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Un bambino divora tutto. Mangia con gli occhi quello che vede intorno a sé. Lo fa suo e lo fa suo per sempre.

Lorenzo Ceccotti, uno dei fumettisti più talentuosi d’Italia, è stato immerso nel disegno e nella cura dei dettagli sin da piccolo. Il padre architetto non lasciava spazio dentro una casa tappezzata di progetti, bozzetti, fogli trasparenti con modelli di costruzioni, prospettive, uno stimolo continuo, non c’era il tempo di vedere il vuoto. La famiglia materna di sarti gli dimostrava invece la cura costante per i dettagli. Quelle grandi mani sicure, che il bambino vedeva da una parte disegnare archi, case, palazzi e dall’altra segnare con gessetti le tracce sulla stoffa e poi tagliare con precisione un tessuto, cucirlo al millimetro e inondarsi di colori mai lasciati al caso, hanno spinto LRNZ a non dare nulla per scontato.

Disegnare è sempre stato un motivo di vita, ma il primo contatto con il fumetto è avvenuto con il secondo marito della madre, che portò con sé la sua collezione di fumetti. Così già da piccolissimo Lorenzo si è trovato circondato d’immagini nuove, un altro linguaggio da disegnare: il fumetto. Metallo Urlante, Frigidaire sono stati un modello, un tipo di disegno inimmaginabile fino a quel momento. Apparentemente inadatto per un bambino, però decisamente stimolante per un ricercatore grafico. Da quel momento i suoi disegni hanno un cambio di rotta, il suo tratto diventa più ricercato, più sofisticato. E ciò deve avergli suggerito che qualsiasi nuova forma si può divorare con gli occhi per poi trasformarla in un nuovo stile. Lorenzo Ceccotti non ha mai spesso di studiare e cercare, perché tutto ha un significato e un fine.

Esattamente come tutto all’interno di una storia e di un fumetto deve avere un valore e un motivo.

LRNZ: «Perché saper disegnare un mondo a fumetti parte dalla coerenza e da una conoscenza profonda del proprio sistema industriale, politico, sociale, economico, che si riverbera sin negli oggetti messi sul fondo».

Golem, il suo primo fumetto uscito con la Bao Publishing, è il risultato di tutto il mondo che LRNZ ha dentro, dove nulla, appunto, è lasciato al caso. Un lavoro che ha impiegato vent’anni per vedere la luce, tempo in cui la storia è cresciuta e si è arricchita di tanti piccoli dettagli. I cardini narrativi più importanti sono il rapporto tra uomo e tecnologia, tra uomo e industria, tra uomo e politica.

Nella prima versione la storia s’incentrava su un bambino che guidava un robot sognando. L’aggiunta della figura del Golem, come gigante d’argilla, è avvenuta grazie all’editor Emanuele Sabetta, durante la terza revisione nel 2005. Tra le incredibili novità che caratterizzano l’opera, c’è un’app scaricabile con l’acquisto del libro con cui leggere il fumetto integrato da pagine segrete, contenuti speciali extra audio e video di qualità straordinaria.

Golem è la storia di una nazione in cui, dietro all’apparente benessere dovuto al progresso tecnologico, si nasconde lo schiacciante controllo di quattro corporation sulla popolazione per la distribuzione dei propri prodotti. Un gruppo di rivoluzionari tenta di contrastare questa sorta di “dittatura”, ma solo l’intervento del potere nascosto dentro il giovane Steno cambierà il corso della storia.

Golem segue dei principi progettuali veri, con una grandissima complessità narrativa che ci catapulta nell’Italia del futuro assolutamente credibile, perché tutto è stato studiato con grandissima cura. La fantascienza ha bisogno di questo, il modo in cui le persone si vestono deve essere conforme a come mangiano, conforme al modo in cui si spostano, all’architettura delle abitazioni dove vivono.

LRNZ tratteggia un’allegoria satirica delle moderne democrazie quasi come un caricaturista: prende un difetto e lo ingrandisce a dismisura. Una sorta di amplificazione della realtà attuale: se oggi siamo sommersi dalle informazioni visive, in futuro il nostro mondo diventerà uno spazio bombardato d’immagini, schermi sempre presenti, pubblicità su ogni parete, come per nascondere qualcosa.

Una scena all’inizio è in questo senso rivelatrice. Nel caos di questa realtà, in una tavola del fumetto è nascosto un dettaglio: un uomo si è suicidato sullo sfondo di una sala da gioco nella più completa indifferenza delle persone. Una provocazione che sottolinea come ciò che guardiamo non è quello che veramente abbiamo davanti. In Golem, Steno, il protagonista in cui dovremmo identificarci, è di spalle a questo suicidio, non lo vede, appunto, e questo è solo l’incipit della storia. Una società in cui anche il nostro eroe non sembra accorgersi che c’è qualcosa che non va, è una società in pericolo.

Steno è un bambino, il suo disagio è interiore, personale, sono i suoi sogni/incubi a segnare i suoi primi passi nel racconto. Il percorso che lo fa crescere e che salva l’intera nazione è nel credere nei propri sogni, nel crederci anche da sveglio. Nella narrazione questo tema si trasforma nel suo rapporto con il Golem, che il bambino attiva solo quando dorme e con il quale non s’incontra mai da sveglio. L’incontro avverrà solo nel momento in cui il bambino riuscirà a sognare ad occhi aperti, in cui cioè sarà finalmente maturo.

È il manifesto che LRNZ regala ai lettori e che illustra attraverso uno dei personaggi, Ago Critone, il padre di Steno, che lo esorta: «Non smettere di credere nei tuoi sogni».

LRNZ: «È un po’ il mio messaggio. Ogni volta che si scrive un libro si vorrebbe lasciare un segnale forte, un vero e proprio testamento al lettore: e in Golem forse è proprio questo, vorrei dire di non smettere di credere nei sogni. Vorrei che Steno fosse il primo di un esercito, un esercito di bambini che cambiano il mondo facendo delle piccole scelte». Mai lasciate al caso.