Terrence Malick è considerato il J. D. Salinger del cinema: ha concesso pochissime interviste, stipulato un contratto che impedisce di usare la sua immagine a fini promozionali e ha dato il suo benestare per un documentario sulla sua vita, Rosy-Fingered Dawn – Un film su Terrence Malick (2002) diretto da Luciano Barcaroli, Carlo Hintermann, Gerardo Panichi e Daniele Villa, dove però non appare mai e la sua figura è descritta attraverso le interviste a colleghi e amici.
Malick inizia la sua carriera come script-doctor, non sempre accreditato e, nel 1973, scrive, dirige, interpreta un piccolo ruolo e finanzia personalmente la sua opera prima: La rabbia giovane (titolo dalla traduzione banale rispetto al più evocativo Badlands), un film indipendente interpretato da Martin Sheen (Kit) e Sissy Spacek (Holly), ispirato alle vicende reali del serial killer Charles Starkweather e della giovane compagna Caril Ann Fugate, negli anni ‘50. Un road-movie introspettivo, una spirale di delitti, una favola americana di amore e ribellione. Kit e Holly sono mossi dalla stessa inquietudine, lei scrive tutto sul suo diario – con piglio innocente – lui segue i suoi impulsi omicidi, persi e senza una direzione si muovono con la loro giovinezza rabbiosa per il paesaggio tragico e deserto delle Badlands.
Gli omicidi perpetrati dalla coppia, quindici anni lei e venticinque lui, sono un viaggio verso la follia. Se Holly li vive come in stato di trance e senza un’effettiva partecipazione emotiva, Kit sfiora la schizofrenia mentre i suoi attacchi di rabbia si fanno sempre più incontrollabili. Ma è proprio Kit l’anello debole, quasi ricerca la cattura come una liberazione, dall’inizio è destinato a compiere quel suicidio inventato per depistaggio, che sia in un incendio o su una sedia elettrica, la morte è l’unico modo di essere libero. Mentre Holly se la cava con poco, prima di sposare un uomo qualunque e tornare alla vita normale alla quale è destinata.
L’esordio di Malick è un film insolito, accolto con sorprendente entusiasmo alla sua anteprima al New York Film Festival. La pellicola con la sua originalità e l’altissimo gusto estetico, nonostante il budget ridotto, colpisce la Warner Bros che ne acquista i diritti e la distribuisce, pagando una cifra tre volte più alta del budget del film, cogliendo il significato sociale dell’opera che delinea in modo realistico la realtà provinciale della parte più selvaggia degli Stati Uniti.
La rabbia giovane ha già in sé tutte quelle che sono le caratteristiche del cinema di Malick: la rappresentazione cruda degli avvenimenti, l’importanza della natura selvaggia, il rapporto uomo-natura, la voce fuori campo introspettiva (quella di Holly, in questo caso), la fotografia curata e l’attenzione per la colonna sonora. Questo dimostra la chiarezza di idee, lo stile già formato e la visione che Malick ha del mondo, che nel corso della sua filmografia non cambia ma matura lentamente, sfiorando vette di perfezione assoluta.
Un po’ Lolita e un po’ A sangue freddo, l’opera prima di Terrence Malick è poetica e letteraria prima ancora che cinematografica, ma basterebbe dire che Bruce Springsteen ha tratto ispirazione da La rabbia giovane per incidere il singolo Nebraska, per capire che è uno dei film più evocativi degli anni ’70, un vero e proprio cult-movie.
Terrence Malick è un autore dai contenuti duri e spietati, che presenta al grande pubblico ritratti di uomini in crisi, con sé stessi e con la società della quale fanno parte. Malick ha uno stile unico, filosofico e spirituale, ed è noto per il suo perfezionismo maniacale e per la sua capacità intrinseca di dividere sempre pubblico e critica. Il regista americano ha segnato l’arte cinematografica con una ritrovata poesia visiva di rara bellezza, meritandosi piogge di candidature agli Oscar e un posto tra i grandi del cinema.