Arriva su Amazon Prime Video Cucine vicine, la serie in 6 puntate che pone il cibo al centro dell’integrazione tra culture. Quale cultura si nasconde dietro ogni ricetta? Prodotto da Epica Film e diretto da Giulietta Vacis con l’art direction di Eleonora Diana, il format è distribuito da Direct to Digital.
Cucine vicine, la serie tra food e integrazione
Negli ultimi anni i cooking show si sono affermati come un nuovo format televisivo di successo, portando a una riscoperta del cibo, della tradizione e del divertimento dietro i fornelli. Allora perché non farne anche una serie che parli di integrazione e storie multiculturali? Perché niente sembra fare da collante sociale più del cibo, spingendoci per curiosità e per passione oltre i limiti della nostra tradizione. A ideare un format che racconti tutto questo ci ha pensato la Epica Film, grazie anche alla collaborazione con il Concorso letterario nazionale Lingua Madre ideato da Daniela Finocchi. La società di produzione nata a Torino ha vinto proprio per Cucine vicine il bando della Film Commission Torino Piemonte e dell’Assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte Under 35 Digital Video Contest – Giovani protagonisti.
6 episodi della durata di 10 minuti ciascuno, pensati per il web e girati con tecniche d’avanguardia, raccontano il mondo della cucina mixando il linguaggio dell’animazione a quello del documentario. Tra reality, competizioni stellate e prove culinarie, qui il mondo del food si trasforma in un’occasione per mostrarci l’incontro tra culture. I protagonisti di puntata sono infatti sia italiani d’origine che naturalizzati ma con radici culturali differenti: quali sono gli ingredienti che accomunano le diverse ricette? Perché l’ingrediente comune c’è sempre, al di là delle radici.
Giulietta Vacis: «Il cibo è un para-linguaggio»
«Il cibo è arrivato alla nostra attenzione come il più familiare e profondo mezzo di socialità – racconta Giulietta Vacis, regista di Cucine vicine – ancora di più quando si pensa ad un Paese come l’Italia, famoso, ammirato ed imitato in tutto il mondo proprio per questo». Ed è dalla semplicità di questa tradizione che nasce l’idea del progetto: è proprio attorno a un pasto condiviso che in Italia, da sempre, si raccolgono le storie e gli aneddoti più intimi, i ricordi, gli incontri e i legami familiari. Varrà lo stesso anche per le altre culture? Sì, la condizione è universale, e Cucine vicine ce lo racconta:
«Ci siamo rese conto che il cibo risulta essere a tutti gli effetti un para-linguaggio e un trait d’union tra le culture. Non vi è segnale di accoglienza maggiore dell’offerta di un piatto».
Cinesi di seconda generazione, coppie di fratelli nati in Italia da genitori marocchini, richiedenti asilo curdo iracheni, ragazze siriano-russo-italiane: i protagonisti di ogni puntata presenteranno le loro ricette ma senza svelare il loro aspetto. Dietro la voice over e l’animazione in time lapse che mostrerà la preparazione del piatto, che storia si nasconderà? E soprattutto: sarà davvero scontato distinguere una cultura dall’altra, senza scoprire subito l’aspetto dei protagonisti? È tra le storie legate a una ricetta, tra i racconti e i ricordi, che le radici si confondono agli ingredienti comuni. E i confini culturali vacillano, uniti dal cibo.
«L’immagine dipinta da telegiornali e talk-show è quella di una nazione pietrificata dal terrore e mortificata dalla violenza dello “straniero”» osserva la regista. «Ma l’Italia è oggi un paese che, con un certo ritardo rispetto al resto d’Europa, inizia a prendere coscienza della propria inevitabile multietnicità. Un paese le cui storie cominciano a ricondurre a nonni e nonne di paesi lontani e a radici differenti, pur mantenendo una fortissima identità».
Cucine vicine è ora disponibile su Amazon Prime Video
La serie è approdata ora su Amazon Prime Video distribuita da Direct to Digital, società nata nel 2020 durante il lockdown, proprio con l’obiettivo di valorizzare il ciclo vitale di prodotti audiovisivi sfuggiti al mercato. Con Cucine vicine la distribuzione abbraccia ancora una volta un progetto indipendente di valore, portando cortometraggi, film, serie tv e documentari sulle migliori piattaforme digitali.
Le 6 puntate della prima stagione sono state girate con un IPhone X: è da tempo che le autrici sperimentano le tecniche d’avanguardia del nuovo mezzo. Sia nella fotografia che nella ripresa video, l’IPhone ha il vantaggio d’essere piccolo e discreto, perfetto per mettere a proprio agio anche soggetti non abituati a raccontarsi di fronte a una telecamera. Una confidenza fondamentale, questa, per ricordare memorie olfattive, visive ed emotive legate al cibo, e per mettersi l’uno nei panni dell’altro. Al termine di ogni puntata, infatti, ogni protagonista cucinerà una ricetta proposta dall’altro. «Le donne continuano a rivelarsi “l’anello forte” delle diverse culture – conclude Giulietta Vacis – Sono soggetti capaci di cogliere gli elementi dinamici di altri mondi culturali, con un forte potenziale espressivo. Le donne innescano quelle che Cristina Borderias chiama “strategie di libertà”, intraprendendo così quei percorsi che portano al cambiamento. Pur senza dimenticare le proprie origini, hanno un atteggiamento diverso dagli uomini nei confronti del paese d’approdo: se ne appropriano, lo fanno loro, gli sono riconoscenti, perché casa è dove è la vita».