La scuola cattolica Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Fri, 17 Sep 2021 15:24:10 +0000 it-IT hourly 1 Giulio Pranno, magnetico e multiforme https://www.fabriqueducinema.it/magazine/cover/giulio-pranno/ Wed, 08 Sep 2021 12:45:34 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=15986 Il suo esordio al cinema è stato sotto la guida di Gabriele Salvatores in Tutto il mio folle amore nel 2019: un ruolo complesso e delicato, ma l’interpretazione di Giulio lo porta a conquistare critica, pubblico e il regista stesso. «Con Gabriele è stato amore a prima vista», dice Giulio Pranno, ed è proprio da […]

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Il suo esordio al cinema è stato sotto la guida di Gabriele Salvatores in Tutto il mio folle amore nel 2019: un ruolo complesso e delicato, ma l’interpretazione di Giulio lo porta a conquistare critica, pubblico e il regista stesso. «Con Gabriele è stato amore a prima vista», dice Giulio Pranno, ed è proprio da questo amore che nasce una seconda collaborazione nel 2021 per Comedians. Nel 2020 Pranno ottiene un ruolo da coprotagonista in Security di Peter Chelsom e lo vedremo fra poco nei cinema in La scuola cattolica diretto da Stefano Mordini, con Benedetta Porcaroli.

Ti avvicini alla recitazione nel 2012 con un corso di teatro a Roma. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta e che ricordi hai di quegli anni?

È stato mio padre a consigliarmi di iscrivermi al corso di teatro in un momento per me abbastanza difficile. Ero chiuso, non uscivo di casa e non frequentavo molte persone. All’inizio ero titubante, poi mi sono fidato di lui e ne è valsa la pena. Il momento in cui ho capito veramente che quella della recitazione era la mia strada è stato il giorno in cui ho interpretato il personaggio di Puck in Sogno di una notte di mezza estate. In quell’occasione improvvisato e mi sono preso il mio primo applauso a scena aperta. Consiglio a tutti un’esperienza in teatro, è un’arte che porta a galla tante cose profonde e aiuta nella vita, a prescindere che si abbia o no un interesse specifico nella recitazione.

In Tutto il mio folle amore interpreti Vincent Manzato, un sedicenne affetto da autismo. In che modo hai studiato il personaggio?

Per il provino mi sono preparato con un insegnante di teatro che mi ha suggerito delle idee molto forti che sono state utili. Poi a Roma ho frequentato alcune comunità di ragazzi con sindrome dello spettro autistico. Sicuramente però la cosa che mi è stata più utile è stato il contatto diretto con Andrea [Andrea Antonello, a cui è ispirato il personaggio di Vincent]. È una personalità pazzesca, quando l’ho conosciuto ha affascinato me come tutti quelli che gli stanno attorno, è davvero magnetico. Ho da subito desiderato che Vincent facesse lo stesso effetto, che fosse un catalizzatore di emozioni esattamente come lo è Andrea. Ho rubato molti modi di fare da lui: ad esempio si metteva lo zaino sotto l’ascella e poi alzava le mani facendolo cadere. La cosa mi ha colpito a tal punto che con Salvatores abbiamo deciso di far compiere al mio personaggio la stessa azione anche se con un bastone. Sono estremamente grato sia ad Andrea che alla sua famiglia. Ho dormito in casa loro per due giorni ed è stata un’esperienza incredibile. Per me era fondamentale rendere giustizia a una persona così bella.

E Andrea ha apprezzato?

Dopo aver visto il film mi ha mandato il messaggio più bello che potessi desiderare: «Giulio, sei un vero autistico!». Lo conservo tutt’ora e lo rileggo spesso. Quando siamo andati assieme a presentare il film alla Mostra del Cinema di Venezia, Andrea è stato molto felice e, nonostante non fosse capace di esprimerlo a parole, la sua gioia era evidente.

Quest’anno ti abbiamo visto diretto di nuovo da Salvatores in Comedians, dove interpreti un giovane aspirante comico con una vena inquietante, quasi sadica. C’è un film o un personaggio a cui ti sei ispirato?

È stato un personaggio molto complesso, una vera sfida. Non mi sono ispirato a qualcuno in particolare, ma Gabriele mi ha consigliato di vedere il film sul comico Lenny Bruce [Lenny di Bob Fosse con Dustin Hoffman, 1974], un capolavoro. Abbiamo fatto settimane di prove e abbiamo costruito un personaggio molto sfaccettato, che spero venga capito. Salvatores è un grande nel dirigere gli attori e ha una tecnica che mi piace moltissimo, da vero paraculo… Apparentemente ti lascia carta bianca, ma alla fine del film ti rendi conto che hai fatto esattamente ciò che lui desiderava!

Nel 2020 Security di Peter Chelsom, nei panni di Dario, un ragazzo coinvolto in vicende di violenza a Forte dei Marmi. Come è stato essere diretto da un regista britannico?

Inizio confessandoti che non so parlare inglese [ride]. La storia di come sono arrivato a far parte di questo film è assurda. Ero in treno e ho incontrato casualmente il produttore del film, chiacchieriamo un po’ e mi dice che Chelsom sta lavorando a un progetto dove c’è un personaggio perfetto per me. Mi convinco e vado per conoscere il regista, sicuro di dover fare un provino, ma in realtà mi sono ritrovato con Peter che, semplicemente guardandomi, mi dice: «Per me sei tu che devi fare questo film». Sono rimasto senza parole. Chelsom è un ottimo regista che ha lavorato con grandissimi attori, essere diretto da lui è stata un’esperienza molto formativa. L’unica vera difficoltà è stato il tempo, avevamo poco più di cinque settimane e abbiamo praticamente fatto tutte le scene con un solo take. Non è stato facilissimo, a volte mi sarei voluto concentrare di più sul mio personaggio, però sicuramente è stato costruttivo e divertente.

Ti abbiamo visto a Venezia 78 in La scuola cattolica di Stefano Mordini, sull’ambiente borghese che ha reso possibile il massacro del Circeo. Puoi parlarci del tuo personaggio?

Avevo fatto il provino per un altro personaggio, ma secondo Stefano non ero adatto. Non ti nego che all’inizio ci sono rimasto piuttosto male perché il film mi interessava molto e l’idea mi sembrava bella. Dopo un po’ di tempo però mi arriva una chiamata: un altro attore non poteva più partecipare e Stefano chiedeva la mia disponibilità. Ho accettato di corsa, tempo 24 ore ed ero felice sul set. Con Mordini mi sono trovato bene, è sempre molto sicuro e schietto, mi piace.

Veniamo al video di Un’altra dimensione dei Måneskin nel 2019. Grandi, fuori dalle regole, un successo internazionale. Come li hai conosciuti e che rapporto hai con loro? 

I Måneskin sono dei miei cari amici, con Damiano ero compagno di liceo e abbiamo sempre fatto parte dello stesso gruppo. Ci frequentiamo e ci vediamo tutt’ora. Il video è stata una sua proposta. Un giorno mi ha chiamato e mi ha detto: «Io cerco un attore e tu sei attore, ci conosciamo bene e la pensiamo allo stesso modo, perché non lo facciamo insieme questo video?». È stato un giorno di riprese veramente figo, con gli YouNuts alla regia, che hanno sempre girato grandi videoclip.

Se dopo di me potessi prendere un caffè con una persona per te importante, chi sceglieresti?

Una persona che stimo molto e con cui vorrei prendermi un caffè è Francesco Bruni. Ho iniziato da poco a seguirlo su Instagram e ho scoperto che, oltre ad avere un grande talento, ha anche un grande umorismo e penso che mi divertirei molto a prendere un caffè con lui, scambiandoci qualche idea o qualche pensiero buffo.

Fotografa: ROBERTA KRASNIG, Assistenti fotografa: LAURA AURIZZI ELISA MALLAMACI, Stylist: STEFANIA SCIORTINO, Abiti: Gucci, Capelli: ADRIANO COCCIARELLI@HARUMI / GIADA UDOVISI@HARUMI , Prodotti per capelli: BODY E SUN SCHWARZKOPF PROFESSIONAL, Trucco: ILARIA DI LAURO@ IDLMAKEUP

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Warner Bros. Italia, Pier Paolo Luciani executive director ci racconta tutte le novità https://www.fabriqueducinema.it/focus/warner-italia/ Tue, 13 Apr 2021 08:32:46 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=15426 Pier Paolo Luciani, Executive Director Local Productions, ci racconta cosa si prospetta nel futuro di Warner Bros. Italia tra potenzialità commerciali, sale cinematografiche e HBO Max. È tra le case di produzione e di distribuzione più famose al mondo, grazie ai suoi film e alle sue serie di successo. La Warner Bros., però, ricopre un […]

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Pier Paolo Luciani, Executive Director Local Productions, ci racconta cosa si prospetta nel futuro di Warner Bros. Italia tra potenzialità commerciali, sale cinematografiche e HBO Max.

È tra le case di produzione e di distribuzione più famose al mondo, grazie ai suoi film e alle sue serie di successo. La Warner Bros., però, ricopre un ruolo fondamentale anche all’interno dell’industria cinematografica più specificatamente italiana, per merito di prodotti sempre attenti al mercato nazionale e, di conseguenza, al pubblico che ne fa parte. E mentre grandi novità sembrano prospettarsi all’orizzonte – HBO Max vi dice qualcosa? –, Fabrique ha avuto il piacere di intervistare Pier Paolo Luciani, Executive Director Local Productions di Warner Bros. Italia, e di scoprire qualche segreto del mondo Warner. 

Il vostro catalogo cinematografico ha sempre avuto un occhio di riguardo per le produzioni italiane: da film d’autore come La dea fortuna di Ferzan Ozpetek a opere giovani con I peggiori di Vincenzo Alfieri, a scommesse (vinte) come Me contro te a hits del box office come Poveri ma ricchi. Quali caratteristiche distintive deve avere un film prodotto da Warner?

La Warner Bros. Italia ha una lunga tradizione alle spalle: negli ultimi 20 anni abbiamo prodotto circa 70 film italiani, per un totale di oltre 200 milioni di euro di box office. Nel momento in cui cerchiamo o sviluppiamo un lungometraggio, facciamo attenzione che sia un prodotto o un’idea con un potenziale commerciale e che possa incontrare il gradimento del pubblico. Tendiamo a non focalizzarci su un singolo genere o tema, ma a lavorare su un ventaglio di produzioni eterogenee con diversi target di riferimento. Grazie a un lavoro di profilazione degli utenti e di data maintenance, vagliamo sia progetti pensati a priori per il cinema, sia operazioni più particolari che crediamo possano diventare theatrical.

Accanto alla produzione cinematografica, la serialità gioca un ruolo sempre più importante nel mercato audiovisivo. Quali sono invece le politiche di Warner Italia? La serialità entrerà a far regolarmente parte delle vostre logiche produttive?

Noi stiamo lavorando a dei progetti che possono avere un potenziale di serialità anche in vista delle novità che si prospettano nel nostro futuro. WarnerMedia ha lanciato negli Stati Uniti una nuova piattaforma over-the-top, HBO Max, che sbarcherà anche in Europa. Al momento non abbiamo una data certa, ma crediamo sia importante lavorare su idee che possano, in prospettiva, servire questa nuova realtà. Tra Warner e HBO Max ci sarà osmosi, è importante essere pronti.

Warner film La scuola cattolica
“La scuola cattolica”, tratto dal romanzo di Edoardo Albinati.

Con l’avvento del Covid, l’assetto distributivo delle pellicole è stato totalmente sconvolto. Quanto la pandemia ha intaccato il vostro lavoro? Come credete che l’industria possa affrontare al meglio questa pandemia e le sue conseguenze?

La pandemia ha portato uno stravolgimento delle abitudini dello spettatore: con la chiusura delle sale cinematografiche, ci siamo tutti abituati a una fruizione domestica del film. Personalmente credo però nella centralità e nell’importanza della sala cinematografica che ha sempre dimostrato di essere un perno della nostra socialità; nonostante abbia infatti subito negli anni attacchi da nuovi supporti, nuove modalità di fruizione e da nuovi media, l’esperienza della sala è sempre rimasta vitale, spesso uscendone addirittura rafforzata. Pensare che il mercato post-Covid sarà uguale a quello che conoscevamo prima della pandemia non è certo plausibile ma questo non esclude che i diversi consumi di prodotto potranno e dovranno coesistere in modo integrato: la sala avrà sempre un ruolo di prim’ordine ma dovrà imparare a convivere con altre forme di sfruttamento. Questa sarà la vera sfida che anche noi produttori e distributori dovremo affrontare: dovremo essere capaci di intercettare i nuovi gusti degli spettatori e di invogliarli ad andare in sala, con storie diverse e sempre di alta qualità. Dovremo ragionare e valutare sempre più sulla base delle potenzialità theatrical di un prodotto.

E proprio parlando di futuro: cosa prevede nel suo futuro Warner Bros. Italia?

Al momento stiamo sviluppando e producendo molto. Dal 21 aprile sarà disponibile in digitale Non mi uccidere di Andrea De Sica, che unisce elementi da horror gotico con una linea più romance e teen. Tra i progetti già girati, ti posso citare La scuola cattolica, tratto dal romanzo di Albinati vincitore del premio Strega. È un film a cui teniamo molto, diretto da Stefano Mordini, che vanta nel cast grandissimi attori come Valeria Golino, Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, ma anche giovani leve come Benedetta Porcaroli e Giulio Pranno. Abbiamo poi pronto il secondo capitolo dei Me contro te: il primo film ha incassato quasi 10 milioni di euro. C’è poi Sulle Nuvole, storia d’amore a suon di musica, firmata da Tommaso Paradiso. In partenza, abbiamo invece il remake della commedia francese Tanguy e il nuovo film di Emanuele Crialese con Penelope Cruz, ma è ancora presto per parlarne…

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