Matteo Martari Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Wed, 19 Jul 2023 13:13:01 +0000 it-IT hourly 1 Le ragazze non piangono, le due piccole Thelma & Louise di Andrea Zuliani https://www.fabriqueducinema.it/magazine/opera-prima/le-ragazze-non-piangono-le-due-piccole-thelma-louise-di-andrea-zuliani/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/opera-prima/le-ragazze-non-piangono-le-due-piccole-thelma-louise-di-andrea-zuliani/#respond Wed, 19 Oct 2022 19:29:13 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=17852 È difficile crescere senza un padre. Sembra una frase fatta, ma succede ad Ele, diciannovenne introversa che stringe amicizia con la giovane rumena Mia. Un vecchio camper rimesso in sesto, entrambe le ragazze con la voglia di fuggire e la casualità di ritrovarcisi dentro per un viaggio dal sud, precisamente nel potentino, fino al nord […]

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È difficile crescere senza un padre. Sembra una frase fatta, ma succede ad Ele, diciannovenne introversa che stringe amicizia con la giovane rumena Mia. Un vecchio camper rimesso in sesto, entrambe le ragazze con la voglia di fuggire e la casualità di ritrovarcisi dentro per un viaggio dal sud, precisamente nel potentino, fino al nord Italia. Danno vita a questi personaggi Emma Benini e Anastasia Doaga, attrici brave a metterne in scena tutte le fragilità quanto il coraggio di mettersi in gioco trovato durante quest’avventura on the road.

Le ragazze non piangono, opera prima di Andrea Zuliani, in concorso ad Alice nella Città, sempre nel grande alveo di questa finalmente competitiva Festa del Cinema di Roma 2022, scorre con freschezza e voglia di mostrare due piccole Thelma & Louise alle prese con un percorso di crescita interiore che le porterà a guardare con occhi nuovi i loro passati e il loro futuro. Il regista sceglie una forma sostanzialmente lineare per il suo racconto, spezzata giusto con alcuni flashback che scopriranno pian piano i traumi che accomunano le due ragazze. C’è l’amicizia epidermica, quella delle persone che si riconoscono amiche con poche parole in pochi incontri, la solidarietà di due giovani donne che devono unirsi ancora di più quando possono rivelarsi gli uomini, spesso e volentieri, la peggiore minaccia.

le ragazze non piangono

Zuliani percorre questa strada senza sprofondare in retorica, non inventa granché di spettacolare nelle messe in scena, ma si dedica a una naturalità del pastiche molto credibile e discretamente diretta. Soprattutto nei momenti di emotività più alta. Il suo è un piccolo film che nel suo linguaggio dai toni tenui somiglia alla vita. Tanto che anche qui in alcuni momenti ci si annoia un tantino. Poco male per un esordio autoriale. Il regista firma la sceneggiatura con Francesca Scanu, e a volte sembra si distinguano molto chiaramente i momenti curati più dall’autrice o dall’autore. Ma sono quisquilie da sesso degli angeli. Il film regge, non travolge ma accompagna lo spettatore in una piccola esperienza cinematografica da road movie. In quanto storia su quattro ruote ricorda vagamente l’esordio di Alessandro Capitani, In viaggio con Adele, ma un po’ anche Calcinculo di Chiara Bellosi.

Tornando al nostro Le ragazze non piangono, nel titolo si cela tutta l’emotività confluita e caricata in crisalide, raffinata poi in energia di risposta e propulsione verso il domani da farfalla. Come caratteristi di rango, personaggi come muri, di sostegno o da oltrepassare per il fuggire lontano delle protagoniste, rinforzano non poco il lavoro di Zuliani Max Mazzotta e Matteo Martari. I loro character si compensano specularmente risultando utilissimi nel delimitare drammaturgicamente gli spazi emotivi delle due ragazze.

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“2night”: accadde una notte al Pigneto https://www.fabriqueducinema.it/cinema/recensioni/2night-accadde-notte-al-pigneto/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/recensioni/2night-accadde-notte-al-pigneto/#respond Mon, 05 Jun 2017 19:58:00 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=8673 È un venerdì sera come tanti, a Roma. I locali sono affollati, un drink tira l’altro e la parola d’ordine è divertimento. Una ragazza mora, bella e sicura di sé, avvicina uno sconosciuto attraente e taciturno e, senza giri di parole, gli propone di passare la notte insieme. Un copione canonico nelle notti della Capitale e, […]

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È un venerdì sera come tanti, a Roma. I locali sono affollati, un drink tira l’altro e la parola d’ordine è divertimento. Una ragazza mora, bella e sicura di sé, avvicina uno sconosciuto attraente e taciturno e, senza giri di parole, gli propone di passare la notte insieme. Un copione canonico nelle notti della Capitale e, per qualcuno, addirittura squallido. Tuttavia, i due giovani ignorano che il loro incontro disattenderà completamente le premesse.

2night – terzo lungometraggio di Ivan Silvestrini, ispirato all’omonimo film israeliano di Roi Werner si propone il delicato proposito di raccontare, nell’arco di una notte, la scoperta dell’intimità e l’evoluzione di un sentimento. Il risultato è un passo a due coreografato con testa e cuore, destinato a colpire tanto un pubblico giovane quanto, perché no, molto giovane.

matilde gioli protagonista di 2nightIl merito va senz’altro a una scrittura dei personaggi efficace e affatto superficiale. L’inevitabile confronto tra i due, nel corso del tragitto in macchina verso casa di lei, farà venire a galla con graduale naturalezza inquietudini e complessità. Lei, interpretata da una disinvolta e spregiudicata Matilde Gioli, sfrutta la propria sensualità per scappare da se stessa e dalle insicurezze che la terrorizzano; lui, un convincente Matteo Martari, è trincerato dietro un silenzio gonfio di angoscia e tormento.

Il loro percorso introspettivo è tutt’altro che rettilineo. Nessuno dei due vuole gettare la maschera per primo e lasciarsi guardare per ciò che è: evitano domande, cambiano argomento, discutono di film porno e profilattici extralarge. Eppure, gli estranei desiderosi di consumare la passione di una notte scopriranno di avere molto in comune, abbandonandosi infine a catartiche confessioni.

La sceneggiatura gioca in maniera accattivante la carta dell’ironia, sia nelle battute dei ragazzi sia nel toccare la problematica, tristemente familiare ai romani, delle infinite e infruttuose ricerche di parcheggi (notevole l’osservazione sui posti riservati ai disabili).

il regista ivan silvestriniSullo sfondo di dialoghi brillanti, semiseri o drammatici, ci sono il mistero e il fascino magnetico dei quartieri di Roma. Questi, che non sono i più noti, sono fotografati da Davide Manca con un gioco di chiaroscuri che non cede mai completamente il terreno al buio della notte, avvolgendo in un’atmosfera romanticamente onirica l’abitacolo del veicolo in cui i nostri protagonisti si provocano, corteggiano e scontrano.

2night, rilettura contemporanea del magnifico Before Sunrise di Linklater, è una storia semplice e profonda; senza peli sulla lingua e con qualcosa da dire. La fenomenologia dell’amore di Silvestrini possiede un buon numero di ingredienti per appassionare lo spettatore: ritmo, qualche colpo di scena e riflessioni concrete sulla generazione attuale. Infatti, non sarà difficile per tanti trentenni identificarsi negli interrogativi o nelle difficoltà relazionali di due personalità così opposte eppure così affini.

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#Festa del cinema: “2night”, i desideri e le paure dei 30enni https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/festa-del-cinema-2night-i-desideri-e-le-paure-dei-30enni/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/festa-del-cinema-2night-i-desideri-e-le-paure-dei-30enni/#respond Wed, 19 Oct 2016 07:58:34 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3684 Unico film italiano in concorso ad Alice/Panorama, “2Night” è l’opera seconda del regista romano Ivan Silvestrini che si interroga sui pensieri, i dubbi, le paure dei trentenni di oggi, attraverso l’incontro tra i due protagonisti, interpretati da Matilde Gioli e Matteo Martari, che vagano per una Roma in versione notturna. Un viaggio nella notte tra due sconosciuti, ma soprattutto […]

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Unico film italiano in concorso ad Alice/Panorama, “2Night” è l’opera seconda del regista romano Ivan Silvestrini che si interroga sui pensieri, i dubbi, le paure dei trentenni di oggi, attraverso l’incontro tra i due protagonisti, interpretati da Matilde Gioli e Matteo Martari, che vagano per una Roma in versione notturna.

Un viaggio nella notte tra due sconosciuti, ma soprattutto un viaggio alla scoperta di sé e dell’altro in una Roma liquida che lascia spazio alle parole, ai sentimenti, alle inquietudini e alle piccole manie, e che diventa galeotta di uno scambio tra individui che lasciano cadere, a poco a poco, le loro maschere e si mostrano, realmente, l’uno all’altra.

2Night si ispira all’omonimo film israeliano di Roi Werner, un esperimento di film cinema indipendente low budget perfettamente riuscito.

Leggi l’articolo completo sul Making of di 2nigth a pag. 60 del n. 12 di Fabrique

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Matteo Martari https://www.fabriqueducinema.it/magazine/cover/matteo-martari/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/cover/matteo-martari/#respond Fri, 08 Jul 2016 14:57:33 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3353 Entusiasmo, umiltà e tanta voglia di mettersi in gioco. L’attore veronese si racconta, dagli esordi nel mondo della moda ai primi passi sui set cinematografici. Matteo nasce 32 anni fa nella città di Romeo e Giulietta e oggi è uno dei talenti emergenti del cinema italiano. Nel mezzo, naturalmente, non sono mancati i colpi di […]

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Entusiasmo, umiltà e tanta voglia di mettersi in gioco. L’attore veronese si racconta, dagli esordi nel mondo della moda ai primi passi sui set cinematografici.

Matteo nasce 32 anni fa nella città di Romeo e Giulietta e oggi è uno dei talenti emergenti del cinema italiano. Nel mezzo, naturalmente, non sono mancati i colpi di scena. Per primo, il debutto davanti agli obiettivi delle più prestigiose case di moda. Ma, più che la passerella, Matteo sogna da sempre il palcoscenico, che calca per la prima volta con l’opera teatrale Un angelo è sceso a Babilonia, per la regia di Fernanda Calati.

«Sin da piccolo organizzavo messe in scena con i miei amici, e col tempo quello che era un gioco si è trasformato in un’esigenza espressiva. A 26 anni ho deciso di mettere da parte la carriera da modello per trasferirmi a Milano a studiare recitazione presso una scuola teatrale. Il corso durava in tutto quattro anni ma, terminati i primi tre, non ho accettato la borsa di studio e mi sono spostato a Roma».

Il primo set arriva nel 2014 con la webserie Under, di Ivan Silvestrini: «È stata la protagonista femminile, Valentina Bellè, a suggerire il mio nome a Ivan per il casting. Gliene sono grato perché ho lavorato benissimo con lui, in grande sintonia. Il bello della webserie è la coesione che si crea a livello di gruppo. Inoltre, il web offre grande autonomia registica e la possibilità di assecondare la propria fantasia. Prendere parte da attore a un progetto di questo tipo comporta sicuramente una responsabilità artistica, ma è un’esperienza estremamente positiva».

Cover2LOWDopo il web, è il momento delle fiction e, finalmente, del cinema. In televisione Matteo ha recitato accanto a Miriam Leone in Non uccidere e con Luisa Ranieri in Luisa Spagnoli, nel ruolo di Giovanni Buitoni. Sul grande schermo, lo abbiamo visto nella commedia “esistenziale” La felicità è un sistema complesso di Gianni Zanasi e lo vedremo nel provocatorio film indipendente 2night, ancora per la regia di Silvestrini. «Ho partecipato a progetti molto interessanti e diversi fra loro. Dove non c’erano fondi, c’erano passione, spirito di comunità e voglia di fare. Lavorando con grandi professionisti come Valerio Mastandrea, ho scoperto persone fantastiche, sempre disponibili a darmi consigli. Giovanni Buitoni è stato probabilmente la figura più complessa che ho affrontato. Aveva un carattere molto lontano dal mio, ma mi son ritrovato nella sua intraprendenza e determinazione, spesso scambiate per arroganza».

Esperienze poliedriche ed eterogenee, in ogni campo artistico: «Il web, la TV e il cinema sono affini tra loro sotto numerosi aspetti. Quello della moda è un mondo a sé. La fotografia, per definizione, è statica. Negli scatti c’è un finto movimento che il fotografo riesce a catturare e che il pubblico percepisce come dinamico. Sul set, tutt’altro discorso: bisogna ricercare una propria fisicità per il lavoro sul personaggio. Io sono arrivato davanti alle telecamere con una preparazione teatrale e la relazione con lo spettatore cambia profondamente, tra cinema e teatro. Tuttavia, grazie al lavoro come modello, ho superato subito lo scoglio dello “shock da obiettivo”».

Quali progetti ti aspettano? «Spero di continuare con la settima arte. Non ho un genere preferito o di riferimento. Adoro il cinema di Charlie Chaplin e di Ettore CoverLOW3Scola, ma sono tanti i registi che hanno saputo colpirmi raccontando storie eccezionali. Se dovessi indicare il ruolo dei miei sogni, direi Tony Montana in Scarface: Al Pacinosi è calato nei panni del personaggio per ben otto mesi della sua vita! Il cinema, inoltre, offre un a
pproccio profondo al lavoro dell’attore e allo stesso tempo più rischioso, rispetto, ad esempio, alla televisione, fatta di tempistiche serrate. Ma è proprio rischiando che, spesso, si ottengono le cose migliori».
Credi che esista un futuro, in Italia, per le nuove promesse come te? «Il nostro paese ha rappresentato il cinema per tanti anni e spero che potremo avere la nostra rivincita, in quel ruolo. In questo momento in Italia c’è un’interessante ripresa; è un buon momento per i giovani talenti e non c’è bisogno di scappare. Uno degli aspetti migliori del lavoro nella moda è che mi ha offerto la possibilità di girare il mondo. Proprio perché ho viaggiato molto mi son fatto l’idea che andare all’estero debba essere una scelta dettata dalla ricerca e dalla voglia di sfide, non dalla mancanza di alternative. Ciascuno è il motore della propria vita; restare o meno dipende dalle proprie aspirazioni».

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