Giuseppe Tornatore Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Thu, 11 May 2017 16:53:29 +0000 it-IT hourly 1 2016 al via: gli italiani al box office https://www.fabriqueducinema.it/cinema/incassi/2016-al-via-gli-italiani-al-box-office/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/incassi/2016-al-via-gli-italiani-al-box-office/#respond Wed, 03 Feb 2016 16:30:05 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=2614 Nel 2016 ci saranno le Olimpiadi di Rio, il transito di Mercurio e a quanto pare i nati sotto il segno del Leone godranno di grandi fortune. Insomma tutta una serie di questioni importanti, ma per noi cinefili assolutamente secondarie e trascurabili. Le nuove uscite, gli immancabili ritorni e gli assenti, questo prima di tutto. […]

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Nel 2016 ci saranno le Olimpiadi di Rio, il transito di Mercurio e a quanto pare i nati sotto il segno del Leone godranno di grandi fortune. Insomma tutta una serie di questioni importanti, ma per noi cinefili assolutamente secondarie e trascurabili. Le nuove uscite, gli immancabili ritorni e gli assenti, questo prima di tutto.

Il 2016 è cominciato all’insegna dei grandi nomi, in cartello tante novità per tutti i gusti. Film comici, commedie americane, stelle del firmamento contemporaneo e blockbuster: che abbiate un palato più o meno raffinato non avrete scuse per non portare il/la vostro/a ragazzo/a al cinema di sabato sera. Ma parliamo di numeri e vediamo come stanno andando le cose nelle sale italiane in questo inizio d’anno.

Quarto film per il nuovo fenomeno dei botteghini Checco Zalone. Uscito nei cinema il 1 gennaio 2016, Quo vado? per la regia di Gennaro Nunziante, è il grande record del Bel Paese. Con 7 milioni di euro (oltre 930.000 spettatori) è il film che ha incassato di più nel suo primo giorno nei cinema italiani. Per farsi un’idea, Star Wars – Il risveglio della forza, ha incassato solo 1,8 milioni di euro. Una buona dose di comicità, satira e ironia unite a un’inusuale e costosa operazione di marketing, che in questo caso semplicemente hanno funzionato. Alla quinta settimana di programmazione, l’osannato comico barese perde il primo posto in classifica e si “ferma” a 63,6 milioni complessivi. Insomma “soldi a catinelle” per Checco nazionale.

Ottimo risultato anche per la coppia Carlo Verdone-Antonio Albanesi, che con L’abbiamo fatta grossa ha vinto il box-office di sabato scorso, chiudendo il weekend sopra i tre milioni. Buone notizie anche per un altro binomio tutto italiano: Vincenzo Salemme-CarloBuccirosso. Il duetto della comicità partenopea conquista le sale di questo weekend: Se mi lasci non vale raccoglie ben 1,8 milioni complessivi.

Tre anni dopo l’inatteso boom de La migliore offerta (9 milioni di euro d’incasso, sei David, sei Nastri, 4 Ciak d’Oro e un European Film Awards) torna al cinema anche il maestro Giuseppe Tornatore. La corrispondenza, dramma amoroso surreale, incassa nelle prime settimane di programmazione 2,5 milioni di euro: tutto sommato un buon risultato.

Le produzioni italiane più piccole stentano a reggere il confronto con i colossi del cinema italiano e internazionale. Parliamo dell’esordio cinematografico dei The Pills, paladini di YouTube e dell’immobilismo post-adolescenziale a tutti i costi, come da loro stessi dichiarato. Un seguito fortemente territoriale quello dell’ensemble comico romano, che con Sempre meglio che lavorare tenta di superare i confini del Tevere. I pupilli di Valsecchi incassano dopo la prima settimana di programmazione 357 mila euro. Da segnalare anche la commedia corale di Laura Morante, Assolo. L’opera prima italo-francese dell’attrice, Ciliegine, era una riuscita prova dell’abilità della Morante anche alla regia, capace di alternare cliché drammatici a una sana dose di leggerezza. Assolo, invece, non convince il pubblico e, complice la concorrenza, guadagna complessivamente 1,5 milioni con percentuali in discesa settimana dopo settimana.

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La corrispondenza https://www.fabriqueducinema.it/cinema/recensioni/la-corrispondenza/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/recensioni/la-corrispondenza/#respond Mon, 18 Jan 2016 14:32:41 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=2547 I mondi creati da Giuseppe Tornatore sono costituiti da luoghi che vogliono essere simboli e sintesi di alcuni dei sentimenti umani primari. È così che una fusione di più paesini siciliani diventa in Nuovo Cinema Paradiso l’immaginario Giancaldo, trasformandosi nel paese natale di noi tutti e che a tutti manca, e l’isola di San Giulio […]

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I mondi creati da Giuseppe Tornatore sono costituiti da luoghi che vogliono essere simboli e sintesi di alcuni dei sentimenti umani primari. È così che una fusione di più paesini siciliani diventa in Nuovo Cinema Paradiso l’immaginario Giancaldo, trasformandosi nel paese natale di noi tutti e che a tutti manca, e l’isola di San Giulio sul Lago d’Orta diviene ne La corrispondenza il suggestivo Borgo Ventoso, luogo dell’assenza, quella di Ed (Jeremy Irons), che dopo un’appassionata frequentazione con Amy (Olga Kurylenko) sparisce lasciando dietro di sé, secondo un determinato ordine, messaggi e video all’amata.

Utilizzare un posto esistente e privarlo del proprio vero nome è un’operazione in linea con l’intento massimo degli ultimi due lavori di Tornatore, cioè quello di sprovincializzarsi e dar vita a opere universali grazie non solo all’uso della lingua inglese ma soprattutto alla neutralità dei contesti. Si tratta però di un processo che è un’arma a doppio taglio, perché basta un punto di troppo di neutralità per far percepire un lieve senso di artificiosità.images2

Va però detto che dietro quest’approccio scenografico al paesaggio c’è il giusto intento di far muovere i personaggi all’interno di uno spazio fuori dal tempo, nel quale la dimensione temporale è appunto sostituita da quella nostalgica, tanto cara al regista di Bagheria, qui ancora più accentuata dalla fotografia fredda di Fabio Zamarion. La nostalgia, d’altronde, è soltanto una delle tante possibili conseguenze dell’irraggiungibilità, e gli ultimi due film del nostro sono racconti riguardanti desideri il cui appagamento è quasi bunuelianamente rinviato e mai davvero raggiunto: così come nel precedente La migliore offerta assistevamo a un’impossibile comunicazione materiale tra un uomo e una donna, qui ci troviamo di fronte all’apparente insensatezza di un amore a distanza in cui l’oggetto del desiderio è sempre più sfuggente e fondamentalmente non disponibile al tatto. E quando qualcosa di fortemente desiderato non viene conquistato, solitamente nel nostro pensiero viene spiritualizzato, reso un’ombra priva di materia.

La-corrispondenza 1Nei film di Tornatore, infatti, i personaggi spesso e volentieri si trasformano in fantasmi, ricordi, a volte proprio in quanto deceduti (come in Una pura formalità). Viene allora a crearsi un rapporto tra i protagonisti e un mondo altro, un effettivo dialogo con un aldilà non religioso ma laico, soprattutto nel caso di questo film, in cui Irons interpreta un professore di astrofisica, dedito in particolare allo studio delle tracce che le stelle morenti lasciano dietro di sé per miliardi di anni, apparendo visibili a noi, terrestri e viventi, nonostante non esistano più. Difatti non sbaglieremmo se definissimo quello di Tornatore un “romanticismo scientifico”, dato che il poetico rapporto tra Amy e il suo amato/stella personale è fondato sugli studi degli astri.

La presenza, invece, delle moderne tecnologie che il professore adopera per comunicare con Amy non serve tanto a contestualizzare il film nella cornice dei nostri tempi ultratecnologici, ma piuttosto a dare al regista un pretesto per confinare la sua protagonista nell’ambito di un isolamento dai tratti masochistici: quanto, ci fa chiedere l’autore, è possibile continuare a farsi del male amando uno schermo, un simulacro, un’immagine sul monitor di una persona amata e desiderata? Quanto è sano? Da parte del professor Ed, che è il “regista” della situazione, c’è forse anche una punta di sadismo nel lasciare che l’amore della sua vita, la “spettatrice”, stia ad attendere, agognante, i suoi segnali, mentre Amy ha in sé una componente masochistica che si esprime metaforicamente – e probabilmente in maniera fin troppo manifesta – attraverso il suo lavoro di stuntwoman, che la fa morire di continuo, anche se per finta.

Questa pulsione di morte è in Amy inconsciamente legata alla convinzione di poter espiare il senso di colpa verso il padre, scomparso a causa sua in un incidente stradale, e non è un caso che il professore prenda la forma di una figura paterna in sostituzione di quel genitore venuto tragicamente a mancare. I due amanti pertanto si compensano e si completano a vicenda: lei vorrebbe annientarsi, annichilirsi nell’illusione rischiando di perdere del tutto il contatto con la realtà, mentre in lui è talmente tanto intenso il desiderio di non morire per continuare all’infinito ad amare/desiderare/vivere, da invocare una volontà di persistenza nel futuro e nella mente delle persone dalle reminiscenze quasi foscoliane.

Alla base di tutto, comunque, c’è il rifiuto dell’idea della fine, la quale viene allontanata temporaneamente soltanto dalla forza del cinema stesso, dalla sua capacità di imprimere su uno schermo dallo spessore quasi nullo – proprio come avviene nei video del professore – simulacri, ombre di esseri umani che vivono e che sono vissuti nella speranza infinita di non essere dimenticati.

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di Andrea Di Iorio,

regista e sceneggiatore

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