Emma Dante Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Mon, 21 Jun 2021 17:22:06 +0000 it-IT hourly 1 “Con Le sorelle Macaluso a Venezia”, parla la produttrice Marica Stocchi https://www.fabriqueducinema.it/focus/con-le-sorelle-macaluso-a-venezia-parla-la-produttrice-marica-stocchi/ Wed, 26 Aug 2020 06:32:49 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=14277 Marica Stocchi: giovane, donna, produttrice indipendente. Nel 2018 con Giuseppe Battiston fonda Rosamont, società di produzione cinematografica nata per realizzare film di alta qualità rivolti al pubblico e al mercato nazionale e internazionale. Con Rosamont Marica Stocchi ha prodotto due film subito approdati nell’empireo dei festival: Here we are di Nir Bergman, in coproduzione con Israele, […]

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Marica Stocchi: giovane, donna, produttrice indipendente. Nel 2018 con Giuseppe Battiston fonda Rosamont, società di produzione cinematografica nata per realizzare film di alta qualità rivolti al pubblico e al mercato nazionale e internazionale. Con Rosamont Marica Stocchi ha prodotto due film subito approdati nell’empireo dei festival: Here we are di Nir Bergman, in coproduzione con Israele, tra i selezionati del Festival di Cannes 2020, e Le sorelle Macaluso di Emma Dante, in competizione alla 77a Mostra del Cinema di Venezia.

Di te si conosce ancora poco, in concorso a Venezia con un film di Emma Dante e a Cannes con un film in coproduzione con Israele: tu, Marica Stocchi, come ti definiresti?

Se dovessi scegliere una frase per descrivermi ti direi che sono una persona che ama raccontare storie. Nella mia vita ho sperimentato tanti mondi lavorativi differenti: prima in teatro, poi giornalista per “Il Messaggero”, collaboratrice per la casa editrice Minimum Fax e altre realtà editoriali, il tutto sempre con l’unico scopo di stare in mezzo alle storie.

Nel 2018 hai fondato la casa di produzione Rosamont insieme a Giuseppe Battiston. Come è nata questa collaborazione?

L’incontro è avvenuto sul set di Bookshow, il programma televisivo a cui stavo lavorando per Minimum Fax Media e che abbiamo realizzato per Sky Arte. Alcuni grandi attori italiani leggevano parti del loro libro preferito nella loro città e così ho conosciuto Giuseppe nella sua Udine. È stata fin da subito stima e simpatia reciproche. Poi, dal momento in cui ho iniziato a occuparmi di cinema, Giuseppe mi ha proposto di produrre il suo primo film da regista: «Aspetto che tu concluda il tuo primo film come produttrice, e se sopravvivi ti prometto che torno». È tornato e, quando ho deciso di fondare la mia società, lui era lì, il partner perfetto! Il nome significa “tramonto rosso”, da una poesia di Pierluigi Cappello, grande poeta friulano amico di Battiston, precocemente scomparso.

Marica Stocchi
Marica Stocchi

Le sorelle Macaluso, scritto e diretto da Emma Dante, è in concorso al Festival di Venezia. Raccontaci qualcosa del film.

Le sorelle Macaluso è tratto dall’omonimo spettacolo che Emma ha portato a teatro con grande successo. Quello con Emma è stato un altro incontro importante: lei era alla ricerca di un produttore e io sono riuscita, grazie al rapidissimo aiuto di RAI Cinema, a trovarle i necessari finanziamenti. Lavorare con lei è come stare sulle montagne russe… non ti annoi mai! Da grande regista di teatro quale è, Emma ha avuto una grande cura nel valorizzare le caratteristiche teatrali del suo cinema senza mai ridimensionarle. Durante le riprese ha vissuto non come regista dietro la camera, ma come un’anima dentro il gruppo delle sorelle. Ha sentito le loro azioni e a volte le ha modificate allontanandosi dalla sceneggiatura per adeguarsi all’energia che sentiva in quel preciso momento. Questo tipo di improvvisazione ha regalato al film uno dei suoi punti di forza, poiché permette allo spettatore di entrare in quello stesso gruppo, con quella stessa intensità. La vicenda narrata nel film è quella delle cinque sorelle Macaluso, che vivono nella periferia di Palermo, descritte in tre diversi momenti della loro vita: da bambine, in età adulta e infine da anziane. Alle cinque sorelle si è anche aggiunto un sesto personaggio: l’appartamento. La casa nella periferia di Palermo partecipa infatti attivamente a tutti gli sconvolgimenti della vita familiare, mutando insieme alle sorelle. Il film uscirà il 10 settembre distribuito da Teodora e invito vivamente il pubblico ad andare a vederlo al cinema, perché ritengo che la sala sia il luogo giusto dove vivere quest’esperienza.

Here we are di Nir Bergman, coproduzione israeliana, selezionato al festival di Cannes 2020. Una collaborazione internazionale importante.

Here we are racconta il rapporto tra un padre e un figlio con una disabilità che lo rende incapace di interagire con il mondo, in modo puro e vero, mai drammatico o triste. Credo questa sia in assoluto la cosa più straordinaria del film: nonostante il tema sia molto delicato, si prova malinconia, ma non tristezza. E sono orgogliosa di dire che questa è la prima coproduzione ufficiale tra Italia e Israele.

Progetti in cantiere?

Stiamo lavorando al primo film da regista di Giuseppe Battiston, scritto insieme a Marco Pettenello, che si trova già in uno stato relativamente avanzato. Le riprese erano previste per lo scorso maggio, ma a causa dell’emergenza Covid abbiamo rimandato al prossimo anno. È un film completamente diverso dai due precedenti, è una commedia che si avvicina un po’ al cinema di Mazzacurati, il più grande maestro di Giuseppe. Il cast è davvero straordinario e questa è una delle caratteristiche di Giuseppe regista: non lesinare sulla ricerca degli attori, anche la parte più piccola del film è affidata infatti a un bravissimo interprete. Due, questo il titolo, è una coproduzione internazionale con la Slovenia: tengo molto a costruire collaborazioni internazionali perché credo che lavorare con altri paesi sia un importante gemellaggio artistico e creativo, grazie al quale si incontrano tradizioni e culture diverse.

Fabrique è un giornale letto soprattutto dai giovani che amano il cinema e stanno muovendo i primi passi in questo mondo. Che consigli daresti loro, in base alla tua storia professionale?

Il primo consiglio che ci tengo a dare è quello di non mollare mai, perché quando si ha la fortuna di sapere ciò che si vuole si deve perseguire l’obiettivo con forza. Contemporaneamente a ciò credo sia fondamentale essere, passami il termine un po’ abusato, estremamente “liquidi”. È indispensabile possedere la capacità di ascoltare quello che il mondo ti propone e di adattarsi a situazioni diverse, perché sono tutte esperienze che alla fine ti migliorano e ti insegnano qualcosa di nuovo. Non ritengo esista un unico percorso da seguire o regole fisse da rispettare, perché l’unico percorso che ha senso è il tuo, ti costruisce mentre tu costruisci lui.

Se dopo di me potessi prendere un caffè con una persona per te importante, con chi lo prenderesti?

Non si può fare questa domanda a una mamma che lavora tante ore al giorno come me, perché ovviamente ti dice il proprio figlio! Il mio ha appena compiuto 12 anni e mi sorprende tutti i giorni, cambia continuamente e questo mi diverte e mi incuriosisce. In questi ultimi due anni così intensi ha accettato con pazienza i miei tempi, le mie mancanze, i miei entusiasmi e le mie incertezze: gli sono davvero grata.

 

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In palcoscenico si fa la rivoluzione https://www.fabriqueducinema.it/magazine/teatro/in-palcoscenico-si-fa-la-rivoluzione/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/teatro/in-palcoscenico-si-fa-la-rivoluzione/#respond Mon, 30 May 2016 09:30:51 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3233 Il teatro da millenni, cresce, si evolve, cambia identità e si trasforma. È sopravvissuto ai cambiamenti della storia e del modo di percepire le forme artistiche. Quando, con l’avvento del cinema, molti credevano che per lui fosse giunta la fine, si è reinventato cavalcando le avanguardie artistiche estreme o ritornando alle sue origini. È una […]

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Il teatro da millenni, cresce, si evolve, cambia identità e si trasforma. È sopravvissuto ai cambiamenti della storia e del modo di percepire le forme artistiche. Quando, con l’avvento del cinema, molti credevano che per lui fosse giunta la fine, si è reinventato cavalcando le avanguardie artistiche estreme o ritornando alle sue origini. È una creatura multiforme, una delle più longeve della storia. Una necessità rituale, un istinto arcaico che continua a spingere l’uomo a uscire di casa, spegnere TV e smartphone per rinchiudersi in una sala.

Per soddisfare questa necessità Fabrique ha deciso di parlare anche di teatro. La prima tappa di questo viaggio è il Teatrino Groggia di Venezia, dove il direttore artistico Mattia Berto ci ha raccontato la sua storia.

mattia berto foto di arianna novaga
Mattia Berto, Ph: Arianna Novaga

Come nasce il Teatrino Groggia?

Il Groggia è un teatrino di 99 posti, inserito in un progetto di democrazia partecipata per Venezia. Il progetto è nato all’interno di altre realtà sociali, rivolte alle esigenze di chi cerca uno spazio. Il Teatro si trova in un parco pubblico, dove ci sono una ludoteca, una scuola d’italiano per stranieri, una piscina, una casa per i senza fissa dimora, integrati nel teatro – loro sono i custodi dell’edificio –  e infine la Gagiandra (tartaruga in veneziano) una manifattura che riabilita i vestiti usati. Tutte queste realtà sono nate da un progetto di un’operazione democratica e partecipata per Venezia, grazie all’incontro con Anna Ponti. La volontà è stata quella di creare dei luoghi sul confronto delle generazioni, sulle carceri, sui centri psichiatrici.

Da quali spettacoli è caratterizzata la stagione del teatro?

Il nostro intento è quello di far incontrare artisti e pubblico, bambini e anziani, politici e cittadini. Un teatro popolare di tutti e dove tutti sono chiamati a contribuire con le loro idee e con la loro visione del mondo. Con questo spirito io, Anna e Giacinta Maria Dalla Pietà (il mio braccio destro) ospitiamo compagnie indipendenti di giovani attori, anche stranieri. Per quanto riguarda la nostra stagione teatrale, molto spazio è dato agli spettacoli per ragazzi e bambini per far conoscere il teatro alle nuove generazioni. Abbiamo avuto uno spettacolo di Emma Dante, La bella Rosaspina addormentata, portato in scena dalla Compagnia Sud Costa Occidentale, una favola per adulti e bambini dedicata alla scoperta della propria identità sessuale.  Quest’anno in aprile è andato in scena Adamo ed Eva, spettacolo vincitore del bando di produzione della Regione Lazio per la nuova drammaturgia, per la regia di Mauro Santopietro e prodotto dal TSA-Teatro Stabile d’Abruzzo.

Un’altra caratteristica del Teatrino di Groggia sono i laboratori e le residenze per gli attori. Quali i progetti più importanti?

Le residenze e i laboratori sono un pilastro nel nostro teatro.  Per quanto riguarda la formazione degli attori, d’estate organizziamo Fuoco alla paglia, un progetto che coinvolge diversi attori diplomati nelle accademie italiane. I ragazzi hanno l’opportunità di incontrare maestri di fama internazionale e con loro fare un percorso di formazione. Per le residenze, il Teatro è aperto e organizzato per ospitare le compagnie. Diamo spazio ad artisti italiani e stranieri con particolare attenzione per i lavori indipendenti e di ricerca. Lo scorso anno è stata in residenza da noi la compagnia italo-britannica Lyngo-Theatre, con la prima nazionale del suo spettacolo Puss in Boots (“Il gatto con gli stivali”). Lo scopo di questi progetti è quello di dare agli spettatori e a chi partecipa ai lavori, uno sguardo ampio, internazionale sul mondo del teatro di ricerca. Inoltre sempre per quanto riguarda la formazione degli attori abbiamo un legame stretto con l’Accademia Veneta.

Che cos’è per te il teatro?

Una palestra di vita. Avere un palcoscenico significa avere la possibilità di fare una rivoluzione e di trovare il tempo per fare del bene. La prima cosa è stare bene e fare bene.

 

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