fotografia Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Thu, 06 Jul 2023 06:57:23 +0000 it-IT hourly 1 La grande festa d’estate di Fabrique il 23 giugno! https://www.fabriqueducinema.it/cinema/news/la-grande-festa-destate-di-fabrique-il-23-giugno/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/news/la-grande-festa-destate-di-fabrique-il-23-giugno/#respond Wed, 31 May 2023 16:14:59 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=18488 Il 23 giugno non prendete impegni: Fabrique torna sulle rive del Tevere, con una serata spettacolare sotto le stelle, e con un super ospite, Giorgio Poi! La location più cool di questa estate romana, Testaccio Estate, apre le porte all’imperdibile party della rivista del nuovo cinema italiano, con un ricco programma di ospiti che si […]

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Il 23 giugno non prendete impegni: Fabrique torna sulle rive del Tevere, con una serata spettacolare sotto le stelle, e con un super ospite, Giorgio Poi!

La location più cool di questa estate romana, Testaccio Estate, apre le porte all’imperdibile party della rivista del nuovo cinema italiano, con un ricco programma di ospiti che si arricchirà di giorno in giorno.

Presenterà la serata l’attrice Laura Adriani (protagonista di “Falla girare” di Giampaolo Morelli, della serie Rai Uno “Resta con me” e ora su Sky con “A casa tutti bene – La serie” per la regia di Gabriele Muccino).

Dalle 18

– LIVE di band emergenti: Alaska, Calibri, Cesare Blanc, Erre Punto, Leone Romani, Redh.

– MOSTRE fotografiche e performance di Martek e Pido, Vanessa Lucrezia Francia, Mattia Eusepi, Giovanni Lo Castro, Jacopo Paglione, Bvka, Patrizio Gentile, Silvio Giammarco, Alexandra Kern.

– PREMIAZIONE Contest Microsalon 2022, evento basato sulla presentazione delle ultime tecnologie del cinema.

– TAVOLA ROTONDA SU INTELLIGENZA ARTIFICIALE E CINEMA
Come saranno i film pensati dall’AI? È vero che nei prossimi anni potremmo trovarci a vivere all’interno dei sogni di un’intelligenza aliena, come teme lo storico-star Yuval Noah Harari? Fabrique non lo chiede a ChatGPT ma a chi il cinema lo fa adesso e si sta già confrontando con quella che per alcuni è un’apocalisse, per altri solo un nuovo strumento a disposizione dei creatori. Registi, produttori, sceneggiatori e DOP saranno i protagonisti della tavola rotonda sul palco di Fabrique il 23 giugno per raccontarci quello che sta per succedere (o sta già succedendo) sui set e nelle writers room.
Con LUCA VECCHI attore e regista (The Pills), ALFREDO BETRO’ direttore della fotografia (“L’Arminuta”, “L’estate più calda”), TOMMASO RENZONI sceneggiatore (“Margini”, “La marcia su Roma”, “Sono Lillo”), ALESSANDRO CELLI regista (“Mondocane”, “DI4RI”), GIACOMO SPACONI visual artist (Le Coliche), ANDREA RICCIOTTI montatore e regista (“Pesci piccoli”), DARIO MALANDRINO avvocato. Moderano: Elena Mazzocchi direttrice editoriale di Fabrique du Cinéma e il regista e attore Mauro Lamanna.

– PRESENTAZIONE dei film “DENTI DA SQUALO” di Davide Gentile, “L’ESTATE PIU’ CALDA” di Matteo Pilati e della serie “VIVERE NON E’ UN GIOCO DA RAGAZZI” con registi e cast

DENTI DA SQUALO È la storia di Walter e della più incredibile estate della sua vita. La scuola è finita e Walter, 13 anni, ha appena perso suo padre. Nel suo vagare apparentemente senza meta per il litorale romano, è un luogo affascinante e misterioso a catturare la sua attenzione: una villa abbandonata con una gigantesca, torbida, piscina. Ma la villa non è incustodita e inizierà per lui un viaggio indimenticabile. Con Claudio Santamaria, Edoardo Pesce, Virginia Raffaele, Tiziano Menichelli, Stefano Rosci

L’ESTATE PIU’ CALDA Nella cornice sensuale di un’estate in un paesino della Sicilia meridionale, il rapporto tra Lucia e Valentina, amiche per la pelle, viene messo in crisi dall’arrivo di Nicola.
Con Gianmarco Saurino, Nicole Damiani, Alice Angelica, Stefania Sandrelli, con la partecipazione di Nino Frassica e i cammei di Michela Giraud e Giuseppe Giofrè.

VIVERE NON E’ UN GIOCO DA RAGAZZI Lele, 18 anni, è innamorato di Serena, bellissima, intelligente e perfetta reginetta della scuola. Per fare colpo su di lei viene risucchiato nel mondo delle discoteche e della droga e ne uscirà a caro prezzo. Fuga, responsabilità, segreti sono i termini-chiave di una storia di formazione che dai giovani si allarga agli adulti: si può davvero fuggire da sé stessi? O per diventare grandi, a qualunque età, è necessario accettare la verità delle proprie azioni e delle proprie emozioni?

– LIVE SHOW con un super ospite a sorpresa

– DJ set con STEFAN LARSEN e D LEWIS
STEFAN LARSEN: Pianista, compositore, produttore e cantante italodanese. Il suo stile esalta le contaminazioni tra il jazz, la classica e l’elettronica.
Luigi “D LEWIS” di Filippo: Si è affermato come una figura molto rispettata nella scena della musica elettronica, è stato il “tam tam” del Diabolika House Party, il party che dal 2003 al 2009 ha riscritto le regole del clubbing e della scena electro house in Italia. Ha condiviso la consolle con alcuni dei migliori DJ, tra cui Deadmau5, Boys Noize, Joris Voorn, Trentemoller, Crookers, Bloody Beetrots, Benny Benassi, 2 Many Djs, Eric Morillo, Roger Sancez, Tiesto e Fedde Le Grand. Non è un dj che passa inosservato, la passione per la musica, la cultura e la preparazione tecnica rendono i suoi set sempre unici e eclettici.
Nella serata del 23 giugno a Fabrique D Lewis e Stefan Larsen uniranno i propri mondi sonori per dare vita a un sound originale e ricco di contaminazioni.

– Guest DJ ANDREA ARCANGELI e EDD BATEMAN
ANDREA ARCANGELI Lavora nel cinema da dieci anni e contemporaneamente esplora diverse forme d’espressione che lo portano a fare mostre in gallerie e a suonare in alcuni dei più importanti locali della capitale. Da alcuni anni viaggia tra Asia, Europa e Sudamerica, in cerca di forme e modelli di vita differenti.
EDD BATEMAN È produttore di musica elettronica e dj. Artista poliedrico, nei suoi set spazia dall’ambient alla lo-fi house, dalla idm alla techno underground berlinese più incalzante, cercando di far vivere all’ascoltatore un unico immersivo viaggio sonoro.
Insieme faranno un’esplosiva chiusura di serata sul palco di Testaccio Estate!

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Dalle 18

Città dell’Altra Economia, largo Dino Frisullo – 3, 00153 Roma
INGRESSO LIBERO
 
 
Mediapartner:
Radio Kaos
– Radio Kaos Italy è una web radio indipendente nata nel 2009 con lo scopo di individuare e diffondere le realtà artistiche, culturali, musicali e dell’underground italiano e internazionale. Per questo ha scelto di collocare i propri studi letteralmente “in vetrina” e in un quartiere in rapida ascesa come quello del Tiburtino, cuore della zona studentesca romana. Miglior webradio d’Italia al MEI di Faenza, vincitrice del MArte Awards come miglior webradio e ospite al World Radio Day 2021 è stata fondata da Antonio Drastiko Ricci e i direttori artistici sono Valerio Del Pelo, Rocco Foggia e Daniele Fasanella.
 

 

Seguiteci sui social per gli aggiornamenti… e preparatevi, fabriquers!

 

 

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Torna il MicroSalon Italia, l’evento dedicato alla tecnologia cinematografica https://www.fabriqueducinema.it/magazine/macro/torna-il-microsalon-italia-levento-dedicato-alla-tecnologia-cinematografica/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/macro/torna-il-microsalon-italia-levento-dedicato-alla-tecnologia-cinematografica/#respond Fri, 28 Oct 2022 08:21:32 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=17893 Da oggi al 29 ottobre 2022 torna il MicroSalon Italia, l’evento italiano sulla tecnologia cinematografica e audiovisiva, in cui le proposte più innovative e performanti dell’industria audiovisiva trovano lo spazio ideale. Organizzato da AIC -Autori Italiani Cinematografia- presieduta da Daniele Nannuzzi, e diretto da Simone Marra, il MicroSalon Italia si terrà nello storico scenario della […]

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Da oggi al 29 ottobre 2022 torna il MicroSalon Italia, l’evento italiano sulla tecnologia cinematografica e audiovisiva, in cui le proposte più innovative e performanti dell’industria audiovisiva trovano lo spazio ideale. Organizzato da AIC -Autori Italiani Cinematografia- presieduta da Daniele Nannuzzi, e diretto da Simone Marra, il MicroSalon Italia si terrà nello storico scenario della Basilica Aemilia del set di Roma Antica presso gli Studi cinematografici di Cinecittà – Roma.

La manifestazione, giunta alla IX Edizione, è indirizzata principalmente ai professionisti del settore, ma anche ad un pubblico semplicemente interessato e incuriosito dal “dietro le quinte”. L’ingresso alla due giorni è gratuito, ma è necessario accreditarsi sul sito ufficiale: www.microsalonitalia.com.  Sempre sul sito sarà possibile iscriversi ai contest video e fotografici.

Vetrina unica in Italia, il MicroSalon si segnala inoltre come momento di condivisione e di confronto tra gli addetti ai lavori: così – oltre a una serie di appuntamenti con i brand espositori e gli sponsor tecnici – sarà possibile assistere a incontri con personalità del calibro di Giuseppe Lanci, Luciano Tovoli, Daria D’Antonio, Francesca Amitrano, Alfredo Betrò, Giuseppe Bonito, Davide Manca, Marina Kissopoulos, Simone D’Arcangelo, Daniele Nannuzzi. 

Venerdi 28 Sala Fellini – Cinecittà 11.00-12.00   GIUSEPPE LANCI: NOSTALGHIA
Focus sul restauro del film e presentazione del libro “Nostalghia raccontato dall’autore della fotografia Giuseppe Lanci”.
Con: Giuseppe Lanci, Maurizio Gennaro, Silvia Tarquini (Edizioni Artdigiland). Modera: Gerry Guida

16.00-17.00 LA FOTOGRAFIA NELLE SERIE TV: focus on Mare fuori 2-3 Francesca Amitrano con Rosario Cammarata e Giovanni Bivi. Modera: Gerry Guida

18.00-19.00 MARINA KISSOPOULOS – Una professione… Marina Kissopoulos dialoga con Maurizio Gennaro

SABATO 29 OTTOBRE   SALA FELLINI   Cinecittà

10.00-11.00   RITORNO IN PELLICOLA: il case study di Reginetta.

Intervengono: Sebastian Bonolis, Alessandro Pelliccia, Giuseppe Lanci, Ludovico Cantisani, Maurizio Iacoella.

15.00-16.00 GENERAZIONE FLUO

Il poco ordinario work flow tra Dop, Dit e Colorist su un progetto multi formato e anni 90’

Con: Davide Manca e Francesco Tauro

16.00-17.00 AUTORI DELLA FOTOGRAFIA E GENERI CINEMATOGRAFICI:

da L’Arminuta a Boris IV.

Con: Alfredo Betrò e Giuseppe Bonito.
Modera: Gerry Guida

17.00-18.00 AIC INCONTRA I PREMIATI DELL’ANNO
Con: Daria D’Antonio, Simone D’Arcangelo, Michele D’Attanasio (contributo video).

Saluti istituzionali: Daniele Nannuzzi (Presidente AIC) Modera: Gerry Guida

18.00-19.00

IMAGO 1992-2022: Luciano Tovoli, Daniele Nannuzzi, Adolfo Bartoli e Simone Marra raccontano i trent’anni di IMAGO (1992-2022)

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Il potere dei colori, uno strumento in più per l’attore https://www.fabriqueducinema.it/cinema/people/il-potere-dei-colori-uno-strumento-in-piu-per-lattore/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/people/il-potere-dei-colori-uno-strumento-in-piu-per-lattore/#respond Thu, 05 May 2022 08:02:03 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=17135 Possono le arti influenzare il lavoro dell’attore sul personaggio o stimolarne le emozioni? Sono una chiave d’accesso alla creatività di un interprete? Benedetta Taliercio, originaria di Taranto ma romana d’adozione, è un’attrice solare e piena di energia. La sua versatile curiosità l’ha spinta ad abbracciare diverse arti, quali la pittura, la fotografia e la musica, […]

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Possono le arti influenzare il lavoro dell’attore sul personaggio o stimolarne le emozioni? Sono una chiave d’accesso alla creatività di un interprete? Benedetta Taliercio, originaria di Taranto ma romana d’adozione, è un’attrice solare e piena di energia. La sua versatile curiosità l’ha spinta ad abbracciare diverse arti, quali la pittura, la fotografia e la musica, nel suo approccio alla scena. Con entusiasmo e passione ci porta in viaggio attraverso i colori e i suoni e alla loro potenza espressiva.

Come hai cominciato il tuo percorso da attrice?

Ho sempre voluto fare l’attrice e mi è sempre piaciuto scrivere, ma ero molto timida e insicura da piccola e non avevo il coraggio di dirlo. Forse è anche dovuto al fatto che sono cresciuta a Taranto, dove non avevo nessuno con cui condividere questa passione. Ho trovato un compromesso studiando scrittura per la televisione. Quando mi sono trasferita a Roma per l’Università ho capito che era davvero quello che volevo fare, sentivo una spinta molto forte, pur non sapendo dove mi avrebbe portata.  Quando mi sono iscritta al Teatro Blu di Beatrice Bracco non ero giovanissima, avevo già 30 anni e avevo finito l’Università. Sono felice, però, di aver iniziato il mio percorso con lei perché il fatto di non avere nessuno studio alle spalle, mi ha consentito di mettermi ancora di più nelle sue mani, in particolare per il lavoro sulle emozioni.

La sperimentazione, la commistione tra diverse arti è per te molto importante…

Sì, mi accorgo sempre di più di quanto sia importante nel lavoro attoriale circondarsi di tante fonti di ispirazione, come quelle trasmesse dalla musica, dalle immagini e dai colori. Mi piacciono in modo particolare le citazioni pittoriche. La forza dei colori è per me un elemento importantissimo, come la fotografia nel cinema. L’impronta data dal regista attraverso l’uso dei colori trasporta immediatamente in un’atmosfera, forse ancora di più delle battute.

Le due Frida, Frida Kahlo, 1939
Frida Kahlo, “Le due Frida”, 1939

Come ti hanno aiutato le opere d’arte per il lavoro sul personaggio?

Mi sono ispirata a un quadro di Van Gogh per un monologo di Improvvisamente l’estate scorsa con la regia di Danilo Canzanella. È stato lui a suggerirmelo, in realtà. L’opera è Campo di grano con volo di corvi e mi ha aiutato a entrare in un’atmosfera di profonda inquietudine. Dovevo ricreare la figura di un nipote deceduto che rivalutavo dopo la morte. In questo monologo c’è quasi un aspetto onirico, quello che veniva fuori era la sua purezza d’animo e il mistero della sua morte, il velo oscuro che circondava la sua scomparsa era simile al contrasto tra i colori del quadro: i girasoli, che si immaginano al sole, brillanti, e invece sono immersi nell’oscurità di un’imminente tempesta. Un altro personaggio a me caro e che ho avuto il piacere di interpretare, è Frida Kahlo, una personalità unica che ha reso la pittura una nuova forma di vita e di ribellione. È stato bello e decisivo lavorare su di lei, sia durante la mia formazione che poi a teatro. Mi è capitato di utilizzare anche delle fotografie, come nel caso di una foto di una bambina all’interno di un ospedale psichiatrico di Alice Pavesi, era di una potenza espressiva pazzesca. L’ho utilizzata per un momento privato del mio personaggio in Dentro il tuo silenzio, l’adattamento di Giglia Marra a Figli di un Dio minore.

Progetti di portare in scena altri spettacoli di contaminazione artistica?

Con il musicista Teo Allegretti abbiamo portato in scena Memorie dal Principio, ispirato a testi filosofici presocratici. Durante lo spettacolo, una commistione tra una lettura e un concerto, Teo improvvisava al piano mentre io leggevo i testi, dei classici della filosofia che affrontano temi ancora oggi di forte attualità. Inoltre ho avuto l’opportunità di scoprire un importante compositore del cinema italiano e non solo, Angelo Francesco Lavagnino, che fra gli anni ’40 e gli anni ’70 ha creato le sue musiche con maestria e un grande spirito di sperimentazione, raccogliendo suoni reali e facendoli poi rinascere con un uso sapiente della tecnologia. Mi piacerebbe dare vita a uno spettacolo unendo le sue musiche alle pagine estratte da un suo stesso racconto.

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Il DIT e l’immagine nel cinema digitale https://www.fabriqueducinema.it/magazine/macro/il-dit-e-limmagine-nel-cinema-digitale/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/macro/il-dit-e-limmagine-nel-cinema-digitale/#respond Tue, 08 Mar 2022 11:17:23 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=16877 Francesco Tauro, pugliese classe 1985, è uno dei primi due DIT (Digital Imaging Technician) italiani e tra i primi al mondo ad aver ottenuto il riconoscimento della Society of Motion Picture and Television Engineers (SMPTE) in Color Managed Workflows. Il DIT, categoria che rientra nell’Associazione Italiana Tecnici di Ripresa (AITR), è una figura già presente […]

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Francesco Tauro, pugliese classe 1985, è uno dei primi due DIT (Digital Imaging Technician) italiani e tra i primi al mondo ad aver ottenuto il riconoscimento della Society of Motion Picture and Television Engineers (SMPTE) in Color Managed Workflows. Il DIT, categoria che rientra nell’Associazione Italiana Tecnici di Ripresa (AITR), è una figura già presente da diversi anni anni nel panorama internazionale e negli ultimi tempi si è affermata sempre di più anche in Italia. Il digitale ha rivoluzionato il modo di fare cinema e oggi sul set si aggiungono nuove figure con competenze tecniche e artistiche ormai indispensabili per la creazione di un film o di una serie. Ma di cosa si occupa esattamente il Digital Imaging Technician? L’abbiamo chiesto proprio a Francesco Tauro, in una pausa dal set in cui è impegnato.

In cosa consiste il tuo lavoro, qual è il ruolo del DIT sul set?

Il DIT è la figura che collega il colorist e il supervisore di postproduzione a ciò che avviene sul set, svolge funzioni che fanno parte del ciclo di post-produzione per i colori e la trasformazione delle immagini. La mia figura si occupa di controllare il segnale video e trasformare l’immagine originale per renderla adatta alle differenti tipologie di display, assicurando la corretta visualizzazione dell’immagine finita già sul set. Grazie al programma “Pomfort live grading” posso leggere in diretta il segnale video di output trasmesso dalle macchine da presa così da riservarmi la possibilità di intervenire su di esso per manipolarlo. Il direttore della fotografia, prima dell’inizio delle riprese, decide il look dell’immagine del film costruendolo insieme al colorist: sceglie le macchine da presa, regola i livelli di colore, di contrasti e di esposizione. Un film drammatico, ad esempio, di solito ha un’atmosfera più scura e fredda, una commedia invece ha un’immagine più luminosa e calda. Una volta creato il look, questi parametri vengono consegnati a me per applicarli sul set dall’inizio alla fine del progetto. Le location cambiano e con loro i colori delle ambientazioni e non è detto che i parametri si sposino perfettamente ogni volta con tutte le inquadrature, anzi. Io applico già il look nel mio controllo del segnale e contemporaneamente lo bilancio a livello a cromatico. Manovro in tempo reale il parametro, e osservo sul display il risultato finale. L’ultima immagine sarà quella che avrà il colorist e dai cui partirà nel lavoro di post produzione.

DIT Digital Imaging TechnicianÈ un metodo particolare quello che si utilizza?

Sì, fa parte della metodologia Color Managed Workflows, in cui rientra la specifica di interscambio ASC CDL (American Society of Cinematographers Color Decision List) ed il sistema di codifica dei colori e delle immagini ACES (Academy Color Encoding System). Lo scorso novembre ho ottenuto a pieni voti il certificato rilasciato dalla SMPTE: è stato il primo corso a livello internazionale con esame e attestato finale, ed eravamo circa 15 persone da tutto il mondo. Il metodo è stato creato negli Stati Uniti proprio dall’American Society of Cinematographers e permette di salvare queste informazioni di controllo del segnale a livello cromatico attraverso un file di testo che viene allegato ai singoli file video. In questo modo, tutte le modifiche vengono tracciate e il colorist può partire da quello che già abbiamo visto sul set. Il file video, ovviamente, rimane in RAW, le modifiche vengono applicate e registrate come meta-dati. Se si dovesse cambiare completamente idea si potrebbe ricominciare da capo, ma il fine è proprio quello di economizzare sui tempi della post produzione. Il lavoro del DIT permette di avere già il giorno successivo alla ripresa i dailies e i proxies, che servono al montaggio, con le modifiche già applicate.  È il punto di partenza per la color finale del film.

Da quanto tempo è presente questa figura in Italia?

Da circa un decennio. Esisteva anche prima ma era più rara e ancora poco conosciuta. Solo le produzioni più innovative e con budget più alti se ne servivano. Negli ultimi anni, osservando anche ciò che avviene all’estero, si è capito il valore di questa figura tecnica. Il DIT nasce negli USA con l’intento di sfruttare al massimo le potenzialità del digitale. Sui progetti importanti è fondamentale. Senza rischieremmo di non avere immagini uguali per ogni macchina da presa. Ogni lente e ogni filtro ottico ha specifiche particolarità cromatiche quindi vedremmo immagini non equilibrate, non finite, ancora da lavorare. Il regista, il DOP e la troupe, del resto, amano potersi già gustare il risultato finale sul set. Il direttore della fotografia, inoltre, riesce a dare più coerenza e continuità fotografica perché riesce a vedere subito l’effetto dell’illuminazione che vuole ottenere. Io gli assicuro determinate qualità delle immagini in modo che lui possa affidarsi totalmente a ciò che vede. Alcuni DOP, poi, si affidano al DIT anche per i diaframmi, in questo modo hanno più tempo di dedicarsi alla parte più importante e artistica, ovvero alla posizione della luce.

È quindi fondamentale ormai il ruolo del DIT sul set…

Ormai è un ruolo indispensabile per film e serie. Permette sicuramente di risparmiare sulla post produzione. È un lavoro che se non si fa sul set andrà comunque poi fatto dopo, tanto vale farlo prima e risparmiare tempo e denaro. Questo per ottenere fin da subito un risultato che sarà quasi quello finale del film, sarà già un look particolare. Io vado a bilanciare, togliere le problematiche dell’immagine a livello di colore ed esposizione digitale, per avere un risultato già ottimale. La figura del DIT, inoltre, può anche svolgere il compito di Data Manager anche se, nelle grosse produzioni, si preferisce prevedere un assistente.

DIT Digital Imaging Technician
Francesco Tauro.

Come ti sei avvicinato a questo mestiere?

Dopo il liceo ho provato a studiare ingegneria ma sentivo che non era quella la direzione che volevo percorrere, così a vent’anni ho iniziato a lavorare presso un’emittente locale. Ho lavorato lì per un anno come operatore di studio e ho scoperto che la mia passione era il mondo della ripresa filmica e televisiva. Quando l’editore dell’emittente ha fallito ho deciso di rimettermi a studiare: sono andato a Milano, dove ho conseguito un Bachelor of Arts in Digital Film Making e poi a Roma dove mi sono formato alla Shot Academy. Qui ho conosciuto Sandro Magliano, uno dei docenti ed uno dei più quotati DIT in Italia, spesso impegnato all’estero, e ho capito che questa figura mi calzava alla perfezione perché riunisce le mie passioni: quella per l’informatica e quella per l’arte e la fotografia. Ci vogliono, infatti, molta concentrazione e molte conoscenze tecniche, sia informatiche che artistiche, come conoscere bene i colori e le loro sintesi. Ho iniziato, quindi, a lavorare sui set come tecnico e in tre anni sono diventato DIT. Mi sono innamorato della qualità, dell’impegno, della ricerca della perfezione che c’è nel cinema.

Sogni nel cassetto e progetti futuri?

Continuerò a lavorare come DIT perché è davvero una professione bellissima ed altamente stimolante. Nel corso della mia carriera professionale ho avuto l’onore di collaborare con DOP bravi e talentuosi, tra cui Luca Ciuti, Davide Manca, Daniele Ciprì, Federico Annicchiarico, Agostino Castiglioni, Sandro Chessa, Gustavo Habda e Benjamin Maier. Se dovessi sognare, mi piacerebbe collaborare con Paolo Sorrentino, un sogno ancor più grande sarebbe quello di lavorare su un set americano con Emmanuel Lubezki, tre volte premio Oscar per la fotografia.

 

 

 

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La “purezza” artistica di Danilo Currò https://www.fabriqueducinema.it/magazine/arts/la-purezza-artistica-di-danilo-curro/ Fri, 29 Oct 2021 07:14:29 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=16250 Danilo Currò, messinese classe 1993, si interessa da sempre al mondo dell’arte: dalla pittura alla fotografia, fino a maturare una grande passione per il cinema. Partecipa a diversi concorsi nazionali e internazionali, come il Festival Internazionale di Fotografia Cortona On The Move e  vince il primo premio del concorso fotografico Sunday Photographers, contest organizzato dal giornale […]

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Danilo Currò, messinese classe 1993, si interessa da sempre al mondo dell’arte: dalla pittura alla fotografia, fino a maturare una grande passione per il cinema. Partecipa a diversi concorsi nazionali e internazionali, come il Festival Internazionale di Fotografia Cortona On The Move e  vince il primo premio del concorso fotografico Sunday Photographers, contest organizzato dal giornale “La Stampa” per Photolux Biennale. Nel 2016 realizza Sunday, un documentario sul viaggio di un giovane migrante che dalla Nigeria intraprende un viaggio tormentato per arrivare in Italia. L’opera viene apprezzata e sponsorizzata dal regista Gabriele Muccino, il cui nome appare nei titoli di testa.

Dalla ricerca costante di una contaminazione ideale tra fotografia e cinema, nel 2021 nasce l’idea di Puro, in collaborazione con Fabrique du Cinéma, un progetto fotografico in cui l’acqua è l’elemento con cui Danilo Currò interpreta i nuovi volti del cinema italiano.

Puro è un esperimento artistico che coglie l’attimo presente, il momento in cui l’elemento naturale dell’acqua entra in contatto con il corpo. L’artista intende “catturare le reazioni che un elemento di purezza come l’acqua suscita nel soggetto ritratto, costringendo quest’ultimo a una reazione che ineluttabilmente riduce la possibilità di controllare il corpo e le espressioni facciali.” Al contatto con l’acqua i muscoli del viso si contraggono in una frazione di secondo; una smorfia, un respiro, un sorriso. “In quell’istante la figura dell’attore lascia il posto all’individuo che risiede nel qui e ora, vuoto di schemi o preconcetti, di costruzioni e maschere”.

Le fotografie verranno mostrate durante la serata di premiazione dei Fabrique du Cinéma Awards, il 22 dicembre prossimo, al Teatro Sala Umberto a Roma.

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Fotografi scena/4: Luisa Carcavale https://www.fabriqueducinema.it/magazine/macro/fotografi-scena-4-luisa-carcavale/ Wed, 14 Apr 2021 13:31:07 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=15435 Luisa Carcavale ha uno stile inconfondibile, con l’abilità di spaziare dal ritratto artistico al racconto di ambienti e atmosfere. I suoi lavori vengono pubblicati dalle migliori riviste internazionali e la sua fotografia così intensa e personale la porta spesso a essere ricercata da molti registi di cinema con i quali condivide un’unità di visione sia […]

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Luisa Carcavale ha uno stile inconfondibile, con l’abilità di spaziare dal ritratto artistico al racconto di ambienti e atmosfere. I suoi lavori vengono pubblicati dalle migliori riviste internazionali e la sua fotografia così intensa e personale la porta spesso a essere ricercata da molti registi di cinema con i quali condivide un’unità di visione sia per le foto di scena che per la locandina. Tra i suoi ultimi lavori: L’ombra di Caravaggio, Petra, Blackout Love.

La tua prima macchina fotografica?

Quella in omaggio nel fustino del Dash a nove anni: era un gadget, una “Master compact 35mm”. Ricordo con nitidezza il momento in cui tiravo con insistenza la gonna di mia madre perché comprasse quel fustino, ero attratta inconsapevolmente da quell’oggetto. Poi a 16 anni ho comprato la prima macchina semi-professionale sempre a pellicola, una Canon Eos 33.

Qual è la macchina fotografica che utilizzi ora? E perché è quella più adatta a te?

Per il set cinematografico la Sony A7 Mark III. È leggera, regge gli alti ISO, ottima dinamicità cromatica e ha la modalità silent shooting.

 

Luisa Carcavale la prima macchina fotografica

Obbiettivi? Quali lenti preferisci nel tuo lavoro sul set?

Dipende dalle inquadrature, tendenzialmente ottiche fisse. Sul set uso i Sigma della serie Art, 35 mm e 85 mm entrambi f1.4, perché sono più luminosi e mi permettono di scattare in situazioni di luce scarsa, restituendo un’atmosfera verosimile al girato. 

Qual è stato il tuo primo set cinematografico? 

Il primo set come fotografa di scena è stata la serie Petra di Sky. I ricordi più belli sono legati principalmente al periodo di riprese a Genova e alla meravigliosa troupe con cui ho condiviso questa esperienza. Ricordo quasi con piacere anche il momento in cui ho rischiato l’amputazione della falange del dito medio della mano destra l’ultimo giorno di riprese: per fortuna quel giorno in ospedale c’era un chirurgo bravissimo che mi ha riattaccato il dito e sono tornata come nuova. Troppo splatter? 

Fotografia naturalistica: preferisci ottenerla solo con luce naturale o con l’impiego di diverse luci artificiali?

Non disdegno l’integrazione moderata di luce artificiale se migliora l’atmosfera o il beauty, ma dipende dallo scatto.

Luisa Carcavale Blackout Love
“Blackout Love”, con Anna Foglietta.

Curi tu la post-produzione delle tue foto?

Purtroppo sì. Perché preferirei affidarla a qualcun’altro, ma non c’è nessuno di cui mi fido davvero. È un lavoro che richiede molto tempo che si potrebbe dedicare ad altro, ma il budget dei servizi spesso non lo consente.

Il primo vero e importante rimprovero che hai ricevuto durante un lavoro ma che ti ha insegnato qualcosa di fondamentale sul tuo mestiere.

A un fonico dava fastidio il suono dell’otturatore anche in una distesa aperta e mi urlò contro di usare un blimp, un oggetto obsoleto e ingombrante, per cui comprai la Sony. Direi dunque che quel rimprovero mi ha insegnato la diplomazia.

Chi come noi fa cinema, spesso non pensa ad altro e non ha il tempo di godersi altro… Ma dimmi cosa preferisci allo stare sul set.

Sui set cinematografici porto sempre le cuffie per sentire la musica, che è già una buona alternativa al ciak/azione/stop, ma oggi senza dubbio preferirei una SPA.

Il collega che “odi” di più, perché è troppo bravo?  

Bridgitte Lacombe, e avrei odiato sicuramente anche Sergio Strizzi.

 

 

 

 

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Fotografi di scena/2: Andrea Di Lorenzo https://www.fabriqueducinema.it/magazine/macro/fotografi-di-scena-andrea-di-lorenzo/ Tue, 30 Mar 2021 08:38:28 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=15338 Andrea Di Lorenzo è un fotografo eclettico, passa con disinvoltura dalla fotografia di viaggio agli editoriali per le riviste di settore, dal ritratto allo still life, specializzandosi nel food, dove raggiunge la sua massima espressione artistica.  Nella nuova rubrica di Fabrique dedicata ai fotografi di scena, noi vogliamo però indagare il suo particolarissimo modo di […]

L'articolo Fotografi di scena/2: Andrea Di Lorenzo proviene da Fabrique Du Cinéma.

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Andrea Di Lorenzo è un fotografo eclettico, passa con disinvoltura dalla fotografia di viaggio agli editoriali per le riviste di settore, dal ritratto allo still life, specializzandosi nel food, dove raggiunge la sua massima espressione artistica. 

Nella nuova rubrica di Fabrique dedicata ai fotografi di scena, noi vogliamo però indagare il suo particolarissimo modo di scattare sui set cinematografici, dove il suo sguardo riesce a catturare immagini di particolare gusto grafico e dai toni saturi e pop. 

Ricordi il tuo primo film?

Il primo lungometraggio è stato Et in terra pax di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, con Davide Manca alla fotografia di scena: un progetto che ancora porto nel cuore. Ma il vero incontro fortunato l’ho avuto sul set del corto Noir Designer di Roberto Palma, dove era protagonista un attore incredibile come Luca Di Giovanni, al quale scattai un posato che sarebbe stata la mia wild card per entrare nel mondo del cinema. Ho mostrato gli scatti a Philippe Antonello, che avevo conosciuto tramite un’intervista, conquistando la sua fiducia: sono diventato suo assistente e mi ha insegnato tutto quello che oggi so sulla fotografia di scena e il cinema.

La tua prima macchina fotografica?

La mia prima macchina in assoluto è stata una vecchia Nikon Nikkormat FTn a pellicola di mio padre, con un fantastico Nikkor 50mm F 1.4, con la quale ho iniziato a scoprire la fotografia (comunque da sempre presente in casa mia, entrambi i miei genitori erano fotografi amatoriali); poi sono passato al digitale, ma solo dopo alcuni anni. Infatti, le prime foto di scena erano tutte in pellicola.

Quale macchina usi ora? E perché è quella più adatta a te?

Ho acquistato una Canon EOS R e ne sono rimasto davvero soddisfattissimo: veloce, maneggevole, ottima qualità di file e mirrorless, quindi assolutamente silenziosa. Non ho mai usato blimp sui set (non riuscivo proprio a gestirli!) e spesso mi sono trovato in difficoltà a scattare con le vecchie 5D: oggi, con un otturatore elettrico, questo problema è sparito e il lavoro è sicuramente più fluido.

Obbiettivi? Quali lenti preferisci nel tuo lavoro sul set?

Al momento lavoro principalmente con tre lenti: un Canon EF 24-70mm f 2.8L, un Sigma Art 50mm f1.4. e il Canon EF 70-200mm f 2.8L USM.

Et in terra pax foto di Andrea Di Lorenzo
“Et in terra pax” foto di Andrea Di Lorenzo.

Quando scatti sul set, in generale utilizzi priorità di otturatore, di diaframma oppure setti tutto in manuale?

Per quanto possibile sul set lavoro sempre in manuale. La scelta è dovuta intanto alla peculiarità dei set cinema, con una luce controllata che mi permette di lavorare modificando pochissimo i valori della macchina, e poi per seguire l’impostazione di luce del direttore della fotografia.

Fotografia naturalistica: preferisci ottenerla solo con luce naturale o con l’utilizzo di diverse luci artificiali?

Per la fotografia naturalistica e di paesaggio lavoro solo in luce naturale: cerco sempre di fare dei sopralluoghi almeno un giorno prima o studio le mappe su Google per capire quali orari siano i migliori per ritrarre quella scena. Imprescindibile negli ultimi anni è diventato Sunseeker, una app per iPhone che ti permette di visualizzare in realtà aumentata dove sarà il sole in qualsiasi ora del giorno o dell’anno, permettendoti di organizzare al meglio un’alba o un tramonto.

Quando scatti fuori dal set, in particolare per i “posati”, preferisci luce continua o flash?

Per i posati cerco sempre di unire le due cose: da un lato una luce morbida naturale che possa illuminare il modello in maniera piacevole e poi un colpo di flash, magari minimo, con un piccolo beauty dish, per enfatizzare il viso e rendere la foto più interessante.

Usi qualche filtro ottico? Oppure preferisci applicarlo di più in post-produzione? Curi tu la post-produzione delle tue foto?

Gli unici filtri ottici che utilizzo sono una serie di polarizzatori e filtri ND sfumati che mi servono per compensare il cielo quando fotografo paesaggi. All’inizio usavo molto di più la post per compensare questo problema, ma poi ho scoperto che con i filtri potevo ottenere un risultato più pulito e qualitativamente più alto. Al momento curo da solo quasi tutta la post, per avere un controllo totale delle immagini finali. Possono però esserci dei casi, molto specifici, in cui mi affido a ritoccatori o grafici che sono più bravi di me (come per un advertising, una locandina e via dicendo): per quel tipo di richieste preferisco affidarmi ai veri professionisti del ritocco (come i ragazzi di Big Jellyfish).

Il primo vero e importante rimprovero che hai ricevuto durante un lavoro ma che ti ha insegnato qualcosa di fondamentale sul tuo mestiere.

Ricordo un lavoro per un grosso cliente fatto con Philippe Antonello, eravamo in una base di elicotteristi a Bergamo, dovevamo scattare delle scene con un elicottero in volo (molto vicino a noi) e alcune persone in primo piano. Avevamo un flash Bowens come luce principale, su cui avevamo messo più pesi possibili per non farlo cadere. Mi sono allontanato per girare alcuni video di backstage e nel giro di un attimo, com’è ovvio, il flash è caduto. Philippe non mi ha mai rimproverato apertamente, perché non è il suo modo, ma mi ha fatto capire che ci sono delle priorità quando si lavora e vanno sempre valutate attentamente. Inutile dire che ancora lo tengo a memoria.

Il paese delle spose infelici foto di Andrea Di Lorenzo
“Il paese delle spose infelici”, foto di Andrea Di Lorenzo.

Chi come noi fa cinema, spesso non pensa ad altro e non ha il tempo di godersi altro. Ma dimmi tre cose che preferisci allo stare sul set. 

Mi compri facile con una buona pizza o se proponi un viaggio enogastronomico (che poi è quello che spesso faccio per lavoro!). Sono poi un appassionato di binge watching su Netflix: sono sempre alla ricerca di serie assurde (possibilmente orientali) che mi facciano scoprire qualcosa di nuovo (ad esempio ora ho iniziato a vedere una serie sui Mumbai Indians, una squadra di cricket indiana). Una scoperta recente: da qualche anno a questa parte ho sviluppato un inaspettato pollice verde! Soprattutto per quanto riguarda le piante da interno, ma il mio prossimo passo sarà quello di ottimizzare il mio balcone per trasformarlo in una piccola serra e regalarmi verdure a km 0.

Il collega che “odi” di più perché è troppo bravo?

Odiare è un parolone… Ho una grande stima per professionisti come Angelo Turetta [doppietta, due su due per la nostra rubrica, ndr], un vero artista prestato al cinema, o Philippe Antonello (che già troppe volte ho citato in questa intervista), per me uno dei migliori fotografi di scena al mondo. Ma mi vengono in mente altri nomi come Stefano Montesi, Paolo Ciriello, Francesca Fago, Federico Vagliati, Loris Zambelli, Chico De Luigi… tutti ottimi fotografi di cui ho molta stima. 

 

 

 

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Il piccolo cosmonauta venuto dallo Spazio: un progetto fotografico di Aaron Sheldon https://www.fabriqueducinema.it/magazine/arts/un-piccolo-cosmonauta-venuto-dallo-spazio-un-progetto-fotografico-di-aaron-sheldon/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/arts/un-piccolo-cosmonauta-venuto-dallo-spazio-un-progetto-fotografico-di-aaron-sheldon/#respond Tue, 14 Jun 2016 08:44:13 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3283 Così può nascere un progetto fotografico virale: un’idea per un mondo migliore e una campagna di fundraising sul popolare sito Kickstarter. Il top è avere come protagonista del viaggio un piccolo cosmonauta che scopre il nostro strano pianeta: i supermercati, va al cinema e prende l’autobus. Così può nascere un progetto fotografico virale: un’idea per […]

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Così può nascere un progetto fotografico virale: un’idea per un mondo migliore e una campagna di fundraising sul popolare sito Kickstarter. Il top è avere come protagonista del viaggio un piccolo cosmonauta che scopre il nostro strano pianeta: i supermercati, va al cinema e prende l’autobus.

Così può nascere un progetto fotografico virale: un’idea per un mondo migliore e una campagna di fundraising sul popolare sito Kickstarter. Il top è avere come protagonista del viaggio un piccolo cosmonauta che scopre il nostro strano pianeta: i supermercati, va al cinema e prende l’autobus.

L’ha fatto Aaron Sheldon, fotografo che vive in Ohio, insieme a suo figlio, un bimbo di quattro anni che si è prestato a diventare il soggetto di questo progetto. “Piccoli passi sono passi da gigante”, questa la visione che c’è dietro l’obiettivo, per “ricordare ai genitori di questo nostro tempo che per i bambini il mondo è un luogo che aspetta solo di essere esplorato”.

La richiesta di Aaron su Kickstarter era di 4.000 $ per continuare il viaggio fino alla West Coast e per stampare un libro fotografico. Ne ha raccolti velocemente 5.200 $ e tanti portali web nel mondo hanno raccontato il suo progetto. Il suo sogno ora è arrivare a Cape Canaveral per fotografare il piccolo su una vera piattaforma di lancio.

Sarebbe bello riuscire a vedere questo progetto portato a termine ed esposto anche in Italia.

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Un nuovo festival del corto a Cisterna https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/professionisti-della-fotografia-a-fiuggi/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/professionisti-della-fotografia-a-fiuggi/#respond Sat, 14 Mar 2015 09:14:51 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=1089 Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla prima edizione del Cisterna Film Festival – Festival internazionale del Cortometraggio, organizzato dall’Associazione Culturale MOBilitazioni Artistiche e con la direzione artistica di Cristian Scardigno. Il bando online sul sito www.cisternafilmfestival.com. La scadenza per la consegna dei lavori è fissata per il 24 maggio 2015 e la partecipazione è totalmente gratuita. […]

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Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla prima edizione del Cisterna Film Festival – Festival internazionale del Cortometraggio, organizzato dall’Associazione Culturale MOBilitazioni Artistiche e con la direzione artistica di Cristian Scardigno. Il bando online sul sito www.cisternafilmfestival.com. La scadenza per la consegna dei lavori è fissata per il 24 maggio 2015 e la partecipazione è totalmente gratuita.

Per la prima volta lo storico Palazzo Caetani di Cisterna di Latina diventa la cornice per un festival internazionale in cui si vuole dare spazio al talento di giovani cineasti e a opere indipendenti provenienti da tutto il mondo, che non trovano visibilità né distribuzione nei grandi circuiti commerciali. Il festival si pone l’obiettivo di diventare un punto di incontro per tutti i professionisti del settore.

Bonus di questa prima edizione è l’organizzazione di una mostra fotografica e di videoarte volta a contribuire alla bellezza del luogo e a sottolineare il connubio tra il cinema e le altre arti visive.

www.cisternafilmfestival.com

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