Numeri record nel trimestre aprile-giugno per Netflix, con 10 milioni di nuovi abbonati nel mondo e un fatturato di 6,15 miliardi di dollari, crescita dovuta soprattutto al lockdown nel primo periodo. Torniamo a parlare di e con Netflix a cinque anni dal suo ingresso nel mercato italiano: in questi anni la forza e l’importanza del colosso dello streaming è enormemente cresciuta.
Sono tanti i progetti che legano la piattaforma streaming al nostro paese, anche grazie agli accordi con RAI e Mediaset. Felipe Tewes, direttore delle serie originali che sta per passare il testimone a Tinny Andreatta, ha risposto alle nostre domande.
Rispetto al 2015, quando abbiamo intervistato Joris Evans riguardo all’approdo di Netflix in Italia, sono passati cinque anni e sono successe tante cose. Ora Netflix è una realtà produttiva a tutti gli effetti anche in Italia, con un largo bacino di utenti. A oggi, quali sono gli obiettivi raggiunti nel nostro Paese e le scommesse ancora da vincere?
Sin dal nostro arrivo, siamo stati accolti con calore ed entusiasmo sia dai consumatori che dalla comunità creativa italiana. L’Italia ha una ricca tradizione cinematografica ed è piena di talenti straordinari e di storie da raccontare: il nostro obiettivo è stato fin da subito quello di lavorare insieme alla comunità creativa italiana e trovare storie uniche e veramente locali che potessero essere amate dal nostro pubblico italiano e internazionale. Show come Suburra e Baby hanno dimostrato che le storie italiane sono apprezzate nel mondo e sono capaci di trovare fan al di là dei confini nazionali. Il nostro intento è quello di continuare a coltivare e rafforzare le nostre relazioni con il pubblico italiano, che è sempre più numeroso, e con l’ecosistema creativo italiano, con cui intendiamo lavorare sempre più a stretto contatto, sviluppando con loro progetti “made in Italy” ambiziosi, prendendo dei rischi creativi, tentando generi nuovi e puntando sia su voci conosciute e affermate ma anche su voci nuove e che non hanno mai avuto la possibilità di farsi sentire.
Soffermiamoci su prodotti italiani targati Netflix, come Baby e più di recente Curon e Summertime. Puntate su un target di pubblico molto giovane, teenager, è questo il vostro target in Italia?
Il nostro pubblico è molto diversificato perché diversificati sono i contenuti che ama guardare. Con i contenuti originali italiani intendiamo creare una varietà di proposte che raccontino storie che possano piacere ed essere amate dal nostro pubblico e nel quale si possano riconoscere. Più show abbiamo, più possiamo allargare la varietà delle storie che raccontiamo.
La scelta invece di trattare il fantasy con Luna nera non era affatto scontata, dato che per l’Italia si tratta di un genere tradizionalmente molto difficile. Possiamo dunque dire che ciò risponda a una logica di distribuzione internazionale del prodotto, per la quale l’obiettivo principale non è tanto l’Italia ma il mondo?
Il nostro obiettivo generale è quello di portare storie italiane al pubblico italiano e internazionale ‒ tutte le nostre serie originali sono distribuite in 190 paesi ‒. Con Luna nera, la nostra prima intenzione era quella di realizzare qualcosa che potesse risuonare con il pubblico italiano in un modo nuovo, proprio perché il genere di questo serie è qualcosa di mai fatto prima, soprattutto considerando il punto di vista da cui è raccontato.
Come magazine rivolto in particolare ai giovani filmmaker, a Fabrique piacerebbe avere qualche dettaglio su quali sono i vostri criteri d’accesso e come funziona tecnicamente una produzione Netflix. Innanzitutto, qual è il criterio che vi guida nella scelta dei progetti da produrre? Che tipo di idee state cercando in questo momento?
Il primo e più importante elemento per noi quando scegliamo i progetti è trovare una visione chiara che nasce da una voce appassionata. Abbracciamo molti tipi di contenuti, e il loro tratto comune è che al centro c’è un creatore o un talento che sono profondamente appassionati della storia che vogliono raccontare e hanno una chiara visione dell’approccio creativo. In questo momento, stiamo espandendo i generi e i tipi di storie che vogliamo raccontare, e questo ci permette anche di continuare a imparare e conoscere meglio le storie italiane il nostro pubblico ama guardare. Lavoriamo inoltre a stretto contatto con il team che segue i film per assicurarci di abbracciare una vasta gamma di progetti che diano vita a una slate complementare e varia nel suo insieme.