Dieci giorni di film, anteprime, retrospettive, convegni, incontri ravvicinati con personalità del mondo del cinema e non solo. Roma Film Fest dodicesima edizione è stata tutto questo e noi c’eravamo con il corner Fabrique, nello spazio Romeur Academy, in cui sono passati amici, ospiti e curiosi.
Dirette Instagram, condotte da Maria Concetta Valente (e curate dalla sottoscritta…), per raccontare questa “festa” del cinema nei suoi aspetti più curiosi e meno mainstream. Poco tappeto rosso e più nuovo cinema italiano, senza tralasciare ovviamente le notizie delle grandi star presenti a Roma. 36 film in selezione ufficiale (di italiani solo i fratelli Taviani, con Una questione privata ), 6 in “Tutti ne parlano”, 3 eventi speciali e alcuni titoli in collaborazione con Alice nella Città, la sezione indipendente (con concorso) dedicata alle tematiche più giovanili. Poi gli omaggi – a Totò con il restauro di Miseria e nobiltà (Mario Mattoli, 1954), Borotalco di Carlo Verdone, Dillinger è morto di Marco Ferreri e Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo. Una retrospettiva dedicata alla scuola italiana con film di Elio Petri, Vittorio De Sica, Pasolini, Monicelli, Rossellini, Fellini, a ingresso libero al Cinema Trevi.
Se infatti l’Auditorium Parco della Musica è stato il quartier generale della Festa diretta da Antonio Monda, i film ed eventi erano “disseminati” tra MAXXI, My Cityplex Europa, Admiral, Teatro Palladium, Teatro Torbellamonaca, Policlinico Universitario Gemelli e il carcere circondariale di Rebibbia. Una scelta di far arrivare il cinema ovunque.
La festa del cinema di Roma inizia quindi, dopo qualche anno di confusione, a prendere forma e carattere, dando grande importanza al pubblico di appassionati e non solo di addetti ai lavori. E così che all’Auditorium, tra star e stampa, arrivavano scolaresche numerose, con cui vedere i film in sala è stata un’esperienza più che unica. È il caso del film animato The Breadwinner di Nora Twomey (prodotto da Angelina Jolie), durante il quale i ragazzi hanno esultato e partecipato con grande pathos alla storia ambientata in Afghanistan.
Ma se in selezione ufficiale appunto era presente solo un film italiano, il cinema nostrano è stato comunque protagonista, con le pre-aperture (La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi, Terapia di coppia per amanti di Alessio M. Federici, The italian job di Marco Spagnoli, Moravia Off di Luca Lancise) e la chiusura, attesissima, con The Place di Genovese.
Al corner Fabrique però, abbiamo ospitato soprattutto il cinema che sta nascendo, quelle delle opere prime e seconde, dei giovani che scommettono sulla produzione e distribuzione, nonostante si parli di crisi del settore. Sono state con noi le “Prime donne” Liliana Fiorelli e Adele Piras – per la web serie prodotta da Disparte e distribuita da Première di Roberto De Feo, poi Stefano Muroni, Valeria Luzi e Marco Cassini, che hanno appena fondato la Controluce Produzione, Alessia Alciati, che recita nel film di Alessio M. Federici ma sta per iniziare un’avventura su un set made in USA, gli attori emergenti Guglielmo Favilla (film Taviani) e Leonardo Santini (film di Ligabue in post produzione), Demetra Bellina, attrice e rocker, Eleonora De Luca, giovanissima protagonista de L’ora legale di Ficarra e Picone, e ancora Niccolò Gentili, Paolo Mannarino, Frank Matano, ma anche Paolo Briguglia e Remo Girone, attori nel corto per il sessantennale di AMREF, con il regista Antonio Costa e la produttrice Laura Catalano. Abbiamo anche scherzato con l’orso di Paddington 2 e la sua voce italiana, Francesco Mandelli – e con i Manetti Bros, in veste di produttori del film In un giorno la fine, un horror movie italiano ambientato in un ascensore in cui Alessandro Roja resta chiuso per tutto il film (di Daniele Misischia, anche lui nostro ospite).
Al corner Fabrique ci siamo goduti gli incontri con Xavier Dolan e David Lynch, ma anche con Fiorello e Nanni Moretti. Il pubblico della Festa ha premiato il film Borg McEnroe di Janus Metz, e si sa, il pubblico decide, soprattutto in sala. Fabrique segnala i film italiani della sezione Panorama Italia 16+ di Alice nella Città: da Metti una notte di Cosimo Messeri a Si muore tutti democristiani de Il Terzo Segreto di Satira, passando per Guarda in alto di Fulvio Risuleo e i numerosi corti (di Federico Zampaglione, Guido Lombardi, Alain Parroni, Giulia Regini).
Io, perdonatemi, tradisco l’Italia per un film che difficilmente troverà distribuzione nel nostro Paese (qualche distributore coraggioso tra i lettori?): Los Adioses di Natalia Beristain, giovane regista messicana, con la bravissima attrice Karina Gidi, che racconta la vita di Rosario Castellanos, una delle più grandi scrittrici del ventesimo secolo, che reagisce alla società dominata dal potere maschile, diventando una delle figure chiave del femminismo latinoamericano. Un tema che andrebbe rispolverato più spesso, specie ultimamente…