Quella che si sta delineando nelle ultime due settimane a causa dell’emergenza legata al nuovo coronavirus SARS-CoV-2 è una situazione davvero drammatica per il mondo del cinema italiano. Ancor prima dell’approvazione del decreto del 4 marzo da parte del governo che ha introdotto l’immediato divieto di ogni tipo di manifestazione ed evento pubblico o privato incapace di garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, infatti, moltissime sale avevano già cessato temporaneamente la propria attività (in particolar modo nelle regioni del Nord maggiormente colpite dall’epidemia, ma non solo) e diversi titoli in uscita erano stati rimandati a data da destinarsi. Anche le sale rimaste aperte, così, non potendo contare sull’usuale rinnovamento della programmazione, hanno riscontrato un netto calo di presenze e incassi.
Il mese di febbraio appena concluso è stato il peggiore degli ultimi 10 anni, con 42,5 milioni di euro di incasso in luogo dei 50,2 milioni dello scorso anno e un calo del 15,39%. Questo l’effetto del coronavirus sul cinema in poco più di una settimana, dal 21 febbraio (primo giorno in cui si è manifestata l’emergenza) al 29 febbraio, con il week-end del 27 febbraio-1° marzo che ha visto un – 75,62% di incassi rispetto a quello del 28 febbraio-3 marzo del 2019. In questi primi giorni di marzo, con il progressivo aumento del numero di contagi e il generale aggravarsi della situazione, i dati sono sempre più peggiorati, fino ad arrivare agli sconcertanti numeri di ieri, giovedì 5 marzo, primo giorno successivo all’attuazione del decreto: l’incasso totale in tutte le sale rimaste aperte (il numero degli schermi in funzione è passato in 24 ore da 2.395 a 1.946, contro i 3.893 del 2019) è stato di soli 105.203 euro, con un – 89,95% rispetto al primo giovedì di marzo dello scorso anno. Persino il confronto con il già difficilissimo giovedì della scorsa settimana segna un impietoso – 44.10%. Volevo nascondermi di Giorgio Diritti con protagonista Elio Germano, reduce dall’Orso d’argento di Berlino, si è posizionato al primo posto della classifica con 19.165 euro e i titoli della top 10 di ieri, tutti insieme, hanno portato in sala soli 13.428 spettatori sull’intero territorio nazionale.
Si tratta di numeri inediti e molto preoccupanti, inferiori persino a quelli che siamo abituati a vedere ad agosto e purtroppo destinati con ogni probabilità a peggiorare, vista la difficoltà di molti esercenti a rimanere aperti garantendo le misure previste dal decreto governativo. Se attualmente risultano attivi circa la metà degli schermi nazionali, è presumibile che nei prossimi giorni diversi altri cinema saranno costretti a chiudere, considerato anche che la scarsissima affluenza potrebbe verosimilmente non permettere di coprire i costi di gestione quotidiani. In una fase di incertezza così profonda legata al potenziale drammatico impatto dell’emergenza del coronavirus sulla tenuta del sistema sanitario e sullo stato di salute già precario della nostra economia, non ci resta davvero che sperare che la situazione possa tornare al più presto alla normalità. Per il nostro cinema (i dati che arrivano dal mondo dello spettacolo dal vivo sono persino peggiori), ma ancor prima per l’intero sistema Paese.