Festival Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Mon, 02 Sep 2024 13:05:44 +0000 it-IT hourly 1 Arriva l’8a edizione del Laterale Film Festival, dal 29 al 31 agosto a Cosenza https://www.fabriqueducinema.it/festival/arriva-l8a-edizione-del-laterale-film-festival-dal-29-al-31-agosto-a-cosenza/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/arriva-l8a-edizione-del-laterale-film-festival-dal-29-al-31-agosto-a-cosenza/#respond Mon, 12 Aug 2024 20:28:38 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=19256 A Cosenza il cinema è sperimentale, anzi Laterale: in arrivo l’ottava edizione del festival dedicato ai cortometraggi di ricerca. Pronto a tagliare il traguardo della sua ottava edizione, Laterale Film Festival si conferma come uno degli appuntamenti più interessanti del panorama festivaliero italiano e non solo. Un evento culturale, promosso dall’Associazione Culturale Laterale, che ha […]

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A Cosenza il cinema è sperimentale, anzi Laterale: in arrivo l’ottava edizione del festival dedicato ai cortometraggi di ricerca. Pronto a tagliare il traguardo della sua ottava edizione, Laterale Film Festival si conferma come uno degli appuntamenti più interessanti del panorama festivaliero italiano e non solo. Un evento culturale, promosso dall’Associazione Culturale Laterale, che ha riscritto la storia cinematografica calabrese e che ogni anno offre al pubblico l’opportunità di scoprire una produzione audiovisiva vivace e coraggiosa, spesso trascurata.

In programma nei giorni 29, 30 e 31 agosto negli spazi del Cinema San Nicola di Cosenza, la rassegna prosegue con passione la sua attività di diffusione di cortometraggi d’autore. Tre giorni dedicati a proiezioni, incontri e approfondimenti, durante i quali le dinamiche del mercato e della competizione lasciano spazio a un confronto sincero e alla condivisione di idee.

Laterale Film Festival
“Trailer of the film that will never exist” di Jean-Luc Godard (2023).

“Perché non serve a niente, davvero, che tu ti tieni gli occhi spalancati” è lo slogan, ispirato a un testo di Edoardo Sanguineti, che identifica l’edizione 2024: un invito a socchiudere le palpebre per immaginare nuove possibilità, inedite configurazioni del mondo. Un’esortazione a ricercare le immagini che si celano dall’altra parte degli occhi.

Sono 19 le opere che compongono la Selezione Laterale 2024, 19 sguardi originali provenienti da Austria, Brasile, Canada, Corea, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Portogallo, Singapore, Stati Uniti. Impreziosiscono il cartellone i film brevi Trailer of the film that will never exist: “Phony Wars” di Jean-Luc Godard (presentato al festival di Cannes del 2023), This is how a child becomes a poet di Céline Sciamma, The Tomb of Kafka di Jean-Claude Rousseau e Shrine di Robert Todd.

Gli organizzatori della manifestazione svolgono il loro compito nella convinzione che il cinema d’artista sia ancora in grado di sviluppare sensibilità e pensiero critico. Le forme della sperimentazione sono la linfa vitale del panorama creativo contemporaneo e il cinema deve essere l’invenzione di un nuovo linguaggio, non solo la ripetizione di vecchi schemi. I film laterali sono espressione di un processo umano, non condizionato dalla produzione industriale, e stimolano attivamente gli spettatori coinvolgendoli in modo autentico.

L’esperienza di fruizione non si limiterà alla visione dei lavori selezionati: prima e dopo le proiezioni, il pubblico avrà la possibilità di godere della mostra dal titolo “In Absentia”. Questa prevede, nello specifico, l’esposizione di una serie di frammenti testuali ideati dal Nucleo Kubla Kahn, collettivo di scrittori cosentini attivo dal 2013. I testi evocano visioni filmiche mai esistite e descrivono in vario modo momenti di cinema solo immaginati: un inedito tentativo di esplorare l’invisibile, in perfetta sintonia con le suggestioni che animano l’ottava edizione della kermesse.

Laterale Film Festival
“The Tomb of Kafka” di Jean Claude Rousseau (2022).

Inoltre, il 30 e 31 agosto dalle 17:30 alle 19:30 si terrà la prima edizione di BLATERALE – per pensare oltremodo, un nuovo progetto curato dal team del festival. Durante l’evento, redattori e critici delle riviste Memento Cinema e Lo Specchio Scuro analizzeranno i film della Selezione Laterale 2024 e discuteranno temi cruciali riguardanti la gestione dei festival e il ruolo della critica in uno scenario in continua evoluzione. Gli incontri si svolgeranno presso la sede del collettivo Nucleo Kubla Khan. Tale iniziativa è sostenuta dalla fondazione svizzera Kosmos Kultur, partner ufficiale di Laterale 2024.

Il festival si rivela, dunque, un’occasione imperdibile per chiunque desideri interrogarsi sulla natura e il significato profondo della settima arte.

www.lateralefilmfestival.com

www.facebook.com/lateralefilmfestival

www.instagram.com/laterale_film_festival

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Heroes International Film Festival, al via la seconda edizione https://www.fabriqueducinema.it/festival/heroes-international-film-festival-al-via-la-seconda-edizione/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/heroes-international-film-festival-al-via-la-seconda-edizione/#respond Wed, 17 Nov 2021 10:20:45 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=16393 Heroes International Film Festival torna con la seconda edizione dal 20 al 22 novembre presso la Casa del Cinema di Roma! Heroes è il festival italiano dedicato a nuove forme di storytelling e identità visiva del cinema e della serialità, incentrato su film di genere sci-fi, fantasy, horror, thriller, azione-avventura, cinecomics e crossover, short movies e […]

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Heroes International Film Festival torna con la seconda edizione dal 20 al 22 novembre presso la Casa del Cinema di Roma! Heroes è il festival italiano dedicato a nuove forme di storytelling e identità visiva del cinema e della serialità, incentrato su film di genere sci-fi, fantasy, horror, thriller, azione-avventura, cinecomics e crossover, short movies e serie.

Fabrique du Cinéma sarà uno dei Media Partner dell’Heroes International Film Festival insieme a Screenweek.it, MyMovies, Comingsoon.it e Dino Audino Editore.

La giuria sarà composta da figure professionali del racconto di genere per il cinema e la serialità, internazionali e italiani e premierà le migliori interpretazioni dei generi in due delle principali categorie: International Short Films Competition, composta da produzioni indipendenti e autori di cinema e arti visive e International Graduation Films Competition, composta da studenti e diplomandi di università e istituzioni accademiche internazionali.

Ogni edizione di Heroes premia artisti o professionisti dell’industria del cinema/serie con Heroes Special Prizes, consegnati a rappresentanti influenti del mondo della narrativa “di genere” e dell’immagine visiva.

Quest’anno verranno premiati gli Heroes 2021 tra cui, Gabriele Mainetti, coi dietro le quinte di Freaks Out e Barry Purves, con anteprima del suo nuovo film.

Durante il festival saranno presenti ospiti di fama nazionale e internazionale come Sebastian Badea, animatore di Black Widow e Suicide Squad;  Sean Rourke, Previs di The Avengerse Pirati dei CaraibiGlen McIntosh, Supervisor di Jurassic World e Star WarsWilliam Simpson, Storyboard artist di Games of Thrones; Marco Valerio Gallo Lo chiamavano Jeeg robot, Freaks Out; Carlo Poggioli, Divergent, The New Pope; Isabella Aguilar, Luna Park, Perfetti sconosciutiMarco Turini, comics Artist di Hulk, Doctor Strange e molti altri.

Comics di Marco Turini in "Doctor Strange"
Comics di Marco Turini in “Doctor Strange”

Inoltre saranno tramesse in anteprima nazionale opere come L’uomo dei ghiacci, con Liam Neeson; Demonic, nuovo horror di Neill BloomkampThe Gateway, con Shea Whigham e Olivia Munn; Happily, horror comedy prodotta da Jack Black, e opere provenienti da Brasile, Sud Corea, Canada, Giappone… cui si sommeranno i film d’autore e d’accademia selezionati tra più di 3500 corti giudicati dalla giuria internazionale del festival.

Per maggiori informazioni clicca qui http://heroesfilmfest.com/

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Gianluca Guzzo, CEO Mymovies: “Il futuro è l’integrazione tra cinema sul web e in sala” https://www.fabriqueducinema.it/magazine/industry/mymovie-gianluca-guzzo/ Mon, 08 Feb 2021 09:26:02 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=15179 Con alle spalle un percorso come danzatore classico a Parigi e gli studi di ingegneria informatica al Politecnico di Milano, Gianluca Guzzo da un paio di decenni ha fatto un lavoro delle sue due principali passioni: l’arte e l’innovazione tecnologica. Proprio mentre viveva in Francia, negli anni novanta, ha subito compreso le grandi potenzialità delle […]

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Con alle spalle un percorso come danzatore classico a Parigi e gli studi di ingegneria informatica al Politecnico di Milano, Gianluca Guzzo da un paio di decenni ha fatto un lavoro delle sue due principali passioni: l’arte e l’innovazione tecnologica. Proprio mentre viveva in Francia, negli anni novanta, ha subito compreso le grandi potenzialità delle rete e ne è rimasto fortemente affascinato. Mymovies, di cui è amministratore delegato e co-fondatore, nasce nel 2000 con l’idea di proporre una biblioteca online che digitalizzasse la letteratura cinematografica italiana. Ben presto però, seguendo la rapidissima evoluzione del web degli ultimi vent’anni, si è trasformato nel più importante sito di cinema del nostro paese, dando vita a partire dal 2010 anche a una piattaforma streaming pensata per simulare l’esperienza condivisa della sala: Mymovies Live. Con Guzzo abbiamo approfondito genesi e sviluppo di quest’ultimo progetto, che a seguito del diffondersi della pandemia ha avuto un’interessantissima evoluzione ed è oggi in pieno fermento. 

Mymovies Live parte dalle solide basi dell’esperienza di Mymovies. Come nasce inizialmente l’idea della piattaforma?

Quando siamo partiti con Mymovies il mondo di Internet era tutto da costruire, il nostro sito infatti nasce prima di Google, Youtube e chiaramente dell’esplosione dei social network. Ogni volta che si imponeva una importante tendenza, per noi si trattava di una nuova sfida. Con l’avvento di Google siamo stati tra i primi a comprenderne a fondo il modello, costruendo le nostre pagine affinché potesse capire cosa avessimo sul sito e premiarci nei risultati di ricerca. Prima dell’affermazione di Youtube eravamo in assoluto il sito di intrattenimento più visitato in Italia e ci siamo presto resi conto della necessità di seguire la tendenza dei video. In questo contesto, anche se può sembrare incredibile, Mymovies Live in realtà nasce per rispondere ai social network e alla loro estensione del concetto di community, pensando a una piattaforma in cui gli utenti potessero vedere i film insieme online in un determinato momento, chattando e pubblicando foto.

Come è evoluta negli anni l’offerta della piattaforma?

Il ruolo di Mymovies Live dalla sua nascita è stato soprattutto quello di presentare agli abbonati dei film in anteprima, prima dell’uscita nelle sale. Seguendo una logica di promozione che lasciava lo sfruttamento dei film ai cinema, attraverso l’organizzazione di eventi in sale virtuali con posti limitati per cui era necessaria una prenotazione. Il primo evento con cui siamo partiti nel 2010 è stato La bocca del lupo di Pietro Marcello, presentato online per sole 300 persone qualche giorno in anticipo rispetto all’arrivo in sala. Il film ha avuto poi un notevole successo anche al cinema e così tante altre opere hanno iniziato a seguire lo stesso percorso. Fino a quando nel 2018 non è esploso il caso di Netflix e Sulla mia pelle, che ha provocato grandi malcontenti nell’industria e ha portato in seguito all’approvazione della legge Bonisoli, con la quale è stata vietata l’uscita prima in streaming di qualsiasi film finanziato dallo Stato. L’impianto alla base di MyMovies Live ha subìto così un durissimo colpo e a inizio 2020 stavamo per chiudere la nostra esperienza.

Cos’è successo a questo punto?

All’improvviso è arrivato il lockdown e tutto è cambiato. Con le sale chiuse e gli italiani costretti a rimanere a casa, grazie all’appoggio di distributori come BIM, I Wonder Pictures, Sacher e realtà quali la Cineteca di Bologna, il Biografilm e il Far East Film Festival abbiamo iniziato a offrire su Mymovies Live la visione gratuita di diversi film. L’obiettivo era quello di mantenere un dialogo con i nostri utenti e ribadire l’importanza della settima arte in un momento così duro per tutti. Da lì sono partiti gli spunti per dare vita a nuovi progetti, come le piattaforme create a sostegno dei cinema in collaborazione con gli esercenti #Iorestoinsala e Miocinema o la piattaforma costruita ad hoc per la casa di distribuzione True Colours, True Colours Virtual Cinema. Di recente, in collaborazione con il Ministero degli Esteri, abbiamo anche chiuso un accordo con gli Istituti di Cultura italiani nel mondo e lanciato una nuova piattaforma per promuovere i film nostrani all’estero attraverso le varie ambasciate. In più, naturalmente, ci sono state tutte le iniziative legate alle piattaforme per gli oltre 100 festival con cui abbiamo lavorato. Dal 2015 siamo la piattaforma streaming ufficiale della Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia, ma nell’ultimo anno questo tipo di collaborazioni sono aumentate esponenzialmente.

Che tipo di lavoro avete portato avanti con i festival?

Da marzo in avanti nella maggior parte dei casi i festival non si sono potuti svolgere in presenza e, anche in quei momenti in cui ciò è stato in parte possibile, gli organizzatori avevano bisogno di un supporto che permettesse loro di sviluppare un’offerta sul web da affiancare a quella tradizionale. Così abbiamo dato la possibilità di utilizzare la nostra piattaforma a tutti coloro che erano interessati, creando uno spazio personalizzato per i festival in cui questi potessero gestire le loro offerte e proposte di abbonamento in modo autonomo. L’organizzazione di visioni-evento, con countdown, date e orari precisi in cui poter partecipare, è andata nella direzione di una condivisione dell’esperienza che ha senz’altro favorito il successo delle iniziative.

Mymovies
Il Torino Film Festival su Mymovies Live.

La risposta del pubblico in effetti è stata molto positiva…

Considerando solo le attività legate ai festival, da giugno a oggi sono state consumate 400.000 ore di visione e l’incasso ottenuto per conto delle manifestazioni cinematografiche è stato di oltre 480.000 euro. Il dato impressionante è che la maggior parte dei festival con cui abbiamo stretto accordi ha incassato più quest’anno online che nelle edizioni in presenza del 2019. Giusto per fare un paio di esempi, il Torino Film Festival è stato un grandissimo successo, con decine di migliaia di biglietti venduti, e il Trieste Film Festival ha raggiunto poco meno di 30.000 presenze con oltre un milione e mezzo di minuti di visione. Molto partecipati sono stati anche gli eventi gratuiti portati avanti da quei festival che hanno preferito non far pagare i propri utenti: il solo Biografilm Festival, la prima manifestazione con cui abbiamo collaborato, ha superato le 50.000 prenotazioni.

Quali sono gli aspetti di cui vai più fiero dell’operazione che state portando avanti?

La nostra è una piattaforma che definisco collaborativa. Ogni volta che stringiamo l’accordo con un partner, il dialogo che si crea porta all’aggiunta di una funzione o di un servizio e in questo modo Mymovies Live cresce e si evolve continuamente. Dal punto di vista tecnologico trovo si tratti di una cosa bellissima. Sul piano culturale, invece, abbiamo riunito alcuni tra i migliori talenti del nostro paese in campo cinematografico (direttori di festival, programmer, esercenti, produttori, distributori), che hanno messo a disposizione la loro professionalità per proporre una ricchissima offerta di film inediti e di qualità. In questo contesto è l’autorevolezza della selezione a fare la differenza e non – come avviene con i grandi colossi dello streaming – un algoritmo che profila gli utenti e che, attraverso l’analisi dei dati raccolti, finisce per proporre contenuti sempre più simili, appiattendo notevolmente l’offerta.

Come pensi che questa esperienza si possa sviluppare in futuro, quando gli eventi potranno nuovamente svolgersi regolarmente in presenza?

Generalmente i festival si rivolgono soprattutto agli spettatori del territorio in cui si svolgono. Mediamente solo il 20% degli abbonati alle varie nostre piattaforme dedicate sono sul territorio, mentre il restante 80% proviene dal resto d’Italia. Sulla base di questi dati mi aspetto che, con l’emergenza alle spalle, non solo le sale dei festival torneranno ad essere piene, ma anche che crescerà sempre più l’interesse a vedere i film online da parte di chi è impossibilitato a recarsi in loco. Gli appassionati di cinema di un territorio in cui si organizza un festival non rinunceranno mai all’esperienza della sala. In più, alcuni partner stanno già sperimentando con noi un’offerta sul web continuativa che vada oltre la durata delle singole manifestazioni: il Far East Film Festival ha una sua versione in abbonamento per la visione di una selezione di film asiatici durante tutto l’anno e la stessa cosa la sta facendo la Cineteca di Bologna con i suoi film restaurati. Altre offerte di questo tipo arriveranno e sono assolutamente convinto che in futuro si andrà verso un modello virtuoso di integrazione tra programmazione fisica e sul web.

 

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Fabrique Awards: svelati tutti i finalisti https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/fabrique-awards-svelati-tutti-finalisti/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/fabrique-awards-svelati-tutti-finalisti/#respond Thu, 07 Dec 2017 14:26:06 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=9731 Questi i finalisti delle 12 categorie dei Fabrique International Awards svelati oggi alla conferenza stampa presso il cinema Quattro Fontane, alla presenza di Valentina Ludovini, giurata, Laura Adriani, presentatrice della serata del 15, Elena Mazzocchi, direttrice editoriale Fabrique du Cinéma, Tommaso Agnese, strategic manager Fabrique du Cinéma, Roberto De Feo, Prem1ere Film – coproduttore Fabrique […]

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Questi i finalisti delle 12 categorie dei Fabrique International Awards svelati oggi alla conferenza stampa presso il cinema Quattro Fontane, alla presenza di Valentina Ludovini, giurata, Laura Adriani, presentatrice della serata del 15, Elena Mazzocchi, direttrice editoriale Fabrique du Cinéma, Tommaso Agnese, strategic manager Fabrique du Cinéma, Roberto De Feo, Prem1ere Film – coproduttore Fabrique Awards, Save The Children, partner Fabrique Awards.

I vincitori saranno proclamati la sera del 15 dicembre al grande evento a Spazio Novecento.

MIGLIOR SOGGETTO E SCENEGGIATURA (cinquina)

SuperMarg (Elena Nappi e Fabrizio Eftekhari / Italia)

Fine del gioco (Giovanni Dota/ Italia)

Indimenticabile (Gianluca Santoni e Michela Straniero / Italia)

L’interprete (Hleb Papou / Italia)

Puppets (Domenico Modafferi / Italia)

MIGLIOR DOCUMENTARIO INTERNAZIONALE

– The Iconoclast (King Adz / Inghilterra)

The Road to Nickelsville (Derek Mcneill / USA)

The Writer with No Hands (William Westaway / Inghilterra)

Escaping the Temple (Patrick Carr / Cina)

MIGLIOR WEB SERIE

This is Desmondo Ray! (Steve Baker / Australia)

Perverts Anonymous (Tim Hamilton / Canada)

Super Italian Family (Daniele Esposito e Gabriele Galli / Italia)

Life sucks! (Nicola Piovesan / Italia)

MIGLIOR CORTO INTERNAZIONALE

The Simon’s way (Edgar Baghdasaryan – Armenia)

Mama (Eduardo Vieitez / Turchia)

Le Plombier (Xavier Seron et Méryl Fortunat-Rossi / Belgio)

Black Ring (Hasan Can Dağlı / Turchia)

MIGLIOR REGISTA DI CORTO INTERNAZIONALE

– Aldo Iuliano per Penalty

– Sonia Giannetto per Episodio

– Eduardo Vieitez per Mama

– Kassim Yassin Saleh per Idris

MIGLIOR CORTO ITALIANO

Confino (Nico Bonomolo / Italia)

Freddo dentro (Valerio Burli / Italia)

A Christmas Carol (Luca Vecchi / Italia)

Sensazioni d’amore (Adriano Pantaleo / Italia)

MIGLIOR TEMA MUSICALE ITALIANO

Vito Lo Re – La ragazza nella nebbia

Diego Buongiorno – Monolith

The Sweet Life Society – Brutti e cattivi

Stefano Lentini – Taranta on the road

MIGLIOR ATTORE RIVELAZIONE

Giacomo Ferrara – Guarda in alto di Fulvio Risuleo

Josafat Vagni – Dove cadono le ombre di Valentina Pedicini

Fabio Balsamo – Addio fottuti musi verdi di Francesco Capalbo

Simone Liberati – Cuori puri di Roberto De Paolis

MIGLIOR ATTRICE RIVELAZIONE

Silvia D’Amico – The Place di Paolo Genovese

Selene Caramazza – Cuori puri di Roberto De Paolis

Valentina Bellè – Una questione privata di Paolo e Vittorio Taviani

Valentina Vannino – L’intrusa di Leonardo di Costanzo

MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO INTERNAZIONALE

House of Norway (Jan Vardøen / Norvegia)

The Song of Sway Lake (Ari Gold / USA)

Bikini Blue (Jarek Marszewski / Polonia)

Dim The Fluorescents (Daniel Warth / Canada)

MIGLIOR OPERA PRIMA ITALIANA

I figli della notte (Andrea De Sica / Italia)

Guarda in alto (Fulvio Risuleo / Italia)

I peggiori (Vincenzo Alfieri / Italia)

Easy (Andrea Magnani / Italia)

MIGLIOR OPERA INNOVATIVA e SPERIMENTALE ITALIANA

Sicilian Ghost Story (Fabio Grassadonia e Antonio Piazza / Italia)

A Ciambra (Jonas Carpignano/ Italia – Francia – Germania)

Gatta Cenerentola (Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone / Italia)

Orecchie (Alessandro Aronadio/Italia)

 

 

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Festival di cinema, tra passato e futuro https://www.fabriqueducinema.it/festival/festival-del-cinema-passato-futuro/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/festival-del-cinema-passato-futuro/#respond Thu, 03 Aug 2017 13:22:24 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=9049 Il presente e il futuro anteriore dei festival: questo il titolo della tavola rotonda alle Giornate del Cinema Lucano a Maratea, tenutasi lo scorso 28 luglio. A discuterne con Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission, un parterre di grandi direttori: Alberto Barbera (Venezia), Pedro Armocida (Pesaro), Antonio Monda (Roma) Karel Och (Karlovy Vary). [questionIcon]Karel, […]

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Il presente e il futuro anteriore dei festival: questo il titolo della tavola rotonda alle Giornate del Cinema Lucano a Maratea, tenutasi lo scorso 28 luglio. A discuterne con Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission, un parterre di grandi direttori: Alberto Barbera (Venezia), Pedro Armocida (Pesaro), Antonio Monda (Roma) Karel Och (Karlovy Vary).

[questionIcon]Karel, come si tiene un grande festival storico, che guarda alle nuove realtà all’attualità dei tempi di un cinema che è molto modificato?

[answerIcon]Karlovy-Vary è un festival molto vecchio e allo stesso tempo molto giovane: sono gli ultimi 25 anni che contano, bisogna ricordare che negli anni Settanta il direttore del festival era anche il presidente della giuria… Viaggio con i miei colleghi tutto l’anno per mettere insieme un programma di circa 200 film. Siamo particolarmente orientati ai giovani registi, agli esordienti, proiettiamo in genere una cinquantina di opere prime. Vogliamo continuare a sostenere i giovani autori che spesso non sanno, una volta finito il loro film, che dovranno entrare nella giungla del business.

[questionIcon] Quest’anno avete aperto con Uma Thurman. I talent servono?

[answerIcon]Servono: io sono convinto che il glamour sia una parte importante del festival, e tentiamo di portare attori, attrici e registi che soddisfino allo stesso tempo sia i tabloid che la stampa più intellettuale, proprio come Uma.

il parterre delle Giornate del Cinema Internazionale di Maratea

[questionIcon]Tu invece Pedro, spagnolo di Madrid, guidi una storica manifestazione come il Festival di Pesaro, che ha segnato la storia del cinema italiano con grandi direttori.

[answerIcon]Pesaro nasce nel 1975, fondato da Lino Micciché e Bruno Torri. Fin dagli inizi è stato uno principali festival internazionali, e ha ospitato intellettuali come Pier Paolo Pasolini, Roland Barthes, Umberto Eco, Roberto Rossellini. Tutto il cinema si ritrovava a Pesaro, che non è mai stato un’anti-Venezia, ma negli anni in cui c’era il nuovo cinema con le varie nouvelles vagues, Pesaro le ha intercettate tutte: quella della Cecoslovacchia, quella Brasile. Solo lì si poteva vedere questi autori, in tempi molto diversi dai nostri: non dimentichiamo che allora si andava ai festival perché solo lì si poteva vedere alcuni film, oggi si può vedere tutto in qualsiasi momento. Di conseguenza anche il fare festival si è trasformato, la componente legata agli eventi e agli incontri con i protagonisti è aumentata. Anche a Pesaro, che pure ha una connotazione culturale forte, cerchiamo di dar vita a momenti unici che avvengono solo durante il festival. Ad esempio giochiamo su cose che possono sembrare strane, come la pellicola. Ci stiamo specializzando sul 16 mm e sul super8, formati che a torto si penserebbe superati, e abbiamo una sala interamente dedicata a questo tipo di proiezioni, con i cineasti che commentano con il pubblico il loro lavoro. Riprendendo insomma il titolo di questo convegno, i festival sono come una sorta di futuro anteriore del cinema. Alla fine degli anni Novanta dicevano che saremmo scomparsi, con la rete, lo streaming, e invece siamo ancora qua: un passato nel futuro, appunto.

[questionIcon]Avete introdotto un’innovazione: una giuria di 15 giovani guidati da un presidente che viene dal mondo del cinema.

[answerIcon]Storicamente Pesaro è sempre stato legato all’università, ogni anno ospita decine e decine di studenti da tutta Italia, dai quali si è formata poi negli anni una classe di critici e organizzatori culturali. Abbiamo perciò deciso di coinvolgerli più attivamente.

logo delle Giornate del Cinema Internazionale di Maratea

[questionIcon]Passiamo a Roma. Antonio, il tuo è un festival o una festa?

[answerIcon]Una festa, Roma ha tanto bisogno di feste… Può sembrare un gioco lessicale, in realtà c’è di più. Innanzitutto la manifestazione che guido ha una storia molto più giovane, solo dodici anni, io sono al mio terzo anno. Ho cercato di cambiare molte cose: non abbiamo un concorso né una giuria, e una parte molto significativa e caratterizzante è dedicata agli incontri, con una o due personalità del cinema e anche non del cinema che ogni sera dialogano con il pubblico. Ad esempio, ogni anno ospitiamo un grande scrittore che viene a spiegare di come il cinema ha influenzato il suo lavoro: Donna Tartt, Don De Lillo, quest’anno ci sarà Chuck Palahniuk. Ma sono stati con noi anche grandi architetti e musicisti. Insomma festeggiamo il cinema, con il più assoluto rispetto per chi fa i festival veri e propri. Del resto sarebbe certamente penalizzante fare un festival tradizionale un mese e mezzo dopo Venezia, che viene prima per tempi, storia, bravura. In poche parole non voglio fare una Venezia di serie B, ma una Roma di serie A e spero di esserci riuscito.

[questionIcon]Alberto Barbera, hai presentato un’edizione poco tradizionale, con molto cinema italiano…

[answerIcon]Ogni anno cerchiamo di introdurre qualche elemento di novità e non è facile, in un panorama di tantissimi festival importanti che, come diceva Pedro, non solo non sono scomparsi ma sono sempre più forti. Si attestano sempre più come un momento decisivo non tanto per la promozione dei film ma soprattutto per la loro circolazione. Non dimentichiamo che certi film girano nel mondo solo attraverso e grazie ai festival. Venezia ha una storia lunghissima e particolare, ha attraversato grandi momenti e momenti bui, come fu la scelta disastrosa di non avere per dieci anni una competizione, il che ha consentito a Cannes di diventare quello che è. Siamo in qualche modo riusciti a riportare Venezia agli onori del mondo, abbiamo ricostruito il rapporto con gli americani, ci si viene molto più volentieri che qualche quinquennio fa. A ogni modo le novità quest’anno sono due: una è la realtà virtuale, la seconda, all’interno di un programma molto vario, la presenza di tanto cinema italiano. Negli ultimi anni mi sono spesso lamentato della scarsa qualità del cinema italiano, che è una delle ragioni della disaffezione del pubblico alla sala. Quest’anno invece la sorpresa è stata vedere tanti bei film. La mia impressione è che ci sia una “piccola primavera” del cinema italiano: numerosi registi, agli esordi o al secondo o terzo film, che si stanno misurando con modelli spettacolari e narrativi inediti. Basta con le commedie, il cinema borghese autoreferenziale. Quindi a Venezia ci saranno più di 20 film italiani, un numero forse esorbitante, ma era importante dare un segnale di attenzione rispetto a un cambiamento in atto: vedremo poi se si consolida, ma intanto c’è. La realtà virtuale è l’altra novità: siamo il primo festival importante al mondo che indice un concorso per questo tipo di opere, con una giuria e dei premi appositi. La VR forse non è il futuro del cinema o la sua evoluzione, è un’altra cosa, ma molti sono convinti – e io fra questi – che sia destinata a rimanere, si radicherà, non sostituirà il cinema ma sarà altro. Fra 100 opere ne abbiamo scelte 22 per il concorso e altre 7-8 fuori concorso: saranno per il pubblico esperienze spettacolari senza precedenti, per le quali utilizzeremo un nuovo spazio, l’antico e magnifico Lazzaretto su un’isola di fronte al lido, restaurato di recente. Del resto io sono convinto che i festival abbiano il ruolo non solo di fotografare il cinema di un dato momento, ma di essere proiettati nel futuro, scommettendo e sbagliando. Chi fa sbaglia, ma progredisce.

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“The First Shot”, la Cina raccontata con l’iPhone https://www.fabriqueducinema.it/cinema/interviste/the-first-shot-la-cina-raccontata-liphone/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/interviste/the-first-shot-la-cina-raccontata-liphone/#respond Mon, 10 Jul 2017 07:50:43 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=8892 Hanno vinto l’ultima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, la kermesse capitanata per il secondo anno consecutivo dal giornalista e critico cinematografico Pedro Armocida. Con The First Shot, coproduzione italo-cinese, i giovanissimi Federico Francioni e Yan Cheng  confermano il loro talento. Già presenti a Pesaro lo scorso anno con il doc Tomba del tuffatore (di cui avevamo […]

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Hanno vinto l’ultima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, la kermesse capitanata per il secondo anno consecutivo dal giornalista e critico cinematografico Pedro Armocida. Con The First Shot, coproduzione italo-cinese, i giovanissimi Federico Francioni e Yan Cheng  confermano il loro talento.

Già presenti a Pesaro lo scorso anno con il doc Tomba del tuffatore (di cui avevamo parlato qui), i due registi, diplomatisi al Centro Sperimentale di Cinematografia dell’Aquila, tornano ad indagare l’uomo attraverso la macchina da presa: se nel primo lavoro ci si chiedeva cosa rimanesse di un passato importante nel nostro presente, la domanda adesso riguarda quale presente e soprattutto quale futuro aspettarsi, se il passato è sepolto e dimenticato.
Il film segue tre ragazzi cinesi, tre esistenze distanti e differenti colte nella stessa tensione: la ricerca della propria identità e del senso dello stare in un presente di continua trasformazione. Ognuno di loro è nato dopo il 1989, la fine di tutte le rivoluzioni. Alle loro spalle si intravede una storia contraddittoria, di sofferenze e continue trasformazioni, dalla caduta dell’Impero all’era moderna, che ha inizio col primo sparo rivoluzionario, il 10 ottobre 1911.

Abbiamo raggiunto al telefono uno dei due registi, Federico Francioni, al quale abbiamo chiesto di più su un film che per la giuria «mostra che il cinema è ancora possibile».

[questionIcon]Come nasce l’idea del film?

[answerIcon]Io e Yan Cheng avevamo già lavorato insieme su Tomba del tuffatore, e ci piaceva l’idea di continuare su quella strada – la possibilità di avere uno sguardo in movimento, per cogliere segni, frammenti, sulla base di un’idea più ampia, a volte mitica (e da qui nasce anche il logo “Cinevoyage” che abbiamo creato per i nostri lavori insieme).
In occasione del capodanno cinese Yan Cheng ha passato qualche settimana in Cina, e quando è tornato abbiamo passato molto tempo a parlare della situazione lì; aveva incontrato alcuni suoi amici, e mi parlava del senso di angoscia che aveva avvertito stando con loro. Da lì abbiamo iniziato a ragionare su questo momento di passaggio, gli anni ’90, e sulla generazione nata in quel momento storico, cresciuta perdendo la propria coscienza storica – il 1989 di Tienanmen, era stato giusto qualche anno prima, ma le tracce andavano già perdute: da lì si è passati a una fase di trasformazione e cambiamento radicali, con lo sguardo unicamente teso verso il futuro.

una scena del film The First Shot in concorso a Pesaro

[questionIcon]La Storia, il passato: già nel vostro primo lavoro era presente una riflessione sul passato (il manufatto funerario, la villa di Ravello) rispetto al presente (il turismo passivo, gli ecomostri abbandonati). In The First Shot sembra quasi vogliate rispondere alla domanda lasciata in sospeso nel primo film, dimostrando quanto la mancanza della memoria del passato si traduca in una difficoltà di vivere il presente e forse nell’impossibilità di immaginare un futuro.
[answerIcon]Non abbiamo mai affrontato il passato in modo diretto se non nelle prime immagini, ma è qualcosa che permea il presente, e la vita stessa, di questi ragazzi: è da quella Storia rimossa che nasce l’angoscia, la difficoltà di dare un senso a quello che gli accade intorno, perso in un continuo cambiamento. Il futuro per loro è una dimensione che ha perso di idealismo, perché non hanno alcuna capacità di incidere sulle trasformazioni in atto – in Cina è un sensazione evidente, ma è un processo universale, che colpisce anche l’Italia per esempio, in misura ridotta. Quando abbiamo conosciuto Yiyi, lei viveva a Londra, studiava moda e non si era mai posta nessuna domanda sulla propria famiglia – e infatti per lei è stato molto doloroso tornare nel villaggio dei nonni, quando le abbiamo chiesto di affrontare insieme questo viaggio. Lì c’era stata solo un paio di volte in vita sua, accompagnata dai genitori.
La sua parte si conclude con un’affermazione netta: “Non ho messo alcun passato nel mio futuro”. Adesso a distanza di quasi due anni da quando abbiamo girato il film, quando ci ripensa dice di vergognarsi di quelle parole. In qualche modo questo viaggio che abbiamo affrontato è stato anche un riscoprire certi aspetti finora trascurati, insieme.

una scena del film The First Shot in concorso a Pesaro

[questionIcon]«All’improvviso una tempesta spazza via il sangue di Tiananmen. La metafora è tanto grande che diventa metonimia e la metonimia è il cinema. Una cosa E l’altra. La E è fondamentale. La E è il cinema. Non c’è commento né finzione. Una via di mezzo, tutto è cinema. Noi che facciamo film ringraziamo due giovanissimi cineasti che ci mostrano che il cinema è ancora possibile. Grazie». Con questa motivazione la giuria del Festival di Pesaro ha premiato il vostro film. Una motivazione che è non solo un riconoscimento per il percorso che avete fatto, per il vostro talento, ma anche uno sprone: come ci si sente all’indomani di un premio così prestigioso? Cosa cambia – se cambia – adesso?
[answerIcon]La motivazione della giuria, presieduta da un Maestro come Joao Bõtelho, ci ha profondamente commossi. È stato già un miracolo riuscire a presentare il film in pubblico. Non è stato un percorso facile, abbiamo scontato alcuni problemi burocratici in passato, e non solo, che per fortuna con questo premio ci siamo messi alle spalle. Con Yan Cheng abbiamo intenzione di proseguire insieme, anche se ci siamo temporaneamente separati. Lui, dopo molti anni, ha deciso di tornare per qualche tempo in Cina; io ho fatto un’esperienza in Francia, e ho avviato un lavoro documentario lì che mi piacerebbe molto continuare; prima o poi mi piacerebbe anche approcciare la finzione. Per noi il Nuovo Cinema di Pesaro è un cinema che propone delle idee, un’interpretazione, uno sguardo in movimento sulle cose – la nostra società ha un vitale bisogno di questi stimoli.

[questionIcon]«Circa il 50% di questo film è stato girato con l’iPhone», recita un cartello sui titoli di coda. Come a ribadire a livello stilistico quanto emerge a livello contenutistico (lo spaesamento di una generazione che ha perso la memoria): perché questa scelta?
[answerIcon]Il mezzo in sé, in questo caso l’iPhone, non ha valore di significato se non si inserisce in un discorso di stile, di linguaggio. Poteva essere qualunque altra camera con una risoluzione decente. In questo caso, in alcuni momenti, è stato fondamentale girare con il cellulare – ed è sicuramente uno strumento strettamente connesso alla generazione che andavamo raccontando. Con l’iPhone potevamo avvicinarci ai soggetti, senza essere invasivi; è un modo di girare che può essere molto intimo, spontaneo, a volte anche leggero. Ci sono poi alcune sequenze di rallenty, oppure dettagli che emergono nel caos: col telefono queste “emergenze” della realtà vengono catturare esattamente come un “frammento”, per quello che sono al nostro sguardo. In questo senso l’iPhone è uno strumento prezioso, permette un’immediatezza che sarebbe difficile ottenere altrimenti. Ha anche una qualità particolare, a volte ci siamo trovati con delle immagini molto belle, che mancavano di profondità: come se ci fosse una piattezza costitutiva. Ed effettivamente si tratta di uno schermo molto sottile, attraverso cui oggi passa, e vive, gran parte del mondo sociale.

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Al Figari i corti si vedono in spiaggia con Tea Falco https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/al-figari-corti-si-vedono-spiaggia-tea-falco/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/al-figari-corti-si-vedono-spiaggia-tea-falco/#respond Fri, 23 Jun 2017 06:19:30 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=8815 Le sdraio sono allineate, lo schermo ben posizionato e la luna in fase calante sembra voler sbirciare i corti da dietro una tenda nera. Tutto è pronto per il Figari Film Fest, il concorso cinematografico dedicato ai cortometraggi che quest’anno giunge alla sua settima edizione. Nato nel 2011, il Figari Film Fest è il festival […]

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Le sdraio sono allineate, lo schermo ben posizionato e la luna in fase calante sembra voler sbirciare i corti da dietro una tenda nera. Tutto è pronto per il Figari Film Fest, il concorso cinematografico dedicato ai cortometraggi che quest’anno giunge alla sua settima edizione.

Nato nel 2011, il Figari Film Fest è il festival internazionale dedicato al cinema giovane e indipendente, ai corti e agli esordi cinematografici dei giovani registi. La kermesse è organizzata dalla società di produzione cinematografica Diero con il sostegno del Comune di Golfo Aranci. «Sette anni fa – ci racconta Matteo Pianezzi, direttore artistico del festival – l’idea era quella di portare i nostri amici attori, registi e sceneggiatori in vacanza con  noi. È nato così, come una grande scusa per passare una parte dell’estate assieme.  Poi pian piano il festival ha preso piede, è diventato qualcosa di più grande, più organizzato: sono arrivati i primi ospiti professionali internazionali, direttori di grandi festival, i buyer televisivi esteri».

il direttore del figari film festival matteo pianezzi
Matteo Pianezzi

Già, perché il FFF è strutturato in tre blocchi separati: la Festa Del Corto, una selezione dei film più belli e premiati nei principali festival mondiali, il Festival Europeo Professionale vero e proprio, che comprende la competizione ufficiale, le giornate professionali ed il mercato internazionale del cortometraggio, e infine il Movie Contest, che permette a sei troupe (tre italiane e tre straniere) di realizzare un corto nei giorni del festival e vederlo proiettato nella serata di chiusura del festival, avendo a disposizione tutta una serie di splendide location in Sardegna.

«Il bello di fare un festival in un posto del genere, qui a Golfo Aranci – prosegue Pianezzi – ci permette di unire due anime: quella della professionalità e quella dell’accoglienza e del divertimento. Ad esempio, stamattina abbiamo fatto la colazione degli autori: 50/60 professionisti del settore nella piazza centrale del paese che facevano colazione e nel frattempo parlavano di cinema. Subito dopo c’è stato il panel tenuto da Sardinia Film Commission con Melina Satta, e poi i meeting one-to-one tra artisti e professionisti. Finiti gli incontri, tutti al mare al Fino Beach a Cala Sassari, che è uno dei posti più belli della nostra zona. Ed è bello vedere tutti questi professionisti del cinema che lavorano, prendono contatti, danno il via alle storie che vedremo su grande schermo, stando però al mare, in costume e ciabatte!».

un'immagine del figari film festival«La cosa più bella – ci dice Tea Falco, attrice, regista, fotografa e qui in veste di giurata – è che è un festival di grandissima qualità, in un ambiente decisamente informale: c’è gente di cinema, si lavora, eppure siamo in spiaggia. La cosa più incredibile poi è vedere i corti di notte sotto le stelle sulle sdraio». Sì, perché le proiezioni, tutte rigorosamente gratuite, si fanno in riva al mare, come fosse un drive-in, ma con le sedie sdraio al posto delle automobili. E a fine proiezioni scatta il beach-party.

E il pubblico ha ormai iniziato ad apprezzare questo piccolo festival «e risponde bene – continua Pianezzi – anche perché non è facile trovare spazi in cui vedere i corti e in tanti aspettano questo appuntamento per vedere cosa c’è in giro, quali novità ci sono, di cosa si parla nel mondo».

«Una parola va detta – prosegue Tea Falco – sulla qualità della selezione: tanti i corti, stranieri e italiani, che spaziano dalle tematiche più diverse, e insolite, e che offrono uno spaccato reale sulla situazione in paesi che magari sono a noi lontani. Il cinema in fondo è anche questo: ha una funzione sociale, oltre che artistica». Con questo spirito l’attrice ha infatti realizzato il suo primo documentario Ceci n’est pas un cannolo, che andrà in onda su Sky Arte, un «esperimento antropologico sulla Sicilia e su alcuni dei suoi straordinari abitanti, che ho girato proprio con lo scopo di mostrare che ogni realtà è unica, e dipende da chi la osserva».

Estate, spiaggia, mare, stelle e film: cos’altro chiedere? Beh forse solo un pizzico di fortuna, ma pare che anche su questo fronte al Figari Film Fest siano ben attrezzati: «Figari porta bene – chiosa Pianezzi: chi viene qua, in un modo o nell’altro, l’anno dopo fa il botto. Come successe ad esempio a Alessandro Borghi, che venne qui per un corto di cui era protagonista. Al tempo aveva in ballo due provini per due progetti nei quali sperava tanto: due mesi dopo venne confermato per entrambi, ed erano Non essere cattivo e Suburra. Direi che sono andati bene, e ora Ale sarà il padrino del 74° Festival di Venezia». Niente male davvero.

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Aperte le iscrizioni al Laterale Film Festival, con il meglio della produzione off e indie https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/aperte-le-iscrizioni-al-laterale-film-festival-che-scova-il-meglio-della-produzione-off-e-indie/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/aperte-le-iscrizioni-al-laterale-film-festival-che-scova-il-meglio-della-produzione-off-e-indie/#respond Wed, 16 Nov 2016 09:42:15 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3790 “Siamo alla ricerca di film insoliti, dissonanti, irregolari, inaspettati; film pieni di idee e interferenze, rotture e frammentazioni, ribaltamenti e balbettii, incrinature e pulsazioni”. Esiste un vasto sottobosco cinematografico ricco di sorprese, costituito da filmmaker intransigenti, radicali, antagonisti. La filosofia che li muove si basa sull’idea che sia possibile – e vantaggioso – operare in […]

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“Siamo alla ricerca di film insoliti, dissonanti, irregolari, inaspettati; film pieni di idee e interferenze, rotture e frammentazioni, ribaltamenti e balbettii, incrinature e pulsazioni”.

Esiste un vasto sottobosco cinematografico ricco di sorprese, costituito da filmmaker intransigenti, radicali, antagonisti. La filosofia che li muove si basa sull’idea che sia possibile – e vantaggioso – operare in condizioni di totale indipendenza, al fine di godere della massima libertà espressiva, prerogativa ineludibile di ogni autentico processo creativo.

A essi si rivolge la prima edizione del LATERALE FILM FESTIVAL, festival internazionale non competitivo di arte cinematografica organizzato dall’Associazione Culturale Kamen. La partecipazione è gratuita, ed è possibile inviare il proprio film fino al 31 Marzo.

Valorizzare i linguaggi audiovisivi più innovativi e creativi e ridurre la distanza tra sperimentazione artistica e partecipazione del pubblico sono gli obiettivi di questa giovane e ambiziosa kermesse: particolare attenzione sarà perciò riservata ai giovani cineasti e agli indipendenti, alle opere autoprodotte e no-budget, frutto di percorsi di ricerca individuali e originali.

Lateral Film Festival
Cosenza | 12 – 14 Giugno
Cinema San Nicola
Per info e iscrizioni: www.lateralefilmfestival.com/it

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I corti italiani? Da 30 e lode https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/i-corti-italiani-da-30-e-lode/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/i-corti-italiani-da-30-e-lode/#respond Tue, 01 Nov 2016 14:46:30 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3740 Tanti gli short films italiani protagonisti del Festival Internazionale del Cortometraggio Socio-Giuridico, giunto alla seconda edizione. Sabato scorso, al Teatro Palladium di Roma, si è svolta la cerimonia di premiazione alla quale sono intervenuti l’attore e doppiatore Dario Penne e la cantante Roberta Carrese. Alla presenza della giuria presieduta da Giuliano Montaldo e composta da Pier Giorgio […]

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Tanti gli short films italiani protagonisti del Festival Internazionale del Cortometraggio Socio-Giuridico, giunto alla seconda edizione. Sabato scorso, al Teatro Palladium di Roma, si è svolta la cerimonia di premiazione alla quale sono intervenuti l’attore e doppiatore Dario Penne e la cantante Roberta Carrese.

Alla presenza della giuria presieduta da Giuliano Montaldo e composta da Pier Giorgio Bellocchio, Enrico Carocci, Carolina Crescentini, Laura Delli Colli, Sabrina Impacciatore, Virginio Palazzo, Daniele Silvestri e Massimo Vigliar, sono stati assegnati i premi della seconda edizione.

diritto-al-corto_paolo-fusco-33Questi i premiati: La última partida (miglior cortometraggio), Finché c’è vita c’è speranza (premio speciale della giuria), Family on board (premio speciale della giuria), La cura (premio speciale Giuliano Montaldo per l’attrice Ariello Reggio), Ovunque proteggi (menzione speciale della giuria), Severed (premio della Giuria 30 e lode, composta da specializzandi, studenti e dottorandi della facoltà di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre), La ruota (menzione speciale di Daniele Silvestri per la miglior colonna sonora).

I temi affrontati dai cortometraggi in concorso sono stati molto eterogenei: dalla pena di morte, ai diritti dei lavoratori, dagli effetti del precariato sulle nuove generazioni alla legittima difesa domiciliare fino ai casi paradossali di malasanità. Un’occasione per riflettere sul diritto attraverso il cinema, ma anche per offrire ai cortometraggi, troppo spesso relegati ai margini dei tradizionali circuiti distributivi, l’onore del grande schermo.

“Diritto al Corto – Festival Internazionale del Cortometraggio Socio-Giuridico”, è organizzato dall’Associazione Diritto al Corto e promosso con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi “Roma Tre”, ed è diretto dalla prof.ssa Antonella Massaro con la collaborazione dei dottori Lorenzo Brizi, Silvia Brunelli, Francesco Cecchini e dall’avv. Tiziana Pica.

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“Ero Malerba” sbanca a Visioni Dal Mondo https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/ero-malerba-sbanca-a-visioni-dal-mondo/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/ero-malerba-sbanca-a-visioni-dal-mondo/#respond Thu, 13 Oct 2016 14:45:04 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3661 Alla sua seconda edizione, il Festival internazionale del documentario Visioni Dal Mondo, organizzato da UniCredit Pavillon e dalla società di produzione FRANKIESHOWBIZ, ottiene un grande successo di pubblico, registrando sempre sale stracolme grazie a un interessante programma di oltre 30 titoli e nonostante l’atmosfera non proprio festivaliera, ma anzi un po’ ingessata. Grande novità di […]

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Alla sua seconda edizione, il Festival internazionale del documentario Visioni Dal Mondo, organizzato da UniCredit Pavillon e dalla società di produzione FRANKIESHOWBIZ, ottiene un grande successo di pubblico, registrando sempre sale stracolme grazie a un interessante programma di oltre 30 titoli e nonostante l’atmosfera non proprio festivaliera, ma anzi un po’ ingessata. Grande novità di quest’anno Visioni Incontra, una sezione Industry organizzata in collaborazione con la Film Commission Lombardia, importante occasione per giovani filmaker, con progetti in fase di lavorazione, di mettersi in vetrina alla ricerca di finanziamenti.

Tanti i temi trattati dai documentari in concorso, e di grande attualità: il coraggio delle donne, i binomi giustizia – legalità e integrazione – istruzione, l’identità di genere, ma anche argomenti più leggeri e ironici come nel caso del divertente Il presidente del mondo di Francesco Merini e Michele Cogo, che mette in scena in tutta la sua forza il tagliente humor toscano in una storia tanto folle quanto brillante: un paesino toscano in provincia di Livorno chiamato La California si sente parte del territorio americano e ritiene di avere tutti i diritti di partecipare alle elezioni del presidente degli Stati Uniti. Così un gruppo di persone, capitanate dal visionario assessore Stefano Marmugi, mobilitano un paese di 1500 anime per andare a votare, oltre ai due candidati americani del 2008 – Barack Obama e John McCain – uno dei cinque bizzarri aspiranti presidenti italiani, fra cui Malcolm Kennedi e Lucky Lasagna.

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Ma il doc che si aggiudica i due premi più ambiti – Premio Unicredit Pavillon, assegnato da una giuria di esperti, e Premio Unicredit Giovani degli studenti delle scuole di cinema milanesi – è Ero Malerba di Toni Trupia, classe 1979 al suo terzo lungometraggio, il racconto della guerra personale di Giuseppe Grassonelli, vittima della strage del 1986 a Porto Empedocle in cui Cosa Nostra gli sterminò la famiglia e a cui lui sfuggì per caso. Inizialmente il girato doveva essere il materiale preparatorio per un film di finzione, ma poi, come racconta il regista, la realtà si è rivelata troppo potente per essere messa da parte, e così la decisione di farne un documentario è stata necessaria: il risultato è un lavoro dove la lunga intervista a Giuseppe, gli interventi di alcuni componenti della sua famiglia insieme a immagini e filmati d’archivio costruiscono una storia ambigua, dove bene e male d’intrecciano.

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“Il mare lo sogno tutte le notti”: il film si apre con questa frase, e come un cerchio si chiude su una spiaggia, mare a perdita d’occhio, mare che Giuseppe Grassonelli non potrà mai vedere, in quanto condannato all’ergastolo ostativo, che gli permetterà di uscire di prigione solo dentro a una bara. Questo perché non ha scelto di collaborare con lo Stato. Perché la sua è stata una guerra personale, dove nessun altro andava citato se non come pedina per raggiungere il suo obiettivo. E il suo obiettivo era semplice, lucido: vendicarsi. Siamo gli unici in Europa ad avere questo tipo di ergastolo, una pena che non ammette sconti né benefici di alcun genere, neanche permessi di un’ora, neanche dopo un percorso di recupero eccezionale – che comprende una laurea in lettere moderne con 110 e lode, un romanzo scritto a quattro mani con il giornalista Carmelo Sardo, l’unico a cui Giuseppe ha voluto raccontare la sua storia dopo vent’anni di silenzio in cella, ma soprattutto neanche dopo aver dimostrato a tutti di essere un uomo nuovo, nuovo nel senso più puro del termine, perché nella persona che parla di fronte alla macchina da presa di Trupia non c’è nulla del killer che per vendicare la sua famiglia ha ammazzato tante persone.

Ed è proprio Carmelo Sardo – ideatore e sceneggiatore del film, insieme a Trupia – il testimone del suo profondo cambiamento, che racconta come Giuseppe sia diventato uno dei suoi più cari amici, come, ogni volta che lo va a trovare in carcere, la sua emozione gli rimanga “appiccicata addosso”, e quanto la profonda speranza che nutre dentro di sé gli faccia ancora credere che un giorno il mare lo vedrà davvero con i suoi occhi. E poi il suo incondizionato amore per la famiglia, la sua generosità di cuore e profonda intelligenza e sensibilità.

Giuseppe chiama questo cambiamento “restituzione”, perché questo è quello che lui può restituire allo Stato, alla società, ai compaesani empedoclini: non nomi, posti, date, dettagli. Può restituire solo ciò che possiede, e quindi solo se stesso. E quando dice che gli manca la pizza, gli manca ballare, gli mancano il mare e l’amore, l’unica cosa certa è che le parole “fine pena mai” non se le meriterebbe.

 

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