Gianni Zanasi Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Fri, 01 Apr 2022 17:37:47 +0000 it-IT hourly 1 Troppa grazia e la Madonna laica di Gianni Zanasi https://www.fabriqueducinema.it/cinema/nuove-uscite/troppa-grazia-e-la-madonna-laica-di-gianni-zanasi/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/nuove-uscite/troppa-grazia-e-la-madonna-laica-di-gianni-zanasi/#respond Thu, 22 Nov 2018 08:52:55 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=11862 Presentato al Festival di Cannes, per la Quinzaine des Réalisateurs, Troppa grazia si è aggiudicato il premio Label Europa Cinema nell’edizione del 2018. Arriva nei cinema italiani il 22 novembre portando una ventata di misticismo laico amalgamato a una commedia agrodolce su una storia semplice. Lucia, Alba Rorhwacher, è una geometra circondata da piccoli e […]

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Presentato al Festival di Cannes, per la Quinzaine des Réalisateurs, Troppa grazia si è aggiudicato il premio Label Europa Cinema nell’edizione del 2018. Arriva nei cinema italiani il 22 novembre portando una ventata di misticismo laico amalgamato a una commedia agrodolce su una storia semplice. Lucia, Alba Rorhwacher, è una geometra circondata da piccoli e grandi problemi di ogni giorno. Vive con una figlia adolescente da mantenere tutta sola perché il suo ex-compagno dalle pretese labirintiche e i modi tendenzialmente violenti, Elio Germano, ha fatto il suo tempo in casa loro.

Mentre il lavoro va e viene, il padre di Lucia, omino con la saggezza tra le nuvole, è invece uno di quei sessantenni un po’ assenti perché curiosamente assorbiti da tastiere e comunicazione social. L’onda buona arriva con la commissione su un terreno da misurare prima che partano i lavori di costruzione. In questo campo dorato che l’autore Gianni Zanasi raffigura come un Eden sospesa tra città e natura avverrà lo strano incontro destinato a cambiare la vita di Lucia.

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Vedere la Madonna che ti indica una misteriosa missione, per di più contro i tuoi stessi interessi lavorativi non è il massimo. Sta proprio tra questi due estremi la molla tirata da Zanasi per costruire la sua commedia. «Il sentimento improvviso e fuori luogo del Mistero, e la nostra vita che lo sfiora in modo anche banale: il mistero immobile e potente da una parte, e il “giorno per giorno” friabile e confuso dall’altra» ha spiegato lo stesso regista recentemente. «Le domande profonde che sentiamo, le risposte scomposte e improvvisate che diamo e ancora di più quelle che evitiamo. La verità e la menzogna». La Madonna, una giovane scambiata inizialmente per profuga da Lucia, ha il volto giovane, iconografico ma allo stesso tempo molto moderno dell’attrice israeliana Hadas Yaron.

Gli scambi con Lucia prendono diverse pieghe, come quelli reali tra due donne. Proprio per questo, il dubbio di lei sulla sua sanità mentale contamina anche lo spettatore. Questi incontri saranno frutto di un esaurimento da stress o di una reale Volontà Divina? «Questo non è, evidentemente, un film di tema religioso, perché non è un film sulla capacità di credere in Dio oppure no» ha chiarito Zanasi. «È un film sulla capacità di Credere Ancora, nonostante il nostro non essere più bambini. Di sentire, di immaginare».

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Sicuramente Zanasi sceglie l’anonimato della provincia laziale, ambientazione della storia, per permettere la totale emersione alle anime dei suoi personaggi. Un po’ come quelle scenografie teatrali profondamente nere, ci pone di fronte a fragilità e potenzialità di Lucia: la Madonna costituisce l’ostacolo/leva per sbocciare da una crisalide. Attraverso il lavoro visivo, la dimensione natura ci porta tra colori brillanti e luci fortemente estive nell’Eden di sospensione che contrasta con le geometrie urbane semplici, slavate, e gli interni casalinghi dai colori caldi e acidi a rincorrersi, sfondo per i litigi con l’ex e gli scambi più animati con la Madonna.

La narrazione risulta semplice come una parabola di periferia. I toni tenui della commedia agrodolce non spingono a sentimenti né sentimentalismi estremi, ma la sospensione d’incompletezza nel quadrare il cerchio della storia rimane, come quella fragilità della protagonista che la Madonna vuole convertire in forza profetica. Così, al cinema, al netto di madonnine e profezie, si resta con un paio d’ore di film mediamente godibile e molto ben confezionato per un pubblico più alla ricerca dell’originalità di una storia che alla sua emozionalità dirompente.

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Matteo Martari https://www.fabriqueducinema.it/magazine/cover/matteo-martari/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/cover/matteo-martari/#respond Fri, 08 Jul 2016 14:57:33 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3353 Entusiasmo, umiltà e tanta voglia di mettersi in gioco. L’attore veronese si racconta, dagli esordi nel mondo della moda ai primi passi sui set cinematografici. Matteo nasce 32 anni fa nella città di Romeo e Giulietta e oggi è uno dei talenti emergenti del cinema italiano. Nel mezzo, naturalmente, non sono mancati i colpi di […]

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Entusiasmo, umiltà e tanta voglia di mettersi in gioco. L’attore veronese si racconta, dagli esordi nel mondo della moda ai primi passi sui set cinematografici.

Matteo nasce 32 anni fa nella città di Romeo e Giulietta e oggi è uno dei talenti emergenti del cinema italiano. Nel mezzo, naturalmente, non sono mancati i colpi di scena. Per primo, il debutto davanti agli obiettivi delle più prestigiose case di moda. Ma, più che la passerella, Matteo sogna da sempre il palcoscenico, che calca per la prima volta con l’opera teatrale Un angelo è sceso a Babilonia, per la regia di Fernanda Calati.

«Sin da piccolo organizzavo messe in scena con i miei amici, e col tempo quello che era un gioco si è trasformato in un’esigenza espressiva. A 26 anni ho deciso di mettere da parte la carriera da modello per trasferirmi a Milano a studiare recitazione presso una scuola teatrale. Il corso durava in tutto quattro anni ma, terminati i primi tre, non ho accettato la borsa di studio e mi sono spostato a Roma».

Il primo set arriva nel 2014 con la webserie Under, di Ivan Silvestrini: «È stata la protagonista femminile, Valentina Bellè, a suggerire il mio nome a Ivan per il casting. Gliene sono grato perché ho lavorato benissimo con lui, in grande sintonia. Il bello della webserie è la coesione che si crea a livello di gruppo. Inoltre, il web offre grande autonomia registica e la possibilità di assecondare la propria fantasia. Prendere parte da attore a un progetto di questo tipo comporta sicuramente una responsabilità artistica, ma è un’esperienza estremamente positiva».

Cover2LOWDopo il web, è il momento delle fiction e, finalmente, del cinema. In televisione Matteo ha recitato accanto a Miriam Leone in Non uccidere e con Luisa Ranieri in Luisa Spagnoli, nel ruolo di Giovanni Buitoni. Sul grande schermo, lo abbiamo visto nella commedia “esistenziale” La felicità è un sistema complesso di Gianni Zanasi e lo vedremo nel provocatorio film indipendente 2night, ancora per la regia di Silvestrini. «Ho partecipato a progetti molto interessanti e diversi fra loro. Dove non c’erano fondi, c’erano passione, spirito di comunità e voglia di fare. Lavorando con grandi professionisti come Valerio Mastandrea, ho scoperto persone fantastiche, sempre disponibili a darmi consigli. Giovanni Buitoni è stato probabilmente la figura più complessa che ho affrontato. Aveva un carattere molto lontano dal mio, ma mi son ritrovato nella sua intraprendenza e determinazione, spesso scambiate per arroganza».

Esperienze poliedriche ed eterogenee, in ogni campo artistico: «Il web, la TV e il cinema sono affini tra loro sotto numerosi aspetti. Quello della moda è un mondo a sé. La fotografia, per definizione, è statica. Negli scatti c’è un finto movimento che il fotografo riesce a catturare e che il pubblico percepisce come dinamico. Sul set, tutt’altro discorso: bisogna ricercare una propria fisicità per il lavoro sul personaggio. Io sono arrivato davanti alle telecamere con una preparazione teatrale e la relazione con lo spettatore cambia profondamente, tra cinema e teatro. Tuttavia, grazie al lavoro come modello, ho superato subito lo scoglio dello “shock da obiettivo”».

Quali progetti ti aspettano? «Spero di continuare con la settima arte. Non ho un genere preferito o di riferimento. Adoro il cinema di Charlie Chaplin e di Ettore CoverLOW3Scola, ma sono tanti i registi che hanno saputo colpirmi raccontando storie eccezionali. Se dovessi indicare il ruolo dei miei sogni, direi Tony Montana in Scarface: Al Pacinosi è calato nei panni del personaggio per ben otto mesi della sua vita! Il cinema, inoltre, offre un a
pproccio profondo al lavoro dell’attore e allo stesso tempo più rischioso, rispetto, ad esempio, alla televisione, fatta di tempistiche serrate. Ma è proprio rischiando che, spesso, si ottengono le cose migliori».
Credi che esista un futuro, in Italia, per le nuove promesse come te? «Il nostro paese ha rappresentato il cinema per tanti anni e spero che potremo avere la nostra rivincita, in quel ruolo. In questo momento in Italia c’è un’interessante ripresa; è un buon momento per i giovani talenti e non c’è bisogno di scappare. Uno degli aspetti migliori del lavoro nella moda è che mi ha offerto la possibilità di girare il mondo. Proprio perché ho viaggiato molto mi son fatto l’idea che andare all’estero debba essere una scelta dettata dalla ricerca e dalla voglia di sfide, non dalla mancanza di alternative. Ciascuno è il motore della propria vita; restare o meno dipende dalle proprie aspirazioni».

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