Francesco Patierno Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Wed, 19 Jul 2023 13:13:17 +0000 it-IT hourly 1 Francesco Patierno e La cura per parlare di Covid e Camus https://www.fabriqueducinema.it/festival/francesco-patierno-e-la-cura-per-parlare-di-covid-e-camus/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/francesco-patierno-e-la-cura-per-parlare-di-covid-e-camus/#respond Sat, 15 Oct 2022 08:42:01 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=17804 Nella Napoli odierna si dipana La cura, vicenda ispirata al romanzo La peste di Albert Camus, in concorso alla Festa del Cinema di Roma. Era ambientato in Africa, nell’Algeria Francese di Orano, ma Francesco Patierno traspone i ruoli originali su uno scacchiere con il Covid e il lockdown al posto della peste bubbonica degli anni […]

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Nella Napoli odierna si dipana La cura, vicenda ispirata al romanzo La peste di Albert Camus, in concorso alla Festa del Cinema di Roma. Era ambientato in Africa, nell’Algeria Francese di Orano, ma Francesco Patierno traspone i ruoli originali su uno scacchiere con il Covid e il lockdown al posto della peste bubbonica degli anni Quaranta, rilanciando con un gioco tra due dimensioni narrative disposte in un metacinema fatto di copioni da set e attori al lavoro sempre più coinvolti nella nascente pandemia. I personaggi del medico, del giornalista, del gesuita predicatore, del portiere d’albergo e dello speculatore senza scrupoli permangono, ma nella sceneggiatura firmata anche da Francesco Di Leva e Andrej Longo vengono plasmati nuovamente intorno a doppi ruoli.

Oltre al protagonista Di Leva, nel cast abbiamo Alessandro Preziosi e Peppe Lanzetta nei ruoli di Tarrou, figlio del pubblico ministero, e di Padre Paneloux, che in questa versione parla a chiesa e città vuote, e telefonini che lo trasmettono da un treppiedi. Forse i loro monologhi sono i più forti, nonché fedeli al testo originale. Ma emergono anche Francesco Mandelli, Cristina Donadio e Antonino Iuorio. Il regista partenopeo inserisce sequenze e panoramiche girate con il drone durante il lockdown. Il risultato offre prospettive della città che ne rimarcano al tempo stesso la magnificenza dei lineamenti architettonici quanto la tragicità di quelle strade silenziosamente vuote. Senza traffico, quasi svuotate della loro stessa anima.

la cura

In questa Festa del Cinema di Roma numero 17, il lavoro di Patierno viene presentato in concorso nella sezione Progressive. Benché i presupposti e l’impostazione concettuale fossero un buon punto di partenza, La cura si sviluppa preferendo, a un linguaggio più cinematografico, una narrazione più vicina nelle forme alla letteratura da cui proviene e al teatro, dal quale forse anche Di Leva ha colto molta ispirazione.

Ne viene fuori, nonostante le prospettive offerte dalla Napoli deserta e il parterre di attori e attrici valenti, un risultato ostico a chi non conosce il romanzo, e senza mai un mordente che esuli dalle immagini toccanti legate alla pandemia. Si potevano escogitare dei cambi di registro più forti nel metacinema tra set e realtà dei personaggi, e il mescolare tutto risuona quasi autoassolutorio. Coraggiosa poi la scelta di portare adesso al cinema, e in maniera così cruda, quella stessa tragedia che ha fatto fuggire il pubblico da due anni. Ma quanto realmente utile in termini di presenze in sala? E d’incasso? Il tempo ci risponderà sulla domanda: “Esercizio di stile o molto di più?”

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#Festa del cinema: “Naples ’44”, Cumberbatch racconta un anno di guerra, santi, eruzioni e umanità https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/festa-del-cinema-naples-44-cumberbatch-racconta-un-anno-di-guerra-santi-eruzioni-e-umanita/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/festa-del-cinema-naples-44-cumberbatch-racconta-un-anno-di-guerra-santi-eruzioni-e-umanita/#respond Wed, 19 Oct 2016 08:31:51 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3690 «Non è un documentario, non è un film, però è cinema». Con queste parole Antonio Monda ha deciso di inserire nel programma della Festa di Roma il film di Francesco Patierno Naples ’44. Qui, costruendo una narrazione personale attraverso immagini di repertorio esclusive e di interventi cinematografici d’epoca, il regista si mette sulle tracce dell’inglese […]

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«Non è un documentario, non è un film, però è cinema». Con queste parole Antonio Monda ha deciso di inserire nel programma della Festa di Roma il film di Francesco Patierno Naples ’44.

Qui, costruendo una narrazione personale attraverso immagini di repertorio esclusive e di interventi cinematografici d’epoca, il regista si mette sulle tracce dell’inglese Norman Lewis, arrivato a Napoli proprio nel ’44 con la Quinta Armata americana. Lewis entra in stretto contatto con l’anima ferita della città, riuscendo a immortalare momenti, ritratti umani e condizioni quotidiane aggravate dalla brutalità della guerra nelle pagine di un lungo diario. Ritornato in Inghilterra, però, queste pagine vengono messe da parte e quasi  dimenticate. Solamente dopo molti anni dagli eventi narrati i ricordi di Lewis vengono trasformati in un racconto umano, vibrante, realistico e partecipativo sulle profonde ferite inferte all’indomita vitalità partenopea.

color_n44_20160922_color_0029435Naples ’44, dunque, è la dichiarazione d’amore di un giovane inglese che, riconoscendo la brutalità delle azioni commesse dai tedeschi e dai così detti liberatori, consegna con amore, rimpianto e nostalgia alla memoria degli uomini un’immagine di Napoli e della guerra diversa da altre documentazioni. A fare la differenza, in questo caso, è soprattutto il cuore e lo sguardo privo di giudizio con cui Lewis ha amato la città e l’Italia.

Questa partecipazione e l’esistenza di un testo fortemente emozionante ha rappresentato per Patierno una base di partenza solida ma anche una grande sfida. Come riuscire, infatti, a rendere attraverso immagini di non fiction il legame e la totale immersione vissuti da Lewis nella realtà napoletana? Gli strumenti impiegati dal regista sono fondamentalmente due: la ricerca dell’immagine e l’uso del suono che si fa musica ma, soprattutto voce. Per quanto riguarda il primo aspetto Patierno ha dedicato oltre due anni di preparazione alla ricerca di documentazione inedita, riuscendo, soprattutto grazie ai materiali custoditi gelosamente dentro una piccola biblioteca della Resistenza a Napoli, a offrire al pubblico un’angolazione diversa, sicuramente più umana, su eventi diventati Storia. In questo modo, ad esempio, evita il pericolo di percorrere la stessa strada di molte altre narrazioni dall’animo didattico, aiutato dalla documentazione esclusiva dell’ultima eruzione del Vesuvio e dall’immagine toccante di soldati irrimediabilmente scioccati dalla natura della guerra stessa.

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Il secondo, elemento, invece, è rappresentato dal suono, o meglio, dalla tonalità profonda e modulata della voce di Benedict Cumberbatch che, nella versione in inglese, accompagna lo spettatore lungo il percorso, dentro le macerie di Napoli e nelle speranze subito disilluse di una popolazione intera. Così, lasciandosi avvolgere dalla morbidezza della narrazione dell’attore inglese, è possibile vivere le immagini emotivamente, perdonando, alla fine, anche i momenti in cui la natura documentaristica sembra prendere il sopravvento sulla ricostruzione affettiva raccontata da Lewis.

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