È tra i giovani attori più richiesti del momento, ma Andrea Carpenzano non sembra essere cambiato. Nonostante il successo, solo di una cosa non può fare a meno: la noia.
Un ragazzo comune che desidera solo non smettere mai di annoiarsi: così potrebbe essere definito Andrea Carpenzano, uno degli attori più promettenti del panorama cinematografico italiano. La sua è una vita sull’onda degli eventi, che lo ha condotto a cimentarsi in lungometraggi, cortometraggi e serie televisive.
Carpa – così lo chiamano i suoi amici – ha infatti esordito sul grande schermo appena ventenne, conquistando il favore della critica grazie a Tutto quello che vuoi, commedia agrodolce dove vestiva i panni di un giovane turbolento ma di buon cuore. Reduce dall’esperienza televisiva di Immaturi – La serie, la consacrazione è arrivata con La terra dell’abbastanza, un intenso dramma ambientato nella periferia romana: il suo Manolo, proprio come Alessandro nel lungometraggio precedente, ha affascinato grazie alla sensibilità che traspare anche nelle parole del suo interprete.
Nonostante una carriera nel mondo del cinema pronta a spiccare il volo, Andrea sembra non aver perso l’umiltà, tanto che è difficile per lui definirsi un attore: «Non rifiuto questa etichetta perché la giudico negativamente, anzi, amo molto quello che faccio e sono immensamente grato a chiunque creda in me. Tuttavia non riesco ancora a giudicarmi un vero attore. Quando me lo chiedono, dico sempre di lavorare nel cinema, ma anche questo mi sembra incredibile».
Davvero così poca autostima, Andrea?
Forse esagero un po’, ma credo che proprio questo mi abbia permesso di essere come sono oggi. I film a cui ho preso parte sono figli del mio modo di essere: sono sicuro che, se avessi avuto troppa stima in me stesso, non sarei riuscito a interpretare Manolo e Alessandro allo stesso modo. Anche nella vita di tutti i giorni non faccio altro che affrontare una giornata alla volta: non ho mai sentito la necessità di avere successo a tutti i costi e non mi metto in competizione con chi mi circonda. Sono convinto che questa assenza di aspettative sia fondamentale al giorno d’oggi, è una realtà difficile e solo un’incertezza consapevole può aiutare la mia generazione ad affrontarla.
Incertezza o meno, le tue interpretazioni in Tutto quello che vuoi e ne La terra dell’abbastanza sono state molto apprezzate da critica e pubblico. Hai qualche cosa in comune con i tuoi due personaggi?
In realtà preferisco non giudicarmi, quindi trovo difficile paragonarmi ai ragazzi che interpreto. Sono persone totalmente diverse da me, ma entrambe presentano una forte sensibilità che, anche se rimane celata per gran parte del tempo, traspare dai loro comportamenti e soprattutto dalle loro scelte. Personalmente, non saprei dire se il punto di contatto sia proprio questa tenerezza nascosta ma, stando a quello che dice mia madre, sono un ragazzo sensibile, quindi fidiamoci di lei!
Continuando a parlare dei film che ti hanno visto come protagonista, come hai vissuto l’esperienza sul set?
Non ho mai pensato di fare l’attore e non ero minimamente preparato a quello che stavo per affrontare. Mi sono presentato al provino di Tutto quello che vuoi praticamente per caso. Inizialmente ero in lizza per un ruolo minore ma, dopo varie prove con il regista Francesco Bruni, mi è stata affidata la parte da protagonista. Ero terrorizzato e adattarmi ai ritmi è stato difficilissimo, ma con la troupe si è creata un’ottima intesa. Lo stesso è successo per La terra dell’abbastanza e per Immaturi – La serie: anche in questi casi mi sono tranquillizzato quando mi sono reso conto dell’umanità e della pazzia di chi mi circondava.
Hai detto che non pensavi di fare l’attore. Cosa ti sarebbe piaciuto fare se non avessi intrapreso questo percorso?
Prima di iniziare a recitare ero comunque interessato al mondo del cinema, ma più al dietro le quinte: guardavo molti film e non
mi sarebbe dispiaciuto fare il montatore. Quando uscivo con i miei amici portavo sempre con me una videocamera, con cui riprendevo e raccontavo la mia quotidianità. A ogni modo, la vita mi ha portato a intraprendere un’altra strada.
E proprio questa strada ti ha condotto a essere dove sei oggi. Cosa è cambiato nella tua vita da quando sei diventato un attore o, meglio, un non-attore?
In realtà, non molto. Sono stato sempre abituato ad avere pochi soldi e, nonostante adesso la situazione non sia molto diversa, tutto quello che guadagno lo investo in alcolici! Scherzi a parte, ho stretto amicizie con alcuni colleghi, ma preferisco uscire con i miei vecchi amici. Credo sia importante confrontarsi con persone che non fanno il tuo stesso lavoro, così da poter apprezzare realtà differenti. Inoltre, rispetto al passato, adesso occasionalmente qualcuno mi ferma per strada chiedendomi una fotografia…
Cosa consiglieresti a un tuo coetaneo che vuole intraprendere latua stessa carriera?
Credo che chiunque voglia fare questo mestiere debba imparare
a non prendersi troppo sul serio. Siamo costretti a dover costantemente dimostrare di essere capaci di fare cose diverse, ma in realtà è importante riscoprire anche l’arte della noia, perché ci permette di apprezzare le piccole cose e di dedicare il giusto tempo alle aspirazioni che giudichiamo realmente importanti.
E il futuro?
Non riesco a prevedere cosa succederà, perché tutto ciò che mi è successo finora non l’avrei mai immaginato. Sognando, mi piacerebbe recitare in un film di Harmony Korine, perché ho amato molto Gummo e anche Ken Park, di cui non è regista ma sceneggiatore. Per il momento però sto concludendo le riprese de Il campione, un film dove interpreto un personaggio molto diverso dai precedenti, e poi si vedrà.
Foto ROBERTA KRASNIG
Stylist STEFANIA SCIORTINO
Assistente fotografa ANITA XELLA
Makeup ILARIA DI LAURO@HARUMI
Hair ADRIANOCOCCIARELLI@HARUMI
Abiti GUCCI
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