Cristiana Dell'Anna Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Fri, 14 Apr 2017 14:09:06 +0000 it-IT hourly 1 Cristiana Dell’Anna https://www.fabriqueducinema.it/magazine/cover/cristiana-dellanna/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/cover/cristiana-dellanna/#respond Sun, 04 Sep 2016 14:15:50 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3491 Ha una formazione internazionale ma è nata a Napoli ed è profondamente napoletana, come del resto lo sono i due ruoli che l’hanno resa famosa al grande pubblico televisivo: la doppia interpretazione delle gemelle Cirillo in Un posto al sole e, da quest’anno, Patrizia Santoro in Gomorra 2. Hai fatto un provino per un ruolo […]

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Ha una formazione internazionale ma è nata a Napoli ed è profondamente napoletana, come del resto lo sono i due ruoli che l’hanno resa famosa al grande pubblico televisivo: la doppia interpretazione delle gemelle Cirillo in Un posto al sole e, da quest’anno, Patrizia Santoro in Gomorra 2.

Hai fatto un provino per un ruolo minore di Gomorra 1, sei stata scartata ma ti hanno richiamato per uno, tutt’altro che secondario, in Gomorra 2. È la dimostrazione che è meglio la gallina domani?

Non credo valga sempre. Spesso di occasioni ne ho perse, ma non ho mai smesso di provare e riprovare; credo che le opportunità siano sempre a disposizione e magari non sono necessariamente quello che ci aspettavamo dalla vita, ma se impariamo a guardare senza fermarci su quello che abbiamo perso, sapremo sicuramente coglierle.

Com’è ritrovarsi a essere un personaggio di una storia che, fino a qualche mese prima, guardavi in TV?

È stata una botta di felicità allo stato puro! È un po’ come sognare di incontrare Leonardo Di Caprio e poi non solo lo incontri ma lo sposi pure!

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Patrizia è un personaggio molto inquadrato, è un soldato, una che ha sacrificato la sua individualità per mettersi al servizio di un capo. Come ti sei preparata per un ruolo del genere e cosa ti ha lasciato?

Ricordi, immaginazione e ricerca. Molto di quello che è Patrizia ha preso la sua forma finale sul set, dove si creavano sinergie con gli altri attori. Reagivo a tutto quello che mi davano: Gomorra è stata un’esperienza attoriale indimenticabile. Ovviamente la guida costante dei vari registi ha orchestrato il tutto, senza di loro Patrizia avrebbe solo metà volto.

Nella prima stagione Imma Savastano era l’unico personaggio femminile, in questa seconda la questione femminile è molto più problematizzata, ci sono più personaggi femminili con sfumature diverse. Cosa pensi dei ruoli femminili, oggi, nel cinema e nelle serie italiane?

Non siamo ancora al passo con altre realtà più avanzate, bisogna scrivere di più per le donne, quello che c’è non basta. Nell’immaginario collettivo il protagonista è sempre un uomo, ma è un errore, bisogna ribaltare al più presto questo stereotipo.

Prima di Gomorra e Un posto al sole c’è stato il teatro, a Londra. Che ricordo hai di quell’esperienza?

La mia formazione è stata fondamentale, mi ha reso molto britannica ed è una cosa di cui vado fiera. Il ricordo più forte è il senso di libertà nello sperimentare, nell’essere veramente libera di trovare autenticità nell’interpretazione, di cercare il mio.

 Sei tornata a vivere a Napoli? Che rapporto hai con la tua città? Hai un luogo del cuore?

Amo Napoli in modo viscerale e proprio per questo spesso mi allontano, perché ti inghiotte. È un’amante soffocante dalla quale, però, non puoi fare a meno di tornare, non riesco a starci fissa, anche se per ora il lavoro è concentrato lì. Un luogo che mi sta particolarmente a cuore è il quartiere Sanità, è un mondo da scoprire, che mi ha dato la possibilità di ricominciare a fare teatro in Italia. Tornata a Napoli non sapevo da dove cominciare, ci hanno pensato i ragazzi del Nuovo Teatro Sanità a cui devo molto, sia professionalmente che umanamente.

Quando hai deciso che saresti voluta diventare un’attrice? Quali sono i tuoi modelli di riferimento?

Credo di averlo sempre saputo, ma di averlo capito veramente solo a diciott’anni. Non è stato facile perché ho dovuto rompere ogni schema, anche mentale. In tutta onestà, non sono certa di avere dei riferimenti, ho voglia di raccontare storie a modo mio. Ma un nome su tutti, che ricordo di aver amato da sempre: Geoffrey Rush, è sensazionale, può essere chiunque.

A Napoli la scaramanzia è una cosa seria, non ti chiederò quali saranno i tuoi prossimi progetti, piuttosto: cosa ti piacerebbe fare? Hai un regista con cui ti piacerebbe lavorare?

Faccio questo mestiere perché non mi basta la mia vita e ne vorrei vivere altre milioni. Quello che mi guida sono le storie e i personaggi che le popolano, se la regia è di Garrone o Malick ancora meglio! Ma ancor di più lo sarà quando la regia sarà al femminile.

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Fabrique e Save the Children insieme a Venezia per ricordare il dramma dei profughi siriani https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/fabrique-e-save-the-children-insieme-a-venezia-per-sensibilizzare-lopinione-pubblica-sul-dramma-dei-profughi-siriani/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/italia/fabrique-e-save-the-children-insieme-a-venezia-per-sensibilizzare-lopinione-pubblica-sul-dramma-dei-profughi-siriani/#respond Sat, 03 Sep 2016 15:49:08 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=3484 Protagoniste le attrici Valentina Lodovini, giurata della sezione Orizzonti, e Cristiana dell’Anna, che ieri, in occasione dell’evento di presentazione del numero 15 della rivista, ha letto la testimonianza di una mamma siriana “prigioniera” da mesi sull’isola di Lesbo con i suoi bambini, in attesa di una possibilità di futuro. “Poter leggere la parole di una donna siriana […]

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Protagoniste le attrici Valentina Lodovini, giurata della sezione Orizzonti, e Cristiana dell’Anna, che ieri, in occasione dell’evento di presentazione del numero 15 della rivista, ha letto la testimonianza di una mamma siriana “prigioniera” da mesi sull’isola di Lesbo con i suoi bambini, in attesa di una possibilità di futuro.

“Poter leggere la parole di una donna siriana sopravvissuta, che è riuscita a salvare la figlia, capire cosa ha passato, aiuta a vedere meglio la realtà. A capirla. È un contributo minimo il mio, ma necessario perché creandosi empatia, si apre la strada all’aiuto reciproco”, ha commentato Cristiana.

A un anno dalla drammatica scomparsa del piccolo Alan (Aylan) Kurdi, il bimbo profugo siriano di 2 anni che fu trovato senza vita su una spiaggia turca dopo aver tentato con la sua famiglia di raggiungere l’isola di Kos in Grecia, un’immagine che scosse l’opinione pubblica mondiale, il Mar Mediterraneo continua ad inghiottire migliaia di bambini, donne e uomini in fuga da guerre, violenze o povertà.

Quasi 1 su 3 dei più di 272.300 migranti che hanno raggiunto l’Europa via mare nel 2016 è un bambino, e più di 3.000 persone nello stesso periodo hanno perso la vita nei naufragi avvenuti nel Mediterraneo centrale e nell’Egeo, tra loro centinaia di mamme e bambini anche piccolissimi, e adolescenti fuggiti da soli dai loro paesi in cerca dell’unico futuro possibile per loro.

Save the Children vuole ricordare con forza che tutti i bambini, costretti come Aylan ad abbandonare le loro case e tutto ciò che hanno di più prezioso per affrontare ogni giorno viaggi pericolosi alla disperata ricerca di un posto sicuro dove poter crescere, devono essere protetti e accolti ad ogni costo, e lancia l’iniziativa virale di sensibilizzazione sui social media #IoStoConAylan.

Per partecipare alla mobilitazione sui social media, si può condividere la foto simbolica dell’iniziativa utilizzando l’hashtag#IoStoConAylan e citando Save the Children come mention su:

instagram  savethechildrenitalia
facebook   @savethechildrenitalia
twitter      @SaveChildrenIT

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