Come ti vedi a 60 anni? Non è facile rispondere a questa domanda per nessuno e non lo è soprattutto per Marta, la protagonista di Sul più bello, film di Alice Filippi – già aiuto regista di Carlo Verdone – presentato in questa quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella città. Un film che affida a Marta (interpretata da Ludovica Francesconi), affetta da fibrosi cistica, la forza di combattere contro una fine che può essere allontanata fino a diventare, per quanto possibile, relativa.
E per farlo, l’unica arma vincente che la giovane guerriera ha a disposizione è quella del tempo, scegliendo di non rimandare nulla al domani ma di sfruttare il presente. È proprio così che conoscerà Arturo (Giuseppe Maggio), uno di quelli che non sceglierebbero mai «una come lei», un Casanova abituato ad avere tutto che si trova davanti una ragazza in continua lotta per conquistarsi ciò che vuole. La loro relazione iniziata in modo atipico si trasformerà poi in una relazione d’amore puro che andrà oltre i segreti, le apparenze e i pregiudizi.
Oltre ad Arturo e alla protagonista, anche la coppia di Jacopo e Federica, i due angeli custodi di Marta, è costruita in modo tale da scardinare altri pregiudizi: entrambi sono omosessuali ma vorrebbero avere un figlio, si fidano ciecamente l’uno dell’altra e si sentono pronti per compiere questo passo. Ecco che però a rovinare ogni piano ritorna il tarlo del tempo, della frenesia di diventare adulti, di prendersi delle responsabilità senza valutare i rischi di una scelta, una velocità illusoria che si attenuerà soltanto sul finale.
Quello che colpisce dell’opera della Filippi, tratta dall’omonimo romanzo di Eleonora Gaggero e in sala dal 21 ottobre, è il suo valore quanto mai attuale. La situazione che ognuno di noi sta attraversando dall’inizio della pandemia ci porta a non programmare più le nostre vite, a non pensare al futuro, perché tutto potrebbe cambiare proprio “sul più bello”. Il Covid ci ha fatto riscoprire il valore di ogni desiderio e di ogni gesto facendoci riapprezzare il presente. Non è importante sapere cosa faremo domani ma è importante saper vivere l’oggi senza riserve perché, come canta Alfa nella colonna sonora del film, «è il destino a cambiare la destinazione».
Purezza, emozione, profondità: sono le parole con cui si può riassumere la fiaba moderna di Alice Filippi che cerca di tratteggiare un mondo migliore attraverso le emozioni e i sentimenti di ragazzi giovanissimi, e si può dire che c’è riuscita.