Salomè, l’horror sexy che parla romanesco

Salomè
Una tavola da "Salmonè. E liberaci dal bene", storia a fumetti di Emanuele Caponera.

Con la sua prima storia a fumetti lunga, Salomè. Liberaci dal bene – pubblicata da Edizioni BD – Emanuele Caponera tiene assieme atmosfere horror ma anche spunti comici. Tra avventura, erotismo, boschi e streghe, Salomè porta avanti la sua missione, ma in lei, come ci ha rivelato l’autore, si cela anche un po’ della personalità dell’artista (e del suo dialetto).

Come è nata la storia e quali sono stati i tuoi riferimenti nel fumetto ma anche nel cinema e nella letteratura?

La storia è nata dall’attrazione per certi temi horror. Ho sempre amato questo genere, sia nel cinema che nella letteratura e soprattutto nel fumetto. La figura della strega mi ha sempre affascinato e, dopo aver visto il film The Witch di Robert Eggers, probabilmente è scattato qualcosa. Anni dopo, con Salomè, ho rispolverato queste figure inquietanti spesso protagoniste anche del folclore italiano. Ho pubblicato le prime strisce su Instagram nel 2018, dopodiché, essendomi affezionato al personaggio di Salomè, ho deciso di renderla protagonista di altre avventure. Per quanto riguarda il cinema horror, a parte il già citato The Witch, sicuramente le mie influenze sono riconducibili a vecchi film italiani come La casa dalle finestre che ridono e Suspiria. In adolescenza ho macinato anche molti manga – tra cui Berserk – poi Dylan Dog e varia letteratura horror, partendo da Poe e Lovecraft per arrivare a King. La storia che ho scritto è sì figlia del folclore che appartiene alle terre del Sannio, ma soprattutto a quelle laziali e dei Castelli Romani in particolare, proprio perché è qui che sono nato e cresciuto. La stessa Lupa è una figura facilmente riconducibile alla leggenda di Romolo e Remo.

Una cosa che colpisce e che stride volutamente, credo, con l’ambientazione oscura e “infernale” è l’uso del dialetto parlato da Salomè. Come mai questa scelta?

Esatto, “stride” volutamente. Mi faceva molto ridere spezzare l’atmosfera dark attorno alla trama. Volevo creare un personaggio sboccato, che in qualche modo scandalizzasse per linguaggio e condotta. Il dialetto romano è l’unico che conosco abbastanza bene, a parte quello del mio paese, quindi l’ho usato per comodità e anche perché l’irriverenza romana secondo me rende molto comici certi passaggi.

Nelle note al termine del volume hai detto che nell’eroina della tua storia c’è molto di te, del tuo inconscio.

Sì, ho riversato nel personaggio parte del mio carattere, soprattutto di quando ero ragazzo: il modo di scherzare, le parolacce e tutto il resto. In ambito confidenziale, con gli amici stretti, ho ancora quel tipo di approccio. C’è invece l’altra metà di me che è molto educata e timida, quasi impacciata. Insomma, una specie di dottor Jekyll e mister Hyde. Però sto migliorando: sono alla ricerca di un equilibrio tra le due personalità e provo a bestemmiare solo quando è strettamente necessario. Quando scrivo i dialoghi di Salomè, in un certo modo faccio dire e fare a lei quello che spesso vorrei dire e fare io: insomma disegno fumetti anche a scopo terapeutico, per dar sfogo a quello che non posso fare nella vita reale. C’è chi ha detto che Salomè dà l’impressione di essere un personaggio femminile scritto da un uomo, ci sono invece anche molte ragazze che si rivedono in lei, o altre che la stimano, forse perché ha il coraggio di essere, nel bene e nel male, autentica, senza filtri.

SalomèUn altro aspetto molto interessante del libro è la perfetta scelta cromatica, indispensabile per rendere la giusta atmosfera dark alla storia. Come si è svolto il lavoro per quanto riguarda quindi la fase tecnica e grafica? Lavori direttamente in digitale?

Lavoro in digitale per una questione di velocità. Gli strumenti che uso su Procreate sono volti a replicare il più possibile l’effetto china/pennello. Per quanto riguarda i colori stesso discorso: in digitale ho la possibilità di sperimentare in modo velocissimo tonalità e altri procedimenti che nel modo tradizionale mi prenderebbero un sacco di tempo. Con la colorazione vado molto di pancia, mi lascio guidare dall’istinto. Qualche volta mi capita anche di correggere e cambiare completamente direzione. Insomma, quando non hai una strada ben marcata da seguire, il digitale ti permette di provare molte possibilità in breve tempo.

Sappiamo che Salomè avrà un seguito, quindi immagino che tu stia lavorando al secondo volume. Cosa puoi anticipare dei tuoi prossimi lavori?

Esatto, sto lavorando al secondo volume che sarà il seguito e la conclusione della storia. Il sottotitolo provvisorio è Lo spirito e il corpo. Racconterà del viaggio che farà Salomè per cercare giustizia rincorrendo la speranza di poter tornare a casa. Incontrerà nuovi e vecchi personaggi e la storia avrà tinte un pochino più dark fantasy. Oltre a Salomè, sto lavorando a un nuovo fumetto che avrà due protagonisti, ex fidanzati, alle prese con le inquietanti vicende legate a un misterioso paesino medievale arroccato su una montagna. In aggiunta a questi progetti personali, porto avanti delle piccole collaborazioni con alcuni collettivi come Acid free, Cappuccino ExPress e Blackboard.

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