Che Dio ci aiuti Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Wed, 01 Sep 2021 15:14:28 +0000 it-IT hourly 1 Gianmarco Saurino, da zero a cento https://www.fabriqueducinema.it/cinema/people/gianmarco-saurino-da-zero-a-cento/ Tue, 03 Nov 2020 17:06:14 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=14485 È uno dei volti giovani più amati delle fiction Rai: dal casanova dal cuore d’oro Nico di Che Dio ci aiuti al medico combattivo ma fragile di Doc. Nelle tue mani, Gianmarco Saurino si è imposto all’attenzione del pubblico e della critica, dando inizio a una carriera sempre più in ascesa. E mentre l’anno prossimo […]

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È uno dei volti giovani più amati delle fiction Rai: dal casanova dal cuore d’oro Nico di Che Dio ci aiuti al medico combattivo ma fragile di Doc. Nelle tue mani, Gianmarco Saurino si è imposto all’attenzione del pubblico e della critica, dando inizio a una carriera sempre più in ascesa. E mentre l’anno prossimo lo vedremo cimentarsi anche con il cinema, nel ruolo di un giovane ragazzo omossessuale all’apparenza sicuro di sé, l’amore per la recitazione continua a crescere fin dai tempi della scuola: «Non credo che ci sia stato un momento preciso in cui ho deciso che la recitazione fosse la mia strada. Sicuramente, però, è stato verso la fine della scuola superiore: a quell’età ci si interroga su cosa si vuole fare nella vita. Io avevo frequentato dei laboratori di teatro e avevo lavorato come animatore in un villaggio turistico, e mi ero reso conto che stare sul palco mi piaceva, che mi faceva sentire bene. Allora ho deciso di buttarmi nell’arena!».

E ti sei trasferito a Roma…

Quando ho deciso di tentare questa carriera, non avevo idea del percorso da intraprendere. Vengo da un paese di provincia, quindi non avevo chiaro come dovessi muovermi per fare concretamente l’attore. Ho pensato fin da subito che la formazione fosse fondamentale, cosa in cui credo anche oggi, e ho provato a entrare al Centro Sperimentale, riuscendoci. Da lì, la strada è stata tutta in salita, ma poco alla volta mi sono sempre più convinto di aver seguito la direzione giusta.

Hai iniziato partecipando a diverse fiction Rai come Che Dio ci aiuti e Non dirlo al mio capo. Come è stato passare dalla scuola al set?

Da zero a cento in sessanta secondi! All’inizio non ti nego che è stato straniante. L’approccio che ti da la scuola è essenzialmente teorico, “di mestiere”: ti insegnano i metodi americani, che spesso ritrovi concretamente a teatro. I set televisivi sono invece un mondo totalmente a parte: ti senti immerso in un meccanismo più grande, dove tutto è più pragmatico e in certi sensi artigianale. Una volta superato l’impatto iniziale, ho però imparato a capire cosa di ciò che avevo imparato fosse importante, e mi sono trovato a mio agio. Poi, iniziare con ruoli grandi e periodi di riprese molto lunghi mi ha insegnato la disciplina. La lunga serialità è molto formativa per un giovane attore… Permette di farsi il fisico!

Ora sei sul piccolo schermo con Doc. Nelle tue mani, fiction Rai di enorme successo. Come è stato interpretare Lorenzo?

Lorenzo è il personaggio più difficile che io abbia mai interpretato. È un ragazzo fragile, con una marea di cicatrici nascoste, che soprattutto in questi nuovi episodi stanno emergendo. Io amo dare vita a personaggi difficili, a cui a un certo punto manca la terra sotto i piedi, perché ciò li rende più umani e sfaccettati. Inoltre, quando ho iniziato a lavorare su Lorenzo, mi sono dovuto confrontare anche con una professione complessa come quella del medico. Ho avuto la fortuna di seguire come un’ombra alcuni dottori, respirare in prima persona l’aria dell’ospedale, capire che ciò che per noi è straordinario per i medici è la normalità. Questo mi è stato molto utile.

Stai per esordire anche in un lungometraggio: Maschile singolare, opera prima di Matteo Pilati e Alessandro Guida.

Maschile singolare è un film che parla di amore: pur avendo protagonisti LGBTQ+, credo sia un racconto universale, in cui non è davvero importante l’orientamento sessuale dei personaggi, ma l’amore che si vuole mettere in scena. Io interpreto Luca, un giovane omosessuale dal carattere forte. Sulla carta, Luca doveva essere un ragazzo solido e risolto, tanto nella vita privata, quanto in quella professionale. Discutendo con i registi, ho cercato però di aggiungerci qualcosa di mio: ho voluto mostrare anche la sua fragilità e la sua umanità, che credo l’abbiano reso più vero. Come con Lorenzo in Doc, mi sono divertito a far emergere le sue ferite e le sue insicurezze.

Gianmarco Saurino in Maschile Singolare
Gianmarco Saurino in “Maschile Singolare”

Dopo questi successi, come è cambiata la tua vita quotidiana?

Mi ritengo una persona molto fortunata: sto facendo non solo un mestiere che amo, ma un lavoro veramente fuori dall’ordinario. Quando qualcuno mi riconosce per strada o al supermercato, non posso che esserne felice, ma soprattutto ne sono grato, perché se sono dove sono è anche grazie a chi segue le cose che faccio. In questo senso, amo molto fare teatro, perché rispetto al cinema e alla televisione ti permette di avere un rapporto più diretto con il pubblico: infatti, lo dico sempre, sono un teatrante prestato volentieri alla televisione.

Cosa consiglieresti a un ragazzo che vuole seguire le tue orme?

Ho tenuto diversi laboratori di teatro con ragazzi giovani, e molto spesso mi è stata posta questa domanda. Mio padre, quando gli dissi che volevo intraprendere questa carriera, mi rispose di provare con tutte le mie forze, ma di avere la coscienza di sapere che se avessi dovuto fallire non sarebbe stata colpa mia. Credo che questa frase racchiuda la risposta a questa domanda: il mestiere dell’attore è difficile, bisogna impegnarsi al massimo, ma non è detto che poi ce la si faccia. Credo però che il primo passo sia la formazione, perché lo studio è fondamentale, ma poi serve fortuna, tenacia e, come si dice a Roma, la tigna!

E nel futuro, cosa ti si prospetta?

Nell’immediato, le ultime puntate di Doc, ora in onda. Poi, l’uscita di Maschile singolare, prevista per il 2021. Al momento sto girando la sesta stagione di Che Dio ci aiuti, mentre il Covid ha messo in stand-by altri progetti. Il prossimo anno vorrei prendermi un periodo per fare un po’ di teatro e andare a studiare all’estero, magari a Londra. Credo che ogni tanto sia giusto prendersi una pausa dal set.

Che personaggio vorresti interpretare, se te ne venisse offerta la possibilità?

Come avrai capito, mi piacciono i ruoli drammatici. Poi, sarà banale, ma mi piacerebbe interpretare un cattivo, che è una figura fragile per eccellenza. Oppure, anche l’esatto contrario: non mi ci vedresti come protagonista di una commedia romantica?

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Il segreto della Domenica https://www.fabriqueducinema.it/serie/auditel-tv-serie-tv/il-segreto-della-domenica/ https://www.fabriqueducinema.it/serie/auditel-tv-serie-tv/il-segreto-della-domenica/#respond Mon, 13 Feb 2017 15:26:32 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=4151 Domenica scorsa, 12 febbraio, Canale5 ha programmato la settima puntata della soap opera spagnola Il segreto con un mediocre risultato di ascolto pari a 3,4 milioni di spettatori e al 13,36% di share, mentre RAI1 ha vinto la serata con la fiction Che Dio ci aiuti 4, prodotta dalla LuxVide, che ha realizzato un netto […]

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Domenica scorsa, 12 febbraio, Canale5 ha programmato la settima puntata della soap opera spagnola Il segreto con un mediocre risultato di ascolto pari a 3,4 milioni di spettatori e al 13,36% di share, mentre RAI1 ha vinto la serata con la fiction Che Dio ci aiuti 4, prodotta dalla LuxVide, che ha realizzato un netto (media dei due episodi) di oltre 5 milioni con il 21,3% di share (primo episodio ascolto 5.171.000, share 18,84%; secondo episodio ascolto 5.268.000 share 24,64%).

Un risultato soddisfacente quello di RAI1, che supera con ampio margine Canale5, che con Il segreto sembra ormai rassegnata a una programmazione difensiva a basso costo. Ma se confrontiamo l’attuale performance di Che di Dio ci aiuti con quella del 2014, programmata di giovedì (oltre 7 milioni di spettatori e il 27% di share), il risultato appare inferiore alle aspettative e alle potenzialità del prodotto.

In che misura questo minor ascolto può essere imputato alla collocazione della domenica?

La domenica ha rappresentato per molti anni una serata ottimale, oltre che storica, per la fiction di RAI1, tanto che molto spesso questa collocazione è stata usata come trampolino di lancio di nuove serie, anche sperimentali: ad esempio la prima serie di Braccialetti rossi, che intendeva coinvolgere anche un pubblico molto giovane, debuttò con successo proprio di domenica, il 26 gennaio 2014, e nell’ultima puntata, il 2 marzo, superò i 7 milioni con il 26 % di share. Con la stagione autunno-inverno 2016, però, i risultati della fiction di RAI1 programmata la domenica appaiono meno brillanti (a fronte di una debole offerta di Canale5): a partire dalla terza serie di Braccialetti, che in quel periodo realizza una media di ascolto deludente, intorno al 19% (4,9 milioni).

È cambiato qualcosa nell’offerta televisiva della domenica che rende più difficile le performance delle fiction?

Per rispondere occorre fare un passo indietro e risalire al 2005, anno che segna l’ingresso di Luciana Littizzetto nel programma Che tempo che fa di Fabio Fazio, in qualità di ospite fisso nelle puntate della domenica sera. In seguito, il programma di Fazio viene allungato fino alle 21,30 e Luciana Littizzetto diventa la protagonista del finale di trasmissione con picchi di ascolto altissimi. È uno di quei successi televisivi che riescono a incidere sulla struttura dell’offerta: per scavallare il picco di ascolto di RAI3, infatti, le altre reti generaliste ritardano l’orario di partenza della prima serata domenicale alle 21,35-21,40.

Il palinsesto della domenica si modifica in termini di orari, ma con conseguenze sugli aspetti editoriali. RAI1, in particolare, con il nuovo assetto riesce non solo a proteggere la propria fiction, ma a trarne un certo vantaggio intercettando buona parte del flusso di pubblico in uscita da RAI3 alla fine di Che tempo che fa.

Un esempio molto visibile di questo “effetto sinergico” si ebbe nel 2011 con la fiction Fuoriclasse, protagonista Luciana Littizzetto nel ruolo d’insegnante, che su RAI1 raggiunse ascolti record nonostante la concorrenza di Amici su Canale5, grazie alla staffetta con Che tempo che fa e il passaggio di testimone dalla comica di RAI3 all’insegnante di Fuoriclasse.

A partire dall’autunno 2016, l’equilibrio dell’offerta domenicale subisce una nuova scossa a seguito dell’ulteriore allungamento del programma di Fazio, a cui è affidata la copertura di tutta la prima serata domenicale di RAI3, con due conseguenze importanti: la presenza della Littizzetto (con i suoi picchi di ascolto ora intorno al 15-20%) si prolunga ben oltre le 21,30; il flusso di pubblico in uscita da RAI3 si disperde nell’arco di tutta la serata (anziché concentrarsi intorno alle 21,30).

A risentirne è soprattutto la fiction di RAI1 e in particolare il primo episodio che subisce in pieno la concorrenza della coppia Fazio-Littizzetto e non può più contare sul flusso di pubblico in uscita da RAI3. A questo si aggiunga che nella nuova versione il programma di Fazio, per dinamiche editoriali, tipologia di ospiti ecc., risulta molto più competitivo sui target tradizionali di RAI1. Il tentativo della rete ammiraglia di sfuggire a questa dinamica domenicale, con una mossa azzardata, cioè anticipando addirittura alle 20,30 la partenza della prima serata (Braccialetti rossi, 16 ottobre 2016), si è dimostrato fallimentare per gli ascolti ed è stato subito abbandonato.

Il segreto della domenica sta dunque in questa forte correlazione e contrapposizione tra le due reti della RAI, che da una parte condiziona i margini di successo della fiction, ma dall’altra costringe Canale5, almeno per ora, a una linea editoriale rinunciataria.

 

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