Ermal Meta Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Wed, 01 Sep 2021 14:59:56 +0000 it-IT hourly 1 Morrison: così Lorenzo Zurzolo vuole essere una rockstar https://www.fabriqueducinema.it/cinema/nuove-uscite/morrison-cosi-lorenzo-zurzolo-vuole-essere-una-rockstar/ Wed, 19 May 2021 09:35:02 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=15575 Partendo dal suo romanzo uscito nel 2017 e scritto assieme a Giacomo Gensini, Dove tutto è metà, Federico Zampaglione re-immagina con Morrison i primi passi di una aspirante rockstar. Ma tra l’affitto da pagare e gli affetti familiari sempre un po’ fumosi, il percorso per diventare una star a volte è molto meno rock di […]

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Partendo dal suo romanzo uscito nel 2017 e scritto assieme a Giacomo Gensini, Dove tutto è metà, Federico Zampaglione re-immagina con Morrison i primi passi di una aspirante rockstar. Ma tra l’affitto da pagare e gli affetti familiari sempre un po’ fumosi, il percorso per diventare una star a volte è molto meno rock di quanto uno possa immaginare.

Lo sa bene Lodo (Lorenzo Zurzolo), che assieme alla sua band, i Mob, si esibisce nel rinomato e storico locale Morrison in attesa di una svolta forse nemmeno troppo cercata. È importante l’amicizia che si instaura, rapidamente e in modo fortuito, con Libero Ferri (Giovanni Calcagno), meteora di un mondo musicale che pare averlo scottato per sempre dopo un importante successo che gli ha dato molto ma molto gli ha anche tolto. E la svolta arriva, è lì a un passo (con il consenso del cameo di un autoironico Ermal Meta), ma le carte in tavola sono troppo ben apparecchiate per non finire ben presto scombinate dagli eventi.

Così come scombinate sembrano essere un po’ anche le intenzioni del film di Zampaglione, che dice di pensare al suo Morrison come a una canzone dei Tiromancino ma che nella realtà delle cose non imprime né ritmo né scossa vitale. Manca quella vibrazione che una composizione musicale ben riuscita si porta dentro, nelle corde, così come manca quella forza che il Ferri di Calcagno dice al giovane Lodo di dover scaricare a terra per farla arrivare più intensamente al pubblico che incita il suo nome.

In questo racconto che parte dalla musica in fin dei conti di musica ce n’è davvero poca. Ed è un problema, perché il film parte con una canzone scritta e performata da Zurzolo che promette e fa sperare bene per ciò che seguirà. Poi però al ragazzo, che è una delle migliori prospettive del cinema italiano per doti e appeal, tutto questo spazio per far risuonare la musica dei Mob non viene dato. Riecheggia anche il brano Cerotti dei Tiromancino, già pronto a diventare tormentone e costruito ad hoc sul film che in quest’ottica assume funzione quasi da musicarello, ma non è abbastanza.

Un peccato che ci venga concesso così poco delle dinamiche interne alla band, chiaramente ben assortita e affiatata. Il focus non è su di loro ed è qui la maggiore carenza di Morrison, che lascia a metà un potenziale pronto a brillare ma rimasto inesploso. Ci si perde a volte in un bicchier d’acqua, in questioni di carattere emotivo e relazionale che fungono da motore alla narrazione ma paiono stridere e rallentare quando magari sarebbe necessario un riff di chitarra o un assolo di batteria. Molto infatti è sul rapporto che Lodo tesse con Giulia (Carlotta Antonelli), mentre all’altro capo c’è il matrimonio traballante di Libero con Luna (Giglia Marra). Nel mezzo i punti di incontro a volte sono troppo repentini, casuali e di comodo, e il mordente di quello che è un atipico racconto di caduta e ascesa finisce per perdersi. Atipico perché funziona e piace il modo in cui ascesa non sia necessariamente da associare a successo, in un percorso di scoperta individuale che in fin dei conti lascia un sapore agrodolce in bocca.

Insomma, non a tutti il destino riserva di diventare i nuovi Måneskin e anzi molti vengono consumati da quel tritacarne che si chiama spettacolo. Zampaglione prova a dire la sua con Morrison, portando su schermo anche un pizzico di esperienza personale e che funziona davvero nei momenti più spensierati, sopra o dietro al palco e con gli strumenti in mano.

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Da Sanremo a Fabrique: intervista esclusiva con Ermal Meta https://www.fabriqueducinema.it/magazine/musica/sanremo-fabrique-intervista-esclusiva-ermal-meta/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/musica/sanremo-fabrique-intervista-esclusiva-ermal-meta/#respond Wed, 07 Feb 2018 11:45:21 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=9880 Favorito al festival nazionale con Fabrizio Moro (e oggi al centro delle polemiche), Ermal Meta ci ha parlato del suo rapporto con le immagini insieme a Cane Secco (alias Matteo Bruno), autore dei video del cantautore fra cui il cliccatissimo “Vietato morire”, con oltre 40 milioni di visualizzazioni. Ermal, La tua carriera da solista inizia […]

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Favorito al festival nazionale con Fabrizio Moro (e oggi al centro delle polemiche), Ermal Meta ci ha parlato del suo rapporto con le immagini insieme a Cane Secco (alias Matteo Bruno), autore dei video del cantautore fra cui il cliccatissimo “Vietato morire”, con oltre 40 milioni di visualizzazioni.

Ermal, La tua carriera da solista inizia da Sanremo Giovani 2016 con il singolo Odio le favole. Come ha inciso il successo sulla tua creatività?

Il successo porta a ricercare i momenti creativi, quindi cerco di ritagliarmi il più possibile spazi del genere. Questo per quanto riguarda la quantità del tempo. La qualità credo che sia sempre la stessa, sperando ovviamente di fare sempre meglio.

Com’è nata la collaborazione con Cane Secco? Cosa ha rappresentato il grande successo del brano e del video Vietato morire?

Cercavo un regista che avesse uno sguardo diverso sulle cose. Conoscendo Matteo e la Slim Dogs ho capito che ero sulla strada giusta. È dal primo disco che collaboriamo con ottimi risultati. Naturalmente sono molto felice del successo di quel video. Quando ho avuto l’idea ho cercato di trasferirla al regista che ha saputo darle forma tirandone fuori un piccolo film molto bello.

ermal meta con fabrizio moroQual è in genere il vostro processo creativo?

Generalmente aspetto di sentire le considerazioni della Slim Dogs sulla canzone di cui dobbiamo fare il video e le visioni che questa genera in chi l’ascolta. Magari racconto la mia e unendo le idee diamo inizio alla realizzazione.

Quanto è importante raccontare con le immagini i tuoi brani?

Per me è importante che le immagini siano autosufficienti, che abbiano un senso anche se non ascolti la musica. Fondamentale in ogni caso che qualunque scelta sia improntata a un’idea di bellezza e semplicità.

Per quale cantante italiano o straniero sogni di scrivere una canzone?

Per adesso le canzoni che scrivo me le tengo per me. Non faccio più l’autore… [sorride]

E tu, Matteo, ci racconti quando hai cominciato?

La passione per il video e per la narrazione tramite le immagini risale all’infanzia. La mia prima telecamera me la sono costruito da solo con i Lego e andavo in giro a far finta di riprendere tutto quello che mi circondava, poco importava che fosse tutto nella mia testa. La costante che mi ha sempre accompagnato è stata la voglia di sperimentare, che ha trovato una prima valvola di sfogo nel 2007, quando ho scoperto YouTube e ho aperto il mio canale “Cane Secco”. Ovviamente YouTube all’epoca non era quello che è oggi, c’eravamo solo io, qualche altro pazzo come me e i video di gattini, ma mi ha dato la possibilità di condividere con le persone i miei esperimenti e ricevere un feedback, essenziale per migliorarsi.

L’approccio al mondo del web mi ha permesso di conoscere altre persone con la mia stessa passione e attraverso varie esperienze (tra cui Freaks! the Series e Dylan Dog: Vittima degli eventi) ho capito qual è l’elemento fondamentale per poter portare avanti progetti validi, ovvero avere con sé un gruppo di lavoro.

Sono fermamente convinto che la nostra forza sia nel definirci come collettivo e non pensare mai da singoli. Così io e i miei tre soci, nel 2014, abbiamo deciso di fondare la Slim Dogs Production, casa di produzione che ci permette di realizzare tutti i nostri progetti, dai web-spot, ai videoclip, passando per il branded entertainment.

Slim Dogs Productions

A oggi i nostri obiettivi sono due: ingrandire ancora il nostro gruppo di lavoro, attorno a cui ruotano già una serie di professionisti in tutti gli ambiti essenziali per la produzione video; affrontare produzioni sempre più complesse e sfidanti che ci permettano non solo di metterci alla prova ma di sperimentare nuovi approcci e soluzioni creative e tecniche.

In che modo avete cominciato a collaborare con Ermal Meta? 

Nel modo più classico, grazie al passaparola. Uno dei produttori di Ermal sapeva che avevamo fondato da poco una casa di produzione, credeva nella forza del nostro collettivo e ci ha quindi proposto di collaborare. Vorrei sottolineare il valore della scelta di Ermal e della Mescal di dare un’opportunità a una produzione che all’epoca era agli inizi: l’aver creduto in noi è stata una dimostrazione di grande lungimiranza.

Come strutturate il vostro lavoro assieme?

L’elemento alla base di tutto è la fiducia. Ermal si fida di noi, delle nostre scelte creative e noi ci fidiamo della sua capacità di darci i giusti spunti per poter interpretare al meglio la sua musica. La cosa davvero bella della collaborazione con Ermal è la possibilità di collaborare sul lungo periodo. Spesso nei pezzi di un’artista percepiamo molte emozioni e sensazioni diverse ed è difficile farle uscire tutte lavorando sul videoclip di un unico brano. Con Ermal possiamo interpretare ogni volta una sfaccettatura diversa della sua musica ed è assolutamente stimolante.

 

 

 

 

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Roma Videoclip: un premio per cinema e musica https://www.fabriqueducinema.it/magazine/musica/roma-videoclip-un-premio-cinema-musica/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/musica/roma-videoclip-un-premio-cinema-musica/#respond Tue, 21 Nov 2017 13:25:26 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=9678 Grande serata di musica e cinema alla premiazione della quindicesima edizione di Romavideoclip il cinema incontra la musica che si è svolta a Cinecittà Studios. Ideata e diretta da Francesca Piggianelli, Roma Videoclip è la più importante kermesse nazionale dedicata al connubio fra musica e cinema. Una rassegna che omaggia artisti, registi, videoclip, musiche e compositori, live […]

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Grande serata di musica e cinema alla premiazione della quindicesima edizione di Romavideoclip il cinema incontra la musica che si è svolta a Cinecittà Studios.

Ideata e diretta da Francesca Piggianelli, Roma Videoclip è la più importante kermesse nazionale dedicata al connubio fra musica e cinema. Una rassegna che omaggia artisti, registi, videoclip, musiche e compositori, live film concerto, produzioni ed etichette discografiche, un appuntamento dove si incontrano e sono premiati i più importanti protagonisti del settore cinematografico e musicale, con grande risalto a videoclip indipendenti e a sfondo sociale

L’obiettivo di Roma Videoclip è da sempre quello di rendere omaggio al connubio tra cinema e musica e di valorizzare il genere del videoclip, che rappresenta una forma di arte espressiva, a tutti gli effetti un micro film.

Matteo Bruno-Slimdogs production
Matteo Bruno-Slimdogs production

In una sala gremita , sono stati consegnati premi e riconoscimenti fra gli altri a Carlo Verdone premio “regista dell’anno e miglior videoclip” per Se mi ami davvero di Mina e Celentano; a Claudia Gerini  premio “artista  dell’anno” per la sua interpretazione del brano La canzone della serva tratto dal film Ammore e malavita dei Manetti Bros; ad Ermal Meta “Premio International” e al videoclip Vietato morire il “Premio rivelazione regista e Produzione” al regista Matteo Bruno (Canesecco), Produzione SlimDogs.

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