Senza il clamore del concorso, il cinema italiano – a fari spenti, si direbbe con terminologia da giornalismo sportivo – approda in Croisette nelle due sezioni (Un Certain Regard e Quinzaine des Réalizateurs) che si occupano di proporre sguardi (più o meno) nuovi, se non altro diversi, offerte cinematografiche in grado di suscitare interesse, dibattito e discorsi lontano dal riflettore del tappeto rosso.
Proprio oggi è uscito il programma della Quinzaine che propone un bel trio di autori. Innanzitutto Leonardo Di Costanzo che, dopo il capolavoro L’intervallo e un episodio del film collettivo I ponti di Sarajevo (2014), presenta sulla Croisette L’intrusa, ancora con la formula (di cui ormai è acclamato maestro) della location unica, ancora sullo sfondo della periferia napoletana (in questo caso Ponticelli, quartiere “gomorreggiante”). Il film è scritto dal regista con Maurizio Braucci e Bruno Oliviero e interpretato da Raffaella Giordano e Valentina Vannino.
Il giovane Jonas Carpignano, già a Cannes nel 2015 con il bel Mediterranea, presentato alla Semaine de la Critique, torna – cambiando sezione – con A Ciambra, derivato da un cortometraggio dallo stesso titolo girato nel 2014. È ancora la Calabria il punto nevralgico del cinema di Carpignano, che questa volta mette in scena una comunità rom di Gioia Tauro che abita la ‘Ciambra’ eponima.
L’ultimo nostro film in Quinzaine è un altro esordio: Cuori puri di Roberto De Paolis (anche co-sceneggiatore e co-produttore). Ispirato a fatti di cronaca, racconta di una ragazza (Selene Caramazza) che ha fatto voto di castità ma si innamora di un ribelle (Simone Liberati) della tenebrosa periferia romana (location a Tor Sapienza): impianto neo-realista, quasi interamente macchina a mano, con utilizzo di non attori appartenenti a una comunità di rom e sinti.
A completare la ridotta pattuglia italiana a Cannes i due autori per Un Certain Regard resi noti già la settimana scorsa: Sergio Castellitto e Annarita Zambrano.
Il primo con Fortunata, prodotto da Indigo e scritto da Margaret Mazzantini. La cornice è la periferia di Roma. La storia è quella di una madre reduce da un matrimonio fallito: per dare felicità alla figlia e a se stessa prova a ricostruire la sua vita sognando di aprire un negozio di parrucchiera. Nel cast, Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Alessandro Borghi ed Edoardo Pesce affiancati da una leggenda: Hanna Schygulla.
La Zambrano, dal canto suo, porta a Cannes After The War, coprodotto con la Francia, interpretato da Giuseppe Battiston e Barbora Bobulova, scritto dalla regista (al suo primo lungometraggio di finzione, dopo il documentario L’anima del Gattopardo del 2014) con Delphine Agut, un noir ambientato nella suggestiva cornice della foresta delle Landes.
Visti i nomi in campo, non dovremo stupirci, se come lo scorso anno, le sezioni “secondarie” del festival daranno belle soddisfazioni agli autori del Belpaese.