Nato nel 2014, Officina Pasolini è un laboratorio di alta formazione artistica gratuito della Regione Lazio, che offre tre percorsi differenti: teatro, canzone e multimediale. È online il bando di ammissione per il biennio 2023/2024 e in un momento in cui l’audiovisivo è senza dubbio la più centrale delle forme comunicative, abbiamo intervistato Simona Banchi, produttrice e responsabile della sezione multimediale del laboratorio.
Cosa offre nello specifico il vostro percorso multimediale?
Si tratta di un corso che forma videomaker: insegniamo agli studenti tutte quelle professioni del mondo dell’audiovisivo che non riguardano strettamente il cinema. Si parte dalla teoria e dalla metodologia di tutti i media visivi, per poi passare al linguaggio e alla tecnica, alla progettazione e alla regia. Abbiamo anche delle lezioni di scrittura creativa che si occupano di storytelling applicato alla comunicazione multimediale, dal soggetto al concept. I ragazzi imparano a realizzare instant documentary, pubblicità, videoclip: si cimentano in tantissime di tipologie di audiovisivo diverse.
Si può dire che offrite una formazione completa.
Certo, siamo interessati a tutte le fasi di realizzazione di un prodotto. Ci sono infatti anche insegnamenti relativi alla post produzione: teoria e tecnica dell’editing, video compositing, motion grafic, animazione 2D e 3D. C’è anche una parte laboratoriale, perché tutti i nostri docenti sono dei professionisti del settore, quindi la formazione va ad essere oltreché frontale anche più attiva e coinvolgente, i ragazzi realizzano infatti dei prodotti, mettendosi in gioco. Il nostro obiettivo è farli uscire dal corso come dei videomaker autonomi in grado di gestire un prodotto audiovisivo in ogni suo aspetto. La validità di questo percorso consiste nel fatto che oggi l’audiovisivo è la porta principale che apre per gli studenti vari sbocchi lavorativi: tutti si iscrivono per diventare registi, poi però scoprono che esistono altre professioni.
Dunque date opportunità concrete ai ragazzi.
Certamente, io sono molto pragmatica. Non mi dimentico mai dell’obiettivo principale: per me la cosa importante è poter fornire loro una prima occasione nella quale mettere in pratica ciò che hanno appreso negli anni di formazione. Da quest’anno c’è infatti una novità, che formalizza ciò che in realtà abbiamo sempre fatto: terminato il biennio verranno selezionati dei ragazzi che potranno accedere ad un anno di Labor Work, finalizzata all’inserimento lavorativo dei diplomati ammessi, attraverso l’elaborazione e il sostegno economico di progetti professionali.
Officina Pasolini è anche un Hub Culturale, che propone vari eventi artistici.
Sì, negli anni sono stati presenti nomi importanti del panorama artistico italiano ed è soprattutto un’occasione per i ragazzi di mettersi in gioco. In questi casi particolarmente per gli studenti di teatro e canzone, ma organizziamo almeno una volta l’anno anche una serata in cui i ragazzi del percorso multimediale possano presentare il proprio lavoro, dando loro la possibilità di mostrare ciò che hanno realizzato davanti a professionisti del settore. Professionisti che invitiamo anche durante l’anno accademico per delle masterclass.
Dalle tue parole emerge un’attenzione particolare al lavoro sinergico.
Assolutamente. Ogni ragazzo deve presentare il proprio progetto, ma lo realizza sempre insieme agli altri studenti. Ci teniamo ad insegnare il lavoro di troupe. Si lavora sempre in gruppo perché il network è tutto in quest’ambito. Così Officina Pasolini finisce per diventare una casa, anche perché è un’esperienza totalizzante: i ragazzi entrano alle 10 e finiscono alle 17, ma restano a scuola per lavorare ai propri progetti, poi ci sono le serate. Per questo a volte riteniamo che caratteristiche umane come la capacità di collaborare superino per importanza la bravura.