Vivere la propria esistenza in un piccolo borgo del sud Italia può essere un’arma a doppio taglio. Il più delle volte queste realtà cristallizzano dei microcosmi a sé stanti, degli universi apparentemente tranquilli e idilliaci che tuttavia nascondono delle prigioni quasi invisibili. Ci si trova a dover far fronte a innumerevoli difficoltà e pregiudizi, a frantumare i propri sogni all’interno di ambienti dalla mentalità stagnante. È all’interno di questo contesto, tanto ideale quanto concreto, che prende forma e vita il cortometraggio Amare Affondo di Matteo Russo, prodotto da MAKèFILM e distribuito da PREMIERE FILM.
In questa circostanza il borgo, l’ecosistema alacre, amaro e salato abitato dal duro lavoro dei pescatori, si fa portavoce di un sentimento più ampio divenendo così trasfigurazione di un qualcosa di più profondo, di un amore omosessuale impossibile, quasi sfiorato, che preme sulle vite dei protagonisti desiderosi di aprire i cancelli della loro stessa “prigione interiore” nel mare delle avversità. Il regista Matteo Russo intesse il suo racconto con acume e delicatezza filmica lasciando che le immagini, i movimenti di macchina, i lunghi silenzi immersi nell’oceano delle azioni parlino più delle parole stesse. I protagonisti Giacomo e Samuele vivono segretamente la loro storia “proibita” fino a quando qualcosa rompe l’equilibrio nascosto, fino a quando la colpa si moltiplica, fino a quando non lascerà sul loro destino una ferita difficile da rimarginare. Nel gioco dei ruoli è poi l’antagonista Chicco ad avere il compito di sovvertire i “sogni” e ristabilire le gerarchie.
Nei suoi lavori, Matteo Russo è da sempre attento alle tematiche sociali e a una visione minuziosa del reale fatta di buchi neri e istanti celati nei meandri del cuore dei suoi protagonisti, come in Amal (attualmente in fase di post-produzione) e che spesso, come in Storia di una donna che amava suo figlio, subiscono un distacco dalla realtà stessa modellandosi attraverso un dolore elevato a incubo. Nella dinamica narrativa di Amare Affondo invece lo spettatore si perde tra gli spazi della barca scenica, seguendo, nel silenzio delle parole, con gli occhi dei protagonisti l’incontro/scontro tra la calma e la tempesta, la crudeltà della verità e l’allegoria della finzione filmica. Amare Affondo è in definitiva un viaggio nell’animo dei suoi stessi protagonisti che smarrendosi, complici delle loro stesse azioni, saranno costretti a costruire un nuovo orizzonte, diverso da quello sperato, osservandolo da lontano. Le riprese del corto sono state effettuate in Calabria, in collaborazione con molti ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia e interpretato da alcuni attori calabresi.
Il protagonista è Mario Russo, giovane attore calabrese che nel corso della sua carriera ha recitato in teatri come il Piccolo Eliseo di Roma ed è attualmente in giro per l’Italia con lo spettacolo teatrale Trapanaterra. L’antagonista Carlo Gallo è invece l’autore dello spettacolo Bollari: Memorie dallo Jonio, racconto struggente di pescatori calabresi di fine anni ’30; al cinema è stato diretto da Mimmo Calopresti nei film Uno per Tutti e Via dall’Aspromonte e ha inoltre lavorato con Fabio Mollo nel film tv Renata Fonte e con Giulio Manfredonia nel lungometraggio Tutto il mondo è paese, sulla storia del sindaco riacese Mimmo Lucano. Il co-protagonista invece è interpretato da Federico Le Pera, giovane attore romano. A completare il cast anche una ballerina fiorentina: Eleonora Venturi.