crowdfunding Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Wed, 08 Sep 2021 15:26:07 +0000 it-IT hourly 1 Zooschool: il primo social-horror del cinema indie italiano https://www.fabriqueducinema.it/focus/direct-to-digital/zooschool/ Sun, 14 Mar 2021 17:24:42 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=15292 Cosa succede se le regole del genere horror vengono applicate al sistema scolastico del nostro paese? Lo racconta Andrea Tomaselli nel suo film Zooschool, ora disponibile su Amazon Prime Video, distribuito da Direct to Digital. Zooschool è un film di genere ma anche un film di denuncia: un intreccio possibile proprio grazie alla libertà concessa […]

L'articolo Zooschool: il primo social-horror del cinema indie italiano proviene da Fabrique Du Cinéma.

]]>
Cosa succede se le regole del genere horror vengono applicate al sistema scolastico del nostro paese? Lo racconta Andrea Tomaselli nel suo film Zooschool, ora disponibile su
Amazon Prime Video, distribuito da Direct to Digital.

Zooschool è un film di genere ma anche un film di denuncia: un intreccio possibile
proprio grazie alla libertà concessa da un progetto low-budget, slegato da logiche di mercato ed emblema di un modo alternativo di far cinema. Tomaselli indaga il sistema-
gabbia della scuola di oggi utilizzando i codici dell’horror e lasciando che il contesto assuma le sembianze di uno zoo. Così l’orrore deforma ma svela anche, spingendo la
narrazione oltre i limiti del verosimile, come nei film a cui il regista si è ispirato: Indagine
su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, Ken Park di Larry Clark, Caché –
Niente da nascondere di Michael Haneke.

«Così come accade in quei film, l’obiettivo è quello di raccontare un microcosmo ad alto
valore simbolico, un mondo dove situazioni eccezionali, diventano denunce di tendenze
terribili quanto sotterranee, profezie indicibili» racconta Andrea Tomaselli. «Io credo
che l’organismo scuola sia un organismo malato. E credo sia indispensabile che il
cinema, come la letteratura, inizino a denunciare questa malattia. Finché si continuerà a
dare della scuola una versione cinematografica conciliante, tramite il genere della
commedia o delle fiction tv, non si starà facendo altro che anestetizzare le tante ferite
attraverso cui una strategia dell’ignoranza e del consenso ammorba il luogo che più di
ogni altro dovrebbe formare i cittadini».

La trama

Sono le 14. Un altro giorno di scuola è finito. Gli allievi tornano a casa. Un docente, in preda a un raptus scatenato dal licenziamento, si introduce nell’edificio per dare fuoco ad
alcuni documenti. Prima che il disastro si compia, torniamo indietro nel tempo, per
conoscere una galleria di personaggi che hanno smarrito la propria umanità al punto da
assomigliare ad animali così pericolosi che è meglio osservarli da dietro le sbarre di una
gabbia. Una Dirigente pronta a sacrificare ogni principio educativo agli interessi economici
dell’istituto; la sua più stretta collaboratrice che strumentalizza il potere per sfogare i
propri istinti sadici; un docente di educazione fisica che ricatta un alunno per ottenere
favori sessuali; una professoressa che paga, col proprio collasso mentale, le assurde
condizioni di lavoro a cui è costretta dal precariato.

Zooschool immagine
La locandina di “Zooschool”.

Zooschool: un modo alternativo di fare cinema

Finanziato da una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Indiegogo, Zooschool
nasce da un progetto produttivo preciso, attraverso un sistema di co-producers. Cast
artistico e troupe tecnica si sono impegnati come parte attiva nel film quantificando il loro
lavoro in una quota percentuale di proprietà del film stesso e del conseguente utile. La selezione delle idee e il risultato finale dipendono dunque da una collaborazione
creativa e interattiva, distante per natura dal processo tipico delle produzioni a budget
elevato. In ultima fase è subentrata la società di distribuzione internazionale Direct
to Digital, nata nel 2020 durante il lockdown, proprio con l’obiettivo di valorizzare il
ciclo vitale di prodotti audiovisivi sfuggiti al mercato. Con Zooschool, ora disponibile su
Amazon Prime Video, la società abbraccia ancora una volta un progetto indipendente di
valore, distribuendo cortometraggi, film e documentari sulle piattaforme digitali.

L'articolo Zooschool: il primo social-horror del cinema indie italiano proviene da Fabrique Du Cinéma.

]]>
“Funne”: le ragazze irresistibili che non hanno mai smesso di sognare https://www.fabriqueducinema.it/magazine/documentario/funne-le-ragazze-irresistibili-che-non-hanno-mai-smesso-di-sognare/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/documentario/funne-le-ragazze-irresistibili-che-non-hanno-mai-smesso-di-sognare/#respond Fri, 20 Jan 2017 16:34:27 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=4001 C’è grande fermento al circolo femminile Il Rododendro di Daone, il paesino più antico delle Valli Giudicarie: quest’anno per via della crisi non ci sono i fondi per organizzare la tanto desiderata gita annuale per festeggiare il ventennale dell’associazione. Ma le socie non si danno per vinte, e abituate come sono a rimboccarsi le maniche, […]

L'articolo “Funne”: le ragazze irresistibili che non hanno mai smesso di sognare proviene da Fabrique Du Cinéma.

]]>
C’è grande fermento al circolo femminile Il Rododendro di Daone, il paesino più antico delle Valli Giudicarie: quest’anno per via della crisi non ci sono i fondi per organizzare la tanto desiderata gita annuale per festeggiare il ventennale dell’associazione. Ma le socie non si danno per vinte, e abituate come sono a rimboccarsi le maniche, si adoperano per recuperare con ogni mezzo – anche il più fantasioso – il budget necessario per progettare il viaggio.

E le protagoniste di Funne – le ragazze che sognavano il mare di Katia Bernardi di sogni ne hanno tanti: c’è chi desidera un marito milionario, chi vorrebbe possedere un ranch, chi andare a Vienna per una meravigliosa serata di gala, o a Londra, o addirittura in Australia. C’è persino chi vorrebbe andare negli Stati Uniti in mongolfiera, chi vorrebbe fare una crociera sulla Love Boat in compagnia dell’affascinante Comandante Stubing , chi vorrebbe esporre al Louvre e chi, più semplicemente, desidera perfezionarsi nella produzione di conserve vegetali e nella confezione di capi di maglieria.
Ma tutte hanno un sogno in comune: vedere per la prima volta il mare.

Photo by Massimo Giovannini

«Le funne, parola presa a prestito dal dialetto trentino che significa “donne”, sono un gruppo di dodici ragazze ottantenni – spiega la regista Katia Bernardi – che non aveva mai visto il mare. Il film racconta in maniera leggera e poetica l’impresa straordinaria di queste donne di realizzare il proprio sogno».

La macchina da presa segue le funne mentre affrontano la sfida di recuperare i fondi per permettersi una gita in una meravigliosa isola della Croazia: ma né i ricami fatti a mano, né le torte e le polente vendute alle sagre di paese sono sufficienti a ricoprire i costi. Che fare? La presidentessa del circolo Erminia, insieme alle sue fedelissime Armida e Iolanda, ha un’idea: e se realizzassero anche loro un calendario da vendere porta a porta a Natale come il gruppo dei pompieri del loro paese? Qualcosa di unico e speciale, un calendario pregno di energia, di voglia di libertà e di fuga dalla montagna. Un calendario sui loro sogni!

Si assume addirittura un giovane fotografo dalla città, che porterà scompiglio ed emozione tra le ragazze. Ma le vendite del calendario non vanno come speravano: pochi in paese sembrano apprezzare lo sforzo di queste nonne ribelli, e c’è persino chi le considera un po’ matte. Con l’arrivo della primavera, a credere nel sogno del mare sono rimaste in poche, e il gruppo delle Funne si sfascia.

Photo by Massimo Giovannini

E proprio quando anche la fiducia delle più testarde comincia a vacillare, accade l’inaspettato: con l’aiuto di un nipote appassionato di tecnologia, le Funne tentano una campagna di crowdfunding mai vista prima. E il miracolo accade.

«È un film sulla forza dei sogni – prosegue Bernardi –, sulla non rassegnazione. Le protagoniste sono ottantenni con un animo giovane, ragazze determinate a portare avanti il loro progetto. È un film che parla di giovinezza. Di quelle ragazze io mi sono innamorata: la loro vita è sempre stata lì, in quel piccolo paesino sperduto tra le montagne, con i mariti lontani in miniera e i figli cresciuti a croste di polenta. Ma le ragazze che sognavano il mare hanno una cosa speciale, un’energia e una forza che deriva da quelle montagne dure. Proprio quelle montagne le hanno rese forti e indistruttibili e le hanno aiutate a non avere paura di nulla. Soprattutto, a non aver paura dei propri sogni».

Photo by Massimo Giovannini

Il doc è stato presentato per la prima volta alla scorsa edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione Kino Panorama Italia di Alice nella Città. Andato in onda in anteprima sul canale NOVE del digitale il 23 dicembre,  arriva ora al cinema, con una programmazione a macchia di leopardo in giro per l’Italia che è possibile seguire sulla pagina facebook delle funne al mare.

Funne – le ragazze che sognavano il mare
Di | Katia Bernardi
prodotto da | Jump Cut / EiE film
in coproduzione con | ReSTART (Croatia)
in collaborazione con | Chocolat
durata | 78 minutes
realizzato con il supporto di | Trentino Film Commission / Discovery International / Hydro Dolomiti Energia / Provincia Autonoma di Trento

L'articolo “Funne”: le ragazze irresistibili che non hanno mai smesso di sognare proviene da Fabrique Du Cinéma.

]]>
https://www.fabriqueducinema.it/magazine/documentario/funne-le-ragazze-irresistibili-che-non-hanno-mai-smesso-di-sognare/feed/ 0