Anche in Italia la comedy sta diventando una cosa seria, come si è potuto notare soprattutto da quando su Prime Video è approdato LOL, game show dal successo incredibile . Da poco rinnovato per una seconda stagione, il gioco prevede che dieci comici competano tra loro, con l’obiettivo di non ridere per sei ore consecutive, pena l’eliminazione. Tra i concorrenti vecchie glorie della comicità nostrana, ma anche volti nuovi, provenienti da vari ambiti del settore, tra cui la stand-up comedy, realtà che va affermandosi sempre di più anche in Italia. Una spinta notevole al genere è stata sicuramente data dal web: come per molti prodotti audiovisivi è stato Netflix a ricoprire un ruolo fondamentale nel diffondere, all’interno dell’immaginario comune italiano, un tipo di comicità di importazione come la stand-up.
Sulla piattaforma di streaming è possibile trovare anche tre comedian italiani: Edoardo Ferrario, Francesco De Carlo e Saverio Raimondo. I tre live, girati al Santeria di Milano, sono stati prodotti da Dazzle, una realtà molto attenta alla stand-up comedy, che si è occupata anche di produrre il primo show di Luca Ravenna, tra i concorrenti di LOL. In comune questi comici hanno uno sguardo disincantato verso il proprio paese, prevalente nel caso di Raimondo che si occupa principalmente di satira. Questo disincanto poi si estende nei confronti della propria generazione negli special di De Carlo e Ferrario. La riflessione sui thirties negli ultimi anni è infatti il leitmotiv di molta stand-up comedy d’oltreoceano, e arriva così anche in Italia. Agli spettatori, per lo più trentenni, si chiede di riconoscere ironicamente il disagio di quell’età, e a farlo è qualcuno che si trova in quella fase della vita, una fase costellata ora più che mai da incertezze condivise, che quindi, da fonte di più o meno piccole preoccupazioni personali, diventano spunto per una risata collettiva.
Ed è proprio la giovane età di chi adesso fa e guarda la stand-up comedy a rendere i nuovi media fondamentali per la sua diffusione. Se infatti per un comico lo svezzamento avviene ancora in buona parte in televisione, è sempre di più il web a decretarne il successo. Le performance che hanno avuto luogo su canali tradizionali, come può essere Comedy Central, punto di raccolta di tutti gli stand-up comedian italiani, vengono condivise e ottengono così nuova linfa vitale grazie a un pubblico più ampio [qui la nostra intervista a Michela Giraud].
E che il web sia fautore della comicità di nuova generazione lo dimostra un caso come quello del programma Una pezza di Lundini. In onda su Rai 2 in seconda serata, è il tentativo da parte della televisione nazionale di rivolgersi a un pubblico giovane e soprattutto di sfruttare la piattaforma di streaming Rai Play.
La possibilità di servirsi dell’on-demand, interesse della TV nazionale da qualche anno, è intrinseca nel concept stesso del programma, che gioca con il fatto che sia improvvisamente saltata un’altra produzione, lasciando un buco nel palinsesto al quale Lundini deve mettere, appunto, una pezza. Da qui dunque la natura incostante della messa in onda della prima stagione, resa possibile proprio dal poter recuperare le puntate in un secondo momento su Rai Play. Il profilo Instagram del conduttore Valerio Lundini diventa così il canale privilegiato tramite il quale avvisare gli spettatori sulle sorti del programma serata per serata, portando all’estremo l’intersecarsi di comicità, televisione e nuovi media. Questi ultimi, inoltre, sono tra i principali punti di interesse dello show stesso che, con sfumature nonsense, riflette sullo stato attuale della TV e sui suoi tentativi di intercettare una generazione che predilige l’intrattenimento offerto dalla rete.
A fronte del grande successo, anche Una pezza di Lundini è stato rinnovato per una seconda stagione, questa volta con una programmazione costante. Ciò a riprova del fatto che conviene sempre scommettere sulla comedy di qualità, che sia in grado soprattutto di aggiornarsi e di stare al passo con i tempi. Perché se c’è qualcosa che invecchia male e velocemente è proprio la commedia.