È un venerdì sera come tanti, a Roma. I locali sono affollati, un drink tira l’altro e la parola d’ordine è divertimento. Una ragazza mora, bella e sicura di sé, avvicina uno sconosciuto attraente e taciturno e, senza giri di parole, gli propone di passare la notte insieme. Un copione canonico nelle notti della Capitale e, per qualcuno, addirittura squallido. Tuttavia, i due giovani ignorano che il loro incontro disattenderà completamente le premesse.
2night – terzo lungometraggio di Ivan Silvestrini, ispirato all’omonimo film israeliano di Roi Werner – si propone il delicato proposito di raccontare, nell’arco di una notte, la scoperta dell’intimità e l’evoluzione di un sentimento. Il risultato è un passo a due coreografato con testa e cuore, destinato a colpire tanto un pubblico giovane quanto, perché no, molto giovane.
Il merito va senz’altro a una scrittura dei personaggi efficace e affatto superficiale. L’inevitabile confronto tra i due, nel corso del tragitto in macchina verso casa di lei, farà venire a galla con graduale naturalezza inquietudini e complessità. Lei, interpretata da una disinvolta e spregiudicata Matilde Gioli, sfrutta la propria sensualità per scappare da se stessa e dalle insicurezze che la terrorizzano; lui, un convincente Matteo Martari, è trincerato dietro un silenzio gonfio di angoscia e tormento.
Il loro percorso introspettivo è tutt’altro che rettilineo. Nessuno dei due vuole gettare la maschera per primo e lasciarsi guardare per ciò che è: evitano domande, cambiano argomento, discutono di film porno e profilattici extralarge. Eppure, gli estranei desiderosi di consumare la passione di una notte scopriranno di avere molto in comune, abbandonandosi infine a catartiche confessioni.
La sceneggiatura gioca in maniera accattivante la carta dell’ironia, sia nelle battute dei ragazzi sia nel toccare la problematica, tristemente familiare ai romani, delle infinite e infruttuose ricerche di parcheggi (notevole l’osservazione sui posti riservati ai disabili).
Sullo sfondo di dialoghi brillanti, semiseri o drammatici, ci sono il mistero e il fascino magnetico dei quartieri di Roma. Questi, che non sono i più noti, sono fotografati da Davide Manca con un gioco di chiaroscuri che non cede mai completamente il terreno al buio della notte, avvolgendo in un’atmosfera romanticamente onirica l’abitacolo del veicolo in cui i nostri protagonisti si provocano, corteggiano e scontrano.
2night, rilettura contemporanea del magnifico Before Sunrise di Linklater, è una storia semplice e profonda; senza peli sulla lingua e con qualcosa da dire. La fenomenologia dell’amore di Silvestrini possiede un buon numero di ingredienti per appassionare lo spettatore: ritmo, qualche colpo di scena e riflessioni concrete sulla generazione attuale. Infatti, non sarà difficile per tanti trentenni identificarsi negli interrogativi o nelle difficoltà relazionali di due personalità così opposte eppure così affini.