Colpisce ma non stupisce la notizia dell’esordio di Elodie al cinema, che presto debutterà come protagonista nel suo primo film. Ad annunciarlo a fine aprile con una certa nonchalance è stata l’agenzia Volver Actors, dando ufficialmente il benvenuto alla cantante nel suo parterre di talent. «Nel 2020 è stata insignita del riconoscimento di artista donna più ascoltata su Spotify Italia, ogni suo singolo è un successo, con la sua potente identità è diventata un’icona di stile e moda» si legge nel post Instagram. «Le piace trasformarsi in continuazione e ci lascia sempre tutti senza parole. Non poteva mancare quindi nel suo percorso artistico anche il cinema e noi non possiamo che essere super orgogliosi di essere stati scelti per accompagnarla in questo nuovo viaggio».
Abbracciando un concetto di versatilità e sperimentazione decisamente più internazionale che italiano, ovvero quello che inserisce un artista in un discorso a 360°, che possa switchare dalla musica al cinema e senza tralasciare i social, puntare su Elodie-attrice nel suo momento di massimo consenso era un passaggio prevedibile.
Non vanno trascurate le tappe che hanno reso la Di Patrizi, ad oggi, un personaggio tanto forte nell’immaginario italiano da poter osare. Due esempi su tutti: il medley sanremese coreografato sulla falsariga di Beyoncé (in cui, di fatto, nonostante una punta d’impaccio e una serie di imperfezioni, si è confermata la sola cantante italiana in grado di tenere un palco con l’attitudine della diva), e poi le incursioni più intime nella sua storia personale (vedi sempre il monologo sanremese: «Non mi sentivo all’altezza. Tante volte non mi sono data una possibilità. Non ho finito il liceo, non ho preso la patente, non ho studiato canto»).
Elodie, infatti, si è definitivamente lasciata alle spalle l’immagine da artista timida, tipica del ‘packaging talent show’, per imboccare la strada del pop: commerciale, provocante, patinata. Per tracciare i must della sua forte identità ha scoperto qualche carta fondamentale: il suo passato, l’educazione, la famiglia, il coraggio di essere sexy, lo status sociale da cui proviene e dal quale si sta emancipando. Non è un caso che negli ultimi due anni abbia trovato più congiunzioni con la scena Rap e R&B che con il filone Emma-Amoroso-Annalisa da cui era partita, collaborando con Mahmood, Fibra, Gemitaiz e ovviamente Marracash.
Oggi è il genere di diva che si porta la borgata romana nel dna, ma nel frattempo sfila in Versace. È insieme ‘quella della porta accanto’ e ‘quella che non raggiungeremo mai’. Una sorta di italian dream, il suo, che in effetti rientra benissimo anche nella narrazione gradita all’industria cinematografica (i famosi talenti “presi dalla strada”), soprattutto se combinato con una presenza scenica magnetica (esiste qualcuno a cui non piaccia Elodie? Ci sono obiettivamente alte probabilità che possa funzionare anche su grande schermo e che, solo sulla fiducia, trascini in sala tutti i suoi 2 milioni e mezzo di follower).
Per ora nulla di dichiarato sull’inizio delle riprese né sul progetto con cui Elodie debutterà sul grande schermo. Tra gli elementi che faranno senz’altro la differenza, in primis il regista e poi il tipo di film: in mezzo c’è tutto quello che intercorre tra una mera operazione commerciale e l’intenzione di avviare una carriera da attrice. Ovvero il biglietto da visita con cui la cantante si presenterà al pubblico e alla stampa (e che porterà o meno a valutare seriamente il suo esordio).
Di certo è l’inizio di «un nuovo viaggio», come anticipa la Volver. Ed è anche un’ulteriore prova di come le barriere tra settori dello spettacolo siano sempre più propense a cadere, in una sorta di contemporaneo star system italiano in cui discografia, cinema e social network coesistono, rilanciano e puntano sui nuovi divi. All in.