Daphne Morelli Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Wed, 01 Sep 2021 08:09:21 +0000 it-IT hourly 1 Belva, il nuovo clip di Gazzelle girato in pellicola dai Bendo, con Rocco Fasano (Skam) https://www.fabriqueducinema.it/magazine/musica/belva-gazzelle/ Wed, 03 Feb 2021 09:53:20 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=15164 È uscito in questi giorni Belva, il nuovo brano di Gazzelle con il videoclip dei Bendo (Lorenzo Silvestri e Andrea Santaterra). I due must di quest’operazione sono sicuramente Rocco Fasano in versione mostruosa e la scelta di girare in pellicola. È stato proprio Gazzelle a volere Fasano come suo alter-ego: «Ho scelto Rocco perché appena abbiamo realizzato l’idea del video mi è venuto […]

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È uscito in questi giorni Belva, il nuovo brano di Gazzelle con il videoclip dei Bendo (Lorenzo Silvestri e Andrea Santaterra). I due must di quest’operazione sono sicuramente Rocco Fasano in versione mostruosa e la scelta di girare in pellicola. È stato proprio Gazzelle a volere Fasano come suo alter-ego: «Ho scelto Rocco perché appena abbiamo realizzato l’idea del video mi è venuto in mente che avrei voluto qualcuno con quella faccia lì, alla Robert Pattinson – ci racconta il cantante – Rocco mi sembrava perfetto, l’avevo visto in Skam e mi aveva colpito molto, sia per la faccia che per il suo modo di recitare».

Belva è la storia di un amore finito o forse sul punto di finire, che è perfino peggio. Ma è anche uno stato d’animo e un fare i conti con il proprio lato oscuro mentre una storia cade a pezzi. «La Belva per noi non era un costume ma una fase intermedia, una sorta di mutazione – ci spiegano i Bendo – Volevamo rappresentare un disagio profondo che, come scrive Flavio, deriva sempre dalle relazioni: il protagonista vive una storia alla deriva e si vede inappropriato, sbagliato, brutto».

Qui subentra l’urlo, con una rabbia e una disperazione a tinte horror: passando tra i canini da mannaro del protagonista, si sprofonda dentro di lui attraverso una discesa viscerale: è l’incontro tra la Belva e il suo vero io: «A un certo punto ti guardi dentro e ti chiedi: in che mondo sono? E finalmente tocchi il fondo. Quello è un luogo con un solo ingresso ma privo di uscite: solo lì ti confronti con te stesso e decidi di agire. Dopo la stanza rossa Rocco torna più libero e determinato: “Adesso vado da lei e la affronto”. E infatti finché siamo noi da soli con lui, ci appare mostruoso. Ma quando alla fine incontra la ragazza [Daphne Morelli, ndr] torna umano. Perché è Belva solo ai suoi occhi, con se stesso».

Belva videoclip di Gazzelle
Un frame da “Belva”

Il “fondo” è stato pensato dai Bendo come un limbo di pelo rosso 4×4 metri. Una stanza senza soffitto (dedicato all’illuminazione) e con un tendaggio d’ingresso (per i movimenti di camera). «È stata progettata come una sorta di canadese. La camera entrava fisicamente nel limbo assecondando la transizione che poi è stata fatta in VFX sull’ingresso nella bocca. Ovviamente Andrea Ferrarello [VFX, ndr] non ha dormito due giorni per realizzarlo!». 

Due giorni sono serviti anche per girare il videoclip, tra interni ed esterni con camera car, segnando una nuova tappa del percorso che lega il collettivo milanese al cantautore romano. «È stato come sempre un lavoro di gruppo con i ragazzi – racconta Gazzelle – Sviluppiamo insieme le idee creative e siamo arrivati a questa chiacchierando: il concept della Belva ha preso il sopravvento in modo naturale». I Bendo qui rilanciano con un videoclip interamente girato in pellicola, firmando la loro prima esperienza in Super 16: «Sembrava quasi scontato utilizzare un approccio analogico, in linea con la storia. La pellicola restituisce un’atmosfera unica e rende molto più romantico anche il trucco animale su Rocco».

Loro la definiscono, curiosamente, “un’esigenza”, ma la pellicola ha anche rappresentato una sfida: «Al monitor non si vedeva nulla. Ma è stato bello: abbiamo diretto la scena guardando solo la scena, alla vecchia maniera. Il vero dramma della pellicola è quello di finire i metri, e invece siamo stati talmente bravi, o forse terrorizzati, che la pellicola è avanzata. C’è stato un grande lavoro di preparazione, prima di iniziare abbiamo fatto un montaggio con lo storyboard sulla canzone spaccando il secondaggio. E in effetti, tutto quello che abbiamo girato è stato montato nel video».

«Il brano ha le sonorità degli ultimi anni Novanta-inizio Duemila, in linea con il percorso sonoro che Flavio [Flavio Bruno Pardini è il vero nome di Gazzelle ndr] ha intrapreso con quest’ultimo progetto. Per noi il video è ambientato nel ’97». Gazzelle lascia volentieri la scena a Fasano, senza mai comparire nel video: «Mi piacciono molto le scene in cui Rocco è in macchina e guida con quell’aria sollevata, libera, e allo stesso tempo confusa. La trovo molto potente e dentro al mood della canzone, all’atmosfera che la musica crea. Tutto merito di Bendo e di Rocco. Bravi tutti».

Credits
Regia: Bendo (Lorenzo Silvestri e Andrea Santaterra); Cast: Rocco Fasano, Daphne Morelli; Produzione: Antonio Giampaolo per Maestro Production; D.O.P: Leonardo Mirabilia; Colorist: Rosario Balestrieri; VFX: Andrea Ferrarello; Costumi: Noemi Intino; Special VFX e make-up: Vanessa Di Serafino

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Uno sguardo dall’alto: gli astri nascenti di Fabrique n. 26 https://www.fabriqueducinema.it/magazine/attori/uno-sguardo-dallalto-gli-astri-nascenti-di-fabrique-n-26/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/attori/uno-sguardo-dallalto-gli-astri-nascenti-di-fabrique-n-26/#respond Mon, 23 Sep 2019 08:00:49 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=13272 I giovani astri nascenti di questo numero guardano a un futuro di successi con la determinazione di chi sa dove vuole arrivare. Sempre più in alto. DAPHNE MORELLI Studi Ho studiato teatro e danza sin da piccolissima, scegliendo il primo per volontà e passione. La mia formazione professionale è avvenuta nella compagnia dello Stabile dell’Umbria, […]

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I giovani astri nascenti di questo numero guardano a un futuro di successi con la determinazione di chi sa dove vuole arrivare. Sempre più in alto.

DAPHNE MORELLI

Studi Ho studiato teatro e danza sin da piccolissima, scegliendo il primo per volontà e passione. La mia formazione professionale è avvenuta nella compagnia dello Stabile dell’Umbria, la mia regione. Parallelamente ho frequentato la facoltà di Filosofia e ho portato avanti una ricerca personale seguendo gli artisti che mi appassionano e formando una compagnia indipendente.

Mi avete visto in un cortometraggio del brand internazionale Lush che mi ha messa a dura prova, visto il tema affrontato (la vita affettiva e sessuale legata al mondo della disabilità). Nel 2018, a margine della tournée con Il racconto d’inverno di Shakespeare, sono stata protagonista del videoclip Me Dijeron della popstar internazionale Ozuna, mentre ho continuato a lavorare con un collettivo di videomaker, Dromo Studio, con cui ho girato il mediometraggio Corsa a termine e diversi altri progetti.

Racconta un consiglio ricevuto sul set che non dimenticherai mai. Il rischio più grande è quello di ripetersi non cogliendo i punti sensibili del personaggio. Un regista con cui ho lavorato una volta mi ha detto «Non inventarti niente!», aiutandomi a leggere la sceneggiatura nei minimi dettagli. Così ho capito che il personaggio è sempre più grande e importante dell’attore.

ANDREA LINTOZZI

Studi Tutto è iniziato da una chiacchierata con Claudio Santamaria, che mi ha consigliato la scuola di recitazione Centro Studi Acting diretta dalla sua amica e collega Lucilla Lupaioli. Lì, oltre a recitazione, ho studiato anche dizione con Alessandro Di Marco.

Mi avete visto come prima esperienza nella fiction È arrivata la felicità, andata in onda su RAI1 nel 2015, con la regia di Riccardo Milani, Francesco Vicario e Matteo Mandelli.

Mi vedrete in Romulus, la serie a cui sto lavorando in questo momento, prodotta da Groenlandia e Cattleya per Sky Atlantic, regia di Matteo Rovere, Michele Alhaique e Enrico Maria Artale. Inoltre ho finito da poco le riprese del cortometraggio Io che amo solo te per la regia di Riccardo D’Alessandro, trasposizione cinematografica della pièce teatrale diretta da Alessandro Di Marco.

Racconta un consiglio ricevuto sul set che non dimenticherai mai. Studiare sempre ed essere in costante ricerca, osservare, rimanere in ascolto su tutto.

GRETA RAGUSA

Studi Ho frequentato il liceo classico Torquato Tasso e mi piacerebbe continuare gli studi alla facoltà di Psicologia. Dopo l’esperienza vissuta sul set, ho scelto di proseguire la carriera di attrice facendo l’audizione per due delle scuole di cinema più importanti: il Centro Sperimentale e la Gianmaria Volontè.

Mi avete visto nel 2017 nei panni di una delle protagoniste della serie prodotta da Cross Production Skam Italia e diretta da Ludovico Bessegato (prima e seconda stagione) e Ludovico di Martino (terza stagione).

Racconta un consiglio ricevuto sul set che non dimenticherai mai. Quando sono arrivata per la prima volta sul set non ne conoscevo nemmeno una regola e ho imparato molto grazie all’esperienza e alla professionalità delle persone che ho incontrato nel mio percorso. Uno dei consigli migliori che abbia mai ricevuto e che porterò sempre con me è quello di fondere sempre un po’ della mia personalità con quella del personaggio per renderlo spontaneo e unico.

IVANO CALAFATO

Studi Mi sono diplomato all’Accademia di Teatro e Musical di Roma e successivamente alla Lee Strasberg Film and Theatre Institute a Los Angeles.

Mi avete visto in svariati film indipendenti e cortometraggi negli anni passati. Nel 2017 ho preso parte, nel ruolo di Michele, alla serie TV Il cacciatore diretta da Davide Marengo.

Mi vedrete nella seconda stagione de Il cacciatore che uscirà in autunno.

Racconta un consiglio ricevuto sul set che non dimenticherai mai. Uno dei consigli che mi ha spinto molto a riflettere e a comprendere maggiormente l’importanza e il valore del nostro mestiere, non l’ho ricevuto proprio su un set, ma seduto in aula, di fronte a David Strasberg che diceva «Non lasciare mai che il successo e la popolarità affievoliscano pian piano il fuoco della creatività e la necessità di metterti sempre alla prova».

BLU YOSHIMI

Studi Seguo il lavoro di mia madre fin da piccola. Ho debuttato al cinema a 9 anni con Caos calmo mentre già studiavo teatro. A 16 anni ho iniziato a studiare con Doris Hicks, membro dell’Actors Studio. Poi ho conosciuto Jack Walter, lo Estudio Coraza di Madrid e Chloe Xaufflaire, con cui continuo i miei studi. Proseguo inoltre il percorso universitario in Cinematografia.

Mi avete visto in TV ne I liceali 2, Medicina generale 2, Un Natale coi fiocchi e a fianco di Gigi Proietti in Una pallottola nel cuore 3; sul grande schermo nel 2015 con Arianna di Carlo Lavagna, poi come protagonista di Piuma di Roan Johnson e Likemeback di Leonardo Guerra Seragnoli.

Mi vedrete in un film con un cast eccezionale a cui inizierò a lavorare in autunno e di cui ancora non posso parlare.

Racconta un consiglio ricevuto sul set che non dimenticherai mai. I migliori consigli più che essermi detti mi sono stati mostrati con i fatti dai grandi che ho avuto la fortuna di incontrare fino a oggi. Mia madre è stato ed è ancora l’esempio migliore a cui rifarmi. Moretti mi ha insegnato tutto senza dirmi niente, così come i miei coetanei nel loro approccio e Proietti con le sue tecniche precise. Conservo anche il ricordo di un collega da me molto ammirato che un giorno mi ha detto: «Colleziona ore di volo».

ANTONIO ORLANDO

Studi Ho studiato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico terminando nel 2015. È un luogo magico a cui sono legatissimo e in cui ho conosciuto persone fondamentali per me.

Mi avete visto in Non uccidere di Giuseppe Gagliardi, nella prima stagione della serie La mafia uccide solo d’estate e nel film Il primo re di Matteo Rovere. Nel Il traditore di Marco Bellocchio ero il poliziotto Michele. Con lo spettacolo Dreams of dreams, messo in scena dalla mia compagnia teatrale, Officine Montecristo, siamo stati ospiti, oltre che in Italia, in diversi festival internazionali.

Mi vedrete nello spettacolo in grammelot La difficilissima storia di Ciccio Speranza, che sto portando a termine per i prossimi festival con la compagnia lombarda Lea Mustaches.

Racconta un consiglio ricevuto sul set che non dimenticherai mai. Sul set de Il primo re ho imparato che non si deve mai uscire dalle proprie competenze. Stavamo girando in una foresta paludosa nei pressi di Nettuno; l’ultimo giorno ho costruito un giaciglio senza l’aiuto dell’attrezzista prendendo un tronco che mi sembrava perfetto ma, quando mi sono seduto complimentandomi con me stesso, ho sentito un dolore fortissimo e ho scoperto che in realtà il legno era un covo di formiche rosse!

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