio Finardi

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Un cinema tutto per voi? non è più un sogno https://www.fabriqueducinema.it/cinema/interviste/un-cinema-tutto-per-voi-non-e-piu-un-sogno/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/interviste/un-cinema-tutto-per-voi-non-e-piu-un-sogno/#respond Fri, 08 Jul 2016 14:21:02 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3349 Movieday è la prima piattaforma web italiana di self-publishing cinematografico, che da la possibilità a chiunque di organizzare proiezioni cinematografiche seguendo semplici e chiare regole vantaggiose per tutte le parti.  L’ad Antonello Centomani ci ha spiegato qualcosa di più su Movieday, e soprattutto sull’inedito progetto che sta portando avanti con il suo team: la ricerca […]

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Movieday è la prima piattaforma web italiana di self-publishing cinematografico, che da la possibilità a chiunque di organizzare proiezioni cinematografiche seguendo semplici e chiare regole vantaggiose per tutte le parti.  L’ad Antonello Centomani ci ha spiegato qualcosa di più su Movieday, e soprattutto sull’inedito progetto che sta portando avanti con il suo team: la ricerca di “Film Campaigner”. Andrea Borrelli ci ha raccontato l’idea comunicazione che c’è dietro.

 Antonello, che cos’è Movieday e da dove nasce l’idea di questa piattaforma?

Movieday nasce anni fa in contemporanea a un progetto americano da cui trae ispirazione.  In poche parole si tratta di una start up, una piattaforma web che permette a chiunque di organizzare delle proiezioni. Movieday si rivolge a diversi destinatari: gli appassionati o le associazioni del settore e i registi e produttori indipendenti. In Italia ci sono solamente una quarantina di distributori per migliaia di film, molti di questi non riescono ad accedere alle sale. Noi di Movieday aiutiamo questi soggetti a raggiungere il pubblico. In più tutti ci guadagnano: 50% alla sala, 30% al film e 20% alla piattaforma.

Che tipologia di film è presente nel vostro catalogo e quante sale sono coinvolte nel progetto?

Il catalogo dei film è estremamente diversificato e copre tutti i generi. Inoltre, se un film non è presente nel catalogo è possibile richiederlo. Il numero delle sale che hanno aderito e continuano ad aderire al progetto è in continua crescita; considerato che le sale italiane sono circa 1100, Movieday è collegato oggi con 150 cinema ed entro la fine dell’anno contiamo di arrivare a ben 250 sale.

Come si organizza un evento Movieday?

Si può scegliere tra un catalogo di film e di cinema, dopodiché si clicca semplicemente su “crea un evento”! Si deve raggiungere una soglia minima di partecipanti entro una deadline affinché la proiezione venga confermata. Le proiezioni Movieday non sono tradizionali proiezioni ma eventi speciali, il nostro ormai è diventato un brand che attira un gran numero di spettatori.

Chi è un Film Campaigner e quali devono essere le sue caratteristiche?

Innanzitutto il Film Campaigner è un mestiere inedito nel nostro paese. La produzione può fare affidamento su questa figura esterna che ha il ruolo di progettare, gestire e promuovere campagne di proiezioni-evento nelle sale cinematografiche tramite Movieday. Si tratta di soggetti o singoli o multipli di vario tipo suggeriti e proposti da Movieday, che infatti sta attualmente provvedendo alla selezione. La volontà è quella di andare oltre le forme tradizionali di marketing e di comunicazione e di concepire una figura nuova, capace di creare un rapporto simbiotico, oserei dire di osmosi, con il film in modo da rendere il suo apporto unico.

Andrea, su che tipo di comunicazione avete puntato per lanciare un progetto nuovo in Italia come quello del Film Campaigner e perché la scelta del supereroe?

Il nostro obiettivo era quello di sviluppare uno storytelling e di creare un personaggio in cui i possibili i candidati potessero identificarsi. Abbiamo quindi pensato a un supereroe che simbolicamente potesse salvare il cinema, anche perché il compito di Movieday è proprio quello di portare sul grande schermo film che altrimenti non raggiungerebbero mai il grande pubblico. Soprattutto abbiamo giocato con lo slogan “dietro un grande film c’è un grande campaigner”, una frase che si rifà al mondo dei supereroi.

 

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