The Other Side of the Wind, l’ultimo e inedito film di Orson Welles, è stato acquistato da Netflix e avrà una distribuzione mondiale nelle sale in 35mm. Girato da Wells tra il 1970 e il 1976 insieme a colleghi e amici, non era mai stato completato a causa di alcuni problemi produttivi. La storia racconta gli ultimi giorni di un regista leggendario impegnato a pianificare un ultimo film decisamente estremo e a basso budget, ma finisce per innamorarsi del suo attore protagonista.
Facciamo però un salto indietro: è il primo maggio del 1941 e siamo a New York. È una sera apparentemente come tutte le altre, ma la sala del Palace Hotel ospita l’anteprima mondiale di Quarto potere (Citizen Kane), l’esordio di Orson Welles – qui le altre opere prime d’autore – destinato a diventare uno dei film più importanti della storia del cinema.
Enfant prodige, Welles suona il piano, dipinge e recita fin da bambino, ha avuto successo all’età di ventitré anni grazie all’adattamento radiofonico del romanzo di fantascienza di H. G. Wells La guerra dei mondi (The War of the Worlds): la leggendaria trasmissione che scatenò il panico negli Stati Uniti, facendo credere alla popolazione di essere sotto attacco da parte dei marziani: «Per quello che abbiamo fatto sarei dovuto finire in galera, ma al contrario, sono finito a Hollywood». Questo insolito debutto gli ha dato la celebrità e un contratto per un film all’anno, per tre anni, con la casa di produzione cinematografica RKO. Gli viene concesso anche il cosiddetto final cut, cioè il diritto di dire l’ultima parola sul montaggio finale. Orson Welles ha portato a termine solo uno dei tre progetti: Quarto potere, il suo capolavoro.
La pellicola narra la vita del magnate della stampa Charles Foster Kane (Orson Welles), egocentrico e incapace di amare, rimasto solo all’interno della sua gigantesca residenza (Xanadu), dove muore abbandonato da tutti. La sua ultima parola è stata: «Rosebud», in italiano «Rosabella». Il direttore di un cinegiornale incarica Jerry Thompson (William Alland) di scoprire il significato di quella parola, la sua inchiesta lo porta da cinque persone che conoscevano bene Kane e che gli raccontano storie completamente diverse. Spetta al pubblico ricomporre questo intricato puzzle.
La storia di Kane si perde nella capacità manipolativa dei mezzi di comunicazione, come lui perde sé stesso, l’amore, la famiglia, la stima degli altri e le sue amicizie, per sostituirle con l’accumulo di cose, rarità e castelli, nel tentativo di sopperire alla mancanza di sentimenti. Quarto potere è stato osannato dalla critica, ma ha faticato a ottenere il grande successo di pubblico anche a causa dell’opera di boicottaggio intrapresa dal magnate della stampa William Randolph Hearst, ovvero a colui a cui è ispirato il personaggio di Charles Foster Kane.
L’esordio di Welles è soprattutto un film innovativo: il giovane regista ha modificato il metodo classico di ripresa cinematografica, cambiato l’uso della profondità di campo e utilizzato la tecnica del piano sequenza. A livello di scrittura ha fatto ricorso all’uso sistematico dei flashback e a una estrema caratterizzazione psicologica dei personaggi, mentre, come protagonista, Welles ha dimostrato la propria abilità interpretativa, arrivando a coprire tutte le fasi dell’esistenza di Kane: la giovinezza da idealista direttore di giornale, passando per la mezza età all’apice del carisma e del successo, fino alla vecchiaia da megalomane soffocato dalla smania di possesso.
Anche l’aspetto del travestitismo è fondamentale, Orson Welles ha utilizzato elaborate tecniche di trucco e camuffamento: «Riuscivo appena a muovermi, per via del corsetto e del cerone sul viso. Norman Mailer, una volta, ha scritto che quando ero giovane ero il più bell’uomo che mai si fosse visto. Grazie tante! Era tutto merito del trucco di Quarto potere.»
Jeanne Moreau ha detto che la vita di Welles era «costellata di valigie che si perdono, di aerei che non partono, di appuntamenti mancati, di film che non si finiscono»: nella realtà come sul grande schermo, Orson Welles si affida alle convenzioni per poi disattenderle. Stravagante, fantasioso, decisamente barocco e contorto, lo scrittore Jorge Louis Borges colpisce nel segno quando definisce Quarto potere un labirinto senza centro, mentre François Truffaut lo appella come il film dei film, dopotutto ha ispirato l’esordio di moltissimi registi e attori. C’è un prima, ma soprattutto c’è il cinema dopo Orson Welles e sta tornando in sala.