La serie Marvel WandaVision è l’ultima arrivata della corazzata Disney+, sbarcata in Italia da meno di un anno con la potenza di un catalogo difficilmente eguagliabile e grandi ambizioni per il futuro. Alessandro Saba, Director Original Production di Disney+, anticipa a Fabrique scenari interessanti anche per gli autori e i produttori italiani.
Disney+ ha in programma di produrre sistematicamente serie e film anche in Italia, coinvolgendo magari i nuovi talenti del panorama audiovisivo italiano?
La risposta è sì: stiamo parlando con tutti i produttori per cercare i migliori contenuti originali italiani. In questi mesi abbiamo valutato e studiato decine di progetti e siamo entrati nella fase di sviluppo su alcuni di questi. Stiamo cercando storie cariche di ottimismo, che possano interpretare al meglio i valori Disney di comunità e di inclusione. Abbiamo l’obiettivo di creare contenuti ad alto standard qualitativo, lavorando con i migliori talenti creativi italiani, sia per quanto riguarda la scrittura che la regia. Ci stiamo focalizzando sullo sviluppo di contenuti seriali che possano evolversi in più stagioni, che abbiano una grande rilevanza locale per il pubblico italiano e che contemporaneamente parlino di tematiche universali per cui possano essere apprezzati anche all’estero. Per questo siamo molto accurati nella scelta dei contenuti e dei professionisti, con uno sguardo attento ai talenti emergenti e a nuove realtà produttive e creative.
Non a caso, avete annunciato la prima serie originale Disney+ italiana: I Cavalieri di Castelcorvo. Cosa potete dirci a riguardo?
I Cavalieri di Castelcorvo è il primo prodotto locale a target kids, 6-12 anni, che rilasceremo sulla piattaforma. È una produzione realizzata insieme a Stand By Me, che nasce sulla solida eredità delle produzioni italiane dei Disney Channels. Negli ultimi venti anni, in Italia i Disney Channels hanno prodotto molte serie live action diventate cult come Violetta (co-prodotta con LatAm), Alex&Co., Quelli dell’intervallo, fino ai recenti successi di Sara e Marti #Lanostrastoria e Penny on M.A.R.S., tutti a target kids/young adult. Con I Cavalieri di Castelcorvo siamo andati per la prima volta nel territorio del genere mistery per bambini. In futuro per Disney+ ci focalizzeremo su contenuti a target più ampio.
L’animazione è sempre stato un genere chiave del mondo Disney. Pensate di portare avanti produzioni originali italiane anche in versione animata, o preferite focalizzarvi su live action come fatto su Disney Channel o da piattaforme concorrenti?
In questa prima fase di sviluppo e produzione di contenuti ci stiamo focalizzando su serie scripted returnable. Ci sono stati presentati anche dei progetti di animazione, ma per ora non lo riteniamo un elemento cruciale per la produzione locale. All’interno dell’offerta di Disney+ c’è già un gran numero di titoli di animazione: dai classici film Disney, alle straordinarie produzioni cinematografiche Pixar, da tutte le serie animate di Topolino, fino alle stagioni dei Simpson. Questo non esclude che in futuro, in una fase matura della piattaforma, non si possa considerare di produrre un contenuto di animation Disney “made in Italy”.
Disney si è sempre contraddistinta per creare prodotti pensati per un target giovane e family-oriented. La linea editoriale di Disney+ rispecchierà questa idea?
La linea editoriale di Disney+ è orientata a produrre contenuti co-viewing per tutta la famiglia. Stiamo cercando storie che possano appassionare contemporaneamente bambini, ragazzi e adulti. Come amiamo dire con i nostri colleghi di Los Angeles: contenuti che l’intera famiglia possa vedere insieme, senza che i genitori debbano mai mettere la mano davanti agli occhi dei propri figli. Questo significa che ci possono essere tematiche più forti e complesse che i genitori devono spiegare ai figli piccoli, ma sempre senza creare disturbo. Allo stesso tempo sono necessari elementi interessanti per i genitori che devono potersi godere il contenuto; in ogni storia è fondamentale che ci sia un entry point sia per i più piccoli, che per il pubblico più adulto. Faccio un esempio personale, che spero possa rendere bene l’idea: nel 1982 ero bambino e ho visto E.T. al cinema tre volte di seguito; in questi anni, da genitore, ho rivisto il film insieme a mio figlio altrettante volte e sempre con piacere. I nostri sviluppi si stanno concentrando su alcuni generi principali: il mistery, l’adventure e il fantasy. Per il mercato italiano è una bella sfida cimentarsi su questi generi tradizionalmente poco realizzati a livello locale. Un’altra traiettoria editoriale che stiamo perlustrando per Disney+ è la commedia familiare di alta qualità. In Italia è stato fatto un lavoro eccellente negli ultimi anni nell’ambito della commedia cinematografica; i produttori hanno realizzato film comedy familiari molto solidi e ben scritti e ci sono grandi talenti tra gli attori italiani di questo genere.
L’inclusione di diverse culture e minoranze è centrale nelle produzioni seriali contemporanee. Anche Disney+ America, con High School Musical: The Musical: La Serie, ha introdotto il primo personaggio ricorrente dichiaratamente omosessuale di una serie Disney. L’inclusione sarà un elemento centrale anche delle vostre politiche editoriali?
L’inclusione è già oggi un elemento centrale nelle nostre scelte editoriali. Solo per fare un esempio, nell’ultima stagione di Penny on M.A.R.S., sono presenti personaggi di origini diverse, espressione della multiculturalità che caratterizza la nostra società e che Disney valorizza e promuove. Il lavoro che stiamo facendo con il nostro team per affrontare concretamente le tematiche della diversity e dell’inclusione si sviluppa in due direzioni: la prima è raccontare storie e personaggi contemporanei, aperti, che diano voce a tutte le espressioni sociali senza preclusioni; in secondo luogo pensiamo che per fare questo sia necessario costruire gruppi creativi e produttivi che al loro interno possiedano un alto tasso di eterogeneità e siano dunque composti da membri capaci di esprimere voci alternative e complementari. Storie attente alla diversità hanno maggiori probabilità di essere rappresentative del contesto sociale reale quando la stessa comunità creativa e i team di produzione sono composti da elementi polifonici. Stiamo lavorando anche per fare in modo che le nuove produzioni includano iniziative di formazione, con particolare attenzione ad attrarre talenti e troupe di professionisti giovani, con un bilanciamento di genere e di diversa provenienza geografica e socio-economica, per migliorare l’accesso e ampliare la diversità in tutta l’industry dell’audiovisivo.