In un contesto sempre più poliedrico e sfaccettato, il cinema ha mutato negli ultimi decenni le proprie logiche commerciali, tentando di sperimentare inediti confronti con lo spazio della sala. La Nexo Digital, azienda italiana attiva nel campo della distribuzione dal 2009, si è mossa più di altre proprio in questo senso, ricorrendo sistematicamente all’escamotage dei film-evento.
Sempre più diffusi e tematicamente variegati, i film-evento targati Nexo sono lungometraggi fruibili in sala per un tempo circoscritto a due o tre giorni, votati alla diffusione di contenuti particolari e non prettamente narrativi, che oscillano tra grandi cult della storia del cinema ed esperienze di teatro filmato, tra documentari di natura artistica e concerti pop-rock, spaziando perfino nell’ambito di importanti incontri sportivi o di para-informazione. Al fine di dare continuità ad un’offerta molto ampia e caleidoscopica, la società fondata da Franco di Sarro non si limita tuttavia a presentare una rosa di opere tra loro sconnesse, ma riscopre le logiche delle rassegne: tipico dei cineclub e dei cineforum, tale stratagemma permette infatti di accostare in calendario progetti dai caratteri simili, dando vita a cicli di proiezioni implicitamente propensi a fidelizzare spettatori interessati ad un determinato argomento.
Una struttura ibrida è dunque quella che accompagna il micro-cosmo dei film-evento che, come si è accennato, consente di eludere la semplice narratività a favore di temi e modelli meno inflazionati. Scorrendo la lunga lista di titoli presentati annualmente dalla Nexo Digital, è tuttavia lecito chiedersi quali siano le linee creative alla base e in cosa differiscano da quelle di qualsiasi altra casa di distribuzione italiana. Rifuggendo le tradizionali regole che muovono l’economia del cinema, l’azienda milanese mira anzitutto all’importazione di film poco noti al grande pubblico, non davvero introvabili ma non così facilmente reperibili sullo schermo. Si pensi ad esempio alle pellicole d’animazione giapponese che, raccolte nella quinquennale rassegna Nexo Anime, vengono proposte alternando piccoli cult ad operazioni inedite. In questo bacino di produzioni nipponiche, si sono succeduti grandi successi di critica e pubblico quali il cult Ghost in the Shell di Mamoru Oshii, l’indimenticabile Akira di Katsuhiro Ôtomo, l’acclamatissimo Your Name di Makoto Shinkai o parti di celeberrimi franchise come Yu-Gi-Oh!: The Dark Side of Dimensions di Satoshi Kuwabara.
Parallelamente, la Nexo Digital ripropone sul grande schermo lungometraggi del passato i quali, per diversi motivi, hanno segnato in modo irreversibile la storia del cinema mondiale: svincolati generalmente da cicli o da accostamenti ad altre pellicole, film come Shining di Stanley Kubrick o Colazione da Tiffany di Blake Edwards sono approdati nuovamente in sala attirando un numero inaspettatamente elevato di spettatori, desiderosi di passare rispettivamente Halloween e San Valentino con i noti personaggi di Jack Torrance e Holly Golightly.
Da ultimo, la casa di distribuzione tenta di fondere il cinema con una concezione artistica tout court, aprendosi alla pittura, alla musica e al teatro. Contenuti profondamente alternativi come i concerti degli Aerosmith o dei Led Zeppeling, le rappresentazioni teatrali in diretta dal Royal Opera House di Londra o i balletti di danza classica ugualmente live dal Bolshoi di Mosca sfruttano o hanno sfruttato il grande schermo come un portale attraverso cui confrontarsi con l’arte ampiamente intesa: ricorrendo alla popolarità del mezzo cinematografico, eventi altrimenti proibitivi divengono quindi accessibili a tutti gli interessati, consentendo loro di vivere virtualmente esperienze che al contrario riuscirebbero difficilmente a concretizzare.
Se l’offerta è ricca di opere nuove ed inaspettate, la formula distributiva è contemporaneamente caratterizzata dalla concentrazione temporale delle proiezioni, a cui si può assistere per un numero spesso estremamente ridotto di giornate. Accanto alle tradizionali logiche commerciali, il film-evento si muove pertanto in territori solo parzialmente esplorati, issando l’esclusività a fattore determinate per il successo al box office. Le limitate possibilità di fruizione favoriscono infatti la creazione di un’aurea di unicità e di conseguente imperdibilità attorno alle singole opere, che in questo modo attirano un vasto numero di spettatori affezionati. Analogamente, l’apertura ad un ventaglio di tematiche spesso non canoniche richiama un pubblico non abitualmente propenso a recarsi in sala: se i grandi blockbuster o le pellicole di finzione attraggono amanti del cinema nel suo complesso, queste piccole esperienze scisse tra differenti arti coinvolgono più direttamente gli amanti del teatro, della musica e delle esposizioni museali.
Tra eventi e rassegne di breve durata, la Nexo Digital si è indubbiamente imposta negli anni come emblema di una distribuzione alternativa, palese sia nelle pellicole prescelte, sia nelle modalità in cui sono proposte. A quasi dieci anni dalla nascita, una domanda sorge tuttavia spontanea: tale modus operandi controcorrente può dirsi davvero riuscito? Osservando le cifre, la risposta non può che essere affermativa. Solo nell’ultimo anno, lungometraggi come Loving Vincent di Dorota Kobiela e Hugh Welchman o Pokémon. Scelgo te! di Kunihiko Yuyama si sono rivelate grandi successi al botteghino, tanto da rimanere in sala più giorni rispetto a quelli originariamente stabiliti. Constatato quindi il positivo riscontro del pubblico, l’operazione Nexo può dirsi non solo semplicemente vittoriosa, ma forse perfino necessaria: mentre il cinema nazionale deve fare i conti con fenomeni ormai inevitabili come lo streaming digitale e la pirateria imperante, l’idea di un nuovo modello distributivo permette infatti alla visione in sala di trovare nuova vita, aprendosi a temi e modalità che potrebbero riconquistare il consenso di innumerevoli spettatori.