Fabrique Du Cinéma https://www.fabriqueducinema.it La Rivista Del Nuovo Cinema Italiano Wed, 20 Nov 2024 16:17:31 +0000 it-IT hourly 1 I Fabrique Awards celebrano i 10 anni con i nuovi talenti del cinema https://www.fabriqueducinema.it/focus/i-fabrique-awards-celebrano-i-10-anni-con-i-nuovi-talenti-del-cinema/ https://www.fabriqueducinema.it/focus/i-fabrique-awards-celebrano-i-10-anni-con-i-nuovi-talenti-del-cinema/#respond Wed, 20 Nov 2024 16:17:31 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=19431 Il 17 dicembre i Fabrique du Cinéma Awards celebreranno al cinema Nuovo Olimpia la loro decima edizione, confermando ancora una volta la loro instancabile vocazione a scoprire e valorizzare il cinema giovane e innovativo. Per l’anniversario del Premio è stato infatti scelto uno dei luoghi più rappresentativi per gli amanti del cinema sia romani che […]

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Il 17 dicembre i Fabrique du Cinéma Awards celebreranno al cinema Nuovo Olimpia la loro decima edizione, confermando ancora una volta la loro instancabile vocazione a scoprire e valorizzare il cinema giovane e innovativo. Per l’anniversario del Premio è stato infatti scelto uno dei luoghi più rappresentativi per gli amanti del cinema sia romani che expat, essendo stato il Nuovo Olimpia una delle prime sale italiane a proiettare i film in lingua originale. E già negli anni Sessanta i cinefili romani e stranieri frequentavano la sala nel centro di Roma, impreziosita dai  coloratissimi portali di ceramica dell’artista Giosetta Fioroni.

Dalla nona edizione (2023) nel Premio è stata introdotta una grande novità: per dare il segnale di quanto i Fabrique du Cinéma Awards credono nei suoi autori, il regista vincitore nella categoria Miglior Film Internazionale diventa il Presidente di Giuria del concorso successivo. Perciò, dopo il regista messicano José Luis Solís Olivares (2023), il Presidente di Giuria degli Awards 2024 è il cinese Zhengchao Xu, regista, sceneggiatore e scrittore. Il suo film A Woman, A Gun, And a Noodle Shop è stato in concorso al 60° Festival Internazionale del Cinema di Berlino e Sad Fairy Tale è stato in gara nella competizione principale al 36° Festival Internazionale del Cinema del Cairo. Il suo ultimo lungometraggio The Dry Fable ha vinto i Fabrique du Cinéma Awards 2023.

Al Presidente si affiancheranno gli altri membri della giuria: Salvatore De Mola, sceneggiatore premio David di Donatello (fra i suoi titoli Il commissario Montalbano, Vincenzo Malinconico, Makari),  Marco Pontecorvo regista (Per Elisa – Il caso Claps, Sempre al tuo fianco) e direttore della fotografia (Il trono di spade, Gigolò per caso), Lidia Vitale, attrice (Esterno notte, Ti mangio il cuore, Il primo giorno della mia vita), Roberto Giacobbo, conduttore e autore televisivo (Voyager, Freedom – Oltre il confine) e Renato Marengo, conduttore radiofonico, giornalista e produttore discografico (ideatore e promotore negli anni ’70 del movimento musicale Napule’s Power ha prodotto fra gli altri Edoardo Bennato, Teresa De Sio e Roberto De Simone).

La mission dei Fabrique du Cinéma Awards rimane quella che ha contraddistinto il Premio sin dalla nascita: promuovere la cinematografia italiana indipendente all’interno di una cornice internazionale. E di edizione in edizione i numeri crescono significativamente, un chiaro segnale dell’attrattiva generata da un concorso sempre più incisivo nel panorama audiovisivo italiano e mondiale. Quest’anno le opere iscritte sono state oltre 1300, a concorrere nelle 12 categorie del Premio.

CATEGORIE

Miglior Film Internazionale

Miglior Opera Prima Italiana

Miglior Opera Italiana Innovativa

Miglior Cortometraggio Italiano

Miglior Cortometraggio Internazionale

Miglior Attore

Miglior Attrice

Miglior Documentario Internazionale

Miglior Colonna Sonora Italiana

Miglior Serie Tv Italiana

Miglior Concept Di Serie

Miglior Sceneggiatura Di Cortometraggio

 

In collaborazione con: Rai Fiction

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100% Remotti: una mostra in occasione dei cento anni dalla nascita https://www.fabriqueducinema.it/focus/100-remotti-una-mostra-in-occasione-dei-cento-anni-dalla-nascita/ https://www.fabriqueducinema.it/focus/100-remotti-una-mostra-in-occasione-dei-cento-anni-dalla-nascita/#respond Fri, 15 Nov 2024 17:22:49 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=19425 Remo Remotti: artista poliedrico, versatile pittore, scultore, attore, poeta. Il 16 Novembre 2024 avrebbe compiuto 100 anni. Sua figlia Federica Remotti e sua moglie Luisa Pistoia, lo festeggeranno ricordandolo con un evento privato dal titolo 100% REMOTTI presso Spazio Sette in Roma il 16 novembre dalle ore 18.30 con la partecipazione di tanti amici di […]

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Remo Remotti: artista poliedrico, versatile pittore, scultore, attore, poeta. Il 16 Novembre 2024 avrebbe compiuto 100 anni.

Sua figlia Federica Remotti e sua moglie Luisa Pistoia, lo festeggeranno ricordandolo con un evento privato dal titolo 100% REMOTTI presso Spazio Sette in Roma il 16 novembre dalle ore 18.30 con la partecipazione di tanti amici di Remo e della sua famiglia.

La mostra sarà aperta al pubblico con ingresso libero dal 17 Novembre al 1º Dicembre 2024 presso Spazio Sette a Roma (Via dei Barberi, 7).

 Dal 14 novembre è disponibile Me ne andavo da quella Roma…(reloaded), la nuova versione rimusicata della storica poesia di Remotti, con la Direzione Artistica di Tommaso “Piotta” Zanello, che è anche produttore e compositore insieme a Francesco Santalucia.

Molte le immagini di repertorio di Remotti nel videoclip, da Carlo Verdone – che a Remo Remotti, ha voluto rendere omaggio nella scena iniziale di “Vita da Carlo Terza Stagione” – a Carl Brave, Alessandro Mannarino, Valerio Mastandrea, Ditonellapiaga, Daniele Silvestri, Tommaso “Piotta” Zanello, Luca Barbarossa, Emanuela Fanelli.

Per questa occasione Einaudi Stile Libero ripubblicherà il libro Diario Segreto di un Sopravvissuto da cui verrà tratto l’Audiolibro letto da Vinicio Marchioni per Emons e verranno letti brani dal libro durante la serata evento 100% REMOTTI del 16 Novembre.

Sky Arte manderà in onda il 16 novembre alle 21 il documentario Ho Rubato la Marmellata-Vita di un artista politicamente scorretto di Gioia Magrini e Roberto Meddi (Vincitore del premio del pubblico all’Extra Doc Festival del Festival del Cinema di Roma 2018 e Menzione Speciale Documentari ai Nastri D’Argento 2019).

Saranno esposte inoltre alcune opere d’arte storiche dell’artista e una sezione di opere inedite a cura di Gianluca Marziani, critico di arti visive che ha curato anche le precedenti mostre al Macro e alla Galleria De Crescenzo & Viesti di Roma nonché a Berlino e a Lima.

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Sulla terra leggeri: diario d’amore https://www.fabriqueducinema.it/focus/sulla-terra-leggeri-diario-damore/ https://www.fabriqueducinema.it/focus/sulla-terra-leggeri-diario-damore/#respond Thu, 07 Nov 2024 16:53:47 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=19416 Presentato in concorso a Locarno e ora al Medfilm Festival di Roma (11 novembre) Sulla terra leggeri, il film d’esordio di Sara Fgaier, è una storia composta un tassello alla volta. È il racconto dell’amnesia di un uomo (Gian, interpretato da Andrea Renzi) che attraverso un vecchio diario e l’aiuto della figlia (Sara Serraiocco), “ritrova” […]

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Presentato in concorso a Locarno e ora al Medfilm Festival di Roma (11 novembre) Sulla terra leggeri, il film d’esordio di Sara Fgaier, è una storia composta un tassello alla volta. È il racconto dell’amnesia di un uomo (Gian, interpretato da Andrea Renzi) che attraverso un vecchio diario e l’aiuto della figlia (Sara Serraiocco), “ritrova” la moglie scomparsa e comprende l’unica verità utile a stabilirsi un’identità: che da soli non si è nulla, in due ci si riconosce.

Fgaier ha due corti all’attivo (Gli anni, 2018, selezionato a Venezia nella sezione Orizzonti e vincitore del Nastro d’argento 2019 per la categoria Corti Doc; L’umile Italia, 2014) e alle spalle una carriera da montatrice e produttrice insieme a e per Pietro Marcello – ha lavorato con lui su La bocca del lupo e Bella e perduta e fondato con lui la casa di produzione Avventurosa. «Tutto è cominciato mentre lavoravo al mio ultimo cortometraggio, Gli anni [ambientato in Sardegna, ndr]. Mi sono imbattuta in alcune immagini del carnevale sardo [di cui si vede un estratto all’interno di Sulla terra leggerindr] e ho voluto approfondire la dimensione che vedevo spalancarsi davanti a me. Ho sempre lavorato con immagini di archivio, è una ricerca che integro nella mia pratica, così come il lavoro con materiali diversi. Poi queste prime impressioni si sono legate alla lettura di un libro di Julian Barnes, Livelli di vita».

«Questo – continua Fgaier – mi ha portato al filo conduttore dell’opera: mettere insieme due cose che sarebbero canonicamente distanti, che siano immagini o persone ma anche stati di vita. Torniamo al carnevale con la sua compresenza di lutto e festeggiamento, di vita e di morte. È una ricerca molto interessante anche dal punto di vista del montaggio, perché queste giustapposizioni aprono una dimensione collettiva: non c’è più solo il racconto di un “io”, ma la prospettiva si ramifica nel “noi” della società. Nel film per me la contrapposizione più forte, in questo senso, è il rimanere in vita in presenza della morte, il ricercare la persona amata nel dolore, quando questa non c’è più. Sono esperienze che riconfigurano il tempo e lo spazio. Che ci riportano a istinti che potremmo aver sopito, dimenticato. L’idea alla base di tutto è: che cosa succede se l’amore della nostra vita ci dimentica? Non perdiamo noi una parte di ciò che siamo, l’altro una parte di ciò che è?».

In questa ricerca si parte dall’incertezza: le immagini si allargano e i contorni si sfumano. Noi con Gian non sappiamo dove risieda la verità, non ci è dato sapere se la raggiungeremo. Anche perché, cercando, Gian si avvale di un suo diario: per quanto contenga la soluzione, all’inizio sembrano le parole di un altro, niente torna, non ci si ritrova. Il vero si confonde nel falso.

«È in questo senso che, come dicevo, la storia nasce dall’accostamento di componenti distanti: la non-memoria di Gian, quindi le sue impressioni, e le parole contenute nel diario, che per quanto ipoteticamente veritiere vengono messe in discussione. Chi è Gian, dov’è Gian? Lui esiste all’incrocio tra queste due versioni del tempo, e dunque del mondo, nell’equilibrio e nelle relazioni. Che vuol dire anche tra la storia e la Storia, tra le mie immagini e quelle d’archivio. In particolare non volevo subordinare queste ultime alla trama, non volevo che fossero né illustrative né metaforiche, ma che avessero una propria esistenza ed economia. Per me voleva dire mettersi in discussione anche con la nostra epoca storica, presentando un modo di vivere, e ricordare, diverso. Quando una persona se ne va non muore un singolo, ma muore il mondo che si portava dietro. Amare una persona non è solo un sentimento, è una forma di interpretazione della realtà, è un’epoca tutta. Ecco, l’archivio per me rappresenta l’epoca che Gian sta cercando di ritrovare».

Trovare il legame tra memoria e amore: questo, mi dice Fgaier, è la chiave di tutto. È un baratro, se pensiamo alle categorie che siamo soliti usare per validare la nostra esperienza nel mondo e tenerci a galla. E una volta rotto questo nesso, infatti, Gian rischia di affogare. Per trovare le immagini che ben rendessero questa dichiarazione, la regista ha cercato per circa tre anni. Altre invece erano vecchie conoscenze, impressioni durature che non hanno desistito. Una tecnica a collage per attrazioni, o psicogeografia, che si ritrova anche nelle parole pronunciate nel mistero dei ricordi perduti di Gian. «Le voci off provengono da testi miei, da testi che ho letto, testi che ho trovato. Avevo la sensazione di aver raccolto materiale per tanto tempo, quasi senza essermene resa conto. E si sono uniti tutti in un’unica figura. Come se mi fossi preparata per questo film più a lungo di quanto credessi».

Sulla terra leggeriNella serendipità, una guida pratica si ritrova: è Walter Murch, regista e montatore di Touch of Evil, Apocalypse Now, Ghost, Il Padrino parte III e Il talento di Mr. Ripley per citarne alcuni. «Sono autodidatta», spiega Fgaier, «ho studiato storia del cinema all’università e ho iniziato subito a lavorare. Sapevo che mi interessava il cinema ma non sapevo bene in che ottica. Ho cominciato sul documentario e come montatrice, a posteriori sono contenta perché mi hanno dato l’opportunità di scoprire vari aspetti del mestiere, di provare la mano su varie cose e scoprire il mio stile. L’incontro con Walter è arrivato a 29 anni, nel momento perfetto. L’ho seguito per un anno e mezzo, ho lavorato a un suo film e poi, per Sulla terra leggeri, lui ha fatto da consulente, ci siamo confrontati molto. Gli sarò sempre grata. Lavorare con qualcuno che fa il tuo lavoro, vedere come fa il tuo lavoro… è importantissimo».

Un parte importante nel percorso del film l’ha giocato il Torino Film Lab, attivo del 2008, che in più di 15 anni ha contribuito a realizzare più di 200 opere tra sceneggiature accompagnate durante la fase di sviluppo e opere con sceneggiatura già in stato avanzato, poi aiutate durante le fasi finali della produzione.

«Accompagniamo i progetti per un anno, così da formare i professionisti anche per il futuro». Così Mercedes Fernandez, Managing Director TorinoFilmLab, che come il Torino Film Festival si situa sotto l’egida del Museo del Cinema del capoluogo piemontese. «Quello che facciamo non è solo affiancare tutor mirati a seconda delle esigenze del progetto, ma anche spingere i partecipanti di ogni gruppo, di solito dai 10 ai 20, a lavorare con i colleghi creando un ciclo di feedback virtuoso. Vogliamo creare una safe zone che permetta ai ragazzi di mettersi a nudo di fronte ai colleghi, di creare un confronto profondo e aperto. Non è facile quando si crea, non lo è nei confronti di potenziali “competitor” come altri registi o sceneggiatori».

Per Sulla terra leggeri gli interventi sono stati di finalizzazione – era infatti inserito nel programma FeatureLab. E poi, dopo il TFL Meeting Event, il co-production market di Torino Film Lab che si tiene in concomitanza con il Torino Film Festival a novembre di ogni anno, il Lab ha anche assegnato un premio a Fgaier per gli ottimi risultati portati a casa. Spiega Fernandez: «Per quanto le success stories del Torino Film Lab siano tante, riuscire ad arrivare in fondo a un percorso con profitto non è mai banale. Siamo molto contenti e orgogliosi di questi risultati. È un ottimo segnale per noi ma anche per tutta l’industria».

Bello che una storia di ponti, e transizioni, possa chiudersi sul futuro.

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Colonne sonore: i nuovi compositori tra film e serie https://www.fabriqueducinema.it/focus/colonne-sonore-i-nuovi-compositori-tra-film-e-serie/ https://www.fabriqueducinema.it/focus/colonne-sonore-i-nuovi-compositori-tra-film-e-serie/#respond Wed, 23 Oct 2024 13:55:41 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=19407 In Italia la musica per il cinema è sempre stata uno spazio di sperimentazione e ha dato vita a colonne sonore entrate nella storia (di Nino Rota, Ennio Morricone, Piero Piccioni e via citando).  Ma com’è cambiato il panorama oggi?  Mario Nascimbene e il neorealismo, Nino Rota e Federico Fellini, Piero Piccioni con il jazz […]

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In Italia la musica per il cinema è sempre stata uno spazio di sperimentazione e ha dato vita a colonne sonore entrate nella storia (di Nino Rota, Ennio Morricone, Piero Piccioni e via citando).  Ma com’è cambiato il panorama oggi? 

Mario Nascimbene e il neorealismo, Nino Rota e Federico Fellini, Piero Piccioni con il jazz nella commedia all’italiana, Piero Umiliani e Riz Ortolani, il Re Mida Ennio Morricone, tutti questi compositori lavorarono su una vasta gamma di generi – dai drammi in bianco e nero degli anni Sessanta ai poliziotteschi e al crime splatter di Dario Argento – creando uno stile unico che avrebbe accompagnato il nostro cinema fino alle fine agli anni Settanta. Le loro colonne sonore abbracciavano dal jazz e dalla bossa nova al funk e alla bizzarra musica lounge, all’esotica selvaggia e alla musica elettronica psichedelica, definendo l’epopea della colonna sonora all’italiana e portandola a influenzare non solo il linguaggio internazionale ma tutta la musica popolare nostrana.

Ma oggi si può dire che esista la stessa varietà e ricchezza dell’epoca d’oro? Se più che a mancare una nuova scuola di compositori, è soprattutto totalmente assente un sistema che valorizzi e tuteli coloro che hanno reso il cinema italiano famoso in tutto il mondo? Benché negli ultimi anni ci siano stati alcuni episodi sporadici, come la vittoria agli Oscar di Nicola Piovani per La vita è bella e di Ennio Morricone per The Hateful Height, ancora figli dell’epoca in cui i musicisti venivano valorizzati, oggi sembra mancare totalmente una visione sulla musica per immagini.

Non a caso ad aprile di quest’anno aveva fatto rumore la rinuncia alla candidatura ai David di Donatello del compositore Franco Piersanti (non proprio un esordiente) per Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti. Piersanti accusava l’Accademia dei David di non saper comprendere il ruolo e il valore del compositore, poiché faceva concorrere nella stessa categoria film con musica originale e film che ne erano quasi sprovvisti: «se il premio va a chi scrive musica originale, non può essere equiparato a chi fa cose completamente diverse». Ma la querelle è stata oscurata, lasciando intatta non solo la candidatura di Piersanti, ma anche un successivo comunicato dell’ACMF (Associazione Compositori Musica da Film). L’esposto, apparso sulle pagine di The Hollywood Reporter Roma, denunciava come da anni la stessa associazione cercava inutilmente un confronto con l’Accademia, non solo rispetto al ruolo del compositore, come già sottolineava Piersanti, ma soprattutto per entrare di diritto nel direttivo dell’Accademia come figura autoriale (stando alla legge 633 del 22 aprile 1941, tuttora in vigore).

Perché da un’occasione così importante, su cui si potevano costruire le basi per un confronto costruttivo, si è cercato unicamente di evitare lo scandalo? I motivi sono molteplici e non si possono imputare unicamente all’industria stessa. Si va da un’eccessiva esterofilia, che alcune volte spinge un regista esordiente ad affidarsi a compositori internazionali per dare più appeal al suo progetto, alla mancanza di una formazione adeguata a comprendere la centralità del comparto sonoro nel cinema contemporaneo, che ha portato nel tempo a non considerare più la musica come un aspetto centrale del prodotto audiovisivo, causando molteplici scompensi non solo alla categoria ma soprattutto alla qualità dei film.

Secondo Massimiliano Mechelli, compositore di A Classic Horror Story e La legge di Lidya Poet: «purtroppo vedere che negli ultimi cinque anni solo un compositore per film con il nome prestigioso di Piovani ha vinto il David per miglior colonna sonora,  porta a domandarsi se l’industria cinematografica crede ancora nel mestiere e nella professione di compositore per film. Sempre più spesso vediamo che le produzioni chiamano artisti del mondo della musica estranei a questo campo specifico per firmare le colonne sonore dei loro film, spesso puntando sulla loro visibilità. Con questo non sto dicendo che sia sbagliato a prescindere, ma non può essere una costante. Altre volte invece viene preso il repertorio di un artista musicale per poi farlo montare su scena, altre ancora nei film d’autore diretti da giovani registi vengono chiamati artisti indipendenti sempre estranei al campo. Questo fa dubitare se lavorare con un professionista del mestiere sia ancora una priorità. Per fortuna ci sono produzioni che stanno investendo nei giovani compositori anche qui in Italia come Groenlandia, qualcosa si sta muovendo, ma molti registi famosi ancora non hanno voglia di cercare nuovi volti nel campo delle colonne sonore e lavorare con loro per generare qualcosa di innovativo. Dovrebbero esserci sicuramente più fondi stanziati per l’assunzione di compositori under 35 e le produzioni dovrebbero essere facilitate nel coinvolgere giovani figure. Il rinnovamento a mio avviso premierebbe tutti indistintamente».

Se la serialità, così come l’avvento delle piattaforme, ha sicuramente portato una ventata di aria fresca sia per la musica composta che per quella edita, coinvolgendo moltissimi compositori ai tempi esordienti, come ad esempio i Mokadelic che a partire da ACAB di Stefano Sollima e successivamente con Gomorra hanno creato un vero e proprio standard compositivo, si può dire che il cinema fatica ancora a trovare una propria strada rispetto a una categoria che ha scritto la sua stessa storia.

Infatti, come sottolinea Lorenzo Tomio, compositore di Dampyr, Tutto chiede salvezza, I delitti del BarLume e Il giovane Berlusconi: «in questi anni il settore cinematografico, e nel dettaglio quello della musica per l’immagine, ha beneficiato di una vastissima richiesta di produzione e di professionisti, grazie alla crescita delle piattaforme. Al contempo via via si è affievolito il rispetto e l’autorevolezza per le professionalità artistiche di alto profilo, ai fini del confezionamento dell’ennesimo prodotto nel minor tempo possibile e al minor costo. Credo che i problemi che stiamo vivendo siano dovuti alla mancanza di una vera e propria cultura di registi e produttori rispetto al ruolo della musica anche all’interno della filiera produttiva. Il compositore deve essere inteso come un collaboratore che può dare voce a differenti livelli di lettura del racconto, che può scrivere un contrappunto alle scene e arricchirle di ulteriori significati. Invece spesso viene inteso come qualcosa da aggiungere alla fine, il bollo decorativo che chiude il pacco e, considerando l’importanza che ha sempre avuto la musica nella storia in Italia, non ha davvero senso.

Il giovane Berlusconi
“Il giovane Berlusconi”, colonna sonora di Lorenzo Tomio.

Perché maestri come Marco Bellocchio scelgono di affidarsi a compositori esordienti al linguaggio cinematografico come Fabio Massimo Capogrosso, che ha avuto la capacità di rappresentare perfettamente in musica il racconto episodico e le differenti anime in scena di Esterno Notte così come di Rapito, puntando anche sugli aspetti più sperimentali, e i giovani registi sembrano essere quasi spaventati dalla musica quasi come fosse un impedimento alla strutturazione del proprio racconto? Sembra mancare la consapevolezza che la musica può diventare veramente un acceleratore di emozioni facendo sì che quel dato film possa realmente entrare nell’immaginario collettivo per sempre. Pensiamo ad esempio alle note agrodolci e scanzonate del tema principale di Amarcord, o al flauto di Pan di C’era una volta in America: sono temi che hanno reso quei film unici per sempre, portando lo spettatore a immedesimarsi perfettamente nella storia unicamente attraverso l’ascolto della musica.

Vero è che nelle accademie cinematografie c’è sempre di più una maggiore sensibilità e attenzione al ruolo del compositore: è il caso del Laboratorio di musica per film del Centro Sperimentale di Cinema o il progetto del regista Gianfranco Cabiddu che, all’interno dell’isola felice di Carloforte in Sardegna, ha creato la summer school CAMPUS – musica e suono per il cinema e per l’audiovisivo (grazie al quale 30 allievi del CSC insieme ad altri 12 allievi musicisti provenienti da diverse realtà formative arrivano a Carloforte per un’esperienza di condivisione e apprendimento). Ma mancano  effettivamente dei corsi formativi pluriennali che mettano costantemente a confronto le tante figure del comparto sonoro, dal sound designer al music editor, con tutta la filiera produttiva.

Infatti come aggiunge anche la compositrice Ginevra Nervi (Il cacciatore, SKAM Italia, Prisma, Come pecore in mezzo ai lupi): «l’industria cinematografica è cambiata profondamente negli ultimi anni, di conseguenza lo ha fatto il mercato, e così le figure professionali che operano in questo settore. Credo che più o meno tutte le categorie (sceneggiatori, registi, compositori, montatori, tecnici del suono, scenografi, costumisti) stiano vivendo un periodo di difficoltà e di forte cambiamento rispetto al modo in cui venivano considerate all’interno del sistema produttivo in passato. Le nuove generazioni hanno però la possibilità di guardarsi attorno e capire quale posizione prendere per salvaguardare quello che domani chiameremo ancora cinema».

L’ultimo anno cinematografico è stato ricco di opere prime che, sia per la loro qualità che grazie al passaparola, sono riuscite ad attirare l’attenzione del pubblico. Sicuramente uno degli esempi più interessanti è stato l’esordio di Margherita Vicario con Gloria!, che ha costruito il proprio racconto basandosi su una storia “nascosta” che si fonda e cresce totalmente sulla musica. Insomma le risorse ci sono, e sono anche abbondanti, ma dobbiamo cominciare ad avere il coraggio di guardare oltre la siepe.

La versione completa di questo articolo è apparsa su Fabrique du Cinéma n. 45. Abbonati qui per restare sempre aggiornato sulle novità del cinema italiano. 

 

 

 

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Prorogato il bando di Officina Pasolini: fino al 31 ottobre https://www.fabriqueducinema.it/education/formazione/prorogato-il-bando-di-officina-pasolini-fino-al-31-ottobre/ https://www.fabriqueducinema.it/education/formazione/prorogato-il-bando-di-officina-pasolini-fino-al-31-ottobre/#respond Tue, 22 Oct 2024 08:25:20 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=19401 Buone notizie! La scadenza del bando per il biennio 2025-2026 di Officina Pasolini è stata prorogata al 31 ottobre alle ore 12. Si tratta di un percorso formativo di altissima qualità, con grandi docenti, che offre importanti opportunità professionali nei settori della Canzone, del Teatro o del Multimediale. Diretto da Tiziana Tosca Donati, il laboratorio artistico […]

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Buone notizie! La scadenza del bando per il biennio 2025-2026 di Officina Pasolini è stata prorogata al 31 ottobre alle ore 12. Si tratta di un percorso formativo di altissima qualità, con grandi docenti, che offre importanti opportunità professionali nei settori della Canzone, del Teatro o del Multimediale.

Diretto da Tiziana Tosca Donati, il laboratorio artistico promosso dalla Regione Lazio è diviso in tre sezioni: Canzone, diretta da Niccolò Fabi; Teatro, il cui responsabile è l’attore e regista Massimo Venturiello; Multimediale, che forma videomaker e figure professionali in ambito audiovisivo, diretta dalla produttrice Simona Banchi.

L’offerta formativa prevede un biennio di corso più un anno integrativo che ha l’obiettivo di sostenere economicamente i progetti artistici per un totale di 45 diplomati ammessi. Un percorso che fornisce agli studenti e alle studentesse le competenze professionali e artistiche necessarie per inserirsi nel mondo del lavoro. Tutto completamente gratuito. Gli ammessi hanno tra i 16 e i 29 anni, ma il bando (consultabile online) permette l’ammissione fino ai 35 anni per particolari meriti artistici. Tra i docenti dell’Officina Roberto (Bob) Angelini, Giovanni Truppi, Walter Pagliaro, Alessandro Chiti, Alessandro Bonifazi, Paolo Ferrari e dal prossimo biennio Daniele Silvestri.

Ricorda Simona Banchi, produttrice di film come Takeaway con Libero De Rienzo o documentari come La maglietta rossa di Mimmo Calopresti e The Beat Bomb di Ferdinando Vicentini su Lawrence Ferlinghetti: «L’obiettivo principale di Officina è quello di dare ai giovani gli strumenti per professionalizzarsi in mestieri “non convenzionali” e diventare cantanti, attori e videomaker. Abbiamo voluto intestare l’Officina a Pasolini perché era una figura traversale della cultura, si muoveva su più discipline. Un grande scrittore, drammaturgo, regista, poeta e intellettuale».

Per tutte le informazioni consultare il sito: www.officinapasolini.it

Per iscriversi al bando consultare questo LINK

 

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Fabrique alla Festa del Cinema con un evento maxi il 20 ottobre all’Acquario Romano https://www.fabriqueducinema.it/cinema/news/fabrique-alla-festa-del-cinema-con-un-evento-maxi-il-20-ottobre-allacquario-romano/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/news/fabrique-alla-festa-del-cinema-con-un-evento-maxi-il-20-ottobre-allacquario-romano/#respond Mon, 14 Oct 2024 12:02:31 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=19396 Poteva mancare Fabrique alla Festa del Cinema di Roma? Ovviamente no! Il 20 ottobre alziamo l’asticella con un Fabrique Club formato maxi: un evento ricco di proiezioni esclusive, con un talk sul cinema insieme a registi e attori, accompagnato da musica live e dj set che ci faranno compagnia dal pomeriggio fino a notte. Il […]

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Poteva mancare Fabrique alla Festa del Cinema di Roma? Ovviamente no! Il 20 ottobre alziamo l’asticella con un Fabrique Club formato maxi: un evento ricco di proiezioni esclusive, con un talk sul cinema insieme a registi e attori, accompagnato da musica live e dj set che ci faranno compagnia dal pomeriggio fino a notte. Il tutto nella cornice dell’Acquario Romano, uno spazio magico dove vi aspettano drink, food e vibes nel cuore pulsante di Roma.
Domenica 20 ottobre siete già con noi, giusto?

Seguiteci sui social per tutti gli aggiornamenti sul programma.

Domenica 20 ottobre
Dalle 12
Piazza Manfredo Fanti 47 – Roma

In partnership con: @pastificio.sanlorenzo
In collaborazione con: @casadellarchitettura per Festa del Cinema di Roma
Music partner: @storienelmondo

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Dalla SIC 39 il talento di Innocenti, Talarico e Manzato. Giovani, ribelli, digitali https://www.fabriqueducinema.it/magazine/futures/dalla-sic-39-il-talento-di-innocenti-talarico-e-manzato-giovani-ribelli-digitali/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/futures/dalla-sic-39-il-talento-di-innocenti-talarico-e-manzato-giovani-ribelli-digitali/#respond Mon, 07 Oct 2024 08:05:57 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=19385 Conviene sempre ragionare con calma sui corti vincitori della Settimana Internazionale della Critica veneziana (SIC 39), che l’anno prossimo compirà appunto i suoi primi 40 anni. Nella selezione lungometraggi sette sono stati i film in concorso, tra i quali l’unico italiano Anywhere Anytime, di Milad Tangshir, di cui abbiamo parlato durante la kermesse, risultato vincitore […]

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Conviene sempre ragionare con calma sui corti vincitori della Settimana Internazionale della Critica veneziana (SIC 39), che l’anno prossimo compirà appunto i suoi primi 40 anni. Nella selezione lungometraggi sette sono stati i film in concorso, tra i quali l’unico italiano Anywhere Anytime, di Milad Tangshir, di cui abbiamo parlato durante la kermesse, risultato vincitore del Premio Luciano Sovena alla Miglior produzione indipendente, e poi volato al Toronto Film Festival. In più sono passati su questa sponda del Lido due titoli fuori concorso, come eventi di apertura e chiusura.

Per il cinema breve alla sezione Sic Short Italian Cinema partecipavano soltanto opere di produzione italiana. Ci sono stati due corti d’apertura, sette in concorso e un titolo di chiusura. Mentre la giuria era composta da: Giulia Achilli, giovane producer con l’Orso d’Argento per Disco Boy nel curriculum; l’eclettico regista Simone Bozzelli, vincitore dell’MTV Music Award 2022 per il videoclip I wanna be your slave dei Måneskin, e del quale già parlammo riguardo alla sua opera prima Patagonia; e infine Elena Ciofalo, project manager dell’associazione AIACE per le attività del Centro Nazionale del Cortometraggio.

Il Premio al Miglior cortometraggio – Frame by Frame è andato a Things That My Best Friend Lost, di Marta Innocenti. Sono messaggi whatsapp quelli che ascoltiamo mentre la regista ci srotola immagini di rave, backstage e soprattutto post party. Le parla un suo amico che li organizza e la invita affettuosamente a tornare ad ogni nuova data. Questo flusso telefonico di coscienza è l’incipit per marcare sul cosiddetto Decreto Rave, diventato legge a fine 2022. Il senso si fa politico passando per un atto che spostava l’attenzione dall’utilizzo e determinazione della proprietà privata in disuso alle feste illegali a base di sostanze psicotrope altrettanto illegali. Il linguaggio utilizzato da Innocenti morde un documentarismo di presenza digitale con voce fuoricampo, una ricostruzione apparentemente elementare che a volte ha sembianze da storia Instagram. Ritmi forsennati ma nei toni morbidi, quasi giocosi di questo amico toscano che messaggia, e tra le spire di suoni aggressivi dalle casse si nasconde invece un naturale bisogno d’aggregazione giovanile, quella stessa voglia di libertà generazionale, cooperazione, ricerca di sé, di liberazione e scarico d’energia che a livello mediatico c’insegnò nel novecento la lezione di Woodstock.

In un certo senso si spinge negli stessi territori formalmente liminali At List I Will Be 8 294 400 Pixel, ma calcando di più la mano. Il corto di Marco Talarico è la soggettiva con la voce di una ragazza. Tutto ciò che vediamo viene da filmati manipolati tramite l’intelligenza artificiale da un ragazzo solitario e nostalgico che fa un viaggio in Georgia, rimodulandoci sopra i ricordi di una realtà su misura. Sembra la prova tecnica per un ideale prequel spin-off di Her, il film di Spike Jonze dove un ramingo cuore solitario s’innamorava della voce del suo sistema operativo.  At List I Will Be 8 294 400 Pixel è stato premiato per il Miglior contributo tecnico – Fondazione Fare Cinema. Enigmatico fino al midollo, lungi dall’immediata comprensione senza doverose spiegazioni, e nonostante tutto, persistentemente nebuloso quanto un cyberpunk della prim’ora, risulta oggi più una forma di cinema da laboratorio ancor prima che sperimentale. Quasi un’opera allucinatoria prima che di un lavoro in AI. Una sorta di officina aperta dove lo sguardo si muove come fosse un corpo in piena autopsia. Il piccolo viaggio audiovisivo concettuale si distacca anche dalle raffigurazioni in videoarte, le più sguinzagliate dalle grammatiche di montaggio e messa in scena. Formalmente di potenziale interesse ma dal contenuto scarno e inconcludente. Men che meno andrebbe considerata opera filmica in tre atti o quantomeno legata al raggiungimento di un classico climax. Ma si accomuna con il primo corto per l’utilizzo visivo di soggettive spiazzanti e degli storytelling più da reel sui social che propriamente da racconto cinematografico.

E se il cinema stesse iniziando a rivedere sé stesso unendo la iper-soggettività dello sguardo social alle nuove possibilità di manipolazione offerte dall’AI? Sembrano porci questa domanda i corti premiati alla Settimana della Critica di Venezia. Però a questo proposito, dal punto di vista narrativo risulta più completa l’opera d’apertura e fuori concorso di Andrea Gatopoulos, perché si presenta con una drammaturgia più chiara e lineare. The Eggregores’ Theory percorre l’esplosione distopica di un virus che cambia il mondo contagiandolo attraverso le parole scambiate. Oltre alla tagliente metafora su un’incomunicabilità globale, con il suo corto il regista mette in montaggio immagini ferme in bianco e nero a metà strada tra fotografia e disegno, dove i ritocchi vanno ben oltre il photoshop ma rivelano mutazioni grafiche e morfologiche da AI appunto. Un ottimo utilizzo per scavallare gli altrimenti costosissimi effetti visivi dell’oramai dominante computer graphic e al tempo stesso mantenendo una confezione che potremmo definire digital artigianale.

Dopo questa breve divagazione su un fuori concorso che forse un premio lo avrebbe meritato, concludiamo il nostro percorso Sic tra le avanguardie del cinema breve italiano con l’ultimo dei premiati, Nero Argento, vincitore per la Miglior regia – Stadion Video. Quattro giovani writers vivacchiano tra i binari di una grande stazione e la fitta boscaglia che li ospita insieme a fagiani che rischiano pallini dai cacciatori. Siamo sempre ai bordi della legalità, una condizione squatter vissuta con purezza e ingenuità quasi infantili di questi adolescenti che si aggirano come folletti ribelli con le loro anime anarchiche. Da una storia tutto sommato sempliciotta Francesco Manzato mette insieme un piccolo film di finzione che sembra un documentario low budget, di quelli d’assalto. Quasi tutto è in presa diretta e girato con tante soggettive con il telefono. E anche qui l’immediatezza e la malleabilità di questo stile di ripresa, anche partendo dal grande schermo, ci sbatte nel mondo fuori dalla sala, senza più filtri e con nuovi codici. Come un social.

 

 

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Cinematographer’s Brunch 4: un pranzo lungo un giorno https://www.fabriqueducinema.it/magazine/industry/cinematographers-brunch-4-un-pranzo-lungo-un-giorno/ https://www.fabriqueducinema.it/magazine/industry/cinematographers-brunch-4-un-pranzo-lungo-un-giorno/#respond Wed, 02 Oct 2024 08:17:33 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=19359 Torna il Cinematographer’s Brunch, domenica 6 ottobre presso la suggestiva location di Largo Venue a Roma: una festa lunga tutto il giorno per un futuro sostenibile nel cinema italiano. Giunto alla sua quarta edizione, organizzato da Bladerunner e Fabrique du Cinéma in collaborazione con Zen2030 e Collettivo Chiaroscuro, l’evento porta avanti l’obiettivo di promuovere la […]

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Torna il Cinematographer’s Brunch, domenica 6 ottobre presso la suggestiva location di Largo Venue a Roma: una festa lunga tutto il giorno per un futuro sostenibile nel cinema italiano. Giunto alla sua quarta edizione, organizzato da Bladerunner e Fabrique du Cinéma in collaborazione con Zen2030 e Collettivo Chiaroscuro, l’evento porta avanti l’obiettivo di promuovere la transizione ecologica nell’industria cinematografica italiana, riunendo professioniste e professionisti del settore per discutere e adottare pratiche sostenibili sui set.

Questa edizione si arricchisce grazie alla presenza di personalità che hanno affrontato con carisma la lotta per l’ambiente: il Presidente del Consiglio Generale della Fondazione UniVerde, ex Ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio; la giornalista Valentina Petrini, il Direttore di Teleambiente Stefano Zago; la delegazione dell’ONG Green Cross Italia fondata da Rita Levi-Montalcini (filiale nazionale della Green Cross International di Mikhail Gorbaciov); Simonetta Lombardo ideatrice di Cinema In Verde, il Presidente di Retake Roma Cristiano Tancredi ed il Dirigente di Slow Food Alessandro Ansidoni.

La loro partecipazione testimonia l’importanza crescente dell’evento: nato sotto la direzione artistica di Davide Manca nel settembre 2022 durante la 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Cinematographer’s Brunch si pone sempre più come anello di congiunzione tra produzioni cinematografiche e transizione ecologica, anche grazie al dialogo tra realtà di settore, maestranze e direttori della fotografia determinati ad esplorare soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale delle produzioni audiovisive.

Mario Tozzi e Davide Manca

L’urgenza di un cambiamento è ormai ineludibile, come sottolineato nel corso della terza edizione dal noto geologo, divulgatore scientifico e saggista italiano Mario Tozzi. Con l’appuntamento del 6 ottobre 2024 la manifestazione promette di essere ancora più ambiziosa e fungere da catalizzatore per l’Agenda 2030, affrontando il tema del cambiamento climatico in modo diretto e concreto.

Il programma di quest’anno sarà moderato nella prima parte dalla giornalista Elisabetta Paganelli e il presentatore Valerio Romano, a seguire dalla giornalista Chiara Del Zanno (Rolling Stone, Fabrique du Cinéma) ed includerà installazioni artistiche, performance dal vivo (con la partecipazione dello stand up comedian Sandro Canori), stand dell’industria tecnica audiovisiva, proiezioni, dibattiti e live music.

Al personal branding coach Luca Papa è stata affidata la direzione artistica de Il Cubo: Francesco Patanè dipingerà un’opera in live painting, a seguire il Poetry Slam World Champion Giuliano Logos, la performance di Paolo Soloperto, le esibizioni di Elisa Ricci e  Jasmine Nunez con le coreografie di Michael Fuscaldo, l’esibizione dell’artista di VR Riccardo Galdenzi e la perfomance tra realtà aumentata e reale dell’artista CORA.

Il talk “Eco Set” vedrà la partecipazione di esperti come Paolo Carnera, Giacomo Spaconi, Lorenzo Vecchi, Daniele Marrocu, Florencia Santucho, Filippo Maria Gargani e il Collettivo Chiaro Scuro, che condividerà esperienze e visioni per un cinema più verde.

Inoltre avranno luogo i pitch di giovani talenti della Generazione Z, per lo Z-Pitch dell’accademia Naba e la presentazione dei progetti filmici della Dam Academy.

Cinematographer's Brunch
La quarta edizione del Cinematographer’s Brunch, l’evento che riunisce i professionisti del cinema green, si svolgerà il 6 ottobre a Largo Venue (ph: Karen Vitae e Pamela Stinga)

La media partnership con Teleambiente e Luce Mag consentirà una diffusione più ampia dei contenuti sviluppati durante l’evento. Tra i partner enogastronomici: la Planeta Vini e la Tenuta Le Quinte.

La giornata si concluderà con il concerto live del cantautore indie pop Santachiara (tappa romana del tour 2024-2025), aperto dalla rock band emergente Pinkerton. Sul finale Dj Set by Arianna Del Grosso.

INGRESSO GRATUITO FINO A ESAURIMENTO POSTI.
È GRADITA LA PRENOTAZIONE.

Per info e prenotazioni: [email protected]

Main Partner:
REEL ONE – NANLITE/NANLUX – BLUESHAPE-  DE SISTI – SONY – TRANS AUDIO VIDEO

Partner: ROMANA GRUPPI ELETTROGENI CINEMATOGRAFICI – DAM ACADEMY – PMR – FRATIANNI SERVICE & CATERING – TFS – PATONA – ATMOS – HOLLYLAND

Vini: PLANETA VINI, TENUTA LE QUINTE

Media Partner: TELEAMBIENTE, LUCE MAG

 Festival Affiliati: APRILIA FILM FESTIVAL, ARENA MANCINI, FARA SABINA FILM FESTIVAL

PROGRAMMA

Ore 12:00

Apertura cancelli; drink di benvenuto

Ore 12:15

Apertura Teatro Nero

Stand Nuove meraviglie della tecnica

Experience VR di Riccardo Galdenzi, artista realtà virtuale

Ore 12:30

Live painting dell’artista internazionale Francesco Patanè

Performance di Paolo Soloperto (Danza e Movimento);

Esibizione pt.1 del Collettivo Outdoor (performers Elisa Ricci e Jasmine Nunez, coreografie Michael Fuscaldo)

Ore 13.00

Performance del Poetry Slam World Champion Giuliano Logos

Ore 13.15

Esibizione pt.2 del Collettivo OutDoor (performers Elisa Ricci e Jasmine Nunez,
coreografie Michael Fuscaldo)

Ore 13:30

Talk: “Eco set” Moderano Elisabetta Paganelli (Metropolitan Magazine, La Fionda) e Valerio Romano
Intervengono: Nicola Moscheni (responsabile di produzione Cinema In Verde); Cristiano Tancredi (presidente Retake Roma); Giacomo Spaconi (regista e autore); Alessandro Ansidoni (Slow Food); Lorenzo Vecchi (Green Manager Zen2030); Florencia Santucho (Green Manager); Valerio Vittori (Reel-one)

14:15

Stand up performance: Sandro Canori

14:30

Talk: “Eco set” 2

Intervengono: Paolo Carnera (direttore della fotografia e presidente del Collettivo Chiaroscuro); Benito Mari (Sony Italia); Marco Brighel (Trans Audio Video); Filippo Maria Gargani (Green Manager); Enrico Ferretti (Blueshape)
Focus on – L’esperienza del green set nella produzione del film Il mio posto è qui di Daniela Porto e Cristiano Bortone, con il direttore della fotografia Emilio Costa

Ore 15:00

Premiazione Miglior Corto e Miglior fotografia dell’Aprilia Film Festival

Proiezione trailer dei corti : L’Autostoppista e Il Re del Panino, alla presenza delle crew e del direttore artistico Federico Paolini

Ore 15:30

Stand up performance: Dania Rendano

Ore 15:40

Talk: “Eco set” 3
Intervengono Mirko Poppi (TFS – Toscana Foto Service, Nanlite e Patona); Fabio De Sisti (De Sisti Lighting);  Adriano Covello (produttore PMR Studio); Roberto Fratianni (Fratoianni Service); Daniele Marrocu (Green Manager)

Focus on: organizzazione di eventi cinematografici con Arena Mancini, interviene Edoardo Campanale

Ore 16:15

Esibizione CORA live/AR dance performance: combinazione di realtà fisica e aumentata

Ore 16:30

Presentazione Z-Pitch – a cura di a Francesca Staasch (docente Naba)
La Gen Z presenta progetti di storytelling audiovisivo, in formato di lungometraggio o seriale: Hotel Valadier serie TV, di Alessandro Montali; Komorebi lungometraggio, di Gisella Grandis e Marco Serra; Negghia lungometraggio, di Saverio Biancone e Costanza Fusco; Nuda proprietà serie TV, progetto collettivo di Eli Bryan Alcantara, Juan   Diego De Leon, Giuseppe Garozzo, Elisa Gattuso, Jorge Vasquez; Persa lungometraggio di animazione, di Martina Lorusso

Ore 17:30

Stand up performance: Sandro Canori


Ore 17:45

Dam Academy presenta il corso di Laurea in Cinema
Introduzione di Aldo Iuliano e Paolo Secondino
Proiezione trailer: Free Spirits di Fabius De Vivo; Solo un Crodino di Matteo Fiaschetti; Due minuti in più di Paolo Secondino

Ore 17:30

Presentazione dei cortometraggi che hanno riservato una particolare attenzione all’ambiente in fase di realizzazione, con proiezione dei trailer: Dron Amor di Jonathan Elia; Immacolata di Pasquale Coletti; Briciole di Francesco D’ignazio; Fake shot di Francesco Castellaneta; Dreadstone di Riccardo Suriano

 Ore 20.00

Talk: “Cinema, Politica e Ambiente”

Modera la giornalista Chiara Del Zanno (Rolling Stone, Fabrique du Cinéma)
Intervengono: Alfonso Pecoraro Scanio (ex Ministro dell’ambiente), Simonetta Lombardo (ideatrice di Cinema in Verde), Valentina Petrini (giornalista), Stefano Zago (Teleambiente), Green Cross Italia.
A seguire proiezione del trailer di Vermiglio di Maura Delpero, vincitore del premio Green Drop Awards a Venezia 81.

Ore 21:00

Live band: Pinkerton


Ore 21:30

Concerto: Santachiara

 

Ore 22.30

Dj Set: Arianna Del Grosso

Team: Arianna Pera (organizzatrice di produzione); Francesco Catalano (strategic
manager); Francesco Solano (marketing e RP); Gloria Conca (segreteria organizzativa) e Davide Manca (ideatore dell’evento).

 

 

 

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Simona Banchi: “Vi racconto Officina Pasolini” https://www.fabriqueducinema.it/education/formazione/simona-banchi-vi-racconto-officina-pasolini/ https://www.fabriqueducinema.it/education/formazione/simona-banchi-vi-racconto-officina-pasolini/#respond Tue, 01 Oct 2024 08:26:31 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=19348 Ha appena compiuto dieci anni Officina Pasolini, il laboratorio artistico alta formazione per giovani e hub culturale della Regione Lazio, diretto da Tiziana Tosca Donati e diviso in tre sezioni: Canzone, diretta da Niccolò Fabi; Teatro, il cui responsabile è l’attore e regista Massimo Venturiello; Multimediale, che forma videomaker e figure professionali in ambito audiovisivo, […]

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Ha appena compiuto dieci anni Officina Pasolini, il laboratorio artistico alta formazione per giovani e hub culturale della Regione Lazio, diretto da Tiziana Tosca Donati e diviso in tre sezioni: Canzone, diretta da Niccolò Fabi; Teatro, il cui responsabile è l’attore e regista Massimo Venturiello; Multimediale, che forma videomaker e figure professionali in ambito audiovisivo, diretta dalla produttrice Simona Banchi.

Tosca
Tiziana Tosca Donati, direttrice di Officina Pasolini (ph: Fabio Lovino).

L’offerta formativa prevede un biennio di corso più un anno integrativo che ha l’obiettivo di sostenere economicamente i progetti artistici per un totale di 45 diplomati ammessi. Un percorso che fornisce agli studenti e alle studentesse le competenze professionali e artistiche necessarie per inserirsi nel mondo del lavoro. Tutto completamente gratuito. Gli ammessi hanno tra i 16 e i 29 anni, ma il bando (consultabile online) permette l’ammissione fino ai 35 anni per particolari meriti artistici. Tra i docenti dell’Officina Roberto (Bob) Angelini, Giovanni Truppi, Walter Pagliaro, Alessandro Chiti, Alessandro Bonifazi, Paolo Ferrari e dal prossimo biennio Daniele Silvestri.

Tra gli ex-studenti Francesco Patanè, attore genovese protagonista di Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa al fianco di Elodie e, prima ancora, coprotagonista con Sergio Castellitto de Il cattivo poeta, di Gianluca Jodice. «Officina è un mondo che ha una grande importanza a Roma e in Italia» ci confida «Permette agli artisti di formarsi in un modo unico perché gli insegnanti mettono al centro l’aspetto umano nella relazione con gli allievi. Ho scelto di fare questo mestiere anche grazie a Massimo Venturiello e Tosca, la direttrice artistica. L’incontro con loro è stato fondamentale per fare di questo gioco che amavo, di questa passione, un vero lavoro». Per sapere ancora di più di questo laboratorio di crescita professionale e artistica abbiamo dialogato con Simona Banchi, produttore di film come Takeaway con Libero De Rienzo o documentari come La maglietta rossa di Mimmo Calopresti e The Beat Bomb di Ferdinando Vicentini su Lawrence Ferlinghetti.

Simona Banchi
Simona Banchi.

Officina Pasolini: quando e come arrivò l’idea per questo progetto formativo?

Sicuramente arrivò tutto da Tiziana Tosca Donati, Tosca, che aveva già realizzato con il supporto regionale corsi formativi per attori e cantanti. E soprattutto è partito dall’esigenza della Regione per l’impiego intelligente del Fondo Sociale Europeo, quindi dei soldi destinati alla formazione da parte dell’allora Assessorato alla Formazione, in quegli anni presieduto da Massimiliano Smeriglio. Esisteva già la scuola Gian Maria Volontè, prima provinciale e poi regionale, Officina Pasolini nacque due anni dopo. Abbiamo studenti che vengono da tutta Italia e anche da fuori i confini nazionali, ma resta un Progetto della Regione Lazio. L’obiettivo principale è quello di dare ai giovani gli strumenti per professionalizzarsi in mestieri “non convenzionali” come cantanti, attori e videomaker. Abbiamo voluto intestare l’Officina a Pasolini perché era una figura traversale della cultura, si muoveva su più discipline. Un grande scrittore, drammaturgo, regista, poeta e intellettuale.

Del vostro comitato tecnico scientifico ha fatto parte anche Glauco Mauri, da poco scomparso.

Quello per Glauco Mauri, un grandissimo del teatro, è un lutto molto sentito in Officina Pasolini. Tra i nomi che hanno fatto parte del comitato e che purtroppo ora non ci sono più vorrei ricordare anche anche Franca Valeri, Andrea Purgatori, che è stato anche docente di scrittura del corso multimediale; Luciano Sovena, che è stato AD dell’Istituto Luce nonché Presidente di Roma Lazio Film Commission; Armando Pugliese, attore e regista teatrale. Ci lasciano un grande vuoto.

Niccolò Fabi
Niccolò Fabi (ph: Chiara Mirelli)

Ora ci sono Carmen Consoli, Gino Castaldo, Steve Della Casa, Luca Verdone. Come si creano i programmi dei vostri corsi?

Sono sempre pensati in base alle esigenze attuali delle professioni. Ad esempio il nostro videomaker è una figura competitiva perché è in grado di gestire una piccola produzione audiovisiva. Inoltre tutti i nostri ragazzi seguono lezioni su sviluppo e produzione. Studiamo i bandi europei, regionali, del Ministero, e poi la produzione con tutto ciò che ruota intorno alla regia. Ma anche postproduzione audio e video, imparando export, conforming, montaggio, color correction e anche un po’ di animazione, dipende dagli studenti. Usciti da qui, poi molti di specializzano. Un mio ex-studente ora è al VFX del Centro Sperimentale; un altro sempre lì ma a Regia; tanti che hanno frequentato la Volonté poi scoprono qui la loro direzione. Molti dopo il nostro biennio tentano il Centro, e almeno uno o due l’anno entrano.

Massimo Venturiello
Massimo Venturiello (ph: Giovanni Canitano).

Dieci anni di Officina Pasolini. Sarà senz’altro difficile perché se ne conteranno un’infinità, ma quali sono i momenti più indimenticabili?

Il primo concerto al corso di Canzone fu chiuso da un brano scritto da un ragazzo che ora non c’è più: Federico, era bravissimo e tutti gli hanno voluto bene. Quando suonammo la sua canzone era come se lui fosse ancora qui. I momenti indimenticabili sono sempre legati a un successo dei ragazzi, piccolo o grande che sia. Una mia studentessa ha vinto il concorso a Cinecittà ed è stata assunta per il restauro digitale. Un’altra ha vinto recentemente un bando Rai per programmisti multimediali e ora lavora a Rai Doc. Un altro ragazzo uscito da Canzone, Lorenzo Lepore, ora è un bravissimo cantautore. Spesso se capito sui set di amici e colleghi, trovo qualcuno dei nostri ex allievi che lavora lì. Mi emoziona. La formazione è importante, ma poi l’anello finale è aiutarli a lavorare.

In questi dieci anni la digitalizzazione delle arti ha corso più che mai. Come si fa a stare al passo della tecnologia mantenendo però l’artigianalità e l’umanità di un’arte che deve svilupparsi insieme ai suoi giovani?  

Non dimentichiamo che il digitale ha creato anche tante professioni. Spesso i ragazzi oggi sanno già usare la telecamera, hanno già buona manualità con l’audiovisivo, ma si tratta più che altro reel e social. Qui invece si confrontano con lo studio e la narrazione vera, a partire dalla scrittura. L’artigianalità? Se penso al mio lavoro di produttore nel passato mi torna il ricordo dei fax… Ma come facevamo a mandare gli ordini del giorno con i fax? Quindi viva la tecnologia e viva l’intelligenza artificiale, che i ragazzi utilizzano per realizzare cose visive altrimenti impossibili. Insomma, dobbiamo essere noi gli artigiani della tecnologia. Una esercitazione che facciamo spesso è rigirare scene di grandi film, e quest’anno i ragazzi hanno rifatto una sequenza di Matrix. Molta postproduzione video ma ricostruendo le scenografie molto artigianalmente.

Agli anniversari importanti si fanno anche dei bilanci. Guardandosi indietro cosa la emoziona di più, cosa la rende più orgogliosa e cosa vede nel futuro?

I ragazzi, i loro lavori, anche se sgangherati, i complimenti che mi fanno quando mando qualcuno di loro a lavorare da qualche parte. Questo mi rende orgogliosissima e mi fa stare bene. Soprattutto perché ho la fortuna d’insegnare il mio mestiere. Quindi è emozionante tramandarlo. Vedi che così alla fine ritorniamo sempre alla bottega dell’artigiano? E poi il futuro… Il futuro è oggi.

Per tutte le informazioni consultare il sito: www.officinapasolini.it

Per iscriversi al bando consultare questo LINK

 

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Il Fabrique Club vi aspetta giovedì 26 settembre al Wunderkong! https://www.fabriqueducinema.it/cinema/news/il-fabrique-club-vi-aspetta-giovedi-26-settembre-al-wunderkong/ https://www.fabriqueducinema.it/cinema/news/il-fabrique-club-vi-aspetta-giovedi-26-settembre-al-wunderkong/#respond Tue, 17 Sep 2024 16:19:04 +0000 https://www.fabriqueducinema.it/?p=19343 Il Fabrique Club è tornato! E dà appuntamento ai suoi fabriquers per una serata piena di musica e cinema nella stupenda location del Wunderkong, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Attenzione, segnatevi la data: è giovedì 26 settembre e ci sarà da divertirsi! Seguiteci sui social per tutte le info. – Wunderkong  via Ulisse […]

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Il Fabrique Club è tornato! E dà appuntamento ai suoi fabriquers per una serata piena di musica e cinema nella stupenda location del Wunderkong, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Attenzione, segnatevi la data: è giovedì 26 settembre e ci sarà da divertirsi! Seguiteci sui social per tutte le info.

Wunderkong 
via Ulisse Aldrovandi 1 –
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
dalle 19
22 Live music
23 Dj set

INGRESSO LIBERO

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