Ciro D’Emilio Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Fri, 30 Sep 2022 12:20:00 +0000 it-IT hourly 1 Per niente al mondo, ascesa e caduta di un onesto chef https://www.fabriqueducinema.it/cinema/nuove-uscite/per-niente-al-mondo-ascesa-e-caduta-di-un-onesto-chef/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/nuove-uscite/per-niente-al-mondo-ascesa-e-caduta-di-un-onesto-chef/#respond Thu, 15 Sep 2022 08:17:30 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=17682 In Un giorno all’improvviso Ciro D’Emilio esordiva ottimamente con la spirale percorsa da una donna dipendente dal gioco. Era un’Anna Foglietta mai così ispirata, tant’è che il ruolo le fruttò un meritatissimo Nastro d’Argento nel 2019. Impersonava una donna della provincia campana, una sconfitta in partenza che cercava di lottare a modo suo contro una […]

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In Un giorno all’improvviso Ciro D’Emilio esordiva ottimamente con la spirale percorsa da una donna dipendente dal gioco. Era un’Anna Foglietta mai così ispirata, tant’è che il ruolo le fruttò un meritatissimo Nastro d’Argento nel 2019. Impersonava una donna della provincia campana, una sconfitta in partenza che cercava di lottare a modo suo contro una vita amara. Questa volta il regista si sposta in una provincia di confine tra Friuli e Veneto guardando alla storia di uno chef di successo alle prese con l’ulteriore scalata per rinnovare narcisisticamente il suo ristorante. Il protagonista di Per niente al mondo è Guido Caprino. Intenso e potente il suo Bernardo subisce una netta caduta che lo porterà ingiustamente dietro le sbarre.

Intorno a questo atletico gastronomo con gli hobby di vino e rally si muovono complici gli amici di una vita. Un ex-calciatore di Serie A, Diego Ribon (recentemente visto nella Siccità di Virzì), e un politico locale in carriera, Antonio Zavattieri (visto su Netflix come Arrigo Sacchi nel Divin Codino). Il loro legame sarà messo a dura prova proprio dai fatti intorno a quelle sbarre che devieranno drasticamente tutto e tutti. Così anche la figura del coprotagonista Boris Isakovic, nella parte del compagno di cella di Bernardo, assumerà pericolose ambivalenze.

Ispirato a una vera storia di cronaca, il regista ha dichiarato di aver seguito anche alcune suggestioni da «Il Profeta di Jacques Audiard, per la forza stilistica e la modalità di messa in scena; 21 Grammi di Alejandro Iñárritu, per la potenza del racconto visivo e ravvicinato dei personaggi, oltre che per la coraggiosa narrazione non-lineare; The Wrestler di Darren Aronofsky, per come la regia metteva in valore sia gli aspetti umani sia gli aspetti spettacolari del film». E infine «My name is Joe di Ken Loach, per come viene esplorato il valore della resilienza del protagonista».

A differenza di questi film e del suo stesso esordio D’Emilio non osa abbastanza. La sua storia questa volta è ancora più estrema e amara, il suo protagonista è un Caprino maturo che lo segue in toto, ma il pastiche non ci restituisce quel fascino che meriterebbe anche il bel montaggio di Gianluca Scarpa. Un buon lavoro di flashback e flashforward con allacci su dettagli che amalgamano i piani temporali. Insomma, Per niente al mondo rotola forte e incisivo come una pietra sullo stomaco, sì, ma non riesce a trovare la forza di far volare lo spettatore al momento giusto. Di librarlo su quell’aura di fascino che, nel bene o nel male dei protagonisti, e a prescindere dal tipo di finale, hanno in comune tutti i film citati dal regista. Ecco, manca di fascino perché l’anima rubata al protagonista non viene fuori dal film per conquistarci del tutto.

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Venezia 75: Un giorno all’improvviso, la gioventù secondo D’Emilio https://www.fabriqueducinema.it/festival/venezia-75-un-giorno-allimprovviso-la-gioventu-secondo-demilio/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/venezia-75-un-giorno-allimprovviso-la-gioventu-secondo-demilio/#respond Wed, 05 Sep 2018 15:38:20 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=11265 Dopo Zen sul ghiaccio sottile di Margherita Ferri e Saremo giovani e bellissimi di Letizia Lamartire, debutta nell’ottava giornata della Mostra del Cinema di Venezia una nuova opera prima italiana, presentata questa volta nella sezione Orizzonti. Un giorno all’improvviso segna l’esordio di Ciro D’Emilio che, dopo una serie di cortometraggi e collaborazioni come sceneggiatore, decide […]

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Dopo Zen sul ghiaccio sottile di Margherita Ferri e Saremo giovani e bellissimi di Letizia Lamartire, debutta nell’ottava giornata della Mostra del Cinema di Venezia una nuova opera prima italiana, presentata questa volta nella sezione Orizzonti. Un giorno all’improvviso segna l’esordio di Ciro D’Emilio che, dopo una serie di cortometraggi e collaborazioni come sceneggiatore, decide di raccontare una toccante storia di formazione ambientata in una piccola cittadina della provincia campana. Antonio è un ragazzo di diciassette anni che, tra allenamenti e lavoretti, sogna di diventare un calciatore professionista. La sua vita non è però facile come quella di molti suoi coetanei: mentre il padre l’ha abbandonato da bambino senza alcun rimpianto, la madre è estremamente problematica, tanto che spesso lo stesso Antonio è costretto ad occuparsene. Le cose sembrano cambiare quando la squadra di calcio del Parma lo nota e lo invita ad un provino.

un giorno

Raccontando i sogni e le speranze di un giovane, il lungometraggio di D’Emilio si allinea con la nuova ondata di pellicole di formazione che sta investendo il cinema tricolore nel corso degli ultimi anni. Rispetto ai predecessori veneziani e non, Un giorno all’improvviso non colpisce sicuramente per inventiva, ma ricorre ad alcune soluzioni narrative e rappresentative comunque molto interessanti.

Più dei precedenti, la storia si focalizza anzitutto su un singolo protagonista che, pur dialogando costantemente con altri personaggi, monopolizza interamente la scena. Proprio per questo, a sorprendere è il giovane Giampiero De Concilio che, al suo esordio sul grande schermo dopo marginali esperienze televisive e teatrali, propone un’interpretazione già estremamente matura ed equilibrata: il suo Antonio si delinea come un personaggio realmente a tutto tondo, capace di mutare i diversi stati d’animo e le conseguenti emozioni senza mai perdere la propria identità. Accanto a lui, si muove anche la brava Anna Foglietta che, nel ruolo minore della madre psicologicamente instabile, offre un ritratto veritiero della malattia mentale, senza sfociare mai nella parodia.

un giorno

Da un punto di vista creativo, la regia di Ciro D’Emilio si presta ad una verosimiglianza linguistica e rappresentativa, votata naturalmente all’intrattenimento del pubblico. Al contrario di molte opere prime, D’Emilio non tenta di caricare il proprio lavoro di echi artistici e cinematografici, ma indaga in modo pulito e ordinato il micro-cosmo che desidera raccontare. Come un moderno cantore, il cineasta piega il proprio stile alle esigenze del racconto, seguendo con costanza Antonio nei suoi confronti con la madre, con gli amici e con la giovane guagliona che gli ha rubato il cuore.

Costretto a diventare adulto prima del previsto, Antonio non è solo il centro focale della narrazione, ma è anche il cuore pulsante della messa in scena che, partendo proprio dallo sguardo innocente del ragazzo, dipinge un affresco mai banale della campagna napoletana, scissa tra il grigio delle strade semi-urbane e il verde dei campi da calcio. Con coerenza ed equilibrio, il regista ha quindi nuovamente evidenziato l’importanza che il protagonista ricopre in quest’opera, riuscendo – a discapito però di qualsiasi rischio – ad intrattenere e convincere.

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