Ci siamo presi una breve pausa per lasciare ampio spazio alla festa di Fabrique, sperando che nel frattempo la TV ci offrisse qualche importante novità su cui imbastire le nostre riflessioni. In realtà sfogliando la programmazione dell’ultima settimana, l’offerta televisiva offre pochi spunti di particolare interesse.
Sul fronte della fiction ritroviamo le repliche di RAI1 sia la domenica (Che Dio ci aiuti con il 10,5% di share, il 2 aprile), sia il lunedì (Montalbano sempre seguitissimo con il 32,14% di share, il 27 marzo), affiancate dal nuovo successo di Cinzia TH Torrini, Sorelle, che anche giovedì 30 marzo ha raccolto oltre 6milioni di spettatori, con il 27,46% di share. Sul fronte Mediaset, il tanto atteso debutto della “serie di punta di questa stagione” L’onore e il rispetto 5 –Ultimo capitolo (venerdì 31 marzo) con Gabriel Garko, non ha dato risultati esaltanti.
L’ultimo capitolo di questa saga, iniziata nel 2006 e giunta ormai alla sua quinta edizione, ha realizzato un modesto 15,10%, pari a 3,6 milioni di telespettatori, non tanto per effetto della contro-programmazione di RAI1 (il film La corrispondenza si è fermato al 14,86% di share), quanto per via di una serata caratterizzata da una forte parcellizzazione del pubblico nell’ambito di un’offerta molto articolata e diversificata.
A infastidire la fiction di Canale5 ha sicuramente contribuito il debutto in chiaro, su RAI3 (e Raitre HD), della serie Gomorra 2 che con uno share del 6%, pari a 1,4 milioni di telespettatori ha soddisfatto le aspettative di ascolto (risultati confermati nella seconda puntata in onda sabato 1 aprile). Va precisato che il capitolo 2 della serie ispirata all’omonimo libro di Roberto Saviano arriva in chiaro a meno di un anno dalla messa in onda su Sky, e mentre è in arrivo la terza serie, prevista a breve su Sky Atlantic.
Dunque una serata complicata per Garko, che oltre a Gomorra ha trovato sulla sua strada altri numerosi “piccoli” competitor, tra cui RAI2, che dopo vent’anni ha riproposto Furore (8,12% di share), l’intrattenimento musicale condotto da Alessandro Greco. Un’operazione nostalgia che conferma la tendenza a rispolverare i successi del passato, anziché avventurarsi in percorsi più innovativi ma più rischiosi. Altri significativi frammenti di audience si sono rivolti alle nuove emittenti TV8 con Italia’s got talent (6%) e la NOVE con Fratelli di Crozza (4,5%).
Tralasciando di commentare l‘ennesima sfida del sabato sera tra gli “Amici di Maria (sedicesima edizione) e i ballerini di Milly” (dodicesima edizione), la cronaca della settimana televisiva ha offerto un’importante novità per gli amanti del documentario. Giovedì 23 marzo Rete4 ha programmato in prima serata un documentario naturalistico di elevata qualità: Planet Earth 2, prodotto dalla BBC.
Un viaggio in 40 paesi diversi, che ha richiesto 2089 giorni di riprese, presentato e narrato, nella versione originale, dal famoso divulgatore e naturalista britannico David Attenborough, con le musiche originali composte dal premio Oscar Hans Zimmer. La serie televisiva è il sequel di Planet Earth trasmesso dalla BBC nel 2006 ed è stato prodotto con tecnologie avanzatissime in Ultra-High-definition (4K), e con l’uso di droni aerei. La prima puntata ha totalizzato il 5,5% di share con 1,3 milioni di telespettatori, con un leggero calo nella seconda puntata del 30 marzo.
Nel complesso un buon risultato per Rete4 e soprattutto una scelta apprezzata dal pubblico più giovane e dinamico, come spiega il «Corriere della Sera» nel suo articolo (26 marzo) Se un bel documentario riesce a cambiare l’identità di un network.
Ci si chiede però come mai acquisti di tale livello siano fatti da una rete commerciale e non dal servizio pubblico. Una domanda che ci riporta a una questione irrisolta: come mai il genere documentario (nelle sue molteplici accezioni), pur essendo ricco di potenzialità, non riesce a trovare spazi adeguati e una continuità di programmazione nelle prime serate delle reti generaliste del servizio pubblico (se non in modo sporadico, legato a eventi come nel caso di Sacro Gra e Fuocommare di Gianfranco Rosi)? In realtà negli anni passati Rai3, con la collaborazione di RAI-Cinema, aveva avviato un piano di acquisti di documentari di livello internazionale, destinati a una programmazione di prima serata (da Il popolo migratore, capolavoro di Jacques Perrin, a Bowling a Columbine di Michael Moore, da In viaggio con Che Guevara di Gianni Minà, vincitore di cinque festival internazionali, a Katrina di Spike Lee, ai documentari di Oliver Stone). Ma poi l’iniziativa è sfumata nel nulla.
In effetti, la valorizzazione del documentario, con appuntamenti di prima serata in grado di sensibilizzare un vasto pubblico, richiede un lavoro di selezione e di acquisizione molto impegnativo che può essere sviluppato solo da una struttura organizzativa dedicata, con professionisti in grado di costruire da una parte una rete di contatti internazionali con registi, produttori, distributori, festival e dall’altra di implementare linee editoriali diversificate per tipologie di prodotto, per reti, per fasce orarie ecc., dando vita anche a co-produzioni con partner internazionali.
In mancanza di tali strutture, che richiedono investimenti a lungo termine in denaro e in risorse umane, per ora non ci resta che ringraziare Rete4 e invitare il pubblico a seguire le prossime puntate, ricordando che nel Regno Unito il primo episodio di Planet Earth II è stato seguito da 12,26 milioni di spettatori, con il 41% di share, dimostrandosi il documentario di storia naturale più visto negli ultimi 15 anni.