Il regno è l’opera prima di Francesco Fanuele che ha trasformato in lungometraggio il suo corto di diploma del Centro Sperimentale di Cinematografia. “È una commedia nostalgica che si prende sul serio, non è un ridere tanto per ridere – spiega il regista – È una commedia che rispecchia un po’ quelle di Age & Scarpelli, Benvenuti, De Bernardi, il primo Carlo Verdone, con temi forti, personaggi ben strutturati ma anche con grandi incidenti scatenanti”.
Giacomo (Stefano Fresi), un autista di autobus, scopre che il padre che lo ha rinnegato trent’anni prima, nel momento della morte, gli ha lasciato in eredità il trono di un regno medievale. Così quando Giacomo torna al casale di famiglia per il funerale del padre incontra il vecchio ed eccentrico avvocato, Bartolomeo Sanna, che lo accoglie in carrozza. Il funerale si tiene all’interno della tenuta, con un prete che parla solo in latino e una folla di contadini vestiti di nero, “amici di papà”, spiega Sanna. Quel che a Giacomo sembra inizialmente uno scherzo si rivelerà subito realtà e il nuovo re si ritroverà a capo di una comunità di persone che ha scelto di tornare indietro nel tempo, a una vita più umile, modesta, lontana dal mondo contemporaneo.
Non capita tutti i giorni di ereditare dei sudditi pronti a darti cieca obbedienza, una nuova sorella (Fotinì Peluso), prosperose ancelle ben disposte a insaponarti la schiena e soprattutto il potere di legiferare a proprio piacimento. Giacomo però non è affatto come il padre, che fu un prepotente autocrate tutto d’un pezzo. Lui con i sudditi ci vuole parlare, ci vuole fare amicizia. Ma nessuno vuole un monarca compagnone. Riuscirà dunque il re più strampalato della storia a farsi rispettare e diventare l’uomo che non è mai riuscito ad essere?
Ispirato a un fatto di cronaca su un signore che aveva creato una comunità indipendente dallo Stato italiano ai confini di Roma, Il regno, prodotto da Fandango, è un viaggio in un passato utopico al riparo dai disagi della modernità alle porte della capitale. In una società immaginaria dove si cerca di creare un mondo perfetto, chiuso in se stesso e a tutto ciò che possa arrivare dall’esterno, si assiste al percorso psicologico di una persona senza coraggio e autostima che si ritrova improvvisamente un modello da seguire. Stefano Fresi, nel ruolo del re all’improvviso, inscena con Max Tortora, avvocato e ciambellano del re, degli scambi di battute di magistrale comicità.
La commedia ci conduce, dunque, in un fantastico mondo medievale, ricreato in una tenuta agricola alla periferia di Roma, per far riflettere con ironia sui problemi del mondo contemporaneo: gli assilli della tecnologia, la paura dello straniero, la frustrazione per il sistema di tasse e pensioni, lo scherno dell’omosessualità. La commistione di tempi, spazi e registri linguistici produce, dunque, un inevitabile effetto comico che, con leggerezza, lascia emergere i problemi atavici dell’uomo di tutti i tempi.
In attesa di vederlo al cinema, Il regno è disponibile sulle principali piattaforme streaming: ITUNEs, Google Play, Chilyi Sky prima fila, Rakuten, CGHV, Huawei, Infinity, TIMVISION e#iorestoinSALA.