Gabriele Mainetti firma un esordio inedito per il panorama italiano in cui fonde il cinema di genere alla Tarantino con le avventure Marvel. Il tutto arricchito da un inequivocabile tocco italico.
Antonio Monda, direttore de La festa del Cinema, aveva preannunciato che Lo chiamavano Jeeg Robot avrebbe colpito al cuore. E così è stato. Proiettato durante la seconda giornata della manifestazione romana, l’opera prima dell’attore Gabriele Mainetti, e primo film italiano della selezione ufficiale, ha infiammato la platea composta dalla stampa, aggiudicandosi ottime possibilità di diventare il caso straordinario del festival.
Ma quali sono gli elementi che rendono quest’opera, scritta a quattro mani da Nicola Guaglianone e Roberto Marchionni, eccezionale? Dopo il cortometraggio Tiger Boy, in cui il regista si era già confrontato con la costruzione di un eroe e della sua maschera, Mainetti ha impiegato cinque anni per portare nel cuore dell’Auditorium un film innovativo per il panorama italiano, capace di unire il cinema di genere alla Tarantino con gli elementi del miglior blockbuster targato Marvel, senza rinunciare all’ironia territoriale, nello specifico quella romana, e nutrendosi costantemente della cultura anni Settanta con chiari riferimenti televisivi e musicali. “Per molto tempo ho cercato di trovare un produttore avventuroso, ma nessuno ha avuto il coraggio di innamorarsi di questa vicenda immersa profondamente nel genere. Così, ho deciso di fare da solo e auto produrmi: è stato un viaggio lungo e stancante, ma ho avuto la possibilità di imparare molto. Spero, onestamente, che le cose cambino nel nostro paese”.
La vicenda si incentra sulla figura di Enzo Ceccotti, piccolo criminale di periferia con la bizzarra passione per i budini che, dopo un inseguimento e un involontario bagno nel Tevere, scopre di avere a disposizione dei poteri eccezionali. Interpretato da Claudio Santamaria, il personaggio sembra proprio non essere dotato delle qualità morali per diventare un eroe senza macchia ma, come la miglior tradizione ci ha insegnato, per diventare un cavaliere al servizio della giustizia è inevitabile combattere con il proprio lato oscuro. Ed è proprio su questo confronto che Mainetti concentra attenzione e talento, dando vita a un percorso che, pur traendo ispirazione da molte fonti diverse e riconoscibili, ha originalità e una personalità inedita.
Il film, interpretato anche da Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli, sarà distribuito a marzo 2016 da Lucky Red.