“Senza fiato” un film concreto, sociale
Da pochi giorni in streaming su Amazon Prime Video, Senza fiato è l’opera seconda di Raffaele Verzillo, scritta da Pierfrancesco Corona. Un film orgogliosamente indipendente, in bianco e nero, girato nel 2015 e uscito nelle sale per poco tempo un paio d’anni dopo: «Ma quando ad Amazon l’hanno visto non ci credevano – spiega Verzillo – a loro sembrava attualissimo. 102 Distribution ci aveva contattato perché stava facendo una ricerca per conto di Amazon, che chiedeva titoli un po’ “fuori dal coro”: quando poi hanno visto il cast – Fortunato Cerlino, Antonia Truppo, Francesca Neri – hanno preso Senza fiato nel catalogo in tempi record».
Il valore aggiunto del cast
È un film che “bisogna scegliere”, tiene a precisare il regista, con una tematica sociale e concreta, realizzato senza fondi pubblici ma «con un lavoro certosino di tax credit e l’impegno da parte di tutta l’équipe, in particolare degli attori, che sono venuti nonostante il bassissimo budget perché hanno sposato il progetto. Fortunato Cerlino veniva dal successo come Savastano nel primo Gomorra e Francesca Neri, nonostante al momento si sia ritirata dalle scene, ha accettato proprio per il copione e Senza fiato è l’ultimo film che ha girato. Tutto il cast ha dato un’incredibile disponibilità, fornendo un grandissimo valore aggiunto».
Fortunato Cerlino ci racconta con entusiasmo del progetto: «Nel corso della mia carriera ho sempre cercato di supportare i nuovi autori e i film low budget. Negli ultimi anni sono riuscito a realizzare alcuni lungometraggi di questo tipo, e uno dei più fortunati è stato sicuramente Senza fiato, anche non era produttivamente facile. Credo sia stato possibile realizzarlo proprio perché c’erano tante persone, me compreso, che lo desideravano veramente: anche solo il fatto che le riprese si sono svolte in sole due settimane, tempo limitatissimo per un film, dimostra che la squadra ha funzionato davvero». Come hai preparato il personaggio di Michele? «Mi è bastato guardarmi intorno, ascoltare le parole non dette e osservare le preoccupazioni quotidiane. Michele è un uomo che rischia di perdere il proprio impiego. Io faccio un lavoro precario per definizione, e nonostante tutto ormai sono abituato a vivere alla giornata. Tuttavia, anche quando rivolgo lo sguardo ai miei famigliari, ai miei amici e ai miei conoscenti mi rendo conto che tanti altri provano un senso di insicurezza diffuso, sentimento che ho poi tentato di restituire proprio al mio personaggio».
Antonia Truppo interpreta Anna, che aspetta un bambino proprio come l’attrice al momento delle riprese. «In realtà avrei dovuto interpretare un altro personaggio – ricorda Antonia – ma prima delle riprese sono rimasta incinta del mio primo figlio e quindi abbiamo deciso per Anna. Quando abbiamo girato la scena in cui lei e suo marito, interpretato da Fortunato Cerlino, sono in attesa di entrare dal ginecologo, Fortunato aveva una mano sulla mia pancia e, a un certo punto, il bambino ha scalciato sul serio… Fortunato se ne è accorto e questo gli ha permesso di avere l’espressione giusta al momento giusto». Antonia sottolinea l’importanza dei personaggi di Senza fiato: «Sono persone qualunque e quindi somigliano un po’ a ognuno di noi. Credo sia questo il vero punto di forza del film: Verzillo non vuole mettere in scena eroi moderni, ma desidera seguire uomini e donne comuni, speciali a proprio modo, in cui tutti possono anche solo in parte rivedersi».
Il bianco e nero
Fondamentale il lavoro sulla fotografia con il dop Rocco Marra: «Il film – continua Raffaele – è girato direttamente in bianco e nero: i costumi [di Rossella Aprea ndr] avevano dei colori impossibili: celestino, giallo… lavorando con i grigi abbiamo dovuto fare le prove per capire come desaturavano i colori in bianco e nero. Considera che nessuno gira in bianco e nero, tutti girano a colori e poi desaturano, ma è un procedimento sbagliato: bisogna pensare fin da subito in bianco e nero, sennò viene ‘na schifezza, detto alla napoletana. Ho voluto fin dall’inizio il bianco e nero, perché secondo me il colore in una storia del genere sarebbe stato un elemento di distrazione».
Un’operazione anti-camorra che mostra un’altra faccia del casertano
Se Senza fiato è una storia di provincia che potrebbe essere ambientata a Milano, a Padova, ovunque, il rapporto con il territorio casertano è uno dei punti di forza del film: «La mia intenzione era proprio di fare una sorta di operazione anti camorra a Caserta. Guardando i media sembra che a Caserta ci siano solo delinquenti, invece volevo mostrare uno spaccato di persone che fanno lavori normali e conducono una vita rispettabilissima. E poi volevo portare sullo schermo luoghi meno noti ma dalla grande ricchezza architettonica, come Capua o Santa Maria Capua Vetere».