Gianmarco Tognazzi Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Fri, 18 Jun 2021 16:12:26 +0000 it-IT hourly 1 Non è un paese per onesti https://www.fabriqueducinema.it/cinema/interviste/non-e-un-paese-per-onesti/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/interviste/non-e-un-paese-per-onesti/#respond Wed, 04 May 2016 08:53:24 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3076 Al suo terzo film dopo “Circuito chiuso” (in cui si rifaceva al filone found footage) e il thriller “The Stalker”, Giorgio Amato cambia registro proponendo una caustica e disincantata black comedy. Nel suo nuovo lavoro il regista milanese narra con tragica ironia e buon senso del ritmo la storia di un imprenditore in crisi che, per […]

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Al suo terzo film dopo “Circuito chiuso” (in cui si rifaceva al filone found footage) e il thriller “The Stalker”, Giorgio Amato cambia registro proponendo una caustica e disincantata black comedy.

Nel suo nuovo lavoro il regista milanese narra con tragica ironia e buon senso del ritmo la storia di un imprenditore in crisi che, per evitare la bancarotta della propria società, invita un ministro a cena in casa propria per corromperlo e ottenere un ricco appalto.

Quello che emerge da Il ministro è un microcosmo popolato da personaggi infimi e cinici il cui unico orizzonte è rappresentato dal proprio tornaconto. Persino i rapporti familiari si rivelano un coacervo di indicibili bassezze e non c’è davvero nessuno che si riesca a salvare. In un simile contesto, va da sé che non possa essere contemplato alcun tipo di redenzione. O meglio, come ha affermato Giorgio Amato durante la nostra intervista «la sola possibile redenzione non è legata a un’evoluzione dei personaggi, bensì alla fine che fanno».

Ma andiamo con ordine e, attraverso le parole dell’autore, scopriamo qualcosa in più su questo audace piccolo film indipendente e a bassissimo budget.

 Qual è stato lo spunto dal quale sei partito?

La scintilla iniziale è stata la ballata di Fabrizio De André Il re fa rullare i tamburi, un brano non molto conosciuto della sua discografia in cui si riprende un testo medioevale per raccontare il dramma di un marchese che cede la moglie al sovrano per obbedienza e opportunismo. Una canzone molto triste che mi ha fatto riflettere su come oggi le cose non siano cambiate granché. Certo, magari non si è disposti a tutto per un titolo nobiliare, ma per qualcosa come un appalto che ti può risolvere la vita sì. Quando pensavo ai miei personaggi avevo sempre in mente l’intercettazione di quei due imprenditori che ridevano dopo il terremoto dell’Aquila. Persone prive di coscienza che non si fermano davanti a niente e che sono disposte a tramutare qualsiasi tragedia in oro.

Il film ha un ritmo incalzante e stimola in maniera costante l’interesse dello spettatore, nonostante sia quasi esclusivamente girato all’interno di un appartamento e nell’arco di una sola notte. Come hai lavorato sulla scrittura per ottenere questo risultato?

Fin dall’inizio ho pensato a tutta una serie di elementi narrativi che mi portassero a creare una tensione che potesse poi condurre i vari personaggi a un punto di rottura. A questo scopo ho cercato di lavorare molto sulle contrapposizioni e così ho delineato ad esempio l’imprenditore e la moglie come due figure agli antipodi, il conflitto tra lui e il cognato o la ballerina di burlesque. Quest’ultima in particolare, ambigua e imprevedibile, poneva sul piano narrativo le condizioni affinché la serata potesse andare diversamente dai piani dell’imprenditore.

In tutto questo contesto l’apporto degli attori è stato senz’altro fondamentale…

Assolutamente. Questo è un film in primis di sceneggiatura e di interpretazioni, tant’è che dal punto di vista registico mi sono voluto ridurre al minimo lasciando spazio agli attori. Gianmarco Tognazzi è stato per me una grande scoperta e credo sia uno degli attori più sottovalutati del panorama cinematografico italiano. Con lui abbiamo lavorato insieme su ogni minimo dettaglio. Alessia Barela invece è arrivata sul set all’ultimo momento per sostituire un’altra attrice ed è stata estremamente disponibile e ricettiva rispetto alla mie indicazioni, così come Edoardo Pesce e Jun Ichikawa, la quale si è dimostrata bravissima ad adottare diversi registri recitativi in base al personaggio con cui doveva interagire. Con Fortunato Cerlino infine abbiamo lavorato molto a livello di preparazione ed è stato molto propositivo, chiedendomi di apportare delle modifiche al personaggio.

Determinati temi e approcci rimandano chiaramente a un certo tipo di commedia all’italiana. Ti sei ispirato a qualche film in particolare?

Mentre scrivevo ho cercato di tenere bene a mente la lezione di registi come Mario Monicelli e Dino Risi, che riuscivano a raccontare uno spaccato della nostra società attraverso personaggi che ben la rappresentavano. Sono partito nello specifico da I mostri di Risi, di cui mi è sempre rimasto impresso il primo episodio in cui Ugo Tognazzi offre al figlio quella celebre lezione di diseducazione civica. Mi piaceva l’idea che quel bambino, allora interpretato da Ricky Tognazzi, potesse essere nel frattempo cresciuto diventando l’imprenditore interpretato nel mio film da Gianmarco Tognazzi.

Quanto è difficile fare un film indipendente in Italia? Quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato?

La cosa più complicata è legata all’organizzazione, perché non puoi permetterti di pensare soltanto alle riprese, a come posizionare la macchina da presa o al rapporto con gli attori, ma devi tenere un po’ tutto sotto controllo. In questo film tra le altre cose mi sono dovuto occupare anche del carico dei materiali come degli accordi con il catering, oltre che della gestione del budget in quanto produttore esecutivo. Alla fine però quello che conta davvero è avere le idee chiare quando si arriva sul set. Chissà, magari avere più budget non mi avrebbe consentito di essere così concentrato e fare le cose nel modo in cui le ho fatte.

 

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Torna Mike in “Forse sono io 2” https://www.fabriqueducinema.it/serie/recensioni-tv-serie-tv/torna-mike-in-forse-sono-io-2/ https://www.fabriqueducinema.it/serie/recensioni-tv-serie-tv/torna-mike-in-forse-sono-io-2/#respond Wed, 02 Mar 2016 17:18:05 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=2829 Dopo il successo della prima serie, andata in onda in prima serata anche su MTV Italia, prende il via oggi sul web Forse sono io 2. Sette nuove puntate visibili sia su YouTube che sul sito ufficiale della serie (www.forsesonoio.it). Regista, ideatore e protagonista della serie Vincenzo Alfieri nei panni Michele Miele, meglio conosciuto come Mike, un giovane attore che […]

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Dopo il successo della prima serie, andata in onda in prima serata anche su MTV Italia, prende il via oggi sul web Forse sono io 2. Sette nuove puntate visibili sia su YouTube che sul sito ufficiale della serie (www.forsesonoio.it).

Regista, ideatore e protagonista della serie Vincenzo Alfieri nei panni Michele Miele, meglio conosciuto come Mike, un giovane attore che si barcamena tra un provino e l’altro in cerca della grande occasione e che, nel frattempo, si trova a fare i conti con la sua disastrosa vita sentimentale, che lo porta a incontrare sempre ragazze sui generis.

Forse sono io 2 prende una piega più noir e surreale, pur mantenendo sempre il taglio comedy e irriverente che ha sancito il successo del primo capitolo. In questa seconda serie il già complicato rapporto uomo/donna toccherà il suo punto più estremo, costringendo Mike a imparare una lezione fondamentale: mai ferire una donna. Perché, se ferisci una donna, le conseguenze potrebbero essere terribili… Mike si troverà, infatti, alle prese con un’oscura maledizione che lo porterà anche a credere di essere diventato pazzo. Ad aiutarlo in questo difficile momento, un eccentrico psicologo interpretato da Gianmarco Tognazzinew entry nella serie. Gianmarco Tognazzi e Vincenzo Alfieri_43

Ritroviamo nel cast di questa seconda serie Marco Cassini, Giulio Pampiglione, Valentina Izumì, Marco Gandolfi Vannini ed Elena Cucci. Tra le new entry, oltre a Tognazzi, Stella Egitto, Andrea Cocco, Josafat Vagni, Samuele Sbrighi, Beatrice Arnera e con la partecipazione di Sara Zanier e di Anna Pettinelli.

Spiega Vincenzo Alfieri: «L’ispirazione al personaggio di Mike mi è arrivata guardando la mia generazione, posso dire che racchiude molte fragilità e molti punti di forza della maggior parte dei trentenni che conosco. Se sono riuscito a realizzare Forse sono io, è perché credo fortemente nel gruppo. Ho voluto dar voce a un insieme di professionalità che, a mio avviso, hanno creato un piccolo gioiello».

Sulla pagina Facebook di FORSE SONO IO contenuti inediti, clip in anteprima e pillole di backstage.

 

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