Ariaferma Archivi - Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Mon, 16 May 2022 12:48:29 +0000 it-IT hourly 1 I vincitori dei David (e le scommesse di Fabrique) https://www.fabriqueducinema.it/festival/i-vincitori-dei-david-e-le-scommesse-di-fabrique/ https://www.fabriqueducinema.it/festival/i-vincitori-dei-david-e-le-scommesse-di-fabrique/#respond Wed, 04 May 2022 08:46:39 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=17143 Nella lista dei vincitori dei David di Donatello, incoronati nella cerimonia di ieri sera a Cinecittà, ci sono molti nomi su cui Fabrique aveva scommesso fin da subito, in particolare Piccolo corpo (premio come miglior esordio alla regia a Laura Samani) A Chiara di Jonas Carpignano, Aria ferma di Leonardo Di Costanzo e Freaks Out di […]

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Nella lista dei vincitori dei David di Donatello, incoronati nella cerimonia di ieri sera a Cinecittà, ci sono molti nomi su cui Fabrique aveva scommesso fin da subito, in particolare Piccolo corpo (premio come miglior esordio alla regia a Laura Samani) A Chiara di Jonas Carpignano, Aria ferma di Leonardo Di Costanzo e Freaks Out di Gabriele Mainetti.

Ecco tutti i premiati:

Miglior film
È stata la mano di Dio

Miglior regista
Paolo Sorrentino (È stata la mano di Dio)

Miglior attore protagonista
Silvio Orlando (Ariaferma)

Miglior attrice protagonista
Swamy Rotolo (A Chiara)

Miglior attore non protagonista
Eduardo Scarpetta (Qui rido io)

Miglior attrice non protagonista
Teresa Saponangelo (È stata la mano di Dio)

Miglior sceneggiatura originale
Ariaferma (Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Valia Santella)

Miglior sceneggiatura non originale
L’Arminuta

Miglior esordio alla regia
Laura Samani (Piccolo corpo)

Miglior produttore
Freaks Out

Miglior fotografia
È stata la mano di Dio – Daria D’Antonio
Freaks Out – Michele D’Attanasio

Miglior compositore
I fratelli De Filippo – Nicola Piovani

Miglior canzone originale
Diabolik – “La profondità degli abissi” (Manuel Agnelli)

Miglior scenografia
Freaks Out – Massimiliano Sturiale, Ilaria Fallacara

Migliori costumi
Qui rido io

Miglior trucco
Freaks Out

Miglior acconciatura
Freaks Out

Miglior montaggio
Ennio

Miglior suono
Ennio

Migliori effetti visivi
Freaks Out

Miglior documentario – Premio Cecilia Mangini
Ennio

Miglior film internazionale (già assegnato)
Belfast

Miglior cortometraggio (già assegnato)
Maestrale – Nico Bonomolo

David Giovani
È stata la mano di Dio

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Ariaferma, il carcere (metaforico) di Servillo e Orlando https://www.fabriqueducinema.it/festival/ariaferma-il-carcere-metaforico-di-servillo-e-orlando/ Mon, 06 Sep 2021 15:34:59 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=15970 È sempre una gioia quando vede la luce delle sale un nuovo film di Leonardo Di Costanzo, autore poliedrico, mente dai vasti orizzonti che per il cinema cosiddetto di finzione ha sempre attinto alla lunga e fruttuosa esperienza da documentarista, e ha portato avanti un percorso coerente, come se si fosse prefissato fin dall’esordio di […]

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È sempre una gioia quando vede la luce delle sale un nuovo film di Leonardo Di Costanzo, autore poliedrico, mente dai vasti orizzonti che per il cinema cosiddetto di finzione ha sempre attinto alla lunga e fruttuosa esperienza da documentarista, e ha portato avanti un percorso coerente, come se si fosse prefissato fin dall’esordio di imporsi come il regista degli spazi chiusi, dei microcosmi, dell’isolamento, delle fughe surreali dai luoghi reali. Ariaferma, scritto dal regista insieme a Valia Santella e Bruno Oliviero (una sceneggiatura che non ha un solo cedimento, né nella struttura, né nei dialoghi), racconta un momento critico all’interno di un carcere situato in un luogo imprecisato, come sempre in Di Costanzo la geografia si dirada e perde via via la sua connotazione, e il teatro dell’azione diventa come sospeso in una nube: la casa circondariale chiude, ma i trasferimenti vengono bloccati per problemi burocratici, e dodici detenuti devono restare lì, in un luogo abbandonato e spettrale, e con loro tutto il personale di guardia, a capo del quale c’è Toni Servillo, che per schematizzare come si fa nei polizieschi americani fa lo sbirro buono, in coppia con lo sbirro cattivo che invece è Fabrizio Ferracane.

I dodici ospiti del carcere sono tutti molto diversi fra loro, ognuno a rappresentare un “tipo”: c’è il giovane con istinti suicidi, ci sono gli extracomunitari, c’è il pedofilo da tutti messo al bando, e c’è quello misterioso, il più mite, che però – viene detto a un certo punto, senza rivelare pienamente il mistero – è anche il più pericoloso di tutti: si chiama Carmine Lagioia (interpretato magistralmente e in sottrazione da Silvio Orlando), e gli viene successivamente conferito l’incarico di chef, diventando di conseguenza un po’ il “sindaco” del carcere, da tutti rispettato, e l’unico con l’autorità di trattare con il Gaetano Gargiulo di Servillo.

È questo incontro a generare la tensione narrativa che dà l’acqua della vita alla storia, con Gargiulo che prova a porre le distanze fra sé e il detenuto, ma col passare del tempo i due trovano i punti d’incontro: il culmine è uno scambio di battute che potrebbe fare da epigrafe a tutto il film, che suona tipo “Lagioia, sei tu che sei in carcere”, e il detenuto ribatte “E perché, voi no?”. Non potrebbe avere più ragione.

Ariaferma segna un po’ una svolta, un’evoluzione, e perché no una summa nel cinema di Di Costanzo: c’è una regia solidissima, splendida somma non algebrica di direzione degli attori e gusto figurativo, coadiuvato dalla fotografia di Luca Bigazzi che con Di Costanzo riesce a esprimersi sempre ad altissimi livelli, come già ne L’intervallo. Importante anche il sonoro di Xavier Lavorel, che ha il suo momento trionfale a chiusura della scena più importante del film e anche una delle più belle e memorabili di questo festival: la cena, di notte, a lume di torce elettriche a causa della mancanza di elettricità, con detenuti e agenti che siedono al tavolo insieme, annullando l’effetto del carcere diventando quello che sono: esseri umani.

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