Ivan Silvestrini Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Tue, 06 Jun 2017 15:19:04 +0000 it-IT hourly 1 “2night”: accadde una notte al Pigneto https://www.fabriqueducinema.it/cinema/recensioni/2night-accadde-notte-al-pigneto/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/recensioni/2night-accadde-notte-al-pigneto/#respond Mon, 05 Jun 2017 19:58:00 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=8673 È un venerdì sera come tanti, a Roma. I locali sono affollati, un drink tira l’altro e la parola d’ordine è divertimento. Una ragazza mora, bella e sicura di sé, avvicina uno sconosciuto attraente e taciturno e, senza giri di parole, gli propone di passare la notte insieme. Un copione canonico nelle notti della Capitale e, […]

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È un venerdì sera come tanti, a Roma. I locali sono affollati, un drink tira l’altro e la parola d’ordine è divertimento. Una ragazza mora, bella e sicura di sé, avvicina uno sconosciuto attraente e taciturno e, senza giri di parole, gli propone di passare la notte insieme. Un copione canonico nelle notti della Capitale e, per qualcuno, addirittura squallido. Tuttavia, i due giovani ignorano che il loro incontro disattenderà completamente le premesse.

2night – terzo lungometraggio di Ivan Silvestrini, ispirato all’omonimo film israeliano di Roi Werner si propone il delicato proposito di raccontare, nell’arco di una notte, la scoperta dell’intimità e l’evoluzione di un sentimento. Il risultato è un passo a due coreografato con testa e cuore, destinato a colpire tanto un pubblico giovane quanto, perché no, molto giovane.

matilde gioli protagonista di 2nightIl merito va senz’altro a una scrittura dei personaggi efficace e affatto superficiale. L’inevitabile confronto tra i due, nel corso del tragitto in macchina verso casa di lei, farà venire a galla con graduale naturalezza inquietudini e complessità. Lei, interpretata da una disinvolta e spregiudicata Matilde Gioli, sfrutta la propria sensualità per scappare da se stessa e dalle insicurezze che la terrorizzano; lui, un convincente Matteo Martari, è trincerato dietro un silenzio gonfio di angoscia e tormento.

Il loro percorso introspettivo è tutt’altro che rettilineo. Nessuno dei due vuole gettare la maschera per primo e lasciarsi guardare per ciò che è: evitano domande, cambiano argomento, discutono di film porno e profilattici extralarge. Eppure, gli estranei desiderosi di consumare la passione di una notte scopriranno di avere molto in comune, abbandonandosi infine a catartiche confessioni.

La sceneggiatura gioca in maniera accattivante la carta dell’ironia, sia nelle battute dei ragazzi sia nel toccare la problematica, tristemente familiare ai romani, delle infinite e infruttuose ricerche di parcheggi (notevole l’osservazione sui posti riservati ai disabili).

il regista ivan silvestriniSullo sfondo di dialoghi brillanti, semiseri o drammatici, ci sono il mistero e il fascino magnetico dei quartieri di Roma. Questi, che non sono i più noti, sono fotografati da Davide Manca con un gioco di chiaroscuri che non cede mai completamente il terreno al buio della notte, avvolgendo in un’atmosfera romanticamente onirica l’abitacolo del veicolo in cui i nostri protagonisti si provocano, corteggiano e scontrano.

2night, rilettura contemporanea del magnifico Before Sunrise di Linklater, è una storia semplice e profonda; senza peli sulla lingua e con qualcosa da dire. La fenomenologia dell’amore di Silvestrini possiede un buon numero di ingredienti per appassionare lo spettatore: ritmo, qualche colpo di scena e riflessioni concrete sulla generazione attuale. Infatti, non sarà difficile per tanti trentenni identificarsi negli interrogativi o nelle difficoltà relazionali di due personalità così opposte eppure così affini.

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#Festa del cinema: “2night”, i desideri e le paure dei 30enni https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/festa-del-cinema-2night-i-desideri-e-le-paure-dei-30enni/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/festa-del-cinema-2night-i-desideri-e-le-paure-dei-30enni/#respond Wed, 19 Oct 2016 07:58:34 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3684 Unico film italiano in concorso ad Alice/Panorama, “2Night” è l’opera seconda del regista romano Ivan Silvestrini che si interroga sui pensieri, i dubbi, le paure dei trentenni di oggi, attraverso l’incontro tra i due protagonisti, interpretati da Matilde Gioli e Matteo Martari, che vagano per una Roma in versione notturna. Un viaggio nella notte tra due sconosciuti, ma soprattutto […]

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Unico film italiano in concorso ad Alice/Panorama, “2Night” è l’opera seconda del regista romano Ivan Silvestrini che si interroga sui pensieri, i dubbi, le paure dei trentenni di oggi, attraverso l’incontro tra i due protagonisti, interpretati da Matilde Gioli e Matteo Martari, che vagano per una Roma in versione notturna.

Un viaggio nella notte tra due sconosciuti, ma soprattutto un viaggio alla scoperta di sé e dell’altro in una Roma liquida che lascia spazio alle parole, ai sentimenti, alle inquietudini e alle piccole manie, e che diventa galeotta di uno scambio tra individui che lasciano cadere, a poco a poco, le loro maschere e si mostrano, realmente, l’uno all’altra.

2Night si ispira all’omonimo film israeliano di Roi Werner, un esperimento di film cinema indipendente low budget perfettamente riuscito.

Leggi l’articolo completo sul Making of di 2nigth a pag. 60 del n. 12 di Fabrique

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Matteo Martari https://www.fabriqueducinema.it/magazine/cover/matteo-martari/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/cover/matteo-martari/#respond Fri, 08 Jul 2016 14:57:33 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3353 Entusiasmo, umiltà e tanta voglia di mettersi in gioco. L’attore veronese si racconta, dagli esordi nel mondo della moda ai primi passi sui set cinematografici. Matteo nasce 32 anni fa nella città di Romeo e Giulietta e oggi è uno dei talenti emergenti del cinema italiano. Nel mezzo, naturalmente, non sono mancati i colpi di […]

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Entusiasmo, umiltà e tanta voglia di mettersi in gioco. L’attore veronese si racconta, dagli esordi nel mondo della moda ai primi passi sui set cinematografici.

Matteo nasce 32 anni fa nella città di Romeo e Giulietta e oggi è uno dei talenti emergenti del cinema italiano. Nel mezzo, naturalmente, non sono mancati i colpi di scena. Per primo, il debutto davanti agli obiettivi delle più prestigiose case di moda. Ma, più che la passerella, Matteo sogna da sempre il palcoscenico, che calca per la prima volta con l’opera teatrale Un angelo è sceso a Babilonia, per la regia di Fernanda Calati.

«Sin da piccolo organizzavo messe in scena con i miei amici, e col tempo quello che era un gioco si è trasformato in un’esigenza espressiva. A 26 anni ho deciso di mettere da parte la carriera da modello per trasferirmi a Milano a studiare recitazione presso una scuola teatrale. Il corso durava in tutto quattro anni ma, terminati i primi tre, non ho accettato la borsa di studio e mi sono spostato a Roma».

Il primo set arriva nel 2014 con la webserie Under, di Ivan Silvestrini: «È stata la protagonista femminile, Valentina Bellè, a suggerire il mio nome a Ivan per il casting. Gliene sono grato perché ho lavorato benissimo con lui, in grande sintonia. Il bello della webserie è la coesione che si crea a livello di gruppo. Inoltre, il web offre grande autonomia registica e la possibilità di assecondare la propria fantasia. Prendere parte da attore a un progetto di questo tipo comporta sicuramente una responsabilità artistica, ma è un’esperienza estremamente positiva».

Cover2LOWDopo il web, è il momento delle fiction e, finalmente, del cinema. In televisione Matteo ha recitato accanto a Miriam Leone in Non uccidere e con Luisa Ranieri in Luisa Spagnoli, nel ruolo di Giovanni Buitoni. Sul grande schermo, lo abbiamo visto nella commedia “esistenziale” La felicità è un sistema complesso di Gianni Zanasi e lo vedremo nel provocatorio film indipendente 2night, ancora per la regia di Silvestrini. «Ho partecipato a progetti molto interessanti e diversi fra loro. Dove non c’erano fondi, c’erano passione, spirito di comunità e voglia di fare. Lavorando con grandi professionisti come Valerio Mastandrea, ho scoperto persone fantastiche, sempre disponibili a darmi consigli. Giovanni Buitoni è stato probabilmente la figura più complessa che ho affrontato. Aveva un carattere molto lontano dal mio, ma mi son ritrovato nella sua intraprendenza e determinazione, spesso scambiate per arroganza».

Esperienze poliedriche ed eterogenee, in ogni campo artistico: «Il web, la TV e il cinema sono affini tra loro sotto numerosi aspetti. Quello della moda è un mondo a sé. La fotografia, per definizione, è statica. Negli scatti c’è un finto movimento che il fotografo riesce a catturare e che il pubblico percepisce come dinamico. Sul set, tutt’altro discorso: bisogna ricercare una propria fisicità per il lavoro sul personaggio. Io sono arrivato davanti alle telecamere con una preparazione teatrale e la relazione con lo spettatore cambia profondamente, tra cinema e teatro. Tuttavia, grazie al lavoro come modello, ho superato subito lo scoglio dello “shock da obiettivo”».

Quali progetti ti aspettano? «Spero di continuare con la settima arte. Non ho un genere preferito o di riferimento. Adoro il cinema di Charlie Chaplin e di Ettore CoverLOW3Scola, ma sono tanti i registi che hanno saputo colpirmi raccontando storie eccezionali. Se dovessi indicare il ruolo dei miei sogni, direi Tony Montana in Scarface: Al Pacinosi è calato nei panni del personaggio per ben otto mesi della sua vita! Il cinema, inoltre, offre un a
pproccio profondo al lavoro dell’attore e allo stesso tempo più rischioso, rispetto, ad esempio, alla televisione, fatta di tempistiche serrate. Ma è proprio rischiando che, spesso, si ottengono le cose migliori».
Credi che esista un futuro, in Italia, per le nuove promesse come te? «Il nostro paese ha rappresentato il cinema per tanti anni e spero che potremo avere la nostra rivincita, in quel ruolo. In questo momento in Italia c’è un’interessante ripresa; è un buon momento per i giovani talenti e non c’è bisogno di scappare. Uno degli aspetti migliori del lavoro nella moda è che mi ha offerto la possibilità di girare il mondo. Proprio perché ho viaggiato molto mi son fatto l’idea che andare all’estero debba essere una scelta dettata dalla ricerca e dalla voglia di sfide, non dalla mancanza di alternative. Ciascuno è il motore della propria vita; restare o meno dipende dalle proprie aspirazioni».

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The Pills secondo Ivan Silvestrini https://www.fabriqueducinema.it/cinema/recensioni/the-pills-secondo-ivan-silvestrini/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/recensioni/the-pills-secondo-ivan-silvestrini/#respond Sat, 23 Jan 2016 14:54:45 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=2563 È appena uscito nelle sale The Pills – Sempre meglio che lavorare, decisamente imperdibile per i fan degli eroi di Giardinetti. Luca Vecchi mette su un racconto contemporaneo (iper-citazionista come piace a voi) e a tratti straziante sull’inesorabile fine dell’adolescenza, impossibile non sentire che dentro di noi c’è almeno un po’ di Luigi e le sue […]

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È appena uscito nelle sale The Pills – Sempre meglio che lavorare, decisamente imperdibile per i fan degli eroi di Giardinetti.

Luca Vecchi mette su un racconto contemporaneo (iper-citazionista come piace a voi) e a tratti straziante sull’inesorabile fine dell’adolescenza, impossibile non sentire che dentro di noi c’è almeno un po’ di Luigi e le sue turbe, davvero sorprendente la prova attoriale di Matteo.

Aggiungete il meglio della musica hipster contemporanea da uno splendido brano (no spoiler) dei Thegiornalisti a due azzeccatissime ballate di Calcutta e ne uscirà fuori un cocktail davvero alternativo a ciò che di solito viene prodotto al cinema in Italia. Quando ci si mette tanto cuore è difficile essere clinicamente impeccabili, i The Pills hanno voluto essere generosi, forse troppo, ma non riesco a fargliene una colpa. Quindi daje.

regista di Monolith, Come non detto, Under, Una grande famiglia – 20 anni prima

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Arrivano gli showrunners! https://www.fabriqueducinema.it/serie/recensioni-tv-serie-tv/arrivano-gli-showrunners/ https://www.fabriqueducinema.it/serie/recensioni-tv-serie-tv/arrivano-gli-showrunners/#respond Fri, 24 Jul 2015 15:39:50 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=1751 Nel nuovo panorama della serialità italiana si sta imponendo la figura anglosassone dello showrunner, l’autore o il gruppo di autori che seguono una serie dalla scrittura fino ai più piccoli dettagli produttivi. In Italia l’esempio di maggior successo è 1992, ma ci sono realtà più piccole che stanno scommettendo su questo paradigma. Una di queste […]

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Nel nuovo panorama della serialità italiana si sta imponendo la figura anglosassone dello showrunner, l’autore o il gruppo di autori che seguono una serie dalla scrittura fino ai più piccoli dettagli produttivi. In Italia l’esempio di maggior successo è 1992, ma ci sono realtà più piccole che stanno scommettendo su questo paradigma. Una di queste è Io tra 20 anni, spinoff web della serie Una grande famiglia. Fabio Paladini e Sara Cavosi, i due giovanissimi showrunner della Cross produzioni che l’hanno curata, ci raccontano la loro esperienza.

Sara, sei appena uscita dal Centro Sperimentale di Roma e ti sei subito trovata in questo progetto ambizioso. Come sei approdata a Io tra 20 anni?

S: Avevo saputo che alla Cross stavano cercando una figura giovane, uno sguardo femminile, e così ho deciso di inviare il mio curriculum e alcuni miei scritti. Fabio già lavorava lì (tra l’altro ho scoperto che anche lui aveva letto le mie cose, le ho trovate in un cassetto!). Dopo un colloquio ho iniziato, e già allora il progetto era nell’aria: la Rai voleva sperimentare con una serie che raccontasse i personaggi della serie principale, vent’anni prima. Ricordo una riunione in produzione insieme alla Rai e a Ivan Silvestrini: Ivan ha spiegato che cercava una ragazza da affiancare a Fabio ed «eccola, ce l’abbiamo!», hanno risposto. Per me è stato un battesimo.

Quindi iniziate subito a lavorare insieme al regista della serie, Ivan Silvestrini, e allo showrunner della serie principale, Ivan Cotroneo.

S: Silvestrini ha subito creato un team che funzionava, facendoci sentire che eravamo importanti, che il progetto sarebbe stato “nostro”, di tutti e tre. Cotroneo ci ha seguito nell’ideazione delle puntate perché tiene tantissimo a Una grande famiglia, e hai suoi personaggi. Poi, in un secondo momento, ci ha lasciati molto più liberi.
F: Sì, ci siamo trovati a lavorare con questi elementi: verticalità, casa sull’albero, capsula del tempo, personaggi di una grande famiglia.

Parlando di questi elementi, da cosa nasce l’idea della capsula del tempo?

F: Da Ivan, e questo è un aneddoto divertente. Lui ha una figlia, per cui un giorno arriva e ci dice tutto entusiasta: «Ho visto Peppa Pig, in una puntata c’è una capsula del tempo, facciamolo anche noi!», e l’abbiamo fatto!

Dopo il percorso di scrittura, a differenza di quello che succede di solito, avete seguito il regista anche nella produzione e addirittura sul set.

S: Il momento più folle è stato forse al tecnopolo, dove abbiamo girato gli interni della casa sull’albero. Ci avevano assicurato che ci sarebbe stato il wifi, invece non c’era e noi dovevamo fare dei cambiamenti da inviare di corsa alla produzione… Abbiamo dovuto disperatamente cercare una connessione internet! Il ritmo era molto serrato.

F: Si è girato tutto in sei giorni. È stato molto divertente.

Questo coinvolgimento per tutta la fase produttiva e di riprese, come ha influito sul copione che avevate scritto?

F: Ivan ci ha voluto con lui a seguire i casting sin dal primo momento.

S: Il caso sicuramente più interessante è stato quello di Marta Jacquier. Quando l’abbiamo vista ci ha colpito subito, sia noi che Ivan la volevamo nella serie. Il personaggio inizialmente era molto più svampito di com’è lei: Marta ha uno sguardo molto consapevole, maturo. Quando l’abbiamo vista ai provini, abbiamo deciso di ricalibrare il personaggio su di lei e ha funzionato.

F: Siamo stati responsabili di scelte importanti, che vanno al di là del solito lavoro dello sceneggiatore: trattandosi sempre di una webserie (anche se per essere una webserie ha un impianto solido), è una di quelle situazioni in cui ti trovi a dover fare un po’ tutto: ci siamo trovati a dover girare i contributi extra per il portale, come le clip in cui si presentavano i personaggi, perché in sei giorni Ivan non poteva seguire tutto. E allora ci siamo armati di telecamera, siamo andati e abbiamo girato.

S: E poi se sei sul set gli attori vengono da te…

F: “Come devo dire questa battuta, quest’altra non mi torna…”. È un tipo di lavoro molto interessante, nuovo, per chi viene da una preparazione classica.

Fabio, tu in particolare vieni da una formazione ibrida, di sceneggiatore televisivo da una parte e di filmmaker web dall’altra.
F: Ho frequentato il Centro Sperimentale di Milano, poi sono venuto a Roma e da lì ho iniziato a lavorare in reparti di scrittura. Ho vissuto una certa flessione del mercato televisivo rispetto a Sara, perché ho iniziato a lavorare a Roma nel 2007 e fino al 2010 la situazione a livello lavorativo era molto diversa, c’erano produzioni che investivano su giovani sceneggiatori perché producevano lunga serialità consolidata. Dopo è cambiato tutto. Io però ho anche una formazione di filmmaking, e a un certo punto ho deciso di investire sul web. A posteriori mi rendo conto che è stato un po’ tutto questo a portarmi dove sono adesso. Se non avessi fatto Soma [la webserie di cui ha firmato i primi due episodi, premiata con cinque awards al LosAngelesWebFest] non avrei conosciuto Ludovico Bessegato [della CROSS production, la produzione dietro a Io tra 20 anni].

Com’è successo?

F: Un giorno un’amica comune mi dice: «Dovresti farti due chiacchere con Ludovico». Ci siamo presi un caffè e gli ho parlato dei miei progetti da filmmaker, così chiacchierando ha scoperto che in realtà venivo dalla televisione più classica, non ero solo il filmmaker fricchettone che faceva i fantathriller! Da lì ho iniziato a lavorare con lui. Avevo scritto delle puntate anche di prima serata, ad esempio quando lavoravo su La Squadra, però ecco, ero sempre stato un autore di puntata, mai curatore di un’intera serie.

Dopo questa esperienza, voi invece come vi vedete tra vent’anni?
F: Io starò pagando l’università a mio figlio, che adesso ha due mesi! Mi piacerebbe continuare a lavorare con questo sistema, a essere showrunner e scrivere belle serie.

 S: Ho in mente anche il cinema, vorrei scrivere un film. Ma le possibilità di racconto che ti dà una serie mi affascinano. Siamo cresciuti con le serie internazionali, spero che un giorno potrò dire di averne scritta una anche io.

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Cortometraggio 2015: vincitori https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/cortinametraggio-2015-vincitori/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/cortinametraggio-2015-vincitori/#respond Sun, 22 Mar 2015 15:40:54 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=1184 Tutti i premi assegnati al festival di Cortina, fra cui il premio “Fabrique du Cinéma” al regista più giovane. CORTICOMEDY Premio “Noi di Cortina Juniores” a “Doppia luce” di Laszlo Barbo – ritira il premio Laszlo Barbo Premio “Noi di Cortina Cortinametraggio 2015” a “L’uomo senza paura” di Francesca Marino  – ritirano il premio Francesca […]

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Tutti i premi assegnati al festival di Cortina, fra cui il premio “Fabrique du Cinéma” al regista più giovane.

CORTICOMEDY

Premio “Noi di Cortina Juniores” a “Doppia luce” di Laszlo Barbo – ritira il premio Laszlo Barbo

Premio “Noi di Cortina Cortinametraggio 2015” a “L’uomo senza paura” di Francesca Marino  – ritirano il premio Francesca Marino e Tommaso Renzoni

Premio alla migliore colonna sonora – deciso dagli Spritz for Five a “Doppia luce” di Laszlo Barbo – ritira il premio Laszlo Barbo

“La colonna sonora di ‘Doppia Luce’ risulta vincente sia per la sua abilità di innestarsi con disarmante naturalezza tra un’immagine e l’altra sia per l’appeal di scelte formali dal sapore internazionale. Suoni e immagini collocano ‘Doppia luce’ in un solco di genere ben definito, suscitando nello spettatore, fin dai primi fotogrammi, tutta una serie di aspettative di repertorio, mai disattese. Il risultato è un prodotto made in Italy che ha il fascino patinato dei crime drama americani. La qualità cristallina del suono, l’uso misurato di certa effettistica elettronica e un buon lavoro di spazializzazione concorrono a sviluppare un impianto audio perfettamente aderente al dipanarsi delle immagini. Suoni e immagini collimano alla perfezione palleggiandosi la narrazione in una dialettica senza soluzione di continuità”.

Menzione speciale a “Rose rosse” di Sole Tonnini

“Una menzione speciale va alla colonna sonora di Rose Rosse, la quale non solo amplifica i drammi nevrotici dei personaggi, ma si fa essa stessa veicolo di significato, talvolta stravolgendolo. La relazione, ora sinergica ora antitetica, tra suono e immagine dà vita a una narrazione transensoriale di rara efficacia”

Premio al regista più giovane assegnato da Fabrique du Cinéma a “Light Blue” di Leopoldo Dondena – ritira il premio Leopoldo Dondena consegnato da Sonia Serafini

“Per aver saputo raccontare in pochi fotogrammi la realtà dei giovani d’oggi”.

Premio Cinemaitaliano.info ai migliori dialoghi a “Gran Finale” di Valerio Groppa – ritira il premio Valerio Groppa

“Gran Finale è stato scelto per la scorrevolezza e la puntualità, per una non invadenza sulle immagini e per la capacità di creare situazioni, battute e risate. Commedia!”

PREMIO RAIMOVIE a “Il serpente” di Nicola Prosatore consegnato da Leopoldo Santovincenzo

“Per aver riletto con originalità’ le atmosfere di genere destrutturando, attraverso uno slittamento temporale, il racconto tradizionale e calando la storia in un contesto provinciale al contempo ordinario e inquietante; sceneggiatura perfettamente calibrata sui tempi brevi del cortometraggio ed eccellente il lavoro sulle luci”.

Premio al miglior attore Francesco Di Leva de “Il serpente” di Nicola Prosatore

“voto dato all’unanimità perché si è scelto di premiare un giovane talento del cinema italiano, in piena linea con la filosofia di Cortinametraggio, da sempre fucina di artisti e realtà emergenti”.

Premio alla miglior attrice Jun Ichikawa de “Il muso giallo” di Pierluca Di Pasquale – ritira il premio Pierluca Di Pasquale

“scelta presa all’unanimità, con il desiderio di premiare un’artista emergente, in piena sintonia con il festival che da sempre dà spazio a nuovi talenti del cinema italiano”.

Premio RaiCinemaChannel.it Lab al corto più web a “D.U.G.U. Dietro un grande uomo” di Michela Andreozzi – ritira il premio Max Vado

“il corto racconta in maniera fresca, ma con un ritmo classico, due urgenze diverse di raggiungere un obiettivo messe a confronto. Una sapiente commistione di cinema-verità e venature pop che invita a non rassegnarsi ai mali del paese. Una ventata di ottimismo contro tutti gli alibi”.

PREMIO LIME FILM MIGLIOR CORTO ASSOLUTO CORTINAMETRAGGIO 2015 (3000 euro) a “Thriller” di Giuseppe Marco Albano – ritira il premio Giuseppe Marco Albano

“Un sapiente racconto di genere con un’idea centrale forte. Un ribaltamento di prospettive che sa sorprendere e non limita il corto a un mero esercizio di puro virtuosismo”.

INSTAGRAM

Premio GoodFellas al miglior video Instagram “Uno di troppo” di Fertylize – ritira il premio Fertylize

BOOKTRAILER

AMIGDALA BOOKTRAILER AWARD a Leonardo D’Agostini, realizzatore del “Tu e nessun’altra” di Claudia Zanella.

“al regista che ha saputo realizzare un prodotto innovativo, coerente con lo stile dell’opera letteraria, di qualità tecniche ed artistiche cinematografiche, versatile e fruibile sulle piattaforme digitali”.

PREMIO RAI CINEMA per la qualità cinematografica del booktrailer “La regola dell’equilibrio” di Gianrico Carofiglio, diretto da Francesco Carofiglio

per essere riuscito a trasformare in immagini intense la parola scritta, estrapolando da un romanzo la sua essenza e il suo potenziale visivo”.

PREMIO RAI5 per la comunicazione del libro (1000 euro) “Settimo piano” di Lorenza Tonali – ritirato da Lorenza Tonali

“per la sua capacità di affrontare con sincerità e intensità un tema fondamentale e delicato senza cedere a facili tentazioni retoriche, anche grazie ad un utilizzo intelligente del linguaggio dell’animazione”.

WEB-SERIES

PREMIO ALLA MIGLIORE SCENEGGIATURA DATO DA D.N.A. CULTURA “Tutte le ragazze di una certa cultura” di Felice Valerio Bagnato

per la ricchezza e brillantezza dei dialoghi e per un’inconsueta e profonda analisi dei personaggi”.

Premio al miglior attore Edoardo Ferrario in “Esami” di Matteo Keffer e Maurizio Montesi – ritira Edoardo Ferrario

“per la simpatica versatilità e l’intelligente duttilità che ha dimostrato nel raccontare personaggi “Gogoliani” alle prese con il farraginoso sistema culturale italiano”.

Premio alla migliore attrice Federica Brenda Marcaccini de “Tutte le ragazze con una certa cultura” di Felice Valerio Bagnato – ritira Federica Brenda Marcaccini

“per l’affascinante intensità della quale ha pervaso le fragilità esistenziali di una giovane ai giorni d’oggi”.

Premio alla miglior regia a “Milano Underground” di Giovanni Esposito

“per l’originalità del format Milano Underground, declinabile in ogni città d’Italia e del mondo, per la forza di una regia cinematografica di qualità e che si fonde alla perfezione con il linguaggio contemporaneo, esaltando le specificità del web”.

PREMIO RAI4 consegnato da Leopoldo Santovincenzo a “Tutte le ragazze con una certa cultura” di Felice Valerio Bagnato – ritira Felice Valerio Bagnato

“costruita come una raccolta di strisce a fumetti, la serie allinea una brillante galleria di ritratti tra alienazione e stoicismo, adeguati allo spirito dei tempi. Distante, per scelte estetiche e narrative, tanto dal cinema quanto dalla fiction televisiva, è un piacevole esempio di come si possono esplorare senza soggezioni e con divertimento i nuovi formati”.

PREMIO RAIFICTION PER LA MIGLIORE WEB-SERIE “Milano Underground” di Giovanni Esposito – ritira il premio Giovanni Esposito

“per l’originalità del format Milano Underground, declinabile in ogni città d’Italia e del mondo, per la forza di una regia cinematografica di qualità e che si fonde alla perfezione con il linguaggio contemporaneo, esaltando le specificità del web”.

PREMIO SNGCI ALLA MIGLIORE WEB-SERIE “Under” di Ivan Silvestrini, segnalazione “Esami” di Matteo Keffer e Maurizio Montesi

Tra le web series dell’anno riceve una speciale menzione “Esami” di Matteo Keffer e Maurizio Montesi “per il linguaggio corrosivo che fotografa ogni ‘esame’ trasformandolo in un inevitabile successo virale”.

PREMI SPECIALI

Premio Fedeltà a Paolo Genovese

Premio attore rivelazione dell’anno Marco Palvetti

Premio a Margherita Buy

Premio a Laura Delli Colli

Premio a Maddalena Mayneri

Premio SNGCI al corto “Mala Vita” di Angelo Licata

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